mercoledì 28 aprile 2010

ATTENZIONE AL VENTO DI "GRECALE"

La crisi economica greca, fa sentire le sue ripercussioni a livello europeo.
La mastodontica ma, al tempo stesso, fragile macchina comunitaria, mostra tutti i suoi limiti ed il suo imbarazzo nel fronteggiare il disastro economico del paese ellenico.
La Comunita' Europea resta un'unione di paesi legati soltanto da una moneta unica ma senza uno spirito di coesione condiviso e, soprattutto, senza un serio organo di controllo e di conseguente intervento sanzionatorio. Nei momenti di crisi poi, inevitabilmente, emergono distintamente gli egoistici separatismi nazionalistici, dove si cerca di tirar acqua al proprio mulino, privilegiando gli interessi del momento ( il caso delle elezioni in Germania).
L'UE e' un complesso coacervo di leggi, leggine, regolamenti, protocolli e quant'altro, che rende dura la vita ai suoi cittadini, gia' imprigionati ( specie in Italia) dalla lentezza burocratica degli stati di appartenenza.
Al freddo, rigido, canonico protocollo comunitario, spesso si contrappone la soave leggerezza e la sfrontata superficialita' dei singoli stati membri che presentano bilanci gonfiati, prospettive di crescita irrealizzabili, iniezioni di fiducia fin troppo ottimistiche. Poi, d'improvviso, (il caso della Grecia e' emblematico ) ci si sveglia dal sogno (anni or sono anche la Spagna era un modello) si aprono gli occhi e ci si ritrova nel pieno di un crac economico, con le solite ed inevitabili speculazioni finanziarie che rischiano di propagare "l'incendio".
Anche nel nostro paese, si sente parlare di crescita ma i problemi restano, celati con una sapiente maestria attraverso una propaganda "tele-governativa" la cui regia, irradia ad iosa, rosee prospettive di sviluppo e di definitiva uscita dalla crisi.
Nel frattempo, le tarriffe aumentano, i precari e i cassintegrati restano.
Oggi sono in auge i discorsi sulle correnti ( scissione all'interno del PDL).
Speriamo che nel breve, non soffino freddi venti di "grecale"...

lunedì 26 aprile 2010

UN'ALTRA STAGIONE BALNEARE A RISCHIO

Giorni or sono, a livello di cronaca campana (non mi sembra a livello nazionale) sono passate le immagini desolanti dell'ennesimo scempio perpetuato nelle acque dei Regi Lagni, il sistema di canalizzazione realizzato in epoca borbonica che ancora oggi, raccoglie e indirizza tutti gli scoli delle acque nere, reflue e piovane delle campagne tra le province di Napoli e Caserta.
Purtroppo, molto spesso questi canali vengono adoperati per sversare materiale di ogni genere, sia solido che liquido, altamente tossico ed inquinante, con il risultato che i depuratori alla foce vanno in tilt, non riuscendo a filtrare l'enorme quantita' di materiale in entrata, con il conseguente ed inevitabile inquinamento dell'acqua del mare, dove arriva a fine tragitto, questa ingente quantita' di scarti di lavorazione agricola ed industriale.
Ormai a poche settimane dall'inizio della stagione balneare, pare che i vecchi problemi non siano stati superati ma, anzi, si presentino con maggior virulenza, compremettendo con ogni probabilita' l'attivita' commerciale di tanti imprenditori del litorale domizio che gia' nella passata stagione, dovettero fronteggiare loro malgrado, perdite davvero considerevoli, per una vera e propria fuga dei bagnanti dalle spiagge.
Se lo scempio accaduto nell'isola di Capri sempre nel 2009, puo' definirsi un caso isolato seppur gravisssimo, quello della balneabilita' del litorale domizio, resta ahime', davvero un'incognita.
Come scrissi gia' nell'estate del 2008, per molti da queste parti, il mare resta solo un miraggio.

