martedì 25 febbraio 2014

RENZI: L'ELEMENTO NUOVO DI UN SISTEMA VECCHIO

E adesso tocca a Renzi. Ancora una volta, la terza consecutiva, c'e' un cambio di guida al Governo, senza passare alle urne. Il Sindaco di Firenze, crea a tavolino una crisi lampo all'interno del PD di cui da poco detiene il comando, fa fuori l'ala Lettiana e costringe il Presidente del Consiglio a rassegnare le dimissioni, con il placet di Napolitano, sempre piu' Re.
Il dramma e' che mentre in molti paesi si sta combattendo per le strade con il sangue, per far prevalere la democrazia, da noi si accetta tutto, sperando nel nuovo messia di turno, un ex boy scout democristiano, di scuola Demitiana, il nuovo leader della sinistra progressista-radicalchic, un brand che fa tanto tendenza. Matteo, oratore a mezzo spot, abile esecutore del copia ed incolla del programma dei 5s, trama accordi con il nemico storico di sempre, il condannato Berlusconi, cammina a braccetto con il suo delfino traditore, Alfano, pugnala alle spalle l'amico di partito Letta, si sbugiarda andando a capo dell'esecutivo pur avendo dichiarato apertamente di non architettare manovre di palazzo. Qual'e' la sua credibilita'?
Nel discorso di insediamento, improvvisamente le parole del neo-presidente, diventano piu' vaghe, scontate, meno trascinanti. La tanto attesa "vibrazione emotiva" non avviene. Solite promesse, solita retorica, solito impegno volitivo, con la solita aria da furbetto, ma gia' nettamente ammansita. Bastera'? Certo e' presto per dirlo, ma forse nell'era di internet, facebook e twitter, spesso la realta' virtuale prevale su quella reale e il buon Renzi forse, accecato dal successo e dalla risonanza dei suoi interventi in rete, ha pensato davvero, anche se solo per un attimo, di avere il totale controllo del Paese. 
E' proprio il caso di dire che, al momento, la sua leadership e' solamente virtuale, nonostante abbia vinto le primarie che restano, malgrado tutto, una questione o per meglio dire, una bega all'interno del carrozzone democratico.
Renzi rappresenta l'elemento nuovo, di un sistema vecchio e ahime', lento, troppo lento a morire.

lunedì 3 febbraio 2014

IL SISTEMA SI INDIGNA. INTANTO SI SGRETOLA

Il sistema si sente attaccato e risponde attaccando chi lo mette in discussione, chi rende cristalline le sue falle, i suoi limiti, la sua atavica propensione alla diffusione di clientele e nepotismi, corruzione e affarismo.
La politica si sta frantumando sotto i colpi del M5S e da parte sua risponde strenuamente, attraverso un sistema mediatico servile ed interessato, per vedere garantite e tutelate le sue posizioni, fino adesso inviolate.
I principali partiti di riferimento ma anche i cosiddetti piccoli ( loro future propaggini asservite), si indignano non provando vergogna per la propria ipocrisia, sottolineando il comportamento fuori le righe dei grillini, i loro toni accesi, polemici, spesso esagerati, la loro fin troppo vivace opposizione ad un sistema duro a morire.
Si dimenticano quanti malavitosi hanno trovato rifugio a Montecitorio, quanti hanno trovato in quell'aula garanzia di immunita' dalle patrie galere. Si dimenticano improvvisamente i cappi sventolati dalla Lega, le fette di mortadella lanciate dagli scranni e le bottiglie di spumante aperte con tanto di spruzzata in aula dopo la sconfitta di Prodi, nonche' la stessa presenza a suo tempo, di deputate porno-dive elette a furor di popolo per il semplice fatto di evocare momenti di piacere autoindotto...
Oggi si grida alla rissa, ai toni fascisti e sfascisti, alla deriva anarchica ed incontrollata del movimento. Dopo lustri di paralisi interventista, di silente acquiescenza, finalmente l'opposizione fa il suo dovere a tutela dei cittadini. Basta cio' per far notizia o a far gridare allo scandolo chi vede limitati i suoi abusi.
Nessuno invece si indigna di come i due grandi partiti di apparato PD e FI camminino a braccetto decidendo ancora una volta le sorti del futuro del Paese, dopo averne decretato il disastro. Il segretario di un partito ed un pregiudicato a piede libero nonche' plurinquisito, organizzano la vita democratica del Paese al di fuori del Parlamento, cucendosi addosso un abito su misura.
Nel frattempo il Paese sta morendo, urla il proprio dolore, la propria sofferenza, la propria rabbia.
Il malcontento dilaga e questo flusso di sdegno e rancore verso le Istituzioni trovera' suo naturale sfogo nel M5S. I partiti lo sanno, perche' i sondaggi seppur di parte, devono ammettere la tenuta dei M5S, attestandone anzi la graduale crescita.
Una cosa sono le elezioni locali, dove culturalmente vige ancora la logica del ti voto per...
A livello nazionale, sara' sempre piu' diffuso quel senso di condanna ad un sistema che ha prodotto questo sfascio. Va da se, che per tale motivo, il M5S potra' solo accrscere il suo elettorato, anche perche' la politica per cosi dire tradizionale, al momento non sta dando ancora le tanto attese risposte, limitandosi a intravedere da troppo tempo soltanto una fievole luce in fondo al tunnel...