lunedì 10 novembre 2014

NAPOLITANO: FINO ALLA FINE DECISIONISTA

Napolitano, meglio Re Giorgio, resta il dominus anche da possibile dimissionario. Era nell'aria. A tanti amici lo avevo detto gia da qualche mese: a gennaio, con il Presidente dimesso, la crisi ucraina che fara' chiudere i rubinetti del gas, i mercati che si incendieranno sul nostro empasse politico-istituzionale, una stasi decisionale a livello legislativo, con altre fabbriche che chiuderanno, fara' davvero freddo.
Una scelta che rimarca la lentezza del Governo e del Parlamento a risolvere i nodi da lui indicati, una scelta che comunque viene fatta perche' il Presidente sa che comunque lo scenario politico, ahime', difficilmente potra' cambiare, con un Renzi ben in sella ( nonostante gli vengano lanciate uova ad ogni sua esibisizione pubblica ), supportato da una sapiente informazione di regime, con una destra frantumata in cerca di nuovi leader e con un M5S non piu pressante e in lento e progressivo ridimensionamento.
Una scelta che consentira' ancora una volta di incentrare l'attenzione della vita interna del Paese, su importanti ma la tempo stesso effimere questioni di natura politica (molti mesi sono passati per la questione della riduzione dei parlamentari) e non su quelle economiche, a mio avviso molto piu' necessarie in contesto socio-economico ormai alla deriva. Un Paese ormai allo stremo, dove alla rabbia e' subentrata la rassegnazione, l'avvilimento.
In questo Paese ormai fermo, Napolitano recitera' un vero e prorio requiem, il suo ultimo requiem di fine anno, il solito discorso di facciata, il bla bla bla istituzionale sterile, inutile quasi arrogante.
Il Presidente lascera' e con se portera' tanti misteri, tanti dubbi irrisolti, specie quelli relativi alla trattativa Stato - mafia su cui, nonostante le recenti interrogazioni formali, non si sapra' nulla e che molto probabilmente, erano l'ultima tappa a cui si voleva sottoporre. Quello che poteva uscire dalle registrazioni delle intercettazioni e' stato distrutto. Tutto il resto sono chiacchere. Istituzionali, ci mancherebbe...

giovedì 24 luglio 2014

FINITO IL SEMESTRE EUROPEO FARA' MOLTO "FREDDO"

Narcotizzati nelle idee, omologati nel pensiero, castrati nelle speranze, questa e' la cognizione della stragrande maggioranza degli italiani, espressione dell'appianttimento critico a cui e' sottoposta la media dei soggetti pseudopensanti rimasti nel Paese.
L'ash tag dell'estate e': #80europercontinuareasperare.
Il lavoro mediatico dello staff del Premier Matteo Bean Renzi ha prodotto risultati eccellenti.
Mentre il Paese affonda - e la Costa Concordia riprende il largo, trascinata come un'isola galleggiante, con la benedizione del suo Capitano Schettino, invitato a nostalgici e "paleolitici" party vip, da una nuova e residuale classe di cafoni arricchiti (chissa' come - ma non e' difficile capirlo...) - il Premier continua a proferire ottimismo, a fare la voce grossa, addirittura si fa immortalare al taglio di nastri di autostrade, in vero stile vintage DC.
Sembra che in Italia, finite le trasmissioni di approfondimento economico-politico, i problemi scompaino per poi rispuntare alla meta' di settembre, quando di ritorno dai luoghi di villeggiatura, messi in rete i vari selfy espressione di una globalizzata solitudine di massa, ci si ritrova a fare i conti con la routine quotidiana, prendendo coscienza che la cinghia e' ancora piu' stretta.
Abbiamo pagato tutti piu' tasse, i servizi sono tra i peggiori di tutti i paesi sviluppati, pardon, indebitati, le occasioni di lavoro, nonostante le fumose campagne propagandistiche, sono soltanto miraggi. Il debito pubblico aumenta, di pari passo all'indebitamento delle famiglie. In tanti, dopo l'estate, perderanno anche quel salvagente rappresentato dalla Cassa integrazione.
Ma di che cosa stiamo parlando? A breve la macchina istituzionale si inceppera' nuovamente, sulle ingarbugliate e forse inopportune, dato il contensto temporale, riforme costituzionali. Il Premier, all'indomani della riabilitazione mediatica e politica del suo finto ma al tempo stesso utile nemico di sempre, Silvio Berlusconi, si sente piu' forte.
Si e' gridato al cambiamento per troppo tempo. Ma il pachidermico carrozzone politico e' continuato ad essere gestito dai soliti figuranti ed i loro fidi replicanti di apparato.
Una terza via c'era, ma da tanti e' stata considerata pericolosa per la democrazia e per la stabilita' istituzionale. C'era da presiedere il semestre europeo. L'Italia non poteva essere "minata" da irresponsabili sognatori che volevano per davvero cambiare la storia politica del Paese.
E adesso, la suppostina, quando finira' il semestre europeo e fara' molto "freddo", la dovremmo prendere tutti.



