lunedì 28 aprile 2008

ROMA E' FINALMENTE LIBERA. QUANDO LO SARA' NAPOLI E LA CAMPANIA?

La vittoria di Alemanno a sindaco di Roma acuisce in modo piu' netto e schiacciante la debacle del PD e di tutta la sinistra italiana alle ultime elezioni.
Vittoria significativa. Alemanno partiva in svantaggio.E' riuscito a realizzare un sorpasso sorprendente. Ancor piu' sorprendente se si considera che al ballottaggio si e' registrato un grosso calo del numero dei votanti.
La sinistra e' stata battuta proprio in quei quartieri piu' popolari, dove le aspettative della gente sono state ancor piu' disilluse.
Finalmente anche nella capitale, si e' compreso che era necessario voltare pagina.
Soprattutto si e' compreso che chi amministrava la cosa pubblica, lo faceva con senso statalista ed accentratore.
Questo e' il difetto e l'arroganza tipico della sinistra, piu' evidente in quella italiana. Pensare che lo Stato debba avere un' ingerenza omnicomprensiva, come se il pubblico non fosse di tutti.
Il concetto di bene collettivo si e' confuso nella pratica con qualcosa che e' divenuto espressione auto-gestita di organismi ed esponenti di apparato e non come qualcosa che dovrebbe essere controllato, pianificato e valorizzato da soggetti terzi.
La sinistra ha determinato delle caste di controllo del potere per mezzo di suoi funzionari di partito che hanno determinato lobbies di apparteneza difficile da sdradicare.
Con la vittoria di Alemanno, Roma e' piu' libera.
Tale epurazione sarebbe necessaria e quanto mai benefica a Napoli e nella Campania, territori lottizzati da funzionari-manager di sinistra, divenuti piattaforme proliferanti della nuova borghesia di potere, aree colonizzate dai post-comunisti del xxi secolo.

domenica 27 aprile 2008

GRAZIE LO STESSO, NAPOLI

Nella sua prima stagione di ritorno nella massima serie, il Napoli ha compiuto il suo compito fondamentale: salvarsi con molte giornate d'anticipo.
La societa' rifondata da appena tre anni, gli innesti di molti nuovi elementi nell'organico, una piazza quella napoletana sempre molto esigente, erano tutte componenti che potevano influire sul cammino degli azzurri.
La saggezza di Reja, si puo' discutere dal punto di vista tecnico-tattico, ma non certamente per le sue doti caratteriali e di esperienza a tenere compatto il gruppo e le riconosciute abilita' di Pier Paolo Marino, come Direttore Tecnico, hanno comunque consentito alla squadra di ben figurare.
La tifoseria ed un certo tipo di stampa piu' "emozionale" hanno pero' tenuto un comportamento altalenante a seconda i risultati e i susseguenti umori della squadra, non dando una certa linearita' ed omogeneita' di giudizio al lavoro della squadra e della societa'.
Cio' si e' potuto evidenziare sia a meta' del campionato, dove una crisi di risultati stava mettendo in discussione lo stesso Reja- mi domando chi poteva sostituirlo - che in questo rush finale, quando addirittura si ritornava a parlare di possibile piazzamento Uefa.
La partita col Siena, ha sancito definitivamente - tranne alchimie aritmetiche - lo svanire di qualsiasi tipo di illusione.
Il Napoli ha disputato un dignitoso campionato, collocandosi in una posizione che tra l'altro era quella ipotizzata all'inizio del torneo.
Ha dato ai tifosi delle belle soddisfazioni, con le vittorie casalinghe contro Juventus, Inter, Fiorentina, Sampdoria e Udinese, tutte compagini posizionate ai vertici della classifica.
Ha valorizzato dei talenti ancora in erba, come Lavezzi, Hamsik, Gargano e la novita' di gennaio Santacroce.
Penso che sia come tifoso che come appassionato di calcio, personalmente, debba formalmente esprimere un ringraziamento alla squadra ed alla societa' per quello che sono riuscite a dare in questo campionato.
Si sono poste le basi per riaprire un nuovo ciclo Napoli.

