lunedì 30 giugno 2008

IN CAMPANIA SCOMPARE ANCHE LA POLITICA

Sommersa dai rifiuti, abbandonata del degrado, bloccata nell'economia, la Campania ha perso anche i suoi riferimenti politici.
Bassolino da tempo in difficolta', sperava di risollevari proprio con la nascita del PD, da lui definita aggregazione simile ai piu' grandi movimenti socialisti europei. Ne e' uscito invece con le ossa rotte a causa dell'atteggiamento dello stesso Veltroni che dal Governatore ha preso le distanze, considerandolo una zavorra e non una risorsa per il partito.
Altro errore politico di Veltroni(da me condiviso) quello di escludere dalle liste del PD il vecchio e saggio De Mita. L'uomo di Nusco ha remato contro alle ultime elezioni, frantumando ulteriolmente il neonato partito che, per assurdo, registrava maggiori adesioni al momento delle primarie farsa nello scorso autunno, che non all'atto del voto.
Lo stesso Iannuzzi, vincitore delle primarie quasi per acclamazione, proprio perche' uomo di Bassolino, dopo oltre un mese dallo spoglio (furono denunciati casi di broglio all'interno dello stesso PD da parte del casertano De Franciscis), non puo' certo definirsi un leader di spessore.
Conseguenze di inevitabile indebolimento, le ha avute anche la Margherita, partito appunto dell'ex De Mita passato con l'UDC e della Iervolino, che si e' ulteriormente allontanato dal PD nel momento in cui Veltroni voleva avvicinare lo stesso partito all'interno della famiglia socialista europea del PSE.
Anche l'esclusione di Mastella ha decimato un elettorato che intorno al leader di Ceppaloni trovava un punto di riferimento. Dell'Udeur pare non ci siano piu' tracce.
La scelta poi dell'UDC di correre da solo ha scremato a sua volta il panorama partitico non certo portando consenso al movimento di Casini, il quale sperava nel miracolo Demitiano.
E a destra? La destra di Storace, come a livello nazionale, ha prodotto solamente un impegno nostalgico, mettendo in campo persone di scarso spessore o militanti molto avanti negli anni, come l'ex governatore Rastrelli e l'ex Sen. Florino.
C'e' stata l'affermazione anche in Campania della nuova compagine del PDL. Tale risultato, come dissi tempo fa, ha una valenza piu' storica che politica.
La gente voleva un cambiamento dopo oltre 15 anni di "tirannia" Bassoliniana. Il dato rappresenta una svolta epocale ma non e' il frutto dell'operato e della reale forza dei partiti del centro destra i quali, sono ancora chiamati ad un loro definitivo scioglimento in autunno, non senza conseguenze.
Gli stessi leader hanno lasciato il territorio da tempo. Esponenti di rilievo come Landolfi, Bocchino, lo stesso Cosentino, non vivono piu' quotidianamente il terrtorio campano ma ne parlano dai loro studi romani. La neo Ministro Carfagna da buona salernitana strizza l'occhio al sindaco di sinistra De Luca. Mentre nella capitale si accendono di nuovo le polveri e cresce nuovamente lo scontro tra maggioranza e opposizione, pardon, adesso va chiamato Governo ombra, in Campania con la scusante dell'emergenza rifiuti c'e' un clima di perfetta sintonia bipartizan, che indirettamente sta facendo rifiatare gli uomini del PD.
Dietro di loro comunque, solo il vuoto.
C'e' sia la mancanza di un rinnovamento della classe dirigente che un senso di apatia della popolazione verso la politica, considerata piu' che mai in Campania un sistema baronale di esclusivita' e privilegi di casta che un impegno concreto per il territorio.
Dimenticavo un altro personaggio: Pomicino. Pare che a breve voglia mobilitarsi nuovamente, chiamando a se l'imprenditoria(ne esiste ancora una?) e gli intelletuali (da lustri gia' scappati dalla citta').
Con questo scenario, penso che in Campania oltre il mandolino, sia scomparsa anche la politica.

domenica 29 giugno 2008

VERTICE DI NAPOLI: SPAGNA E PORTOGALLO STANNO MEGLIO

Si e' tenuto un importante vertice internazionale in questi giorni a Napoli.
Il Presidente Napolitano, ancora una volta nella sua citta' (a noi napoletani fa piacere la sua presenza ma vorremmo che il candore delle strade usate per il suo passaggio si estendesse all'intero terrotorio cittadino) ha fatto gli onori di casa al Presidente Portoghese Silva ed al Re Juan Carlos di Spagna.
L'obiettivo della visita era quello di rimarcare una stretta collaborazione tra i paesi a sud dell'Europa, in un sinergico scambio culturale. In quest'ottica, la delegazione ha visitato il Duomo, il Museo di San Martino e la cappella di Santa Restituta, dove sono conservate le reliquie di San Gennaro.
Diversi invece sono stati i percorsi culturali di questi Paesi.
Spagna e Portogallo furono grandi potenze nel XVII e XVIII sec. Paesi di grandi navigatori, all'epoca esportavano i loro modelli culturali, durante l'era della colonizzazione.
L'Italia famosa per i suoi artisti, specie pittori e scultori, nello stesso periodo veniva conquistata da potenze straniere (la Spagna con i Borbone, ha lasciato un'impronta evidente a Napoli e nel meridione). Si creo' un ottima miscellania tra il genio degli interpreti italiani e l'influenza dei paesi occupanti.
In senso lato, la cultura oggi e' ancora intesa come l'insieme delle tradizioni, abitudini ed usanze di un popolo, un insieme vocativo che diventa poi immagine espressiva e simbolica di un paese.
Oggi assistiamo ad una forte accelerazione economica, commerciale ed anche amministrativa dei paesi Iberici che testimonia altresì un decollo socio-culturale dei popoli di queste nazioni.
E' finito il tempo in cui la corrida, la sangria e il fado rappresentavano queste realta'. Oggi Spagna e Portogallo offrono modelli di sviluppo omnicomprensivi che si propagano nella societa', nel costume e nella stessa architettura delle citta' Iberiche.
Nel contempo, osserviamo una Italia in seria difficolta' da anni, imprigionata in uno sterile scontro politico interno e fortemente rallentata nella sua crescita economica.
La cultura in questo contesto resta soltanto una rappresentazione nostalgica del passato, ormai lontano, l'esibizione di una medaglia scurita dal tempo, l'immagine di un quadro di valore all'interno di una cornice scolorita.
Come il boom economico degli anni 60' divenne giustamente anche fenomeno culturale e di costume, da analizzare anche da un punto di vista sociologico, oggi la crisi economica del Paese e le ferite ormai purulente del suo meridione, diventano rappresentazioni sceniche di una sotto- cultura della decadenza.

