sabato 31 dicembre 2011

IL REQUIEM DI FINE ANNO

Questa sera, milioni di italiani ascolteranno il discorso del Presidente, gli stessi che hanno hanno difeso, sostenuto ed approvato la sua scelta decisiva per la nostra politica, quella di defenestrare Berlusconi, leader anche da me odiato nell’ultimo periodo, per la sua siderale distanza dal Paese, per la sua condotta immorale, per il suo tentativo ben riuscito di omologare verso il basso, quanti piu' italiani possibile, attraverso una sapiente alterazione cognitivo-mediatica.
Tuttavia, con considerevole probabilita', questi stessi milioni di italiani stanno iniziando ad intuire che, nonostante la sua posizione istituzionale super partes, anche “Re Giorgio” e’ un politico come altri, con i suoi privilegi, il suo potere e con un passato fortemente militante in quella sinistra comunista, all’epoca foraggiata direttamente dall’URSS.
Nonostante cio’, Napolitano fu il primo uomo di sinistra ad essere accolto a braccia aperte alla Casa Bianca, un uomo che per la sua alta influenza, la sua capacita’ di mediazione, ha sempre interloquito con i poteri forti, le lobbies e le massonerie, facendo intuire che la contrapposizione tra blocchi, tra liberismo e socialismo, era piu' un'architettata strategia politico-economica che una reale minaccia bellica.
Il tempismo del nostro Presidente sul cambio di guida in Italia, e’ frutto di questo suo potere, un potere che non ha mai travalicato la carta istituzionale, ma che tramite essa, egli ha adoperato in maniera fortemente autonoma ed indipendente. A riprova di cio', la piu' che probabile telefonata con la cancelliera Angela Merkel, chiaramente smentita dal Quirinale, nella quale in modo esplicito, si parlava di come fare fuori quanto prima il Cavaliere. Berlusconi continuo a ripetere, era improponibile, ma era preferibile che il popolo lo condannasse attraverso le urne. Con la minaccia di una crisi imminente, quasi un apocalisse, si e’ preferita la strada del governo tecnico, un governo che ci portera' alla fame. Non va dimenticato che il giorno prima dell’incarico a Monti, Napolitano lo ha nominato Senatore a vita, una scelta prevista dalla costituzione ma, visto il tempismo con cui e' avvenuta, rivelatasi quanto mai personalistica ed autoritaria. La scelta di Monti, resta una scelta verso un rappresentante di poteri forti, non dimenticando i vari incarichi ricoperti dal professore in un recente passato. Non sarebbe meglio allora, una repubblica presidenziale che questa forma subdola ed ipocrita di "presidenzialismo costituzionale"? Meglio un Capo di Stato eletto dal popolo o un Presidente del Consiglio scelto da un "monarca mascherato "?
Non intendo rinnegare le mie parole. Da questo spazio, ho scritto che preferivo un commissario a cattivi politici. Ma non mi sarei mai aspettato provvedimenti che andassero contro chi stava gia' pagando questa crisi, malgrado le versate lacrime istituzionali.
Da napoletano poi, speravo che un napoletano al vertice delle nostre istituzioni, mettesse dei puntini sulle i rispetto alla figura di Giorgio Bocca, da me definito in un post di qualche giorno fa, come un intellettuale antimeridionale. La mia speranza e' stata disattesa. All'amore del suo territorio, Napolitano ha preferito seguire logiche di appartenenza politica, non dimenticando Bocca su quale tipo di stampa scriveva.
Un grande uomo di sinistra pero', non avrebbe mai permesso che a pagare la crisi fossero gli operai, i pensionati, i cassintegrati, i precari, i piccoli artigiani, il ceto medio basso. Oggi ahime', non possiamo che assistere impotenti, allo sgretolamento economico del nostro Paese, alla desertificazione produttiva di alcuni territori. Restiamo perennemente sotto il tiro della speculazione, oppressi dalle banche internazionali, nonostante l'uscita di scena di "paperone" Berlusconi.
E' la prima volta nella mia vita, che ho paura per il mio futuro e quello dei miei figli. E' la prima volta che, nonostante aborri la Lega e malgrado sia un napoletano, non ascoltero' il discorso del Presidente, evitero' di sorbirmi il suo requiem di fine anno. Preferiro' bere del buon vino, provando quell'illusoria euforia che mi faccia staccare con il mio precario e nebuloso presente.
Certo, e' difficile usare la parola buon anno di questi tempi. Diciamo che l'augurio che vi do e mi do, e' quello di trovare tantissima forza e coraggio nell'affrontare tutte le difficolta', i sacrifici, le limitazioni, le rinunce che ci portera' il 2012.

A tutti coloro che mi seguono, invio un forte e sentito abbraccio!

giovedì 29 dicembre 2011

CRESCERE O FALLIRE

La manovra di 30 miliardi varata da Monti continua non convincere i mercati. Piu' che l'incertezza, nei confronti del nostro Paese, sta crescendo la paura. Per il medio termine, nessuno vuole rischiare di scommettere sull'Italia.
Il Presidente Monti nella sua conferenza e' stato evasivo su come dare inizio alla fase 2, quella relativa allo sviluppo. Ha risposto a tutte le domande ma, emotivamente, non ha comunicato niente.
Nel frattempo, siamo gia' in recessione, lo dimostrano i dati relativi alle spese natalizie ed alle previsioni negative sui prossimi saldi. La crisi italiana ha pero' un contraddistintivo fattore peculiare: alla contrazione del PIL coincide un inasprimento della tassazione. In questa maniera, la morte economica dell'Italia e' sempre piu' vicina.
Il Paese deve tornare a crescere e lo deve fare quanto prima. Per far cio', deve rimettersi in moto la domanda. Se i cittadini e le imprese non lo possono fare, lo deve fare lo Stato. Con l'inasprimento delle imposte, lo Stato deve mettere in circolo cio' che ha prelevato ai suoi abitanti, con una serie massiccia di interventi nelle opere pubbliche (non solo grandi opere) evitando pero', di affidare questo delicato e rigenerante obiettivo, alle solite imprese "amiche" del Palazzo.
Se cio' non lo riesce a fare o non ha il coraggio di farlo, questo Stato e' meglio che getti la spugna.
L'Italia e' dinanzi ad un bivio: crescere o fallire!


martedì 27 dicembre 2011

GIORGIO BOCCA: UN INTELLETTUALE ANTIMERIDIONALE

Il Paese ricorda la morte di Giorgio Bocca, grande giornalista, scrittore, partigiano. Tutti ricordano la forza ed il coraggio delle sue denunce, l'impeto delle sue parole, un giornalismo linerare, concreto, schietto. Per tanti e' stato un maestro irragiungibile, un punto di riferimento nel quotidiano lavoro di cronista.
Bocca fu considerato partigiano serio. Lui all'epoca, combatte' per davvero sulle montagne non fu semplice oratore o testimone di quei fatti. Per molti il suo giornalismo senza fronzoli, ruvido, permeato di critica quasi violenta ed al tempo stesso pervaso di inventiva letteraria, si forgia in quel tempo, tempo di guerra e dittatura. Ma chi fu partigiano coraggioso, non puo' per tale motivo, pretendere di incarnare il verbo assoluto a prescindere, possedere licenza gratuita ed insindacabile di offendere, velleita' certificata e garantita anche dalla veneranda eta' alla quale giunse lo scrittore.
Nel rispetto della sua morte, trattasi sempre di una persona, vorrei tuttavia ricordare il Bocca antimeridionale, sprezzante oratore di una terra, il sud, ed i suoi abitanti, considerati dal giornalista, gente miserabile, appestata, senza futuro.
Nella sua ultima intervista pubblicata da Libero (29/9), rilascia la consueta serie di dichiarazioni contro il Sud, considerato "un cancro" abitato da "gente orrenda" , "repellente e mostruosa". Per lo scrittore, Palermo e' una citta' che "puzza di marcio", Napoli sarebbe "un cimiciaio", i loro abitanti belve da caccia grossa con le quali non si può fraternizzare".
Bocca, non nuovo a questo tipo di dichiarazioni, ha offeso milioni di persone contribuendo in maniera determinante alla diffusione di luoghi comuni e di un razzismo antimeridionale rischioso e dannoso in un momento delicato e complesso come quello che l’Italia (ed in particolare l’Italia meridionale) sta vivendo tra crisi economiche, disoccupazioni crescenti, un’emigrazione soprattutto giovanile sempre più drammatica e questioni meridionali tuttora irrisolte dopo 150 anni.
Sara' stato un grande intellettuale. Sicuramente un antimeridionale, uno scrittore che ha offeso, umiliandoli, una parte di italiani che, tutto sommato, non rimpiangeranno la sua scomparsa. Non avevo mai visto questo filmato. Ve lo giro, sperando che in paradiso non ci sia posto per quest'uomo. Un uomo che, dall'alto della sua cultura e, dal territorio di sua origine, di certo sapeva quanto fosse ricco e prosperoso il sud, prima della venuta dei Savoia. Altro che millenaria decomposizione.

venerdì 23 dicembre 2011

SERENO NATALE!