mercoledì 4 giugno 2014

" 80 DENARI ". E IL BLUFF ITALIANO CONTINUA

Riconosco di aver sbagliato la previsione. Non pensavo Renzi riuscisse a vincere con tale distacco. Sottolineo Renzi e non il PD, in quanto ritengo che, nonostante lo stesso premier nonche' Segretario del PD si sia battutto contro la personalizzazione dei partiti in politica, l'affermazione alle europee sia opera sua e non del partito. Il resto lo hanno fatto i media di apparato, diffondendo ottimismo e speranza ad iosa, come se per incanto, anche il nuovo Premier, potesse camminare sulle acque.
Questo riguardo il mea culpa. Circa gli elettori, che dire? Ancora una volta, gli italiani non hanno avuto il coraggio di osare, di voltar pagina. Ancora una volta hanno creduto alle promesse dell'inbonitore di turno, ai giochi di prestigio di Palazzo. Con 80 "denari" Renzi ha comprato la fiducia degli italiani. Non si sa se ci saranno le coperture per il prossimo anno, in molti non sanno che questo regalo di campagna elettorale non arrivera' in formula piena, perche' decurtato da altre tasse che nel frattempo sono aumentate. Poco importa. L'importante che si sia creato ad arte questo clima di fiducia virtuale, di forzata e plastica comunione di intenti, contro lo spettro di possibili scenari catastrofici, nell'ipotesi prevalessero logiche e programmi anti-europeisti.
Addirittura Renzi viene visto come il salvatore delle sinistre progressiste europee, dopo la vittoria dei partiti conservatori di destra. Adesso vedrete, non si parlera' piu' di crisi, di fabbriche che chiudono, di PIL decrescente, di disoccupazione ai massimi storici. Anzi, si elogera' il Governo per la sua azione, il suo lavoro. Tecnicamente Renzi, si dara' anche da fare, ma per riforme che io ritengo secondarie al momento, come quella del Senato, delle Province e del sistema elettorale, riforme richieste a gran voce da tutti, ci mancherebbe, ma che adesso data la drammaticita' del momento economico, passerebbero in secondo piano. 
Come un bravo scolaretto, lui si dara' da fare, sotto lo sguardo attento del suo "nonno istituzionale", il Presidente Napolitano, quel " Re Giorgio ", artefice della sua ascesa alla guida del Governo.
Dall'altra parte, anche il M5S deve fare un mea culpa. Grillo deve prendere atto di aver sbagliato nella comunicazione e di dover scegliere per tale delicato settore, persone all'interno del movimento piu' adatte.
Una cosa e' parlare nelle piazze, l'altra e' farlo in televisione. Il movimento e' una realta', il loro lavoro e' sotto gli occhi di tutti. Sarebbe un peccato buttare al vento cio' di buono che e' stato prodotto.
Serve un cambio di strategia. Anche perche', a breve, la luna di miele di Renzi finira'. L'Europa si fara' sentire circa i nostri endemici ritardi e anche la sapiente regia dei media, non potra' celare l'ennesimo grande bluff italiano, che questa volta porta il nome di Matteo Renzi.