giovedì 26 giugno 2008

TERMOVALORIZZATORE AD AGNANO: INCENDIANO LE POLEMICHE

Il termovalorizzatore, per molti scettici naturisti semplice bruciatore del tal quale, sorgera' ad Agnano, zona occidentale di Napoli.
Il Sindaco Iervolino, e' giunta a questa decisione nel massimo segreto consultando solo i suoi piu' stretti collaboratori, tenedo all'oscuro di tutto anche gli esponenti politici della municipalita' del quartiere. Questa secondo me, in un'ottica di confronto democratico, e' l'unica sua colpa.
La zona di Ponticelli, ad est della citta', pare per stessa dichiarazione del primo cittadino, debba essere a sua volta interessata dalla realizzazione di una grossa centrale elettrica, diventando incompatibile con la costruzione di un inceneritore. Inoltre tale zona ha per così dire, gia' dato, ubicando per anni grossi serbatoi di multinazionali petrolifere.
Restano tuttavia, degli elementi di perplessita' sulla scelta della zona occidentale.
Agnano e' un'area vulcanica dove ci sono solfatare attive. E' una conca scarsamente ventilata, a confine con la zona Flegrea, di forte richiamo turistico. Anche il Sindaco di Pozzuoli ha incassato questa decisione in modo passivo.
Inoltre l'area in esame non dista molto da Bagnoli, dove da lustri si aspetta la riqualificazione dell'ex acciaieria dell'Ilva, con lo stanziamento di centinaia di migliaia di euro per la bonifica e la riconversione dell'intero quartiere.
La realizzazione della ciminiera cadra' in una zona Nato in disuso a poche centinaia di metri dall'oasi WWF del Parco degli Astroni.
Tutte queste considerazioni, tengono mobilitate sul piede di guerra la cittadinanza e gli amministratori locali. Incendiano le polemiche. Si preannunciano giorni infuocati e dimostranze da parte di quei cittadini che non riescono ancora a comprendere che anche in Campania deve partire un ciclo normale nella raccolta dei rifiuti e che un termovalorizzatore puo' e deve essere visto anche come una fonte di sviluppo e non un eco-mostro come da tanti viene dipinto.
Abbiamo visto che la protesta( spesso diretta ad arte da soggetti terzi...e per altri fini) finora ha causato conseguenze ben piu' gravi per l'immagine della citta' e del suo territorio.
Riusciranno gli amministratori locali in questa opera di convincimento? Si potra' dimostrare che un termovalorizzatore costruito secondo le moderne tecnologie puo' coesistere in qualsiasi habitat? In Germania, in un termovalorizzatore, non vengono bruciati i nostri stessi rifiuti?
A Est sara' realizzata la centrale elettrica. A Nord il grosso invaso di Chiaiano diventera' discarica cittadina (Napoli non ha una proprio sversatoio). A Ovest sara' costruito il termovalorizzatore.
Per i rivoltosi rimane libera solo la zona a Sud, il mare, dove potranno magari lasciare la citta' a bordo di grosse zattere, simbolo della loro arretratezza culturale.



martedì 24 giugno 2008

CONCERTO DI PINO DANIELE: BLUES E POLEMICHE

Il prossimo 8 luglio, si terra' a Napoli in Piazza del Plebiscito, il salotto lucido di una casa sporca, il mega concerto di Pino Daniele.
L'evento che celebra i 30 anni di carriera dell'artista, ha incontrato diverse difficolta' circa la sua realizzazione, palesando sia l'incapacita' organizzativa del Comune che la mancanza in citta' di uno spazio predisposto a ricevere tali manifestazioni.
Dapprima si era scelto l'ippodromo di Agnano, poi lo stadio S.Paolo, entrambi non disponibili per la concomitanza di appuntamenti ravvicinati.
Con biglietti gia' venduti - si preannunciano copiose le richieste di rimborso - nell'imbarazzo dell'artista si e' dirottato l'evento nella piazza divenuta simbolo di un rinascimento mai avvenuto e visto tale solo dagli attuali amministratori.
Circa il concerto, il cantante ha chiamato in adunata non solo gli ex compagni storici del suo percorso artistico-professionale ma anche molti altri famosi interpreti della canzone napoletana - incontrando per questa ragione molte critiche dei suoi fans piu' affezionati - quali tra gli altri, Gigi D'Alessio e Nino D'Angelo che hanno messo da parte i loro vecchi rancori per rispodere all'evento, divenuto anche per scelta dello stesso Daniele, un momento di sensibilizzazione verso una citta' in sofferenza (saranno dati biglietti in cambio di una certa quantita' di rifiuti differenziati; scelta nobile, ma poi il cosiddetto secco, dove sara' indirizzato?...)
Peccato che molti di questi artisti, hanno lasciato da tempo Napoli, fuggendo dal drammatico decadimento di questa citta' che fu un tempo, anche capitale mondiale della melodia.
Nell'81 Pino Daniele attiro' gratuitamente 250.000 persone nella stessa piazza.
L'8 luglio, a pagamento, offrira' uno spettacolo che rischia di diventare un celebrativo, nostalgico play-back musicale, dove di appropriato ci saranno solo le sue note blues, il sound di una citta' in ginocchio.