giovedì 24 aprile 2008

25 APRILE: OGGI OCCORRE UN' ALTRA LIBERAZIONE

Si festeggia il 25 Aprile, anniversario della liberazione dal fascismo.
Ogni anno, giustamente si ricorda questa data per riportare alla mente la fine di una parentesi storica del nostro Paese, caratterizzata da un periodo di regime riconosciuto ormai da tutti come forma estrema di limitazione della liberta'.
Nel corso degli anni pero', questa data ha assunto una connotazione fortemente politica ed e' stata contraddistinta dall'affermazione di un grido di piazza espressione di una certa e limitata corrente di pensiero del nostro Paese, legata al mondo della sinistra, quasi ad individuare come fascisti tutti coloro che non si riunivano sotto le bandiere con la falce ed il martello.
Il 25 aprile e' invece la festa di tutti coloro che si sentono cittadini liberi di questo Paese.
Forse, l'aver troppo politicizzato questo evento, per assurdo ne ha fatto perdere il suo naturale significato contribuendo al contrario, a far prevalere un senso di spaccatura e di astiosita' interclassista lontani dallo stesso spirito attribuito alla data.
E' giusto ricordare per affermare ancora piu' saldamente il concetto di democrazia all'interno della Nazione ma ritengo ormai sterile e infruttuoso legare questo giorno ad una sola parte politica del nostro Paese.
In Italia purtroppo, credo oggi servano altri tipi di liberazione.
Molti cittadini hanno perso fiducia nel futuro, non sono piu' liberi di poter programmare, stretti dai loro bisogni e dalle loro necessita' quotidiane.
Meno liberi sono i giovani che non credono piu' nel domani, offesi e smarriti nella loro precarieta'.
In generale, si avverte un diffuso senso di prigionia, riflettendo sul decadimento di cio' che ci circonda.
La liberazione oggi, significherebbe allontanare i pericoli di una societa' violenta e propensa al crimine, una societa' dove non ci si sente ancora liberi di poter creare ed investire.
La liberazione oggi, dovrebbe assumere il compito di dissolvere questo senso di smarrimento e sfiducia.
Ci sarebbe bisogno di una vera liberazione soggettiva, foriera di una definitiva liberazione culturale ed antropologica.
Ricordare e' dovuto, importante e fondamentale.
Credere in nuove liberta' e altrettanto necessario.

martedì 22 aprile 2008

EARTH DAY E MIO COMPLEANNO

Oggi e' il 38° anniversario del EARTH-DAY, giornata di salvaguardia e difesa del patrimonio terra.
Nel corso degli anni questa data ha accresciuto la sua importanza simbolica, di pari passo con l'accentuarsi delle problematiche relative all'inquinamento ambientale.
Condotte sconsiderate da parte dei paesi industrializzati, abitudini dei singoli abitanti spesso non proprio corrette, hanno accentuato le emergenze relative all'ambiente.
Questa data acquista un rilevante valore simbolico nella mia regione, la Campania, dove purtroppo la questione ambientale e' divenuta argomentazione dai rilievi e dalle ripercussioni mondiali.
Coincidente con questo importante avvenimento e' la data del mio compleanno, oggi ne compio 41.
La cosa mi rende ancora piu' felice poiche' la mia data di nascita, per giunta io sono zodiacalmente un segno di terra, si collega ad un evento così rilevante e significativo.