venerdì 23 aprile 2010

LA TEMPESTA E' APPENA INIZIATA

Dallo scontro tra Berlusconi e Fini, oggi abbiamo una sola certezza: il PDL e' piu' debole di prima.
Nel contempo, la Lega, prezioso alleato, uscita gia' vincitrice alle ultime elezioni regionali, vede cementarsi ulteriormente la sua leadership, nel settentrione.
Ma la Lega e' un alleato appunto, non e' parte integrante del PDL. La Lega ha una forte connotazione territoriale, una indiscussa autonomia decisionale e soprattutto un'infinita indipendenza dal centralismo romano, del quale ha carpito tuttavia, gli infiniti vantaggi (Roma non e' piu' ladrona da quando tanti parlamentari leghisti hanno le loro chiappe sugli scranni di Montecitorio).
In virtu' di questa sua particolare forza che potremmo definire trasversale alla politica, per assurdo il partito di Bossi potrebbe in ogni momento, tendere la mano anche all'attuale opposizione, sempre nell 'ottica della buona e solida amministrazione del territorio padano. Berlusconi ne e' consapevole ed al tempo stesso preoccupato. Ma lui purtroppo, e' abituato a comandare, non a mediare o concertare le diverse anime di un partito che considera sempre piu' come uno strumento per attuare il suo decisionismo personalistico.
Fini, ha avuto il merito o almeno il coraggio (un po' in ritardo) di evidenziare tale propensione del Premier o se vogliamo, la deriva populista assunta dal PDL, sempre piu' partito del padrone, dove si sta allineati al volere del numero uno, senza confronto, ne' dialettica interna, come accade invece, a tuttti igrossi partiti liberali europei.
Berlusconi, da tempo ha perso Casini (per ritrovarselo alleato secondo logiche utilitariste).
Oggi perde Fini e la sua piccola (al momento) corrente, ma sappiamo come in Italia sia molto rapido cambiare casacca a seconda della convenienza, delle circostanze o del tornaconto.
Il Paese vive un brutto momento. La tempesta e' appena iniziata, non sappiamo quanto durera'. Di certo, siamo consapevoli che la politica italiana, e' alla deriva. Se questo doveva essere il periodo per dare inizio a riforme condivise, possiamo affermare che si e' trattato di un'alba infernale.
La maggioranza e' spaccata, incendiata da sterili personalismi, divisa sulle principali linee programmatiche.
L'opposizione e' quasi inesistente, a sua volta frantumata al suo interno, nella perenne e spasmodica ricerca di un nuovo leader.
Anche le Istituzioni, perdono parte della loro responabilita', del loro prestigio e della loro autorevolezza, diventando strumento di ingerenza politica ed affievolendo l'intrinseca prerogativa di organo super partes.
La piazza e' fortemente influensabile dai nuovi tribuni della rete che gettano altra benzina sul fuoco, arroventando il clima dello scontro.
Se a questo aggiungiamo che la crisi economica non e' stata superata affatto e che continua ad insistere un pesante clima di insofferenza sociale, possiamo purtroppo affermare che oggi, ci sono tutti i presupposti per rivivere un periodo buio che speravamo esserci messo alle spalle.

giovedì 22 aprile 2010

COMPLEANNO (43) IN PIENO RELAX

Oggi e' il mio compleanno, 43 primavere. Un cielo terso e tanto sole hanno fatto da contorno a questa giornata in cui mi sono concesso tante "coccole" in pieno relax. Per fortuna e' capitato in un giorno feriale e non nel weekend, dove sarei stato impegnato con il mio lavoro.
Stamane ho giocato un'ora a tennis, al circolo vicino casa, a Napoli. Ho ripreso a giocare dopo tantissimi anni (prima giocavo sempre a calcio) e piu' gioco e piu' mi diverto. Il mio livello e' amatoriale ma me la cavo abbastanza. Questa mattina mi sono allenato con la maestra, per perfezionare alcuni colpi.
Poi verso mezzogiorno mi sono trattenuto al bar del parco dove abito, offrendo (era d'obbligo) un po' di aperitivi ad amici. Chiaramente si e' parlato di calcio (l'ennesima sfuriata di Balotelli) e politica (lo scontro tra Berlusconi e Fini), i soliti discorsi da bar.
Dopo un pranzo veloce con mia moglie (i bambini escono da scuola alle 15,00) nel pomeriggio usciro' in moto per recarmi in azienda. Daro' da mangiare alle galline, alle oche ed alle caprette, innaffiero' le fioriere, mi concedero' una tazzina di caffe', godendomi la quiete del mio giardino.
L'agriturismo dista 28 km dalla mia abitazione, una distanza piacevole da percorrere con la mia KTM.
Stasera concludero' la giornata andando con l'intera famiglia in pizzeria. I miei bambini, Giuseppe 8 ed Enrico 4, vedono poco il loro papa'. E' l'occasione buona, per stare tutti insieme in piena tranquillita'.

