In tutta Italia divampa la protesta. Centinaia di migliaia di persone occupano le strade. I Tir si fermano, bloccando di fatto la distribuzione delle merci nel paese. Protestano i farmacisti, i notai, gli avvocati, i benzinai, i tassisti, gli edicolanti, gli ambulanti, gli agricoltori, i pescatori.
I provvedimenti del governo Monti infiammano il malcontento, mettendo ancora piu' a nudo una situazione di quasi definitivo non ritorno: una stagnante recessione.
E come se d'improvviso, si fossero aperti gli occhi dopo un lungo sonno, un' ipnotica catarsi, nella quale non ci si rendeva conto del lento, graduale, inesorabile impoverimento della collettivita'. L'Italia da oltre dieci anni cresceva meno degli altri grandi paesi europei, continuava ad avere scarsa efficienza nei servizi, nelle infrastrutture, investiva poco nella ricerca, continuava cio' nonostante, ad avere una elevata pressione fiscale ed un impressionanete debito pubblico.
Ma perche' solo adesso si protesta? Perche' solo adesso si scende in piazza, non per esibire un maglione di cachemire viola o per compiere dei patetici girotondi, ma per affrontare con violenza le forze dell'ordine?
Dopo una stucchevole, sterile, di certo non produttiva alternanza politica, tra berlusconismo ed antiberlusconismo che in pratica ha castrato la Nazione di idee, uomini e programmi, oggi ci si scaglia contro un governo tecnico o se volgiamo tecnocrate, il quale voglio ricordare se ce ne fosse bisogno e' retto da una maggioranza parlamentare, quindi politica.
I provvedimenti presi sono stati duri, forse potevano essere diversi. Ma la situazione precipitava e tutti, ma proprio tutti, se la stavano facendo addosso, a cominciare dal Cavaliere che quotidianamente, vedeva dissolversi le sue ricchezze nelle Borse. Altro che senso di responsabilità!
Questo governo dei professori, ma non degli Scilipoti, dei banchieri ma non degli indagati per mafia, per la sua connotazione apolitica, ha avuto la capacita' di compattare il malcontento, di renderlo svincolato da qualsiasi forma di mediazione e compromesso e per questo, di accrescerne a dismisura, i suoi effetti sull'intero territorio nazionale.
Berlusconi per circa un ventennio ha diviso il Paese.
Monti d'improvviso, lo ha unito. Nella protesta.
I provvedimenti del governo Monti infiammano il malcontento, mettendo ancora piu' a nudo una situazione di quasi definitivo non ritorno: una stagnante recessione.
E come se d'improvviso, si fossero aperti gli occhi dopo un lungo sonno, un' ipnotica catarsi, nella quale non ci si rendeva conto del lento, graduale, inesorabile impoverimento della collettivita'. L'Italia da oltre dieci anni cresceva meno degli altri grandi paesi europei, continuava ad avere scarsa efficienza nei servizi, nelle infrastrutture, investiva poco nella ricerca, continuava cio' nonostante, ad avere una elevata pressione fiscale ed un impressionanete debito pubblico.
Ma perche' solo adesso si protesta? Perche' solo adesso si scende in piazza, non per esibire un maglione di cachemire viola o per compiere dei patetici girotondi, ma per affrontare con violenza le forze dell'ordine?
Dopo una stucchevole, sterile, di certo non produttiva alternanza politica, tra berlusconismo ed antiberlusconismo che in pratica ha castrato la Nazione di idee, uomini e programmi, oggi ci si scaglia contro un governo tecnico o se volgiamo tecnocrate, il quale voglio ricordare se ce ne fosse bisogno e' retto da una maggioranza parlamentare, quindi politica.
I provvedimenti presi sono stati duri, forse potevano essere diversi. Ma la situazione precipitava e tutti, ma proprio tutti, se la stavano facendo addosso, a cominciare dal Cavaliere che quotidianamente, vedeva dissolversi le sue ricchezze nelle Borse. Altro che senso di responsabilità!
Questo governo dei professori, ma non degli Scilipoti, dei banchieri ma non degli indagati per mafia, per la sua connotazione apolitica, ha avuto la capacita' di compattare il malcontento, di renderlo svincolato da qualsiasi forma di mediazione e compromesso e per questo, di accrescerne a dismisura, i suoi effetti sull'intero territorio nazionale.
Berlusconi per circa un ventennio ha diviso il Paese.
Monti d'improvviso, lo ha unito. Nella protesta.