domenica 20 aprile 2008

VALLONE DI CHIAIANO: SILVIO, SU DI TE INCOMBE LA PRIMA TRAPPOLA

A pochi giorni dal successo delle elezioni e dalla sua presenza a Napoli dove si impegnava formalmente a trovare una rapida soluzione all'emergenza rifiuti, su Silvio Berlusconi incombe il primo rischio di destabilizzazione della sua immagine.
Infatti pare, che il super Commissario De Gennaro, che fino ad ora ha soltanto tamponato l'emergenza con soluzioni transitorie, abbia deciso di attuare un altro provvedimento discutibile, individuando nella cava di Chiaiano a ridosso di Napoli, l'ennesimo sito transitorio (ma che poi risulterà definitivo) di sversamento rifiuti.
La comunità locale è già all'erta, pronta a fare dura battaglia.
La cosa strana è che gli attuali amministratori locali, in primis il primo cittadino Rosa Russo Iervolino, non fanno sentire il loro diniego, a differenza di come accadeva mesi fa per Pianura, altra località alle porte di Napoli.
Forse dopo la batosta elettorale e il momentaneo silenzioso defilamento di Bassolino sulla questione (il Governatore ha ormai compreso che è passata la sua ora), il Sindaco del capoluogo partenopeo preferisce che si determini una ulteriore querelle sulla questione rifiuti, dando di riflesso, a questo punto, inevitabili responsabilità a Berlusconi circa le sue promesse elettorali di rapida soluzione della crisi spazzatura.
Ricordo innanzitutto che il nuovo governo formalmente non si è ancora insediato e quindi se sono state prese decisioni in merito, le stesse sono frutto di concertazione tra De Gennaro
e gli amministratori locali che, fino a prova contraria, restano sempre ahimè gli stessi.
La cosa che insospettisce è che fino a qualche settimana addietro, Chiaiano, la cui area viceversa doveva essere lo scenario per il rilancio di un parco verde all'interno di un progetto di recupero delle zone collinari, era divenuto strategica arma elettorale delle sinistre, che si battevano affinchè questo, considerato uno degli ultimi polmoni della città, non venisse interessato da nessuna conversione in area di stoccaggio rifiuti.
Il silenzio di questi ultimi giorni da parte degli amministratori locali che pare diano carta bianca a De Gennaro, assume a mio avviso, un tentativo di deliggittimare le promesse di Berlusconi in campagna elettorale, una strategica alchimia tesa a realizzare una prima imboscata al neo-promosso premier.
Silvio, su di te incombe la prima trappola delle sinistre campane, che sperano di sconfessare le tue parole.

giovedì 17 aprile 2008

IL RILANCIO DEL SUD DEVE PARTIRE DALLA CAMPANIA

La vittoria del PDL a livello nazionale ha avuto un forte riscontro anche in Campania, una regione dove la sciagurata amministrazione delle sinistre ha causato danni veramente gravi.
L'emergenza rifiuti che in modo paurosamente superficiale si trascinava da ben 14 anni e la susseguente crisi nel comparto della mozzarella, hanno messo definitivamente in ginocchio una regione fortemente desiderosa di riemergere dalle sue ceneri, la cui immagine pare compromessa in modo irrimediabile.
Urge un forte interessamento del Governo centrale su questa realta' territoriale, in attesa speriamo, che gli attuali dirigenti locali ammettino il disastro da loro compiuto e la sonora sconfitta elettorale rimediata e gettino la spugna.
La Campania ha un patrimonio culturale di primissimo livello. Grandi sono i suoi fattori d'attrazione monumentali, archeologici, artistici e paesaggistici su cui si potra' senza dubbio lavorare per richiamare a breve un rinnovato flusso turistico, scappato da questa terra perche' indubbiamente impressionato dagli scenari a loro propinati.
Inoltre la regione presenta anche un considerevole potenziale di sviluppo infrastrutturale.
Basti pensare alle prerogative areoportuali di Grazzanise nel casertano e di Pontecagnano nel salernitano che diventerebbero snodi aerei di primaria importanza per i flussi turistici in entrata, dando al tempo stesso, supporto ed affiancamento al solo scalo di Capodichino, divenuto ormai insufficiente per una regione che dovrebbe fare del turismo uno dei suoi principali punti forza.
Si potrebbe dotare la regione di altri porti turistici sia per i deportisti privati che per le linee di collegamento per le isole del golfo e del basso Lazio. Mi viene alla mente la grande potenzialita' della darsena di Castelvolturno che, incentivata in tal senso, potrebbe diventare un volano di crescita per l'intero litorale domizio.
C'e' poi l'altra atavica questione relativa al mai avvenuto decollo definitivo del recupero dell'ex area dell'Italsider di Bagnoli. Anche nella zona occidentale di Napoli appunto, ci sono delle potenzialita' di crescita finora solo indicate dai precedenti governi locali di centro-sinistra.
E' l'ora di passare ai fatti, di credere in maniera concreta alle potenzialita' di questa terra e alla spasmodica voglia di sviluppo dei suoi abitanti.
Il rilancio del sud, deve partire dalla Campania.