Oggi finalmente, mi sono concesso una passeggiata natalizia con mia moglie. Come da tradizione, ci siamo recati a San Gregorio Armeno, un luogo dove, nonostante la crisi e la scarsa voglia di guardare vetrine, si sente ancora il Natale. Le viuzze del centro storico era colme di gente, l'aria frizzante (a Napoli non siamo abituati al freddo) accentuava il clima di festa, una ricorrenza che mai come quest'anno, a causa dell'austerity, sara' vissuta in modo assai sobrio.
Siamo andati a fare visita al piu' famoso tra gli artigiani napoletani che lavorano la terracotta, Ferrigno, diventato negli aultimi anni, nostro cliente ad Arbustum. Ci siamo scambiati dei doni natalizi. Ai maestri, abbiamo donato della buona mozzarella di bufala d.o.p. e dei vini dell'agro aversano (Asprinio e Casavecchia), ricevendo da loro le statuette raffiguranti la Nativita'.
Abbiamo proseguito il nostro cammino verso Piazza del Gesu' e la chiesa di Santa Chiara, assaporando delle gustose caldarroste.

A tutti coloro che seguono questo spazio, auguro un sereno Natale!






martedì 20 dicembre 2011

L'AGONIA SARA' LUNGA

Iniziano a circolare voci che con forte probabilita', servira' ancora un'altra manovra nella prossima primavera. Se così sara', devo ricredermi anche sul Governo Monti, nel quale ho riposto tanta fiducia, nonostante anch'io nel prossimo anno, saro' molto piu' vessato, specie in merito alle conseguenze della nuova ICI.
Se il Governo non puntera' anche alla crescita, di certo serviranno altri soldi. In questo caso penso, si tratti davvero di un estenuante accanimento teraupetico.
L'Europa trema. Se l'Italia non si riprende, saranno guai per tutti. Tutti gli indici per il 2012 sono negativi. Il grosso problema e' che il nostro Paese non puo' essere aiutato piu' di tanto. Non si tratta di un'isoletta sperduta nell'oceano, come l'Islanda, ne' possiamo paragonare il sistema economico e produttivo dell'Italia, fino a qualche anno or sono tra gli 8 grandi del pianeta, alla Grecia o al Portogallo.
Mi domando, ma vale davvero la pena accanirsi piu' di tanto? Basteranno gli oltre 75 miliardi gia' stanziati dall'inizio del 2011? Il tanto temuto default, e' sinonimo di catastrofe? Resistere o fallire? L'Argentina oggi, non e' poi un paese da terzo mondo.
Dopo la seconda guerra mondiale, lentamente inizio' la ripresa. Oggi, il nemico non lancia bombe o siluri, ma agisce silente attraverso le Borse, la finanza, le grandi banche.
Peredere questa guerra forse, converra' a tutti. Per auspicare una rinascita, occore prima un tracollo. Temo purtroppo, che il nemico ci preferisca malati anziche' morti. L'agonia sara' ancora lunga.

sabato 17 dicembre 2011

IL PAZIENTE E' MALATO. NON DIAMO LA COLPA AL MEDICO

Passa la manovra " salva Italia ". Ma il Paese uscira' dal guado? Per Monti, l'Italia ce la fara'.
Sara', ma al momento tutte le previsioni sono negative, pessimistiche, tendenti alla depressione. L'Italia e' ferma, la produzione calera', anzi ci sara' una crescita negativa. Siamo entrati di fatto, in recessione.
Gli analisti di settore, prefigurano il 2012 come una anno nefasto, dove tutti gli indicatori economici segneranno un decremento. Ma se il paziente Italia era gravemente malato, non penso che la colpa sia del medico.
Dopo i tagli previsti e gli inevitabili aumenti delle imposte, il Prof. Monti, riuscira' a far ripartire l'economia? Al rigore lacrime e sangue, seguira' la crescita? Se il buongiorno si vede dal mattino, il cielo del nuovo Governo, minaccia tempesta.
Monti si e' dovuto piegare ai diktat di alcune lobbies di potere, come quella dell'ordine dei farmacisti, dei tassisti e degli edicolanti, senza parlare del Vaticano, i cui beni immobiliari pare, non siano al momento soggetti all'imposta della nuoca ICI.
Dopo anni di malapolitica, il governo dei tecnici, degli illuminati professori, ha il doloroso compito non solo di trovare i soldi per evitare il collassamento della Nazione, ma anche quello molto piu' articolato, di modernizzare il Paese, di rilanciarlo in chiave europeista.
Per fare cio', Monti volendo o nolendo, deve confrontarsi con la politica. Stiamo solo all'inizio, il cammino si preannuncia tortuoso.
Non so se faccia piu' paura affidarsi agli interventi di Monti o augurarsi la sua prematura uscita di scena, affidandosi nuovamente a quegli stessi politici che, a noi italiani penso, non abbiano piu' nulla da dire.
In molti sostengono l'incostituzionalita' o l'antidemocraticita' di questo governo, in quanto non eletto da nessuno. Personalmente, oggi, con lo scenario politico-nazionale esistente, il mio appoggio non lo darei a nessuna forza politica, peraltro sempre piu' divise al loro interno ed in perenne ricerca di una nuova identita'.
Meglio un commissario che mediocri politici, in molti casi veri e propri malfattori. La forza di Monti e' direttamente proporzionale alla pochezza dei politici esistenti, un branco di inetti che ci ha condotto nel baratro.


mercoledì 14 dicembre 2011

BUIO ESISTENZIALE

Monti, dopo aver incontrato le parti sociali, corregge la manovra, ma nulla cambia.

Anche oggi, le borse chiudono in perdita e lo spread riprende a salire.

Ormai si e' capito, siamo in guerra. Un tempo il nemico lanciava bombe, oggi agisce sui mercati.

Nell'aria si avverte un clima di profonda depressione. La gente e' sfiduciata, impaurita, non sa piu' ridere.

Il Natale e' alle porte, ma la voglia di festeggiare e' poca. Il clima che si respira e' da funerale.

Le citta' si illuminano, ma la gente dentro vive un buio esistenziale.

Viviamo un'austerity prolungata, una vera e propria carestia, in un Paese senza futuro.