giovedì 22 maggio 2014

IN EUROPA PER MANDARLI A CASA

Lo scossone che subira' la politica italiana dopo le elezioni europee 25 maggio, non sara' indifferente.
La tradizionale nomenclatura partitica avra' un ridimensionamento epocale. Era ora.
La gente finalmente si riappropriera' della vita democratica del Paese, da tempo nelle mani di radicate clientele affariste.
I vecchi partiti hanno esaurito la loro spinta propulsiva, imprigionati dagli ennesimi scaldali e da un ricambio generazionale che, se in alcuni casi come nel PD, c'e' anche stato, riguarda si l'anagrafe, non di certo il modo di porsi alla gente, fatto sempre di illusorie speranze, frantumate dalla dura e cruda realta' dei fatti.
L'esempio e' stato lo spot elettorale fabbricato a tavolino da Renzi e dai suoi burocrati di Palazzo. Con soli 80 euro, ha comprato le speranze di dieci milioni di italiani, illudendoli come un navigato imbonitore, pur non avendo il cerone sulla faccia e la tintura nei capelli...
Con la nuova TASI gli italiani verseranno quattro miliardi in piu' di gettito alle casse dello Stato e di quei 80 euro, a molti poco restera' in tasca, se si calcola anche l'abolizione dell'assegno di mantenimento per il coniuge a carico. E poi, le coperture sono garantite solo per il 2014. Quindi, di cosa vogliamo parlare?
Le piazze occupate dai soliti volti della politica, sono sempre riprese con sapienti inquadrature dalle regie delle tv di apparato, asservite ai partiti tradizionali. Stesso discorso e' quello dei sondaggi. Famosi eperti del settore, per trovare ancora il pane di cui sfamarsi, hanno perennemente sminuito la scalata dirompente del M5S, visto sin dalla sua nascita, come pericoloso elemento di destabilizzazione del quadro preesistente.
Ricordate i sondaggi come portavano il M5S alle ultime politiche? I piu' "buoni" davano il movimento al massimo al 19-20%. Sapete come e' andata. Quindi, adesso che lo avvicinano al 25% potete immaginare come andra'.
Il problema, se problema puo' essere visto (forse sara' anche un vantaggio successivo) sara' la quasi certa ingovernabilita' interna. Una tempesta perfetta sta per sprigionare tutta la sua energia abbattendosi su i partiti tradizionali. Volenti o nolenti, Renzi ancora una volta, avra' bisogno dell'ex Cavaliere, il condannato Silvio Berlusconi, per poter governare la Nazione.
La considerate una cosa logica? La sinistra, ma anche tutti gli altri partiti che oggi dichiarano urlanti, la loro ritrovata verginita' morale, potranno ancora una volta tapparsi il naso e chiudere gli occhi e andare per mano con uno ex statista colluso con gli ambienti del malaffare, pur di veder garantita la propria permanenza nel sistema?
Allora meglio, molto meglio, far saltare il banco, quali siano le conseguenze. Ormai il peso del nostro Paese in Europa e' nullo e non di certo Renzi in tale marasma politico e in questa stasi determinista, potrebbe risollevarne le sorti. Al massimo potra' ancor piu' asservirlo ai dictat filo-tedeschi.
Il Capo dello Stato, " Re Giorgio ", artefice del triplice cambio alla guida del governo senza passare dalle urne, dovra' prenda atto dell'empasse e consentire al popolo di italiano di cambiare in modo definitivo la storia della Repubblica. Se non lo fara', sara' la storia a decidere il corso degli eventi.