lunedì 23 giugno 2008

DA CAMPIONI DEL MONDO A ITALIETTA

Salutiamo gli europei perdendo solo dopo i calci di rigore. Si dira' come al solito che i tiri dagli 11 metri sono una lotteria. Alcune volte abbiamo fatto bingo(vedi campionati del mondo 2006), in molte altre occasioni siamo stati traditi, come ad Italia 90', Usa 94' e appunto ieri sera.
Resta il fatto che il gioco dell'Italia ha subito una involuzione. Mai veramente dominanti, mai realmente incisivi e convincenti.
Dopo l'infortunio di Cannavaro, la difesa e' stata registrata in corsa, perdendo subito con l'Olanda e quindi affrontando il torneo gia' con una partenza ad handicap.
A centrocampo, Pirlo si e' rivelato un elemento insostituibile, avendo i suoi compagni di reparto soprattutto doti muscolari.
In attacco Donadoni ha subito sconfessato il suo modulo a tre punte, chiave tattica di tutta la fase eliminatoria.
Di Natale si e' subito perso sotto i riflettori internazionali. Si e' puntato su Cassano con Perrotta a supporto ma il "talentino" di Bari rimane appunto un genio piccolo, la cui lampada non si e' mai accesa in questa manifestazione.
Un Toni fin troppo macchinoso, non ha avuto i rifornimenti necessari, soprattutto dalla fascia destra, dove uno ormai spremuto Zambrotta non ha assicurato il solito numero di penetrazioni e cross dal fondo.
Nella partita decisiva con la Spagna, dopo aver passato il turno a scapito di una "nostalgica" Francia ancora immersa nella favola Zidane, gli azzurri subito sono apparsi rinunciatari.
Non si trattava di una volonta' esclusivamente tattica, un gioco attendistico in attesa di fulminei contropiedi. L'Italia non e' mai apparsa capace di controllare il gioco, troppo attendista, non compatta nell' organizzare il pressing in fase di non possesso, nonostante un centrocampista in piu' Perrotta, che non solo non partiva come suo solito senza palla ma al tempo stesso non faceva sentire i tacchetti sulle caviglie avversarie.
Secondo il mio modesto parere, bisognava intimorire maggiormente gli spagnoli, partendo subito con Camoranesi per poi inserire molto prima Del Piero, vero talento inespresso, l'eterna riserva dopo l'epoca Baggio-Totti.
Giocare a tre punte larghe, con la possibilita' di avere due uomini capaci di saltare di netto l'avversario sarebbe potuta essere un'arma utile contro gli spagnoli i quali, molto capaci in fase di palleggio, riuscivano sempre a nasconderci la palla.
Tutti i discorsi restano al momento sterili conversazioni da bar, un fatto e' certo, da Campioni del mondo, torniamo dagli europei come semplice italietta.

venerdì 20 giugno 2008

CAMORRA, QUESTIONE SOCIO-CULTURALE

La sentenza di appello al processo Spartacus emessa nell'aula bunker di Poggioreale a Napoli, ha confermato quasi nella sua totalita', il giudizio dato in primo grado.
Per gli esponenti della camorra che opera nel casertano, sono stati emesse dure condanne.
Tali sentenze sono state pronunciate al cospetto di tanti giornalisti venuti anche dall'estero a differenza di decenni or sono, dove questi giudizi erano letti nel silenzio e nell'indifferenza generali.
Gia' questo e' un segnale positivo e rappresenta un incoraggiante cambiamento.
Ma il fenomeno camorristico dovrebbe essere visto per la sua interezza come connotazione socio-culturale.
Su un territorio dove da secoli imperversa l'illegalita', dove lo Stato ha perso del tutto la sua rappresentativita', i giovani non hanno altri riferimenti che non quelli offerti loro dalle famiglie malavitose.
L'essere camorrista e' diventato uno stato sociale, un modo di vivere e comportarsi, ancor prima di una forma di arricchimento economico.
La protervia e l'arroganza insita nelle persone e' un atteggiamento comportamentale, prima di essere una connotazione delinquenziale.
Bisognerebbe fin dall'infanzia formare la morale dei futuri giovani, proponendo loro modelli educativi di crescita forieri del linguaggio della legalita'.
Quando lo Stato interviene con opere di militarizzazione del territorio e' gia' troppo tardi.
Anche la rappresentazione scenica di film che riproducano le gesta e le azioni dei malavitosi, non servono a rieducare i giovani, i quali vivendo gia' in un humus deviato, provano esaltazione nella raffigurazione di una loro appertenenza sociale.
Il seme del cambiamento sta nell'infondere ai giovanissimi la speranza di poter vivere liberi della propria soggettivita' e non schiavi del sistema.