Il passato resta un malinconico ricordo. Il domani resta incerto. L'oggi non c'e'.

sabato 10 dicembre 2011

FISCAL UNION? NO THANKS

La Gran Bretagna non aderisce alle nuove decisioni prese dall'UE in merito al salvataggio dell'euro ed all' ipotesi di dar vita ad un' unione fiscale europea.
Perche' un paese che non ha l'euro come moneta, avrebbe dovuto impegnarsi a salvarlo?
Molti parlano di autoisolamento del governo inglese, di inevitabile indebolimento del paese oltre Manica.
Ne siamo sicuri? In un momento di tale congiuntura avversa, le scelte del governo Cameron, sono il frutto di un atteggiamento irrazionale o di una calcolata strategia?
A tutti e' noto il forte legame, la continuita' diplomatica, politica ed economica tra il Regno Unito e gli Stati Uniti e tra queste due potenze ed il Fondo Monetario Internazionale.
Inoltre, in un momento di forte crisi finanziaria, produttiva e di notevole diminuzione del volume di liquidita' circolante, sappiamo quanto sia importante il valore assunto dalle riserve auree e chi sono i gruppi di potere che ne controllano i flussi.
Nel mondo, la piu' grande quantita' di riserva aurea e' detenuta proprio dagli USA e dal FMI. La Gran Bretagna viceversa, non e' tra le prime potenze europee. Mettere in difficolta' il sistema euro e di conseguenza l'intera UE, non rappresenterebbe un rischio per il Regno Unito, tutta al piu' potrebbe trasformarsi in un'occasione di potenziale vantaggio.
L'intera Europa e' sotto attacco finanziario, ma si sa che la speculazione ha una matrice univoca anglo-statunitense. Perche' e' stato portato quest'attacco e perche' in particolar modo proprio all'Italia, che tra l'altro e' seconda in Europa solo alla Germania, come detentrice di riserva aurea?
Con tutti i suoi difetti, il precedente governo Berlusconi, aveva cercato, con tutte le carenze e i limiti diplomatici, una via energetica alternativa, instaurando una relazione diretta con la Russia di Putin e la Libia di Gheddafi. Morto il colonnello e iniziando a scricchiolare il potere dello "zar" la situazione e' mutata di molto. La politica energetica nazionale e' controllata dall'ENI per il solo 30%. Un restante 20% e' gia' nelle mani anglo-americane. Le "consorelle" chiaramente, ambiscono a detenerne l'intero malloppo, ad ogni costo e con ogni mezzo.
L'euro e' sotto attacco. Ma come nacque la moneta unica? La sua genesi avvenne nel grembo del mondialismo e della globalizzazione. Da subito apparve come una moneta forte, di stati deboli.
Il suo effetto fu quello di frantumare politicamente ed economicamente i singoli stati europei. Uniti per dividerci. Il gigante asiatico muoveva i suoi primi passi. L'illusione dell'unione dei popoli e delle culture europei, come baluardo contro qualsiasi minaccia esterna, e' svanito in un decennio e ci ha portato ad una debacle politica, economica e sociale.
Ad un problema di solito, si risponde con una reazione. A questa segue una soluzione. E qual'e' la soluzione? L'unica medicina possibile, probabilmente, e' la moneta unica mondiale, (ne parlai gia' nel luglio 2008, ) magari elettronica. Un ulteriore passo in avanti, per l'instaurazione di un Nuovo Ordine Internazionale.
Chiaramente, a trazione anglo-americana...

BUONA AUSTERITY

Torno adesso da Arbustum, dove si e' svolto un bel party della Navy League.

Ho trovato il mio computer riparato in tempi record, grazie al puntuale e sapiente intervento del mio informatico, Pino.

Sono stanco per mettermi a scrivere, lo faro' appena possibile.

Con l'aria che tira, non mi resta che augurarvi: " Buona Austerity... a tutti! "

mercoledì 7 dicembre 2011

NAPOLI, VAMOS A GANAR!

Ho il mio computer rotto. Scrivo questo post dal piccolo portatile di mio figlio Giuseppe, 10 anni, il primo di due maschietti. Sento il desiderio di comunicarvi la grande attesa che noi tifosi del Napoli avvertiamo ormai da giorni.

Il Napoli, stasera, puo' compiere l'impresa di entrare nella storia, qualificandosi per gli ottavi di Champions League, un traguardo mai raggiunto dalla squadra, ancora piu' prestigioso, se si pensa che 6 anni or sono disputavamo il campionato di serie C.

In Spagna, contro il VillaReal, gli azzurri avranno un'intera citta' al seguito che fara' sentire a distanza il suo sostegno, la sua spinta irrefrenabile, il suo calore infinito.

Il Napoli puo' passare alla fase successiva anche con un pareggio, se il Munchester City di Mancini, battutto al San Paolo, non batte il Bayern di Monaco o addirittura con una sconfitta, se gli inglesi non andranno oltre il pari.

Ma per soffrire meno, sara' meglio vincere, senza calcoli, con la sfrontatezza di chi finalmente ha intuito la grandezza dei propri mezzi tecnici.

Tutta Napoli aspetta trepidante una magia da Lavezzi, Cavani o Hamsik, i tre tenori di un'orchesta che vuole ancora far sentire la sua musica in Europa.

In un periodo di difficile ristrettezza, ancor piu' avvertita all'ombra del Vesuvio, il Napoli puo' donare alla citta' ed ai suoi tifosi, una serata di inebriante evasione.

Forza Napoli, sempre!

sabato 3 dicembre 2011

MEGLIO UN COMMISSARIO CHE TANTI CATTIVI POLITICI

La manovra di Monti e' pronta. Per gli italiani si avvicinano nuovi sacrifici, gli ennesimi.
Ancora una volta, dopo i vari correttivi varati dal precedente governo Berlusconi, trattasi di interventi tesi a ridurre i costi ed aumentare le entrate. Di sviluppo neanche a parlarne.
La cosa che ritengo piu' patetica pero', in questo momento assai gravoso per il Paese, sono le dichiarazioni dei vari leaders dei maggiori partiti, i quali di volta in volta, non sentendosi piu' al centro dell'attenzione dei media, in uno stato di forzato purgatorio, invitano l'attuale Premier a mantenere il senso di equita' nelle decisioni prossime a venire. C'e' chi difende i pensionati, come Bersani, chi le imprese come Alfano, chi le famiglie come Casini. Cosa hanno fatto costoro, per queste categorie, negli ultimi anni?
Ancora piu' vomitevole e' la posizione della Lega, la quale dopo aver succhiato per anni il latte dalla mammella romana, passa all'opposizione, richiamandosi agli slogan separatisti della prima ora, con tanto di riapertura del parlamento padano, altra accezione surreale di origine politico-fantastica.
Ma questa gente, questo coacerbo di irresponsabili, con quale coraggio osa ancora parlare agli italiani? La loro missione e' fallita. Tutti indistintamente, hanno grosse responsabilita' per il punto di non ritorno in cui siamo sprofondati. Se Berlusconi e' il padrone di un partito azienda, il tele-venditore del sogno mai avverato, Bersani altro non e' che l'ennesimo leader di una sinistra frammentata, imborghesita, sempre piu' distante dai reali bisogni della povera gente. Poi c'e' il Terzo Polo, il nuovo centro, un' insieme di anime perse in cerca di identita', la cui unica aspirazione potra' essere quella di divenire il ricattatorio ago della bilancia nelle prossime spartizioni di potere.
L'Europa nei fatti, ci ha commissariato e, l'unico uomo politico che abbia mostrato senso delle Istituzioni e lucidita' decisionale nel momento di maggior esposizione del nostro Paese, e' stato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il cui ruolo di prezioso mediatore in questa fase delicata, e' stato riconosciuto a livello internazionale.
Molti sostengono che il governo Monti, un governo completamente tecnico, potrebbe portare alla lunga, ad un impoverimento della politica, ad un vulnus democratico. Siamo sicuri che agli italiani manchi la politica, soprattutto la politica di questi ulmini anni? Se i protagonisti e regole della politica non mutano, se clientelismo, nepotismo, corruzione, mazzette, tangenti, restano i principali fattori contraddistintivi nell'amministrazione della cosa pubblica, preferisco rimanere commissariato a vita.