martedì 25 febbraio 2014

RENZI: L'ELEMENTO NUOVO DI UN SISTEMA VECCHIO

E adesso tocca a Renzi. Ancora una volta, la terza consecutiva, c'e' un cambio di guida al Governo, senza passare alle urne. Il Sindaco di Firenze, crea a tavolino una crisi lampo all'interno del PD di cui da poco detiene il comando, fa fuori l'ala Lettiana e costringe il Presidente del Consiglio a rassegnare le dimissioni, con il placet di Napolitano, sempre piu' Re.
Il dramma e' che mentre in molti paesi si sta combattendo per le strade con il sangue, per far prevalere la democrazia, da noi si accetta tutto, sperando nel nuovo messia di turno, un ex boy scout democristiano, di scuola Demitiana, il nuovo leader della sinistra progressista-radicalchic, un brand che fa tanto tendenza. Matteo, oratore a mezzo spot, abile esecutore del copia ed incolla del programma dei 5s, trama accordi con il nemico storico di sempre, il condannato Berlusconi, cammina a braccetto con il suo delfino traditore, Alfano, pugnala alle spalle l'amico di partito Letta, si sbugiarda andando a capo dell'esecutivo pur avendo dichiarato apertamente di non architettare manovre di palazzo. Qual'e' la sua credibilita'?
Nel discorso di insediamento, improvvisamente le parole del neo-presidente, diventano piu' vaghe, scontate, meno trascinanti. La tanto attesa "vibrazione emotiva" non avviene. Solite promesse, solita retorica, solito impegno volitivo, con la solita aria da furbetto, ma gia' nettamente ammansita. Bastera'? Certo e' presto per dirlo, ma forse nell'era di internet, facebook e twitter, spesso la realta' virtuale prevale su quella reale e il buon Renzi forse, accecato dal successo e dalla risonanza dei suoi interventi in rete, ha pensato davvero, anche se solo per un attimo, di avere il totale controllo del Paese. 
E' proprio il caso di dire che, al momento, la sua leadership e' solamente virtuale, nonostante abbia vinto le primarie che restano, malgrado tutto, una questione o per meglio dire, una bega all'interno del carrozzone democratico.
Renzi rappresenta l'elemento nuovo, di un sistema vecchio e ahime', lento, troppo lento a morire.

lunedì 3 febbraio 2014

IL SISTEMA SI INDIGNA. INTANTO SI SGRETOLA

Il sistema si sente attaccato e risponde attaccando chi lo mette in discussione, chi rende cristalline le sue falle, i suoi limiti, la sua atavica propensione alla diffusione di clientele e nepotismi, corruzione e affarismo.
La politica si sta frantumando sotto i colpi del M5S e da parte sua risponde strenuamente, attraverso un sistema mediatico servile ed interessato, per vedere garantite e tutelate le sue posizioni, fino adesso inviolate.
I principali partiti di riferimento ma anche i cosiddetti piccoli ( loro future propaggini asservite), si indignano non provando vergogna per la propria ipocrisia, sottolineando il comportamento fuori le righe dei grillini, i loro toni accesi, polemici, spesso esagerati, la loro fin troppo vivace opposizione ad un sistema duro a morire.
Si dimenticano quanti malavitosi hanno trovato rifugio a Montecitorio, quanti hanno trovato in quell'aula garanzia di immunita' dalle patrie galere. Si dimenticano improvvisamente i cappi sventolati dalla Lega, le fette di mortadella lanciate dagli scranni e le bottiglie di spumante aperte con tanto di spruzzata in aula dopo la sconfitta di Prodi, nonche' la stessa presenza a suo tempo, di deputate porno-dive elette a furor di popolo per il semplice fatto di evocare momenti di piacere autoindotto...
Oggi si grida alla rissa, ai toni fascisti e sfascisti, alla deriva anarchica ed incontrollata del movimento. Dopo lustri di paralisi interventista, di silente acquiescenza, finalmente l'opposizione fa il suo dovere a tutela dei cittadini. Basta cio' per far notizia o a far gridare allo scandolo chi vede limitati i suoi abusi.
Nessuno invece si indigna di come i due grandi partiti di apparato PD e FI camminino a braccetto decidendo ancora una volta le sorti del futuro del Paese, dopo averne decretato il disastro. Il segretario di un partito ed un pregiudicato a piede libero nonche' plurinquisito, organizzano la vita democratica del Paese al di fuori del Parlamento, cucendosi addosso un abito su misura.
Nel frattempo il Paese sta morendo, urla il proprio dolore, la propria sofferenza, la propria rabbia.
Il malcontento dilaga e questo flusso di sdegno e rancore verso le Istituzioni trovera' suo naturale sfogo nel M5S. I partiti lo sanno, perche' i sondaggi seppur di parte, devono ammettere la tenuta dei M5S, attestandone anzi la graduale crescita.
Una cosa sono le elezioni locali, dove culturalmente vige ancora la logica del ti voto per...
A livello nazionale, sara' sempre piu' diffuso quel senso di condanna ad un sistema che ha prodotto questo sfascio. Va da se, che per tale motivo, il M5S potra' solo accrscere il suo elettorato, anche perche' la politica per cosi dire tradizionale, al momento non sta dando ancora le tanto attese risposte, limitandosi a intravedere da troppo tempo soltanto una fievole luce in fondo al tunnel...