lunedì 14 aprile 2008

VITTORIA DEL PDL: IL MURO DI BERLINO CADE ANCHE IN ITALIA

Come ho scritto nel post precedente, il voto poteva essere uno strumento di svolta per la Nazione e soprattutto un'occasione per ridimensionare le forze di sinistra del nostro Paese.
Cio' e' avvenuto in maniera netta al di la' di ogni aspettativa.
Prima di tutto hanno perso Veltroni e il PD, nuovo "democratico partito" della camuffata sinistra post-moderna, ricettacolo e rifugio di tutti i comunisti attivisti, passati oggi ai posti di comando e di riferimento strategico per il Paese.
Per la prima volta dal dopo guerra, nessuna forza della sinistra reale sara' presente nel Parlamento.
Ci sono state le dimissioni immediate di Boselli, leader dei Socialisti. Forse seguiranno quelle di Bertinotti, leader della Sinistra Arcobaleno, vero sconfitto di queste elezioni.
L'Italia sta vivendo una svolta epocale. La sconfitta delle sinistre nel 2008, restera' nella storia.
Evidentemente come ripeto da tempo, la gente della sinistra, i proletari, i disaggiati e tutti coloro i quali si identificavano in queste forze, erano ormai stanchi e indignati di un atteggiamento troppo salottiero, intellettuale ed imborghesito dei loro rappresentanti. Queste condotte per così dire troppo "radical chic" sono state palesemente punite.
Anche il sindacato con le sue scelte e il suo attivismo sempre piu' politicizzato, ha allontanato l'elettorato tipicamente di sinistra da questa corrente.
Non dimentichiamo poi il drammatico scempio della Campania, dove da oltre 15 anni imperversa la "tirannia" di Bassolino che in complicita' con Pecoraro Scanio, forse anche lui dimissionario, hanno prodotto gli effetti che tutti conoscono.
Inoltre gli elettori con il loro voto hanno snellito il panorama politico nazionale, premiando poche forze politiche. I cittadini con le loro scelte hanno anticipato cio' che forse a livello costituzionale andava fatto in precedenza.
Saranno presenti in Parlamento della Repubblica solo sei partiti di cui uno solo espressione della regione Sicilia. Gli italiani con le loro indicazioni hanno anticipato le scelte della politica.
Adesso c'e' bisogno di scelte coraggiose, forti nonostante il contesto internazionale non favorevole.
E' arrivato il momento di rialzarsi, di ritrovare l'orgoglio di essere italiani.