mercoledì 18 giugno 2008

IERVOLINO, NEANCHE I SOLDI DI UN BIGLIETTO AEREO

Chi vive a Napoli sa benissimo che la spazzatura e' l'ultimo dei problemi o meglio e' lo specchio di una realta' desolante.
Il degrado avanza ovunque.
Nonostante gli sforzi dell'attuale amministrazione per rendere piu' appetibile la citta', incuria e abbandono proliferano, confondendosi quasi nascondendo, la loro parte peggiore nel caos dell'emergenza rifiuti.
Mesi fa l'ex assessore Velardi, diffondeva su you-tube le immagini di una citta' libera dai rifiuti e sicura in tutte le sue strade, in una forma di reportage manipolato, tipico dei sistemi di regime.
Lo stesso assessore, accoglieva i turisti offrendo loro dolci tipici partenopei, quasi che gli stessi potessero rendere meno amaro l'impatto con la citta'.
Gli stessi turisti, arrivando nella nostra citta' col treno, devono affrontare tutti i rischi della zona della stazione, Piazza Garibaldi, dove la fanno da padrone clandestini con la loro merce contraffatta, tossici che si dedicano al borseggio, taxisti abusivi, prostitute seminude di ogni etnia, barboni sdraiati nelle loro dimore di cartone dal nauseante fetore.
In questi giorni si decidera' per Chiaiano ma per il resto, credo non cambiera' di molto la situazione in citta'.
Il Sindaco Iervolino, a giorni dovra' indicare per decisione del Governo, anche l'area in cui sara' ubicato l'inceneritore cittadino da realizzare. Su tale tema c'e' il massimo segreto. La stessa Sindaco, avrebbe dovuto recarsi a Brescia per visitare l'inceneritore, da tanti considerato un modello di efficienza.
Bene anzi, male, il viaggio non e' stato compiuto per mancanza di fondi. La Iervolino ha risoposto alla stampa locale, affermando che non si trattava di uno scherzo, che finanche la spesa di 250 euro per lo spostamento aereo al momento non era sostenibile.
Dopo centinaia di migliaia di euro spesi per consulenze, tecnici, esperti, commissioni di varia natura, questa sono le condizioni in cui versano le casse municipali.
Il Sindaco non ha nemmeno i soldi per un biglietto aereo. Speriamo ne metta dei propri per andarsi ad aggiornare.

lunedì 16 giugno 2008

INTERCETTAZIONI, STO CON DI PIETRO

La nuova legge sulle intercettazioni, apre il campo a molte discussioni nel nostro Paese.
La si e' fatta sostenendo che l'Italia era entrata in una forma di Stato di polizia, dove milioni di utenze erano sotto controllo.
Io ho dato fiducia all'attuale Governo ma sulla materia, sto con Di Pietro. Bisogna punire la fuga di notizie e la spettacolarizzazione dei reati.
Il Paese di certo, ne puo' fare a meno di gente come Corona, che per delle condotte non proprio "esemplari"-sulle quali ci si deve ancora pronunciare in modo definitivo- aveva sotto il proprio balcone una folla di teenagers in delirio in attesa di ricevere le sue mutande dall'alto.
Penso che sia stato commesso un passo indietro contro la criminalita' e contro i mezzi investigativi concessi ai Pubblici Ministeri.
Da una parte il Governo vuole mostrare il pugno di ferro contro il crimine, dall'altro si riduce il potere investigativo agli organi giudiziari.
Se per criminali, dobbiamo considerare solo i rom e i disperati che giungono sulle nostre coste a bordo di zattere, penso che a breve, la criminalita' quella vera, la malavita organizzata il cui mondo gira attorno a persone insospettabili, prenda un po' di respiro.
Con l'indulto abbiamo messo fuori dalle carceri i delinquenti, con questa norma evitiamo che molti di questi ci possano andare.
Soprattutto si evita che ci possano essere terremoti nei quartierini della politica e improvvisi ed imbarazzanti scandali tra gli amici degli amici...
Basti pensare, che attualmente il reato di disastro ambientale e' sanzionato con pene fino a sei anni e con l'introduzione della nuova norma, le interccettazioni possono essere condotte solo verso reati la cui pena e' di dieci anni a salire.
A voi le dovute conseguenze.