mercoledì 21 aprile 2010

UDEUR: DESTRA O SINISTRA, L'IMPORTANTE E' GOVERNARE

Tutti i riflettori della politica italiana sono puntati sullo scontro tra Berlusconi e Fini, in cui la contrapposizione tra le liste dei colonelli, i presunti o concreti tradimenti, le annuciate o ritirate imboscate, la possibile nascita di nuove correnti, sono il condimento di questa insalata russa o se vogliamo di questa insipida minestra riscaldata, in cui si e' trasformata la politica italiana.
Nel frattempo, sfugge agli occhi dei commentatori nazionali, cio' che sta succendendo qui in Campania.
L'Udeur, il piccolo ma sempre determinante partito dei coniugi Mastella da Ceppaloni (il marito Clemente neo-parlamentare europeo passato al PDL, la moglie, Sandra Lonardo, ex Presidente del Consiglio Regionale retto da Bassolino, "esiliata" a Roma ma rieletta al Consiglio Regionale questa volta nella fila del centro-destra) ancora una volta fa sentire il suo peso nelle decisioni politiche locali.
A Napoli, appoggia il centro-sinistra (alla regione e' stato prezioso il suo contributo all'elezione del candidato di centro-destra, Caldoro) e salva ancora una volta (l'ennesima) il Sindaco Iervolino, in grande difficolta' alla votazione del bilancio annuale.
Se Fini, dall'alto della sua carica, per far sentire il suo peso all' interno della prima forza politca nazionale di cui e' co-fondatore, viene additato di trasformismo, possiamo dire che Mastella passa da sinistra a destra e viceversa, con la stessa cadenza dei ritocchi di una campana, intorno alla quale ha edificato il suo grande, solido, imponente campanile politico.

