giovedì 8 febbraio 2024

PROTESTA DEGLI AGRICOLTORI: IL CANTO DEL CIGNO DI UN SETTORE SENZA SPERANZA

 

Continuo a sostenere che le proteste degli agricoltori non produrranno gli effeti sperati. Ci sara' soltanto un allungamento dell'agonia del settore.I prezzi dei prodotti raccolti non potranno mai essere competitivi e quindi concorrenziali, con quelli dei prodotti provenienti da fuori la zona UE. Ci sono paesi dove la manodopera costa 10-20 volte in meno rispetto a quella della zona UE. C'e' nel mondo, tanta disponibilita' di terra da coltivare con costi di produzione bassissimi, quindi con margini di resa per i grandi gruppi multinazionali, enormi.

30 anni or sono, il settore industriale per mantenersi in vita delocalizzo' altrove il suo comparto e la relativa filiera.
Ancor oggi, i colossi industriali delocalizzano in paesi in via di sviluppo o del terzo mondo o comunque in zone dove il costo della manodopera e' piu' basso. E' l'unica strada per cercare di far mantenere competitivi i prodotti finali.
Per spiegare meglio il concetto, una utilitaria, d'improvviso non potrebbe mai costare 5.000 euro, per non parlare di quelle elettriche.
Lo stesso concetto dovrebbe essere spiegato per l'agricoltura.
 
Se l'imprenditore ha costi di produzione tripli, quadrupli o 10 volte superiori rispetto al suo collega del Marocco, della Tunisia, della Cina, dell'India ma anche del Brasile e di tanti altri posti nel mondo dove c'e' tanta disponibilita' di terreni e dove c'e' una enorme disponibilita' di manodopera a basso prezzo, i prodotti zona UE e in particolar modo quelli italiani, non avranno nessuna speranza di poter competere, tranne quei particolari prodotti di nicchia (a loro volta indeboliti dalla concorrenza sleale o nella maggior parte dei casi dal plagio illegale).
Una fabbrica si puo' delocalizzare. Un terreno no.
 
Si sta facendo tanto rumore ora, per mere questioni di contrapposizione politica perche' a giugno si votera' per il rinnovo del Consiglio Europeo. Di sicuro, anche questa volta, gli agricoltori sono stati usati per fare da cassa di risonanza per gli interessi di altri. Il comparto e' destinato ad una lenta e irreversibile agonia.
Provate a chiedere ad un imprenditore agricolo italiano, specie del sud, se lui oggi, fosse disposto a investire in frutteti, in uliveti, in vigneti o anche in produzione sotto serra il suo capitale.
Provatelo a chiedere. Poi mi farete sapere.
Un kg di pesche viene pagato meno di 50 centesimi, stesso discorso per i pomodori, l'uva da vino puo' arrivare a 50-60 centesimi. Prezzi piu' o meno identici a quelli offerti circa 20 anni or sono. Il prezzo finale e' rimasto piu' o meno immutato. Mentre tutto il resto e' in questi 20 anni quasi raddoppiato. Di cosa parliamo?...
 
Questa e' la cruda realta' della campagna. Quando poi comprate la frutta ai supermercati, il vino, i pomodori ma soprattutto l'olio evo, molti non sanno nemmeno a quanto questi prodotti vengono pagati in campagna.
Provate a chiedere ad un imprenditore se ha facile accesso al credito, pur mettendo a garanzia i suoi terreni. Provate a chiederlo. Vedete cosa vi risponde.
L'agricoltra e' morta. Da tempo. Almeno da 20 anni.
 
Non c'entra il cambiamento climatico. Il produttore agricolo, continua a produrre con margini esigui di guadagno. Lo fa perche' e' innamorato del suo lavoro. Lo fa perche' spesso e' propreitario dei suoi terreni e non potrebbe abbandonare qualcosa a cui e' legato da motivi affettivi. Quindi continua a produrre perche' non sa fare altro. Nel frattempo passa il tempo. Passano gli anni.
E, mentre tutto aumenta, il suo prodotto finale ha piu' o meno lo stesso ricavo. L'agricoltore si rende conto che non gli conviene. Se ne e' reso conto da tempo. Ma ha continuato a produrre o in perdita o magari con esigui guadagni. Magari ha fatto anche investimenti. Ha allargato i suoi capannoni, avra' comprato nuove attrezzature. Ma spesso tutto cio' e' stato fatto a debito. L'ennesimo debito di una travagliata vita imprenditoriale. Ma oggi, con ogni probabilita', quel debito non potra' essere onorato o con ogni probabilita', un nuovo debito non potra' essere richiesto.
Oggi sfoga la sua frustrazione, ma perche' ha trovato qualcuno che e' stato bravo, opportunista e scientemente cinico, a farlo scendere per strada a bloccare tutto.
Ma anche questa volta, l'ennesima, l'agricoltore sara' stato usato.
 
E' solo questione di tempo. A breve, se ne rendera' conto...Potrebbe essere un'immagine raffigurante mietitrebbia e testo