mercoledì 30 novembre 2011

ARBUSTUM COMPIE 8 ANNI

Oggi Arbustum compie 8 anni. L'anno si conclude con una perdita di quasi il 20% di presenze. Non mi preoccupo piu' di tanto, poiche' non potevo di certo io, per giunta a Casal di Principe, sovvertire un andamento negativo diffuso e generalizzato a livello globale.
Sono abituato a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, quindi anche in un anno per così dire difficile, sono riuscito nel mio piccolo a migliorare l'immagine e la conoscenza della mia azienda.
Come risultato di rilievo, ho proposto al Comune di Napoli, lo scorso luglio, la mia idea di gemellare delle scolaresche provenienti da contesti difficili con il mio agriturismo. Il progetto e' piaciuto e, al momento, e' seguito dall'Assessorato alle Politiche Sociali. Si dara' la possibilita' a giovani studenti di poter partecipare direttamente in azienda, alle varie fasi di lavorazione della vite di Asprinio, in tre periodi del prossimo anno.
Nonostante questa fase di contrazione, molti nuovi clienti (non mancano le presenze dei militari statunitensi della base di Gricignano) si sono avvicinati all'agriturismo, rimanendo sorpresi di come, anche in quella che ormai e' riconosciuta a livello mondiale, come la capitale di Gomorra, si possa fare turismo eno-gastronomico, offrendo un' ottima accoglienza, proponendo una cucina ricca e genuina ad un prezzo modico, in un ambiente familiare, immersi in un conteso molto curato ed ameno, con un personale molto preparato ed affabile.
Il peggio dovra' prima o poi passare e, se riusciro' a sviluppare un'altra mia bella idea... Arbustum si fara' trovare pronta per la ripresa.


lunedì 28 novembre 2011

LA SOLITA "AMMUINA" SU NAPOLI

Napoli fa sempre notizia. Chiaramente il rumore e' piu' assordante quando la notizia e' negativa.
Un morto ammazzato richiama piu' attenzione che in un'altra citta' d'Italia (se quanto sta accadendo a Roma fosse avvenuto nel capoluogo partenopeo, avremmo avuto immediati i sermoni di Saviano), uno straniero derubato diventa un caso diplomatico, senza dimenticare il dramma rifiuti, diventato ormai, anche quando la citta' e' pulita, una sorta di connotazione morfologica indelebile del territorio.
Adesso a far notizia e' lo scippo del Rolex subito dalla fidanzata di Lavezzi. A caldo istintivamente, la giovane e bella ragazza ha detto che Napoli e' una citta' di merda, ma su questa dichiarazione, alla quale puntuali sono seguite le dovute scuse, si sta aprendo un dibattito in rete a livello nazionale, complici anche le infelici dichiarazioni del presidente De Laurentiis.
Addirittura si profila un'ipotesi di congiura a danno del Napoli, da parte di organizzazioni criminali vicino agli ambienti delle scommesse sportive, atte a minare la quiete dei calciatori di una squadra da molti data per vincente il titolo.
Il caso Lavezzi infatti, segue di qualche giorno, la rapina di una BMW alla cui guida sedeva la compagna di Hamsik (auto poi ritrovata) ed il furto in casa subito dalla famiglia Cavani, quando il giocatore circa un mese or sono, era in sud-america per un impegno internazionale. Sul caso tuttavia, gli organi inquirenti smentiscono qualsiasi relazione, affermando che trattasi soltanto di sfavorevoli e sfortunate coincidenze, in una citta che, come tante grandi metropoli, deve fare i conti con una elevata propensione criminale.
In tale quadro di costruite e fantasiose ipotesi, ritengo per assurdo, che sia stato anche meglio che il balordo di turno, non abbia riconsegnato il prezioso orologio. Di fatti, data la location in cui e' maturato l'espisodio, si sarebbe generata altra "ammuina", sentenziando che a Napoli i calciatori intrattengono rapporti abituali con i comuni delinquenti che, all'ombra del Vesuvio, sono considerati univocamente, camorristi.



giovedì 24 novembre 2011

UN PAESE SENZA FUTURO

La trasferta di Monti in Europa, non sortisce gli effetti sperati. Le divisioni tra Francia, Germania ed Italia su come fronteggiare la crisi, restano notevoli. I mercati rimangono in fibrillazione. In questo delicato momento congiunturale, diventa snervante l'attesa per i primi provvedimenti formali messi in campo dal prof. Monti.
A rendere il quadro ancora piu' fosco e' la decisione della Fiat, sempre piu' americana, di chiudere ufficialmente i battenti a Termini Imerese. La catena di montaggio si interrompe dopo 41 anni di ininterrotto servizio. Notevoli le ripercussioni che cadranno sull'indotto.
In tale quadro di desolante prospettiva per l'economia italiana, si registra l'ennesimo terremoto negli ambienti della politica: lo scandalo delle mazzette per gli appalti Enav-Finmeccanica.
Tangentopoli e la fine della prima Repubblica, non e' servita a niente. La politica in Italia resta un esclusivo strumento affaristico per le lobbies di potere. In tale logica, il sistema delle privatizzazioni di aziende pubbliche non puo' che accentuare tale tendenza.
I grossi gruppi chiudono gli stabilimenti. Le aziende medio-piccole delocalizzano all'estero. Le multinazionali investono altrove. La politica si sporca ancora le mani. Chi dovra' pagare questa crisi?
Ogni speranza pare andata perduta. Al momento l'Italia e' un Paese senza futuro.

martedì 22 novembre 2011

"POVERE VITTIME"

Il tribunale di Milano, all'interno del processo " Ruby" che vede coinvolto l'ex Premier Silvio Berlusconi e che ha per imputati eccellenti, Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, per i festini a luci rosse nella residenza di Arcore, ha considerato tutte le ragazze coinvolte, ben 32, come parti lese, piu' precisamente, vittime.
Che il precedente Presidente del Consiglio, avesse abitudini fin troppo libertine, condotte deviate da incontrollati istinti patologici e che le sue scelte di vita minassero indirettamente il suo operato e la credibilita' del nostro Governo, quindi del nostro Paese, non si puo' negare. Il bunga bunga ahime', e' diventato un mal costume made in Italy, ufficialmente riconosciuto nel mondo.
Ma che, le belle fanciulle coinvolte nelle orge di Palazzo, potessero essere equiparate a povere sfortunate nigeriane, trattate come schiave da mercanti di carne umana senza scrupoli, beh, cio' mi sembra a dir poco esagerato.
Tutte le avvenenti ragazze, precedentemente selezionate per le loro doti fisiche da fidate persone del Premier (spesso da chi e' imputato nello stesso processo), sapevano anticipatamente a cosa andavano incontro. Le stesse prescelte, conoscevano anche quali fossero le loro laute ricompense. Le piu' brave sul "campo" poi, riuscivano a meritarsi regali piu' consistenti, come auto o addirittura appartamenti e perche' no, qualche incarico politico.
Voi, le considerate davvero delle raggirate vittime indefese? Di sicuro, molte di loro adesso, sono diventate disoccupate...



sabato 19 novembre 2011

SAVIANO: NON POTEVA MANCARE

Roberto Saviano intervenuto a New York, allo Zuccotti Park, nell'ambito della protesta pacifica portata avanti dal movimento "Occupy Wall street", contro il sistema finanziario inquinato dalle lobbies bancarie, considerate una sorta di nuova "gomorra".
Voleva esserci a suo dire, per prendere coscienza del cambiamento del corso della storia e per testimoniare come lo stesso sistema bancario, sia ormai invaso dai patrimoni mafiosi, frutto del riciclaggio di attivita' illecite.
Ancora una volta lo scrittore italiano sceglie un palcoscenico fortemente in vista per dire la sua.
Ancora volta Saviano e' nel luogo preciso, dove e' focalizzata l'attenzione dei media globali.
C'era davvero bisogno di una lezione di Saviano, per venire a conoscenza che oggi, una grande quantita' di capitali nel mondo, e' nelle mani delle mafie?
Lo scrittore giustifica il suo intervento, affermando che ha risposto ad un esplicito invito.
Non penso che se l'invito fosse venuto da una piccola parrocchia di paese, avrebbe aderito con la stessa solerzia.
Come ho sempre sostenuto, e' iniquo e sproporzionato il rapporto, tra il coraggio narrativo avuto dallo scrittore ed il valore supereroico quasi mitologico, attribuitogli, tenendo sempre presente che la sua piu' importante opera, Gomorra, non nasce attraverso sue personali testimonianze oculari ma grazie alla riproposizione di letture testuali. Cio' sminuisce e mortifica tutti coloro i quali svolgono la sua stessa attivita' o chi rischia tutti i giorni, lavorando in contesti territoriali difficili, nel silenzio, lontano dalla luce dei riflettori.