sabato 14 giugno 2008

STATI UNITI: POLITICA DI PAESE E NON DI PARTITO

Gli Stati Uniti, hanno la possibilita' di cambiare la storia. L'esito delle primarie, ha dato la possibilita' al candidato dei democratici, Barak Obama, di puntare alla Casa Bianca. Gia' piu' volte ho ribadito in questo spazio, che pur essendo io ideologicamente piu' a destra, stravedo per Obama, perche' vedo in lui prima di tutto una persona fuori dall'establishment, un candidato che rappresenta in modo schiacciante, il nuovo che avanza. A prescindere dalla pelle nera, Obama va ad identificare una vera forma di rinnovamento indipendente. Provate per un attimo ad immaginarlo bianco ma con lo stesso modo di parlare, di esporre i suoi programmi, il modo di coinvolgere la gente, il suo innovativo sistema di far campagna elettorale, la sua giovane eta'. Queste doti, sarebbero tutti elementi comunque a suo favore che gli permetterebbero di farlo fuoriuscire dalla logica di una politica basata esclusivamente sul colore della pelle, che mi sembra anche riduttiva e fuorviante nei suoi confronti e limitativa delle sue capacita' di vero leader a prescindere. Vi siete mai chiesti perche' piace tanto anche ai bianchi ed alla middle-class? Con o senza Obama, gli Stati Uniti tuttavia, dovranno rivedere il loro modo di far politica. Un elemento che in pochi riescono ad intravedere, e' il tramontare di una logica degli schieramenti e delle correnti anche per la politica americana. Viviamo un'epoca di globalizzazione economica che influenza anche la politica.Un tempo la politica governava l'economia, oggi e' l'economia globale che influenza il potere politico che a sua volta si piega ai dictat di un'economia di potere. Oggi con un contesto internazionale così mutato, gli Stati Uniti dovranno compiere una politica di ampio respiro come paese di riferimento e non come espressione della propria corrente di pensiero politico interno. Se Obama vince, come spero, le truppe statunitensi non abbandoneranno l'Iraq in 6 mesi, l'Afghanistan non diventera' improvvisamente un territorio dove regna la democrazia. Se i democratici andranno al potere - che senso ha parlare ancora di potere politico - l'Iran non cambiera' il suo atteggiamento sul nucleare e su i propositi di distruzione di Israele. Se i repubblicani perderanno, il petrolio non credo scendera' a 70-80 dollari al barile e lo stesso dollaro non si portera' al valore dell'introduzione dell'euro intorno a 1,20 . E l'Asia, con Cina e India nella loro sfrenata corsa al loro tardivo ed improvviso, accelerato e scellerato benessere, con una richiesta esorbitante di materie prime e generi alimentari che sta sconvolgendo l'intero pianeta, appunto l'Asia, cosa se ne puo' importare se vincera' McCain o Obama? Non c'e' piu' la guerra fredda. A breve ci si rendera' conto, che non esiste un problema islamico o che quest'ultimo non e' il problema piu' assillante e limitativo a livello globale. Ci si dovra' scontrare contro una realta' in cui il problema principale sara' la scarsa crescita economica dei paesi industrializzati del xx secolo, in contrasto con l'esponenziale sviluppo di paesi che fino a 10 anni or sono gravitavano nell'orbita del cosiddetto terzo mondo. Anche negli States, ci si rendera' conto che la politica dovra' alzare bandiera bianca nei confronti dell'economia. Lo stesso che accade in Italia. Nel bel Paese, scontiamo 15 anni di sterile contrapposizione tra berlusconiani ed anti-berlusconiani, che fanno seguito ad un cinquantennio di lotta ideologica tra liberisti e statalisti. Intanto il nostro Paese crolla sotto le sue contraddizioni, impoverito nell'economia, invecchiato nelle sue istituzioni e nell'eta' dei suoi abitanti, incastrato in una logica europeista che di europeo ha solo il nome, alla pari di tutti i paesi che ne fanno parte, frantumati nel loro oscillare tra regolamenti nazionali e continentali, in una vera forma di caos legislativo, dove si accentua la mancanza per il vecchio continente di un unico ordinamento costituzionale, un'unica lingua, un'unico spirito di appartenenza. Questo di sicuro ha l'America piu' di noi europei: il considerarsi un unico Paese. Chiunque sara' il vincitore alle prossime elezioni, sapra' di essere il Presidente del piu' grande, unito, coeso paese al mondo e dovra' adottare una condotta - non uso volutamente il termine politica - di riferimento per il mondo intero, in una logica di mutato contesto internazionale.

Dimenticavo un particolare: anche con Obama presidente, lo sventolare della bandiera Americana, spesso sara' fischiato dalla gente.

RAPPORTO BANKITALIA: CAMPANIA UNA REGIONE CHE AFFONDA

Il rapporto di Bankitalia sull'economia della Campania e' duro, cinico e non da scappatoie su cui aggrapparsi. Non c'e' un solo indicatore positivo. Tutto va male, in una forma di preoccupante arretratezza.
Nel settore economico si e' registrata una diminuzione dello 0,7% degli occupati. Negli ultimi quattro anni si arriva ad un - 2,4% contro una crescita del 2,7% a livello nazionale e del 4,6% nelle altre regioni meridionali.
Il volume di investimenti per addetto e' calato da 13.500 euro per occupato a 1.700 euro.
Il numero della percentuale dei laureati in rapporto al numero dei giovani, che resta i piu' alto d'Italia, e' vergognoso con solo il 10,2% contro il 12,8% del Portogallo, il 20,8% della Grecia, il 21% della Spagna, il 30% della Germania.
Nel contempo, il numero di laureati campani emigrati nel periodo 2003-2007 e' raddoppiato, con circa 22.000 giovani allontanatisi dalla regione.
L'export campano registra un -1.9% contro un + 5,4% nazionale.
In ginocchio il comparto agricolo e quello turistico dopo l'aggravarsi dell'emergenza rifiuti.
Sconfortanti anche gli indici di vivibilita'.
Le interruzioni del servizio elettrico per utente sono in Campania del 3,9 rispetto all1,7 del centro nord. La irregolarita' del servizio idraulico e' del 18,4 contro il 9,2.
La percentuale di chilometri di costa non balneabile e' di 18,5 contro il 5,6.
L'emigrazione ospedaliera e' del 9,9 contro il 5,2 delle altre regioni.
I comuni informatizzati della campania sono il 61,3% contro il l'81,9% del centro nord.
Il 70% dei comuni campani non ha attivato il servizio di asilo nido, contro il 52,4% del centro nord.
La Campania paga decenni di politica assistenziale ed infruttuosa, che ha creato solo clientelismi di potere nella regione, determinando un immobilismo nella voglia di fare dei singoli, la mancanza di una forte presenza dello Stato in termini di sicurezza e giustizia, essenziali per lo sviluppo.
In questo quadro desolante, il problema rifiuti non e' che la punta di un iceberg, lo specchio di una realta' decadente, espressione di pressapochismo e scarsa capacita' programmatica.
Soprattutto, come scrissi tempo fa, la munnezza rappresenta un bubbone che copre altre magagne.

giovedì 12 giugno 2008

BASTERA' UNA CARTOLINA?...