venerdì 11 aprile 2008

ALLA CAMERA LA DESTRA, AL SENATO PDL

Credo che a molti di voi come a me siano arrivate a casa le missive dei principali candidati premier di queste noiose elezioni. In tutte ci sono senza dubbio, lodevoli promesse e strategici impegni di rinnovamento di cui noi italiani dovremmo usufruire.
La cosa che si puo' notare che molte delle cose inserite in questi programmi elettorali sono simili, quasi a leggittimare un senso di grigiore e mesto appiattimento anche nelle idee di coloro che li propongono.
Nel mio piccolo, a questo punto, vorrei esprimere a mia volta il mio orientamento, intuendo in partenza che molti di voi che mi conoscono, gia' prefigurano verso quale area politica dirigga le mie preferenze.
Faro' pero' una scelta sentita anche se da molti sconsigliata. Votero' disgiuntamente.
Alla Camera daro' la mia preferenza alla Destra della Santanche', per premiare la stategia coraggiosa di un partito che ha preferito correre da solo. Una scelta di cuore, dettata dall'istinto, a favore di chi ha avuto l'azzardo di proporre battaglie nette e senza compromessi.
Scelta dovuta anche dal fatto che voto nella provincia di Caserta, quindi Campania 2 e non posso in questa modo premiare la mia preferita, Alessandra Mussolini, l'unica candidata di destra che fino ad oggi e' riuscita a mettere in difficolta' sua "maestà" Bassolino.
Al Senato il discorso e' diverso. Votero' PDL non tanto come motivazione sentita ma come calcolo strategico anti-Veltroniano. Il "democratico partito", il partito di Bassolino, non puo' essere appoggiato.
Sono riusciti a riempire Piazza del Plebiscito con l'escamotage di Antonello Venditti, loro menestrello accorso da Roma, giullare culturalmente impegnato.
Al capezzale di Bassolino da Afragola e' accorso finanche Massimo D'Alema con tanto di casco giallo a visitare per l'ennesima volta Bagnoli, sostenendo in modo ormai grottesco, che l'America's cup "si puo' fare".
Strategicamente il Governatore e' sceso tra la folla come uno dei tanti accorsi sostenitori dei finti rinnovatori, per lasciare il palco "democraticamente" ai contendenti, palco sul quale la sua figura sarebbe stata molto scomoda ed ingombrante. Per pura combinazione anche Rosetta Sindaco si trovava tra la folla, ma a distanza da Antonio, quasi che i due non avessero programmato la sceneggiata.
No, i comunisti del xxi sec. non si possono appoggiare. Essi appartengono a quella specie piu' pericolosa. Sono quelli che una volta militavano attivamente e che ora una volta imborghesiti, teorizzano dai loro salotti, insieme ai cultori universitari, a registi impegnati, a premi nobel che usano le piazze come loro palcoscenici itineranti.
Scimmiottano i new-liberal, i radical-chic, gli euro-socialisti ma alla fine sono rimasti comunisti.
Sono diventati uomini di comando e di riferimento di coop, banche ed enti dominanti il nostro Paese. Sono come tanti piccoli Putin italici, aperti al potere della democrazia ma statalisti e dirigisti nelle loro direttive interiori.
Come scrissi tempo fa dopo le dimissioni di Fidel, gli ultimi comunisti sono rimasti in Italia.
Il voto prossimo, e' un'occasione per liberarcene o quanto meno per ridimensionarli.

giovedì 10 aprile 2008

STANCAMENTE, AL VOTO

Ci siamo. Domenica si va a votare.
Nelle settimana passate molti di noi, me compreso, eravamo un po' restii nel considerare opportuno votare.
Esprimere una preferenza in un quadro politico istituzionale così confuso, pareva essere cosa non proficua. Si avvertiva un senso di profonda frustazione e di enorme insoddisfazione verso una politica fatta di solite promesse disilluse, di impegni non mantenuti.
L'ipotesi di astensionismo, voleva significare indirettamente rompere una certa logica di potere, scardinare un certo sistema di privilegio, manifestare quanto meno il proprio malcontento circa il proprio stato di distanza dalla politica nel suo insieme. Il non voto, poteva vagamente rappresentare una propria vendetta personale verso un mondo, quello della politica, ritenuta colpevole del nostro costante ed incessante declinio.
Ma sarebbe stata una vendetta sterile, un comportamento non fruttuoso di cambiamento.
Da onesti cittadini, consapevoli del nostro senso civico e partecipativo delle istituzioni, al tempo stesso penso che molti di noi, me compreso, alla fine andremo a votare.
La novita', quantunque il sistema elettorale sia bisognevole di grossi cambiamenti, e' che in questa tornata elettorale si voteranno i partiti e non piu' le coalizioni. Politicamente cio' dovrebbe rappresentare un ritorno ad una dialettica maggiormente democratica anche in rapporto ad un esito delle consultazioni non proprio nettamente certo.
Sicuramente andremo a votare consapevoli che il quadro politico-economico del Paese non preannunci dei mutamenti considerevoli nel breve periodo. Andremo a votare con la coscienza di chi sa che molte dei proclami ascoltati, non siano prontamente realizzabili. Forse andremo a votare nella logica di limitare l'avversario piu' che sostenere la propria parte politica.
Sicuramente andremo a votare piu' stanchi e svogliati per questa politica.