mercoledì 16 novembre 2011

LA POLITICA SI FACCIA DA PARTE

Il Prof. Mario Monti presenta la sua compagine di Governo. Molti nomi sono poco conosciuti, ma altissimo e' il loro profilo professionale. D'altronde l'Italia, data la sua preoccupante situazione economica, la sua ridicola credebilita', richiede una rassicurante guida tecnica. E' giunto il momento di affidarsi a persone competenti, esperte nel loro campo.
Molti iniziano a sostenere che il nuovo esecutivo manca di profilo politico. Ma la politica nel suo insieme, oggi in Italia, a cosa serve piu'? La gente da tempo si e' disaffezionata alle ruberie dei partiti, alla loro prepotenza clientelare, all' utilizzo del nepotismo come sistema, alle sterili risse mediatiche, ma soprattutto e' profondamente nauseata dalla pochezza culturale, etica e meritocratica dei suoi esponenti.
Non a caso, e' diventato molto elevato il numero dei cittadini allontanatisi dal dibattito politico, gli stessi che non indugiano a disertare le urne, non riconoscendosi piu' in questo sistema.
L'Italia e' di fatto commissariata. Alla protesta ed all'indignazione deve ora seguire l'azione. Per far cio' e' doveroso affidarsi a professionalita' di spicco che conoscano la materia di propria competenza, con l'auspicio che la politica ma anche le litigiose parti sociali, si facciano da parte.
Se poi, gia' si rimpiangono i vari Brambilla, Carfagna, Gelmini, Scajola, Calderoli solo per citare alcuni Ministri dell'ultimo esecutivo, senza dimenticare i Mastella, Rutelli, Pecoraro Scanio, di prodiana memoria, vuol dire che ci si merita di stare ancora per lungo tempo, con le chiappe nell'acqua.

lunedì 14 novembre 2011

C'E' POCO DA RIDERE

Berlusconi e' andato a casa. Per molti e' iniziata una nuova era. In tanti affermano che l'Italia ha svoltato pagina. Sarà? Vedremo. Nessuno, Monti compreso, ha la bacchetta magica per trasformare in magnifico cigno un brutto anatroccolo.
Avrei preferito che Berlusconi uscisse dalla scena politica attraverso il voto popolare. In modo democratico, la sua sconfitta sarebbe stata anche piu' netta ed inconfutabile. Troppi i suoi fallimenti, le sue promesse disattese, i ricatti a cui era sottoposto, la siderale distanza dai bisogni degli italiani, l'enorme delusione tra i suoi stessi elettori, che non si riconoscevano piu' nel loro leader.
Ma la storia e' andata diversamente. La crisi economica avanzava con un passo vertiginoso. Troppo debole ed esposto il nostro Paese per poter rischiare di impantanarsi in una campagna elettorale sterile e rissosa.
Occorreva una svolta. Il Premier non aveva piu' i numeri e si e' dimesso, senza osare di anteporre nomi alternativi a quello che quasi all'unanimita', tutte le forze politiche, consideravano di fatto, come suo sostituto istituzionale: Mario Monti.
In molti esultano, brindano nelle piazze. Ma in realta', c'e' veramente poco da ridere. Il Paese e' piegato da una enorme crisi economica, la cui origine viene da lontano e coinvolge tutto l'occidente. Al tempo stesso, la politica e' stata sconfitta, relegata ad un ruolo secondario per sue incapacita' decisionali e sottoposta ai dictat di funzionari contabili. L'Italia e' di fatto commissariata.
Il cinismo e la spietatezza dei mercati sono riusciti dove ha fallito la sinistra.
I commissari europei hanno liquidato un governo azienda. L'azionista di maggioranza, ha abbandonato il consiglio di amministrazione. Lo ha fatto per il bene dell'Italia o per non vedere bruciare anche la sua di azienda?
Il bunga - bunga restera' un ricordo sgradevole del mal costume italiano, ma il futuro resta incerto. C'e' poco da ridere!

venerdì 11 novembre 2011

SCHERZANO COL FUOCO

Ci provano ancora, sfacciatamente, senza remore e timori. Berlusconi ed i suoi compari, iniziano a prefigurare un' uscita di scena pirotecnica, senza esclusione di colpi.
L'ipotesi Monti non piace, non viene accettata dai colonnelli del Premier. La Lega si e' smarcata da subito. Troppo ghiotta per Bossi ed i suoi, l'occasione di ricompattare un elettorato in fibrillazione a causa dei continui scontri intestini, per diventare di fatto, opposizione politico-territoriale.
Il PDL non puo' lasciare il nord ai soli padani e non puo' rischiare di scollarsi gradualmente dal suo elettorato moderato, richiamato dalle sirene centriste.
Che fare allora? Berlusconi con ogni probabilita', incassata la tanto attesa e quanto mai necessaria fiducia alla Camera, si presentera' dimissionario dal Presidente della Repubblica, recitera' la farsa del Premier vittima sacrificale per il bene della Nazione, ma poi, in modo deciso, imporra' al Capo dello Stato, una figura alternativa a Monti.
La partita diventera' delicatissima. La drammatica situazione economica imporrebbe decisioni rapide ma Napolitano, istituzionalmente, dovra' ascoltare cio' che gli verra' indicato e decidere di conseguenza.
Ancora una volta, una precisa componente politica, antepone i propri interessi di casta a quelli del Paese. L'incendio e' gia' divampato in tutta la sua violenza. Se lunedi' non ci sara' un nuovo Presidente del Consiglio, ci sara' l'inferno. Nonostante cio', c'e' chi col fuoco prova a scherzarci, sapendo che a farsi male, saranno altri.



mercoledì 9 novembre 2011

L'INCENDIO E' APPENA INIZIATO

Le dimissioni a tempo del Presidente Berlusconi, non piacciono ai mercati, diffondono ulteriore incertezza, indeboliscono ancora di piu' il Paese, creano ulteriori divisioni politiche interne.
L'incendio e' appena iniziato, a poco servono le rassicuranti e decise parole del Presidente della Repubblica ed i comunicati da Lui promulgati, rivolti a garantire che la situazione si risolvera' in breve tempo. Penso che Napolitano, in buona fede, stia mentendo per salvare il salvabile.
Berlusconi ha tentato per l'ennesima volta, credo l'ultima, di tenere ancora nelle sue mani, il timing della politica. Le sue dimissioni infatti, saranno formalmente espletate, dopo il voto in Parlamento sull'emendamento alla legge di stabilita', presentata all'Unione Europea. Il suo scopo e' triplice: autocelebrarsi come martire istituzionale, per il bene della Nazione; rinsaldare una destra per la prima volta divisa, non piu' tenuta insieme dal suo collante; prendere altro tempo prezioso per ritigliarsi un nuovo ruolo nella futura battaglia politica. Ai mercati pero', questa linea non e' piaciuta. Altri miliardi sono stati bruciati nell'arco di poche ore, proprio nel giorno in cui i commissari europei ci hanno fatto visita.
Bisogna agire e farlo in fretta. Il Paese e' stretto in una morsa. L'Italia non solo non ha piu' un Governo, ma non riesce neanche a trovare linee guida alternative. La politica nel suo insieme, ancora una volta, antepone gli interessi di apparato a quelli della cittadinanza. Le divisioni diventano ancora piu' nette ed inconciliabili.
Alcune forze politiche ( PD e Terzo Polo ) propongono un governo tecnico di transizione, di salvezza nazionale, affidato ad un leader super-partes, Monti (oggi nominato Senatore a vita) ad esempio, che decida su questioni fondamentali, ridando una sorta di formale compatezza politica al Paese. Altre forze politiche, l'intera maggioranza ma anche di opposizione ( IDV e SEL ) vogliono elezioni immediate per dare voce ai cittadini. La politica non ha risposte. Al Capo dello Stato l'onere della scelta. L'Italia, nel mezzo di questa tempesta economico-finanziaria, puo' permettersi un'altra campagna elettorale? La costituzione di un governo di tregua, riporterebbe la stabilita' in tempi brevi?
La Nazione sta bruciando. Ritardare queste scelte, equivale a soffiare sul fuoco.