venerdì 10 gennaio 2014

DITE A RENZI DI DIRE A LETTA DI FARE PRESTO

Periodicamente in questo Paese, i media creano sapientemente a tavolino, delle argomentazioni di rito che, passate in modo incessante attraverso il tubo catodico, determinano un soporifero effetto "distrattore" verso i soggetti riceventi il messaggio.
Dopo gli scandali a luci rosse dell'ex premier Berlusconi, le angosce incessanti provocate dallo spread, il ritorno al rigore e alla dignita' portata dall'equipe di professori bocconiani capeggiati da super Mario Monti, la ventata di rinnovamento di Papa Francesco ad una Chiesa sporcata dal peccato, adesso i media sono concentrati nel mandare in modo incessante tutto cio' che pensa e dice Renzi (piu' sovente cio' che gli dicono di dire...), da molti indicato come  nuovo salvatore della Patria, nuovo dominus della politica nazionale.
Il problema e' che mentre Renzi (per me un fenomeno piu' di moda che di contenuti, comunque assai lontano dai dogmi di una sinistra moderna) in ogni sua esternazione, cerca di complicare la vita al Governo Letta, gia' di suo confuso ed in preda a continui cambi di marcia sulle politiche da attuare, il Paese sta morendo.
Altro che luce in fondo al tunnel o primi segnali di timida ripresa. La gente sta sempre peggio, le tasse continuano a strozzarci l'esistenza e soprattutto le banche continuano nella loro cinica opera di distruzione del tessuto imprenditoriale, non concedendo altro credito, seppur minimo, alle piccole aziende, vera spina dorsale del tessuto economico nazionale.
Il Paese sta vivendo una repentina desertificazione economica. La disoccupazione continua ad aumentare, di pari passo all'aumento del debito pubblico. La popolazione dalla rabbia, sentimento dalle pericolose ripercussioni sociali, sta passando alla rassegnazione, segnale ancor piu' preoccupante.
Ma questa nuova ondata di politici quarantenni, figli di papa' (in alcuni casi nipoti di zii...), calati nell'ingranaggio istituzionale perche' nominati o perche' scelti attraverso primarie pilotate dalla base o attraverso il voto assai risicato della rete, ha mai assistito al lavoro in una catena di montaggio, al duro lavoro nei campi, sa quali siano i sacrifici che deve fare un piccolo imprenditore per mantenere in vita la sua azienda, senza avere santi in paradiso?
Un monito o per meglio dire un S.O.S: "qualcuno dica a Renzi, di dire a Letta, di fare presto".