martedì 8 aprile 2008

LA TORCIA OLIMPICA FA DIMENTICARE IL RESTO

Le vicende degli ultimi giorni relative al tentativo di sabotare la torcia olimpica, mettono in risalto palesemente gli abusi di un paese, la Cina, che nonostante abbia raggiunto ultimamente livelli di massima apertura e penetrazione nei mercati internazionali, resta allo stesso tempo una nazione dove la democrazia e la liberta' religiosa e culturale non trovano di fatto nessun riconoscimento.
La vicenda degli abusi e dei soprusi contro il Tibet e' questione ormai atavica.
Da lustri i monaci tibetani e la popolazione di quelle latitudini devono affrontare limitazioni di ogni sorta alla loro normale esistenza.
La Cina da questo punto di vista resta un paese arcaico, un vero e proprio regime camuffato da un finto e moderno liberismo.
Le proteste e i tentativi di sabotaggio alla torcia olimpica in giro per il mondo, giustamente cercano di porre in primo piano il tentativo di calamitare l'attenzione sulle sorti di un popolo, quello tibetano, drammaticamente mutilato nei suoi diritti fondamentali.
Contemporaneamente ahime', tale attenzione fa scivolare in secondo piano altre pericolose questioni relative al gigante asiatico.
Ultimamente abbiamo assistito impotenti all'invasione cinese dei mercati, invasione silenziosa, costante, aggressiva e spesso non proprio lecita.
Merci contraffatte di scarso valore e di indubbia sicurezza, sono riuscite ad entrare costantemente nei maggiori porti internazionali. C'e' stata indubbiamente una sinergia tra mafie nel controllo e nel traffico di questi prodotti. I cinesi hanno in breve tempo avuto a disposizione una ingente liquidita' monetaria che hanno adoperato acquisitando immobili di proprieta' nei maggiori centri europei e mondiali, creando grandi quartieri-mercato.
Anche in Italia le cose sono andate allo stesso modo. La Cina ci ha fatto illecita concorrenza anche in un settore, quello del cibo, in modo quasi piratesco.
L'emergenza rifiuti ed in seguito quella relativa alla mozzarella, hanno fatto rapidamente dimenticare che fino ad ieri il pericolo numero uno era rappresentato dai cibi cinesi.
Merci avariate o comunque non sottoposte ai rigidi controlli alla pari di quelle europee, riuscivano ad invadere i nostri mercati, mettendo a repentaglio la nostra salute e determinando una concorrenza sleale.
E che dire dei pericolosi giocattoli maneggiati spesso inconsapevolmente dai nostri bambini?
Se la fiaccola olimpica trovera' ostacoli nel suo cammino, se alcuni paesi probabilmente boicotteranno i giochi, tutto cio' non deve far passare in secondo piano la costante minaccia esercitata dalla Cina, un paese che deve molto della sua crescita all'uso sistematico di comportamenti non proprio "convenzionali".

domenica 6 aprile 2008

STAGNAZIONE ECONOMICA: POSSIBILI RIMEDI

Ci avviciniamo all' appuntamento elettorale, con una serie di promesse che appaiono, sempre piu' irrealizzabili.
La questione che andrebbe approfondita e' quella economica ma, a livello internazionale.
Con un periodo caratterizzato dall'aumento continuativo del prezzo del petrolio e col perdurare del valore del dollaro su livelli molto bassi, si e' determinata una profonda crisi dei mercati internazionali.
Il greggio alto, comporta un vistoso aumento dei costi dei consumi energetici, con ricadute sia sulle bollette che sui prezzi al consumo, dovuti anche all'aumento del costo dei carburanti e quindi dei prezzi del trasporto.
A loro volta, i produttori di petrolio vengono ad avere in mano una valuta che perde il proprio valore, il dollaro. Piu' scende il dollaro, piu' i paesi produttori aumentano il prezzo del petrolio, per non perdere profitto.
E' un cane che si morde la coda. Si dovrebbe intervenire a livello di banche centrali, per condizionare di comune accordo un congelamento ed un abbassamento del valore dell' euro, vera causa principale di tutto questo "turbamento".
Con un innalzamento del valore del dollaro e conseguente ridimensionamento dell' euro, i mercati riprenderebbero respiro. Ci sarebbe piu' sicurezza nel sistema interno statunitense. Le borse riprenderebbero quota con ripercussioni anche su quelle europee.
Si creerebbero due monete forti rispetto ai mercati asiatci. L'export europeo e quello italiano in particolare, sarebbe stimolato a migliorarsi in base a fattori qualitativi, non piu' affidandosi al semplice vantaggio speculativo dovuto al cambio.
Penso che l'euro così alto, il dollaro così basso ed il prezzo del greggio così elevato, siano tre componenti macro-economiche che, se non si modificheranno, non permettaranno la fattibilita' di nessuna ripresa produttiva, determinando il perdurare di una forte stagnazione internazionale.