lunedì 7 novembre 2011

L'OGGI E' FINITO

Il Governo perde altri pezzi. Berlusconi rischia di non avere la maggioranza alla prossima conta in Parlamento. Anche i suoi piu' fidati uomini di partito, non credono piu' nell'ennesimo miracolo o per meglio dire, nell'ennesimo acquisto di voti. Lo stesso entourage della Lega e' pronto ad accettare la fine formale di questa legislatura. I mercati internazionali attendono il fatidico passo indietro. La diplomazia internazionale, gli ha voltato formalmente le spalle.
Il Premier e' in un vicolo cieco. La sua irrazionale ossessione di rimanere al comando a prescindere, sta travolgendo il suo partito, frantumando la maggioranza, indebolendo la Nazione.
Come un malato giocatore di poker non riesce a staccarsi dal tavolo da gioco. Alla pari di un boxer sanguinante chiuso in un angolo del ring, non getta via la spugna, animato dalla sola ed irrazionale forza dei nervi.
Il suo ultimo sfizio, e' guardare negli occhi coloro i quali definisce traditori, al fianco di chi ha gia' tradito l'elettorato di altri partiti. Come l'epilogo triste e violento di tante dittature, la sua fine dovra' essere un evento complesso, sofferto, estenuante, epocale.
Ormai ci siamo, il tempo e' arrivato. Il domani resta incerto, ma l'oggi e' finito.


sabato 5 novembre 2011

SPERANDO CHE NON PIOVA

Tragedia annunciata, evento eccezionale, disastro evitabile, queste sono solitamente le parole spesso in antitesi, adoperate quando si verifica una sciagura come quella che ha colpito Genova, a breve distanza dal dramma vissuto nelle Cinque Terre.
Per giorni verranno irradiate immagini di morte e distruzione, propagati soliti discorsi di circostanza, diffusi annunci di intenti tesi a trovare improbabili colpevoli, aperti convenzionali fascicoli d'inchiesta presso la Magistratura. Un film gia' visto.
Inizia poi, il frenetico scarica barile tra chi debba assumersi le responsabilita'. Amministratori locali, Protezione Civile, gestori delle previsioni meteo, ognuno di questi soggetti cerchera' di sottrarsi alle sfere di propria competenza.
Infine, va in scena la solita rissa politico-mediatica. Il Governo di turno viene attaccato, come se quello precedente fosse stato immacolato. Ogni amministratore locale, accusa il suo predecessore di qualche inadempienza.
Il crollo morfologico di un territorio, mai come in questo periodo storico, simboleggia lo sfaldamento e l'erosione di un sistema democratico malato. In tale sistema, l'amministratore locale (di qualsiasi appartenenza politica) di un piccolo centro di montagna, ma anche di una grande citta', per lustri ha cercato consenso con il clamore di gesti appariscenti. Mostre, sagre, rappresentazioni teatrali, concerti, sflilate di moda, concorsi di miss, fuochi d'artificio, qualche giostrina per i bambini o delle panchine per gli anziani, ma anche grosse opere molto spesso non portate a termine, sono stati da sempre i migliori spot per dare risonanza e visibilita' al suo operato.
E' difficile che lo stesso amministratore, abbia speso gli stessi soldi per manutenere le fognature, il manto stradale, gli alvei dei canali, il letto dei fiumi, le pendici di monti o colline. Il suo impegno, non sarebbe stato visibile.
Nelle dittature, la cittadinanza e' consapevole che, chi detiene il potere lo usera' a suo vantaggio. In democrazia, il popolo continua ad illudersi che lo stesso potere, venga distribuito a vantaggio della collettivita'. Sperando che non piova.




mercoledì 2 novembre 2011

2 NOVEMBRE: COMMEMORAZIONE DEL GOVERNO

Il Presidente Napolitano ha iniziato le consultazioni al Colle. Non c'e' ancora una vera e propria crisi di Governo, ma la delicata situazione economica, imponeva un rapido e deciso intervento della piu' alta carica dello Stato.
Da tempo il nostro esecutivo non e' piu' credibile. Troppo nebulosa la sua politica economica, evanescenti e poco decifrabili i rimedi tracciati in contrasto alla crisi, indecorosa la condotta etica del Premier e di molti rappresentanti di Governo, numerosi i guai giudiziari a cui e' stata sommersa questa maggioranza nel corso di questi ultimi anni.
Nelle prossime ore, vari scenari sono ipotizzabili. Si potrebbe determinare l'ennesimo, questa volta ultimo, braccio di ferro tra maggioranza ed opposizione, contro qualsiasi proposta di elezioni anticipate. Da un lato si spingerebbe per il tanto atteso passo indietro di Berlusconi. Ma si intuisce che tale ipotesi e' quanto mai improbabile. Il Premier, con il sostegno di Bossi, mai compierebbe tale azione. Si spera allora in una crisi pianificata. In pratica si inizia a valutare l'ipotesi di un incidente pilotato, realizzato in Parlamento con l'appoggio di quella misteriosa fronda interna, di cui si nega l'esistenza, ma la cui consistenza inizia ad essere sempre piu' vasta.
Un tempo si sarebbe parlato di inciucio. Oggi data la catastrofica situazione economica, la testardaggine del Premier a non gettare la spugna, nonostante la sua incapacita' di dare proposte serie e soprattutto rapide, questo tentativo di calcolata epurazione, sembra l'unico modo per uscire da questa ipnotica empasse.
Il dato inconfutabile che si evince in questo clima infuocato, denso di incertezza, e' che questo Governo e' morto. Oggi, 2 novembre, se ne celebra la sua commemorazione.



martedì 1 novembre 2011

IL "TITANIC" PRENDE FUOCO

Sempre peggio. Le Borse europee affondano, persi solo oggi oltre 200 miliardi. Milano come spesso accade, e' maglia nera. A picco i tittoli bancari. La drammatica situazione greca sta destabilizzando l'intera eurozona.
Anche l'Italia appare poco credibile. I nostri impegni verso l'UE infatti, sembrano piu' dichiarazioni di intenti che soluzioni programmatiche definitive.
Ma a prescindere dai provvedimenti presi, come potrebbe essere credibile, un paese il cui Premier, tra un'orgia e l'altra si fa dettare l'agenda istituzionale da un mediocre faccendiere, ha come Ministri chi alza il dito medio per interloquire con la stampa, chi e' stato inquisito per mafia, senza dimenticare il nutrito numero di parlamentari che ha problemi con la legge?
Il Presidente Napolitano continua a lanciare appelli all'unita' istituzionale. I suoi moniti ormai, sembrano sempre piu' sterili grida di istituzionale disperazione.
Servirebbe una condivisa coesione di intenti. Penso invece che l'acuirsi della crisi, portera' ad un'accentuazione delle divisioni, alla radicalizzazione dello scontro politico, all'incendio sociale.
Il "Titanic" questa volta, piu' che affondare, sta prendendo fuoco.

1 NOVEMBRE. ANCHE ARBUSTUM RIPOSA

Nelle giornate di festa, io sono al lavoro avendo un agriturismo. Oggi pero', ho deciso di restare chiuso e godermi la mia famiglia. Oggi a Napoli (citta' dove vivo) c'e' un bel sole. Penso andremo a fare una paseggiata al centro, godendoci la nuova isola pedonale.
Ho ricevuto diverse telefonate sul cellulare di clienti che volevano venire da a me a trascorrere il 1° novembre. Peccato. E' un po' fantozziana la situazione, nel senso che negli anni che rimanevo aperto, lavoravo pochissimo. Quest'anno, complice il bel tempo, davvero tante sono state le chiamate.
Io cerco di guardare il bicchiere sempre mezzo pieno, nel senso che non mi soffermo tanto sui clienti persi oggi, ma penso a quanto gli stessi mi pensino al momento del conto pagato altrove, magari non avendo trovato neanche l'esteso e curato spazio verde per far giocare i loro bambini. Diciamo che, conoscendo la bonta' del prodotto da me offerto, non mi soffermo tanto sullo sprecato incasso odierno, ma considero la chiusura una forma di pubblicita' alternativa.
Da me, per soli 25 euro ( i bambini pagano 10 o 15), il cliente dapprima consuma gratuitamente quanti aperitivi vuole in giardino (per i bambini anche d'inverno c'e' una gustosa granita) poi, si siede a tavola e si gusta il ricco menu della casa.
Vi giro un pranzo tipico offerto ad Arbustum, preparato dalle abili e sapienti mani del mio chef Renato dove io ci metto un po' della mia fantasia
- Antipasto: bruschette, crocche' di patate, zeppoline con fiori di zucca, provolette impanate, trancetti di pizza ripiena, frittatine alle verdure, bocconi di mozzarella, pancetta e salame, zuppa di fagioli con salsiccia, verdure grigliate.
- 2 Primi piatti ( domenica abbiamo servito degli scialatielli con spezzatino di bufala, mela annurca, noci e liquore di nocino e degli gnocchetti con funfghi, spek, rucola e pomodorino)
- Grigliata di maiale
- 2 contorni
- frutta
- dolce
- liquore
- caffe'
Il vino e le altre bevande, sono comprese nel prezzo e servite senza limite!
Che dite, i miei clienti, mi penseranno?