domenica 18 aprile 2010

I RIPENSAMENTI (TARDIVI) DI FINI

Chissa' cosa succedera' in merito allo strappo del Presidente della Camera, Fini. Vedremo in settimana. Sicuramente sara' incrinata la credibilita' del Governo e limitata la capacita' decisionale dell'esecutivo, con gravi ripercussioni in ordine alle riforme .
In ogni caso, qualche analisi va fatta.
L'errore di Fini non e' stato quello di aver capito, forse in ritardo, che il suo spazio nel PDL e' alquanto limitato.
Il suo principale errore, e' stato quello di farvene parte, buttando all'aria il progetto di Alleanza Nazionale, vera forma moderna di destra europeista.
Fini ha preso in giro milioni di elettori di destra, traghettandoli nel partito del padrone, sedendosi allo stesso tavolo degli ex-democristiani, diventando sostenitore di tutti quegli amici di Craxi che per anni combatte' senza sosta, alleato con gente che si illude di masticare politica soltando riempendosi la bocca di spot berlusconiani ( Lupi e Bondi mi sembrano l'esempio piu' adatto) ma che potrebbe soltanto tenere adunati, sparuti gruppettti di anziani negli oratori.
Di quella politica affarista, clientelare, massonica, piduista, attaccata alle poltrone ed al potere, collusa con le banche, spesso imparentata, pervasa e permeata con personaggi di losca provenienza, contro la quale la destra per anni alimentava le sue battaglie, riempiendo le piazze di contenuti e valori in modo spontaneo e non attraverso i richiami schizzofrenici messi in rete da giullari o da finti impegnati intellettuali radical-chic. Fini, oggi, di quella politica ne e' diventato suo malgrado, un protagonista.
Quello che lui, forse non ha ancora compreso, e' che lo scioglimento di Alleanza Nazionale, in pratica, ha consegnato in modo definitivo milioni di voti nelle mani di Berlusconi, il quale ha diviso il prezioso bottino con i suoi amici leghisti. Da parte loro, gli esponenti del carroccio, si sono tenuti ben alla larga da qualsiasi ipotesi di fusione a freddo con il partito del signore delle televisioni, difendendo a denti stretti la loro identita' e la propria autonomia, le loro primordiali propensioni separatiste.
Agli uomini di Bossi, cosa puo' fregarne se la Fiat a Pomigliano o Termini Imerese chiude i battenti? O se nei maggiori ospedali del sud, e' abitudine divenuta ormai regola, visitare gli ammalati nelle corsie, lasciandoli per giorni sulle barelle o che i pomodorini del "pennolo" delle campagne campane o siciliane, siano venduti a 10 centesimi al chilo?
Se poi un popolo (cieco, stolto ed indottrinato) immagina che con la costruzione del Ponte sullo Stretto, tutti i gap del meridione siano definitivamente eliminati, e' giusto che Berlusconi affermi che i cittadini (tele-guidati) siano con lui.
Il sud nel breve rischia la desertificazione. Mettere in galera centinaia di boss, sequestrare ingenti ricchezze alle mafie e non creare contemporaneamente valide alternative di crescita e sviluppo sostenibile, vuol significare abbandonare una fetta d' Italia, al suo destino.
Con la nascita del PDL, nel nostro Paese, una destra social-nazionale, non esiste piu.
Fini l'ha intuito, ma ormai, e' troppo tardi.

giovedì 15 aprile 2010

FINI, CAVALLO DI TROIA

Questa volta pare che lo strappo sia stato piu' violento. Fini, nell'incontro di oggi con Berlusconi a Montecitorio, ha dichiarato di voler formare dei propri gruppi autonomi in Parlamento, qualora Berlusconi assecondi passivamente i dictat della Lega. Secca la risposta del Premier, che invita il Presidente della Camera a dimettersi. Se cio' accadra', possiamo parlare tranquillamente di crisi conclamata ma non inaspettata.
Da tempo infatti, gli ex-alleanzini, cercano di trovare un proprio spazio all'interno del PDL, partito troppo incentrato sulla straripante leadership del Premier, un movimento politico divenuto grande partito contenitore di potere e consenso, ma imprescindibilmente tenuto insieme (ed e' questa il suo limite e la sua debolezza) dal carisma incontrastato e dalla forza tele-mediatica del suo fondatore.
All'indomani del successo della Lega alle regionali che di fatto, conferisce al partito di Bossi una incondizionata forza autonoma territoriale, a prescindere dall'alleanza con Berlusconi, Fini avra' intuito che il suo ruolo e la sua corrente iniziano ad avere un ruolo decisamente secondario tra le forze di maggioranza. Da qui le varie iniziative succedutesi nel tempo, come quella della creazione di format culturali, fondazioni quali Fare Futuro e l'ultima nata, Generazione Italia.
Tali aggregatori politico-culturali hanno posto le basi per la creazione di un Fini pensiero, libero dai condizionamenti e dalle influenze berlusconiane e soprattutto non condizionato dalle sue disavventure giudiziarie.
Se da un lato infatti, la Lega e' un soggetto politico indipendente che, per assurdo, un domani potrebbe sedersi ad un tavolo anche con le attuali forze di opposizione, la parte minoritaria del PDL, cioe' gli alleanzini, sono fin troppo condizionati dalla tenuta del Premier che si presume non essere eterna.
Se poi consideriamo che la forza della corrente Finiana al sud e' stata sempre decisiva nelle vittorie prima del centro-destra e adesso del PDL, possiamo tranquillamente ipotizzare che Fini si e' stancato ormai di essere relegato al ruolo di eterno secondo. Se il Presidente della Camera ( a questo punto sarebbero coerenti le sue dimissioni) resta sulle proprie leggittime posizioni, si andra' alla rottura, quindi ad una crisi aperta, con possibili elezioni nel breve periodo.
Laddove la pochezza ed il peso etereo ed evanescente del PD non sono riusciti ad incrinare la straripante forza della maggioranza, forse ci riuscira' Fini, trasformatosi in cavallo di Troia per la destra di governo.


martedì 13 aprile 2010

IL VATICANO RIABILITA I BEATLES. CALCOLO O COINCIDENZA?