Il Presidente Berlusconi ha fatto visita a Napoli per la terza volta dalla sua nomina.
Dopo l'incontro con il cardinale Sepe, si e' recato come al solito al palazzo della Prefettura, per riferire in merito alla situazione dei rifiuti.
Questa volta nella sala adibita per la conferenza stampa, giganteggiava una splendida immagine di Napoli.
Alle spalle del Premier, l'azzurro del mare si univa a quello del cielo. La classica "cartolina" del golfo, con il Vesuvio dormiente sullo sfondo, allontanava per incanto tutte le brutture e le nefandezze riguardanti la citta', passate nei teleschermi in questi ultimi mesi.
Tutti i presenti e i milioni di telespettatori a cui e' stata offerta questa scenografia, si sono sentiti improvvisamente avvolti dallo stupendo scenario napoletano, quasi che quell'immagine non fosse artificiale ma autentica, come diciamo noi a Napoli, verace.
Al di la' delle parole dette in ordine ai programmi del governo, Il Premier stratega della comunicazione, in pochi minuti e' riuscito a far ricordare al mondo intero che Napoli rimane una citta' meravigliosa, per le sue bellezze naturali, la sua storia, la sua antica cultura.
Speriamo che a breve, Napoli riacquistera' di fatto, il reale prestigio che le compete.
Bastera' una cartolina?...

martedì 10 giugno 2008

NAPOLI, UNA POLVERIERA PRONTA AD ESPLODERE

C'e' grande attesa per la deciasione del Governo in merito all'apertura della cava di Chiaiano da usare come discarica cittadina. Gli studi di settore in merito alla possibilita' che il percolato inquini la falda, vanno avanti, con giudizi di merito contrastanti.
A prescindere dalla contaminazione del sottosuolo, gli abitanti si oppongono all'apertura di una discarica a ridosso delle loro abitazioni. C'e' differenza di valutazione anche circa la quantita' dei rifiuti da sversare. Per i tecnici di Governo fino a 750.000 tonnellate, per gli esperti di parte non oltre le 150.000
L'attesa per la delicata decisione e' vissuta in una calma spettrale, solo apparente.
Gli abitanti di Chiaiano temono per le loro attivita' commerciali che verrebbero irrimediabilmente compromesse. Il valore delle loro case scenderebbe a picco. Ci sarebbe un passaggio notturno di centinaia di camion che metterebbe a rischio la quiete della popolazione.
Tensione molto alta anche a Ponticelli, quartiere nella zona orientale di Napoli. Qui pare sia stata ipotizzata un'area per la costruzione di un inceneritore cittadino, in base al nuovo disegno di Governo, anche se la scelta finale spettera' al Sindaco Iervolino. Anche in questa zona, gli abitanti sono pronti a fare barricate.
Berlusconi dal canto suo, promette di ripulire Napoli entro un mese. Per il momento solo le vie del centro sono sgombre dai rifiuti.
Nelle periferie e nella zona dell'hinterland del capoluogo difatti, la spazzatura cresce a dismisura. La gente continua ad incendiare gli enormi cumuli abbandonati per le strade, creando ulteriore danno per il liberarsi di diossine. Ma con l'aumento delle temperature, i miasmi diventano insopportabili, i ratti proliferano e la popolazione non ha altri rimedi che dare fuoco alla munnezza.
In tale "bollente" scenario, il Governo dovra' avere la fermezza di usare con decisione i suoi strumenti di intervento.
Non si dovra' consentire che le ceneri della protesta mai del tutto spente, si trasformino in incendi incontrollabili sui quali potrebbero soffiare venti di cinica strumentalizzazione politica ed ahime', malavitosa.

domenica 8 giugno 2008

4 SCUGNIZZI (-1) AGLI EUROPEI

C'e' anche Napoli agli Europei 2008. La rassegna calcistica iniziata sabato scorso in terra Austro-Svizzera, si tingera' di azzurro made in Naples.
Purtroppo alla vigilia della Kermesse, si e' dovuta registrare la defezione del capitano Fabio Cannavaro, nativo della loggetta, quartiere fuorigrotta. Il gladatiore di tante battaglie, il leader della difesa azzurra, eterno ragazzone nonostante i suoi 34 anni, campione di Spagna per due anni consecutivi nella fila del Real Madrid, ha dato forfait per un brutto incidente in allenamento.
Con attaccamento alla squadra e con indiscussa professionalita' seguira' comunque i compagni da vicino, non abbandonando il ritiro azzurro.
Nella squadra guidata da Donadoni, saranno presenti comunque altri tre napoletani.
Antonio (tonino) Di Natale, trentunenne attaccante dell'Udinese, 7 goal all'attivo con la nazionale, che dovrebbe partire titolare nell'attacco azzurro.
Marco Borriello, grande rivelazione del campionato appena concluso nella fila del Genoa, proprieta' Milan, prima alternativa al bomber Luca Toni.
Fabio Quagliarella, anche lui attaccante nelle fila dell'Udinese, nato in provincia, esattamente a Castellamare di Stabia, cittadina dei mitici campioni olimpici Abbagnale.
Dopo l'era di antonio Juliano, tra gli anni 60', 70', che partecipo' anche se con poche presenze a tre mondiali e quella piu' vicina a noi di Ciro Ferrara, terzino 2 volte campione d'Italia nel periodo di Maradona, in azzurro ad Italia 90', ancora una volta giocatori napoletani daranno il loro contributo alla nazionale.
Speriamo che anche grazie al loro apporto, l'Italia riesca a vincere la manifestazione continentale, un appuntamento che non facciamo nostro dal lontano 1968, con la vittoria casalinga nella finale di Roma, con i gol di Riva ed Anastasi.
Non ci resta che gridare: FORZA AZZURRI