Buon 1° novembre!




domenica 30 ottobre 2011

I LIMITI DELLA SINISTRA

Mai come adesso, nello scenario politico nazionale, si registrano due dati inconfutabili: la perdita di consenso del PDL e il crollo di gradimento del Premier Berlusconi.
Nonostante cio', la sinistra ed in particolar il PD ( troppi leaders al suo interno), non riesce ad emozionare il suo elettorato potenziale.
Restano molteplici le correnti, le divisioni, gli orientamenti, i limiti, rispetto alle maggiori problematiche che affliggono il Paese.
A Berlusconi ed al berlusconismo, la sinistra ha risposto univocamnete con un anti-berlusconismo sterile ed asfittico, fine a se stesso, unico collante di una formazione fin troppo variegata. La sinistra ha smarrito i suoi riferimenti, si e' gradualmente allontanata dalla classe operaia, non ha piu' dato risposte concrete a chi, nel mondo del lavoro non si e' nemmeno avvicinato o chi vive ormai una situazione di precariato cronicizzato.
Un altro errore della sinistra degli ultimi anni, da defirisi quasi come una condotta ossessiva, e' stato quello di volersi a tutti i costi amicare il cosiddetto elettorato moderato ( oggi troppi soggetti politici si definiscono tali ), con il conseguente e definitivo risultato di perdere la capacita' di intercettare, le esigenze piu' radicali, di chi e' rimasto ai margini della societa'. Questa graduale e complessa metamorfosi, ha eroso la sinistra nel suo insieme. Gli scontenti e i delusi, sono confluiti in altri partiti o movimenti politici, come la Lega al nord ed i Grillini. Nel contempo, si sono generati semplici raggruppamenti apolitici, come l'Onda Viola e gli Indignados. Frange minoritarie, hanno accresciuto quei raggruppamenti anarchici che fanno della lotta e dello scontro armato la ragione della propria azione.
Se Berlusconi e' stato il padrone indiscusso della destra italiana, la sinistra ha una costellazione di piccoli padroncini, desiderosi di protagonismo e visibilita' che pur di creare un contagioso rumore intorno alla propria persona, attaccano maggiormente i propri colleghi di partito che gli antagonisti politici.
Il Premier e' al tramonto. Un'epoca politica volge al termine. Chissa' chi, tra destra o sinistra, si sentira' piu' orfano.





giovedì 27 ottobre 2011

IL "SIGNORE" NON FA PIU' MIRACOLI

La situazione economica lo imponeva. Era inevitabile rinunciarvi, anche soltanto immaginarlo.

Il Governo, in risposta alla mozione proposta dall'IDV, abbandona l'idea del Ponte sullo Stretto.

La cruda realta' vissuta dal Paese, mette fine ai film di fantascienza irradiati dal "televenditore".

Un paese che si sgretola sotto gli acquazzoni, ha bisogno di ben altri interventi infrastrutturali.

Senza soldi, non si cantano messe e i soldi sono proprio finiti. Da un bel po'.

Puntare sulle infrastrutture per risollevare le sorti del Paese, era da tempo, uno spot elettorale fuori da ogni logica. C'e bisogno d'altro.

Gli italiani iniziano ad essere assai arrabbiati, pretendono risposte diverse ai loro bisogni, alle loro paure.

Il Ponte sullo Stretto, miraggio di grandezza, restera' probabilmente, solo un plastico per gli studi di Vespa.

L'epoca delle deliranti promesse e' finita. La propagazione dell'edonismo non puo' piu' funzionare.

Si e' compreso finalmente, che l'ottimismo da solo, non basta.

In tempi di carestia, anche il "Signore" non riesce piu' a camminare sulle acque...

mercoledì 26 ottobre 2011

IL "SEGRETARIO" FINI SCATENA UNA LEGA ALLO SBANDO

La Lega si innervosisce per le dichiarazioni del Presidente della Camera Fini a Ballaro', in merito al prepensionamento della moglie del leader padano, Bossi.
Certo, il comportamento di Fini non e' dei piu' cristallini, nel senso che, dall'alto della sua carica istituzionale, dovrebbe tenere un atteggiamento piu' neutrale in merito a questioni piu' propriamente politiche. Spesso i suoi interventi sono piu' vicini a quelli di un segretario di partito. Penso che anche il Presidente della Repubblica Napolitano, vorrebbe dire tante cose sull'attuale vergognoso momento politico che, tuttavia, il suo ruolo e credo, anche la sua saggezza, glielo impediscano.
Sta di fatto, che il Presidente della Camera, evidenzia i limiti del progetto leghista, una formazione politica divenuta litigiosa, divisa in correnti e che ha visto svanire la sua velleita' separatista e forcaiola, diventando a sua volta, un partito sempre piu' calato nei tatticismi del centralismo romano ( basti pensare al voto contro l'arresto di Milanese), un atteggiamento intuito e fortemente criticato dal suo stesso elettorato.
Spesso Bossi, quando non lo ha fatto materialmente come nel 94, ha minacciato di staccare la spina al Governo, ottenendo sempre qualche "contentino" dal suo storico amico di Arcore. Queste richieste ultimamente sono diventate piu' frequenti, anche perche' ormai la figura del Premier, e' sempre piu' ricattabile.
Anche questa volta Bossi e' molto tentato di affossare la maggioranza, andando al voto per altro, con l'attuale sistema elettorale, evitando la proposta di modifica costituzionale passata con la raccolta di firme referendaria. Tuttavia, Bossi e' consapevole che in questo momento, il suo gesto potrebbe trasformarsi in un suicidio, poiche' da tempo, la sua fine politica e' indissolubilmente legata, a quella del Premier.
Sono maturi i tempi in cui Fini tornera' a pieno titolo, a svolgere il ruolo di capo partito.

lunedì 24 ottobre 2011

L'EUROPA RIDE DI NOI

Davvero mortificante per noi italiani, il siparietto avutosi ieri a Bruxelles, tra il Presidente francese, Nicolas Sarkozy e la Cancelliera tedesca, Angela Merkel. Ai cronisti che chiedevano se le rassicurazioni avute dal premier Berlusconi, potessero considerarsi davvero concrete e attuabili, i due leaders europei hanno risposto con un incrocio di sguardi davvero eloquente e con un sorriso beffardo, che la dice tutto su quanto sia ormai ridicolo il nostro peso diplomatico, a livello internazionale.
Povera Italia! Che fine che abbiamo fatto. Gli italiani non meritano tutto cio'. Siamo diventati una barzelletta per colpa di un leader che avuto si la leggittimazione democratica del voto per governare, ma che ha arenato il paese sotto il peso dei suoi guai giudiziari, attorniandosi di una cricca di incapaci che, in virtu' di un astratto senso di responsabilita', ha avuto l'intento esclusivo di raggiungere i propri interessi, foraggiando le proprie clientele, spesso provenienti da quella vasta ed imprecisata area grigia. (es. 1, 2, 3, 4, 5 )
Adesso assisteremo ad altre battaglie, sia nel Parlamento che nella stessa maggioranza, in ordine alle proposte avanzate, in particolar modo rispetto alla proposta di innalzamento dell'eta' pensionabile ed all'ennesimo condono fiscale ( ne sono previsti addirittura 12). Non riuscendo a sviluppare una seria ed autonoma politica economica, siamo costretti a rispettare i diktat imposti dell'UE. Siamo ormai un paese commissariato. L'Europa ci impone decisioni dolorose ma soprattutto rapide. Gli speculatori stanno alla finestra, non si puo' perdere altro tempo. Chissa' se anche questa volta, il nostro Presidente del Consiglio riuscira' a mettere tutti d'accordo elargendo altre poltrone. La Lega non ci sta e minaccia, per l'ennesima volta, elezioni anticipate.
Mentre il caos e l'incertezza regnano sovrani, affondando ancor di piu' il Paese, l'Europa ride di noi.