Dopo oltre quaranta anni dal loro definitivo scioglimento, la Santa Sede riabilita i Beatles, riconoscendo il valore artistico assoluto del gruppo. Meglio tardi che mai. Strana coincidenza pero', visto il periodo non proprio roseo in cui e' precipitata la Chiesa.
Il famoso gruppo di Liverpool cambio' il costume dell'epoca, diventando da quel momento, un punto di riferimento imprescindibile per tutti i musicisti che da li in avanti, si avvicinarono a questo mondo.
La loro notorieta' non ha eguali al mondo. La loro arte e il contributo che diedero alla propria nazione, consentì loro di ricevere il titolo di baronetti da sua Maesta', Queen Elizabeth.
La musica che hanno lasciato ai posteri, rimane una testimonianza duratura e rappresentativa per tutto il genere cosidetto "popolare".
I Beatles, da subito, divennero leggenda, vere e proprie icone viventi.
Eppure il loro genere, il loro modo rivoluzionario di approcciarsi con il mondo esterno, la loro nuova forma di comunicazione verso le nuove generazioni dell'epoca, non piacquero alla Chiesa.
Il rapporto si incrino' definitivamente quando John Lennon dichiaro' che la loro fama e la straripante notorieta' a cui giunsero, era superiore a quella di Gesu' Cristo.
Apriti cielo. Furono considerati, spacconi, disinibiti, blasfemi, dei veri e propri artisti satanici, esempi negativi da evitare e condannare.
A distanza di tanto tempo, questa "riabilitazione ecumenica", non viene di certo accolta con entusiasmo da uno dei due artisti ancora in vita, Ringo Starr. Il batterista afferma: "I couldn't care less" che tradotto sta per " non me ne potrebbe fregare di meno".
Concordo con l'artista. La Santa Sede, mai come in questo momento, ha dell'altro a cui pensare.
Io preferisco girarvi 2 tra le tantissime "opere d'arte" che i Beatles, hanno donato all'umanita': Let it be ,
Yesterday
Buon ascolto!




sabato 10 aprile 2010

PROVINCIA DI NAPOLI: UN'AUTISTA AL BILANCIO

In Italia tutti adesso parlano di riforme, di modelli costituzionali da cambiare, di ricerca di un clima di coesione condivisa foriero di un rinnovamento istituzionale.
In molti convergono nel sottolineare ad esempio, l'inutilita' delle province, enti che hanno scarso potere decisionale e che costano tantissimo ai contribuenti.
Qui a Napoli invece, pare che la provincia sia diventata l'ennesino strumento di gestione politico clientelare, a dimostrazione che non era solo Bassolino, da poco defenestrato, a gestire la cosa pubblica per allargare il suo potere. L'ente provinciale, dal suo recente riassetto avvenuto lo scorso anno, ha legiferato davvero poco. Il neo Presidente Cesaro infatti, e' anche un parlamentare e quasi sempre diserta l'aula per i suoi impegni romani.
Pero', quasi per incanto o se vogliamo per un miracolo pasquale, nella pratica con un vero e proprio blitz, e' stato nominato come assessore al bilancio, il suo autista, Armando Cascio, il quale possiede quanto meno, il diploma di ragioneria.
Da queste parti, piu' che altrove, c'e' il rischio che lo slogan berlusconiano della politica del fare(quel che ci pare) diventi non un volano di crescita ma una zavorra di definitivo sottosviluppo.

martedì 6 aprile 2010

PASQUA AD ARBUSTUM: UNA VERA "RESURREZIONE"