sabato 7 giugno 2008

DECADIMENTO REALE E MEDIATICO

L'emergenza dei rifiuti ed il perdurare della criminalita' pongono Napoli ed il territorio campano sotto i riflettori dei media ormai in modo quasi asfissiante.
Non c'e' quotidiano o emittente al mondo che in quest'ultimo periodo non raffiguri Napoli nel suo triste tramonto.
Cio' oltre a deturpare irrimediabilmente l' immagine della citta' gia' di per se compromessa, determina una profonda depressione tra i cittadini, una vera forma di scoramento esistenziale di massa, in cui la soggettivita' dei singoli viene ad essere sempre piu' relegata antropologicamente, ad un deturpato contesto territoriale.
Ormai, relativamente a Napoli si parla, solo si spazzatura, di rifiuti tossici o radioattivi, di amianto, dossina e percolato.
Vengono date rappresentazioni cinematografiche descrittive ed analitiche di scenari malavitosi, in una forma piu' scenografica che non neo-realistica, col l'intento maggiore di coinvolgere emotivamente le masse e non di educare le stesse.
A questa oggettivita' di scenari devastanti, si aggiunge una limitazione delle menti dei singoli soggetti riceventi il messaggio, i quali col passar del tempo dimenticano quanto ci sia di buono in questa regione, ricca di storia, cultura e bellezze naturali. C'e una forma di assuefazione alla negativita'. La popolazione sta subendo un lavaggio del cervello peggiore di quelli praticati nei regimi di stampo totalitario.
L'individuo subisce quest'oscurantismo, nella solitudine della sua coscienza, nella mortificazione della sua cultura, deviata e compressa dalle fredde logiche del mercato dei media che vedono nella proposizione del disastro e del disfattismo campano, un forte volano affaristico in termini di ascolto.
Quando va in onda l'orror campano, la real-fiction stile Gomorra, gli indici di ascolto aumentano e cio' non dispiace affatto.
Trasmissioni come Ballaro', Anno Zero, Porta a Porta, Report, Matrix, Exit hanno il diritto dovere di fare informazione d'inchiesta ma, l'opnione pubblica specie quella campana, non puo' piu' essere condizionata, limitata e ferita da argomentazioni monotematiche.
Noi napoletani, non meritiamo di essere "uccisi" due volte.

venerdì 6 giugno 2008

PELLEGRINAGGI AL CAPEZZALE E FILOSOFIA DELL'INUTILE

Non passano settimane che qualche autorevole carica istituzionale non venga nel capoluogo campano per far sentire la sua vicinanza ad una citta' che vive un periodo di forte decadenza.
Il Premier Berlusconi e' spesso in citta'. Dice di risolvere a breve tempo il dramma rifiuti, senza ottenere al momento, nessun miglioramento nello stato dei fatti.
Il Presidente della Repubblica si sofferma per l'ennesima volta nel condannare la camorra. Da un lato ne accusa l'ingerenza nella gestione dei rifiuti tossici, dall'altra indica il nord come fonte del problema, come se tali scarti pericolosi fossero venuti da soli da queste parti.
Noi come cittadini siamo stufi di questi pellegrinaggi istituzionali di facciata al capezzale di una citta' moriente. Vorremmo che lo Stato facesse sentire in modo diverso la sua forza con leggi e tribunali ad hoc per questa terra, con l'utilizzo di un ingente spiegamento di forze, uomini e mezzi.
Da tempo ormai, sulla citta' e su questa regione allo sbando si sta facendo solo uno sterile filosofare.
Le sciagurate vicende di questo territorio hanno alimentato la fantasia di letterati dell'ultima ora, pseudo narratori, che per ragioni di notorieta' e fama, hanno pubblicato in modo esclusivamente populistico, rappresentativo e scenografico tale triste realta', senza minimamente contribuire al coinvolgimento delle coscienze ma determinando solo dei "mitologismi" narrativi.
Da tempo infatti, i veri esponenti della cosiddetta cultura partenopea hanno abbandonato la citta', ritirandosi nel lusso dei salotti borghesi delle loro case romane, filosofando appunto, sul crepuscolo della citta' all'ombra del Vesuvio.
A testimoniare questa filosofia dell'inutile, questa accettazione distaccata della realta', si organizzano gare equestri in Piazza del Plebiscito, simbolo dell'illusorio rinascimento partenopeo, dando una finta ed utopistica rappresentazione della citta', in cui le periferie soffocano inghiottite dal loro degrado.

mercoledì 4 giugno 2008

LA LUNA DI MIELE A BREVE FINIRA'