giovedì 20 ottobre 2011

GHEDDAFI: MORTE DI UN NEMICO-AMICO DELL'OCCIDENTE

Gheddafi e' morto, per esattezza e' stato ammazzato con un colpo alla testa. Troppo scomodo evidentemente, mantenerlo in vita. Tutti adesso grideranno vittoria, dopo che per troppo tempo hanno allungato la mano (qualcuno la ha persino baciata) al dittatore, considerando assai allettante la sua amicizia, la sua smisurata influenza.
Ma il vero vincitore e' stato il popolo libico che ha osato sfidare il Rais. Difatti, con il nascere della primavera araba, lo scenario e' mutato. Verso il tiranno che ha risposto ai movimenti di piazza con i missili dell'aviazione, e' iniziata una guerra portata avanti dalle grandi potenze occidentali, (Francia, Inghilterra, Stati Uniti e 4 caccia dell'aviazione italiana...) che, con lo gia' sperimentato pretesto di esportare la democrazia, d'improvviso hanno visto l'opportunita' di poter controllare una strategica area geografica.
Vanno fatte alcune considerazioni. E' strano che per questa guerra nessun movimento pacifista, sia sceso in piazza, eccezion fatta per il solo Gino Strada di Emergency. Non accadde così con la guerra in Iraq. Perchè? Il gas libico forse, e' meno allettante del petrolio arabo? I migranti ammazzati nel deserto, sono diversi dai curdi sterminati con il gas? Se ci si basa sul fatto che in Libia un'intero popolo si sia ribellato al suo dittatore, perche' allora non viene portato un attacco di liberazione, anche alla Siria? L'invasore americano si e' trasformato in salvatore della democrazia, solo perche' Obama e' piu' simpatico dei Bush? O forse perche' a Saddam nessuno bacio' la mano?
La storia si evolve, con essa anche i giudizi che vengono dati ai suoi interpreti.
Una cosa e' certa: un regime durato quarantudue anni, finisce. Un altro dittatore vede cessata la sua tirannia. Per fortuna!
Iniziera' un periodo di transizione molto incerto, anche perche' l'intero nord-Africa e' in fermento.
L'Italia sta alla finestra, non avendo avuto un ruolo determinante nella caduta del dittatore e pagando forse, lo scotto di un'eccessiva sottomissione diplomatica allo stesso, nel periodo antecedente alla rivolta. Inoltre, se il Ministro Frattini ha come consigliere un faccendiere latitante come Lavitola, possiamo intuire quale sia il livello della nostra politica estera in questo periodo.
Pagati a caro prezzo i debiti di guerra al popolo libico, adesso con molta probabilita', dovremmo accontentarci soltanto di una piccola fetta della torta che altri mangeranno in modo piu' sostanzioso.







mercoledì 19 ottobre 2011

BLACK BLOC E FACCENDIERI, ESPRESSIONI DELLA DECADENZA

Il Ministro Maroni definisce gli episodi avvenuti nella capitale, gravi manifestazioni di terrorismo urbano, annunciando l'imminente arrivo di un autunno caldo.
Sono attesi provvedimenti specifici in tal senso che diano soprattutto maggior potere preventivo agli organi di polizia. Speriamo che con la stessa solerzia, il Governo trovi anche i soldi per far si che le stesse forze dell'ordine, possano ancora operare, cancellando gli imminenti tagli previsti nel settore.
Come definire invece, le preoccupanti condizioni economiche in cui versa il Paese? E come descrivere lo stato di corruzione diffusa, presente tra chi dovrebbe occuparsi della cosa pubblica?
Quando un faccendiere di scarsa levatura, come il latitante Valter Lavitola, organizza ed impone in modo dettagliato, l'agenda al Capo dell'Esecutivo, in cambio magari di qualche orgetta con escort pagate da chi poi, si ritrovera' assegnato qualche appalto, allora possiamo senza dubbio ritenere che la "temperatura" nel Paese si e' fatta davvero incandescente.
Il Governo e' distante dai cittadini, dalle loro esigenze, non riesce a trovare soluzioni ai problemi, ma cerca univocamente l'invulnerabilita' del suo Capo, il quale e' sempre piu' sottoposto al ricatto dei suoi colonnelli, ai capricci dei suoi figuranti, mediocri pedine comprate al mercato dell'usato per far si che la giostra della vergogna, in cui si e' trasformato l'Esecutivo, continui a girare, in una ipnotica e concentrica spirale del nulla.
Tale scenario e' molto preoccupante. Io la definirei una perdurante stasi determinista.
Questa paralisi, non fa altro che accrescere il livello di frustazione percepita da un numero sempre crescente di persone, stanche di vivere ascoltando soltanto promesse, ripetitivi spot elettorali mai realizzati.
A distanza di pochi giorni dalle manifestazioni degli Indignados, tenutesi in tante citta' del mondo, ci si domanda perche' solo in Italia si siano verificati questi devastanti incidenti. Nessuno pero', sottolinea come soltanto il nostro sistema politico abbia raggiunto un tale livello di patologica corruzione sistemica.
In sintesi, in questo momento storico, Black-bloc e faccendieri, incarnano l'espressione della decadenza di una Nazione.

venerdì 14 ottobre 2011

DEMOCRAZIA SOTTO SEQUESTRO

Prima hanno tremato, poi passata la paura, hanno dimostrato la loro solita ed immancabile arroganza, la loro completa cecita' su cio' che li circonda, la loro distanza siderale dai problemi del Paese. Questi sono i parlamentari di quella che, ancor oggi, si continua a chiamare maggioranza.
Il loro capo e' ormai una testa di cuoio che tiene in piedi una schiera di clan e correnti, di colonnelli e luogotenenti, offrendo loro spazi di estemporanea fama e radicato potere, in cambio del mantenimento dell'esecutivo, ridotto a strategico strumento di difesa della sua impunita' ad oltranza.
Per l'ennesima volta, il Governo ottiene la fiducia. Ancora una volta, il Premier prolunga la sua fase di galleggiamneto, la propagazione del suo delirio di onnipotenza, quale unica garanzia contro la crisi, insostituibile riferimento per la crescita del Paese.
E' giunta l'ora di far sentire il proprio sdegno. Non si puo' attendere passivamente la naturale scadenza della legislatura. La democrazia e' sotto sequestro nel "Palazzo". Una cricca di 316 uomini tiene sotto schiaffo la Nazione.
E' necessario risvegliare le proprie coscienze, non essere piu' soggetti passivi di questo declinio. Non e' importante il dopo, e' fondamentale l'adesso e la storia mai come ora, ci impone di riappropriarci del nostro tempo, di far sentire la nostra voce, il nostro silente lamento, pronto a trasformarsi in urlo di rabbia.
La lotta non deve assumere connotazioni politiche o ideologiche ma tendere ad una "normalizzazione sociale", dove il concetto di democrazia ritorni ad essere un bene trasversale, partecipato e, fruito quanto piu' possibile, dal basso.

" Chi rimane in casa quando inizia la battaglia e lascia la lotta agli altri dovrà stare attento, perché chi non condivide la lotta condivide la sconfitta. E la lotta è evitata solo da chi vuole evitarla. Dunque chi non lotta per la propria causa lotta per la causa nemica ".

Berthold Brecht