Grande affluenza per il ponte di Pasqua nel mio agriturismo. Nonostante il tempo non proprio perfetto ( domenica e' piovuto per circa un'ora, lunedì insisteva un forte vento in una giornata di sole), ho registrato il tutto esaurito.
Tanti clienti, tra cui tantissimi napoletani, molti dei quali si affacciavano per la prima volta in azienda, avevano visto le immagini passate al Tg3 Campania il sabato precedente, all'interno del programma eno-gastronomico, " Antichi Sapori ", condotto dal giornalista Nicola Muccillo e molto seguito qui in regione.
Tutti si complimentavano e mi testimoniavano la loro stima, per aver dato con il mio agriturismo, un'immagine diversa del territorio, fin troppo demonizzato dai media, in modo univoco ed infamante.
Ho ricevuto tanti messaggi e telefonate di congratulazioni che mi hanno generato tanta soddisfazione.
Dopo anni di sacrifici, a volte di profonde delusioni, finalmente la mia azienda ha avuto la visibilita' che meritava.
Adesso mettero' in rete il video, per dare un'ulteriore risonanza a questo che per me, restera' un evento memorabile e che, ne sono certo, contribuira' a infondere tanto interesse e curiosita' per Arbustum.
Ringrazio dal profondo del cuore chi in questi anni mi ha sempre sostenuto, incoraggiandomi a non mollare, permettendomi di fronteggiare quel muro di oscurantismo e di diffidenza che ha coperto il territorio, soffocando in parte anche la mia attivita'.



giovedì 1 aprile 2010

L'ASTENSIONISMO NON VA INTERPRETATO MA RISPETTATO

Il vero vincitore delle ultime elezioni regionali, e' l'astensionismo. Oltre 15 milioni di elettori si e' tenuto a debita distanza dai seggi. Con il non voto, in tanti hanno espresso il loro dissenzo a questa politica ed ai suoi interpreti, spesso inermi replicanti senza anima, semplici marionette scelte ed adoperate come cassa di risonanza dai leader romani.
Tutti cercano ora di intercettare, interpretare, capire quale parte dell'elettorato ha deciso di non scegliere questi politici e i loro partiti. Analisti politici, sondagisti, esperti di statistica elettorale, cercano di cogliere il motivo di questa forma di disobbiedenza civica, di silenziosa ma vibrante protesta, di palese manifestazione di dissenso verso coloro i quali dovrebbero avere la responsabilita' di tenere a cuore le sorti del nostro paese, mirando al benessere collettivo ed al miglioramento generale della condizione di ciascuno.
Alcuni considerano gli elettori di centro-destra stanchi di essere rapprersentati da un leader populista che si e' trasformato in padrone del proprio libero arbitrio.
Altri vedono come gli elettori di centro-sinistra hanno perso da tempo la presenza di una guida carismatica, implodendo all'interno dei propri separatismi, tra correnti moderate, riformiste, radicali e dipietriste e venendo di fatto indeboliti poi, dal grillismo che, non essendo piu' un simpatico movimento di giullare protesta di piazza, ma vero partito politico, ha eroso consenso proprio a sinistra.
C'e' poi chi afferma che gli estremi da soli non contano e non avendo piu' rappresentativita' rimangono soltanto delle forze nostalgicamente romantiche ma prive di qualsiasi rilevanza concreta.
Se a questo quadro aggiungiamo che la condizione economica di tanti italiani e' peggiorata progressivamente in questi ultimi anni ( in aprile partira' un'altra raffica di aumenti per le famiglie) possiamo intuire come la politica, in questo preciso momento storico, con la sua assoluta distanza dai cittadini ( specie quelli refrattari all'indottrinamento telemediatico o internet-veicolato), con la sua sterile rissosita', sia vista semplicemente come un mastodontico contenitore vuoto, veicolo necessario ad accrescere esclusivamente il potere ed il consenso clientelare di pochi.
Chi non si e' recato alle urne, in questa che potremmo definire come elezioni del declinio, ha fatto una scelta precisa: non essere protagonista attivo di questa delicata fase oscurantista del nostro paese. Disertare le urne come espressione di dissenzo generale verso questi protagonisti, come "profilassi" di autodifesa della propria libera ed autonoma soggetivita'.
L'astensionismo quindi, non va interpretato, ma rispettato.