Solitamente, il periodo post elettorale viene definito in questa maniera.
I cittadini stanchi di una campagna elettorale spesso lunga e noiosa, affidano le loro speranze di cambiamento al neo-eletto Governo.
Il 14 aprile ha sancito la vittoria netta di Berlusconi, dopo due anni di Governo Prodi che, data la precarieta' dello stesso, hanno determinato una logorante ostilita' tra gli schieramenti, che si e' tramutata in una forma di perenne e faziosa campagna elettorale tra le parti.
A maggior ragione, i cittadini, anche apparteneti allo schieramento perdente, adesso ripongono maggior fiducia nel neo-eletto esecutivo, nonostante i dati relativi alla crescita del nostro Paese non siano confortanti.
A rendere il quadro ancor piu' idilliaco, c'e' anche la chiara presa di responsabilita' della nuova opposizione, la quale si e' dichiarata piu' aperta al dialogo ed alla partecipazione costruttiva.
Il nuovo Governo sta impiegando grossa parte del suo lavoro sul tema della lotta ai clandestini, punto sul quale ha fondato gran parte della sua campagna elettorale, infondendo ulteriore incertezza nei cittadini e che sta divenendo elemento fin troppo preminente della sua dialettica programmatica.
A breve, penso con la fine dell'estate, gli italiani si accorgeranno che le difficolta' non saranno superate, specie per l'economia delle famiglie che la sola abolizione dell'ICI non avra' certo risolto.
A settembre, complice il perdurare dell' elevato costo dei generi di prima necessita', del caro greggio, della situazione Alitalia e rifiuti della Campania che non saranno certo risolte, della periodica ripresa della lotta sindacale, dello svanire l'effetto luna di miele, il neo-insediato Governo si ritrovera' improvvisamente in crisi col suo stesso elettorato.
Berlusconi spero sia consapevole che la sua "sposa" a breve, iniziera' a lamentarsi...

martedì 3 giugno 2008

POSSIBILI TENSIONI INTERNAZIONALI

Le decise dichiarazioni bellicose del leader iraniano Ahmedinejad, oltre a creare degli indesiderati imbarazzi diplomatici nella riunione dei vertici ONU tenutasi a Roma, fanno presagire scenari non del tutto rassicuranti nei prossimi mesi in Medio-Oriente.
Israele stretto nella morsa di Hezbollah e Hamas, sotto la pressione della potenza iraniana e in una fase di transizione della diplomazia internazionale dovuta al cambio della presidenza americana, vedrà seriamente compromesso il suo già precario equilibrio interno.
Mentre in Italia si discute fin troppo circa la sicurezza dei cittadini in merito a furti e borseggi, a livello globale si stanno ponendo le basi per la creazione di una pericolosa polveriera che può scoppiare da un momento all'altro, con tutte le ripercusioni del caso.
A prescindere da chi sarà il nuovo Presidente, gli USA allenteranno la pressione in Iraq, sia per il logorio di una guerra diventata ormai infruttuosa che per il quasi scontato cambiamento nella strategia della stessa.
Forse gli Stati Uniti lasceranno una terra senza più un dittatore ma al tempo stesso senza aver creato una forte democrazia.
Il vicino Iran potrà a distanza di decenni profittare nuovamente di tale vacatio ed esportare la sua tirannia grazie anche ad una rinnovata potenza nucleare. Le conseguenze oggi sarebbero molto più gravi poichè si potrebbero realizzare alchimie egemoniche in una vasta area geografica da parte di una Nazione strategicamente molto più pericolosa rispetto al periodo di Khomeini.


lunedì 2 giugno 2008

2 GIUGNO: MA QUALE FESTA?

Federalismi, regionalismi, campanilismi, individualismi, particolarismi, separatismi, autonomismi, scissionismi.
Ma oggi, chi si riconosce piu' in questa forma di Repubblica?
Si festeggia la nascita di una nuova forma costituzionale, risalente ad oltre sessantanni or sono ma che in sintesi fu una condanna al periodo monarchico fautore di aver appoggiato il regime, la scelta di entrare in guerra, l'avallo alle leggi raziali.
Festa reintrodotta dal Presidente Ciampi, per riaffermare l'orgoglio della Patria, il valore del tricolore, l'importanza dell'inno nazionale, tutte cose che se fossero state decise oggi, nel mutato contesto politico nazionale, consentirebbero ai nostalgici dell'ormai ex sinistra, filosofici discorsi su presunte questioni di appertenenza.
Una Repubblica fondata sul lavoro, recita la Costituzione. Questo importante articolo e' pienamente osservato?
Si e' parlato di fine della prima Repubblica, finita perche' ci ha pensato la Magistratura ad impedire il perpetuarsi di forme di clientelismo istituzionalizzato, vere forme di "ruberie statalizzate", che si ripetevano in questo Paese da quasi mezzo secolo.
Si e' passati poi alla fine della seconda Repubblica, per l'implosione di un sistema politico paralizzato e zavorrato dai particolarismi di micro-partiti che affogavano il sistema democratico nazionale in virtu' di veti ed opposizioni di principio.
Siamo per molti entrati nella terza Repubblica.
Gli interpreti sono per lo piu' gli stessi, come simili sono i propositi e i programmi offeri a noi cittadini.
Una Repubblica ormai stanca anche nella sua forma Costituzionale, con un Parlamento tra i piu' affollati al mondo, con un Presidente con pochi effettivi poteri.
In questo scenario, vale la pena festeggiare?