giovedì 3 aprile 2008

LA SINISTRA MAL GOVERNA, LA DESTRA NON S'E' DESTA

Così scrivevo sul Roma circa un anno or sono, per testimoniare come al mal governo della sinistra campana non ha mai fatto seguito una forte e concreta opposizione da parte della destra.
Dobbiamo infatti risalire agli inizi degli anni 90 per ricordare come l'On. Mussolini riuscì a portare al ballottaggio l'allora candidato sindaco Bassolino.
Dopo quella tornata elettorale, con l'intermezzo del G8 che porto' tanti soldi nel capoluogo partenopeo, soldi usati per semplici interventi di facciata, Bassolino sindaco uscente fu "sfidato" da Novi, rappresentante di Forza Italia, da molti forse dimenticato, personalita' di inefficace spessore che non impensierì in alcun modo la riconferma del primo cittadino, avvenuta al primo turno.
In questi 10 anni da sindaco, Bassolino inizio' a creare quel sistema clientelare, quell' ingranaggio di potere, che utilizzera' poi, nella corsa alla guida della regione.
Nel frattempo, nel 2001, di pari passo con le politiche, si va di nuovo alle urne per eleggere il Sindaco del capoluogo. La strada aperta da Bassolino, rende agevole la nomina della Iervolino a primo cittadino.
L'opposizione di Martusciello Antonio, fratello del piu' noto Fulvio, non e' efficace, nonostante la benedizione dello stesso Berlusconi, piu' volte in citta' all'epoca per sostenere il giovane candidato.
Dopo cinque anni, con una Iervolino gia' stanca di svolgere il suo ruolo, di fronte ad un'evidente decadimento della citta', pregata dagli stessi vertici dell'ancora esistente margherita per non gettare la spugna, la Sindaco uscente riesce a mantenere il suo incarico.
Nel 2006, lo sfidante di turno e' Malvano, ex questore. Lo "sceriffo" scelto dai vertici campani di Forza Italia, non produsse l'effetto sperato.
Anzi, la sua debacle, evidenzia una netta spaccatura in seno a Forza Italia, in regione. Alla leadership dei Martusciello, si affianca la figura di Nicola Cosentino, uomo di Berlusconi, il quale esce pero' con le ossa rotte dalla sconfitta per la Provincia di Caserta, ad opera di Sandro De Franciscis, nel 2005.
Di solito le promozioni avvengono dopo dei successi. Per Cosentino accade il contrario. Dopo la sconfitta viene eletto capo-gruppo di Forza Italia per la Campania. Evidentemente, il cav. Berlusconi sapeva che comunque Cosentino rappresentava una importante risorsa a cui non poteva rinunciare.
Queste frizioni tra Cosentino e i Martusciello, producono un' altra scelta non proprio azzeccata: la nomina di Italo Bocchino a sfidante del Governatore uscente, Bassolino.
Viene calato nella mischia con imbarazzante ritardo. La destra non riesce a indicare in modo programmatico e strategico, una figura forte ed aggregante. Bocchino addirittura sugli stessi manifesti elettorati evidenzia la sua difficolta' con la scritta: "scusate il ritardo". Bassolino ne fa un sol boccone. Dell' ex pupillo di Tatarella non si hanno piu' tracce nel territorio, fino a comparire nuovamente a distanza di anni nelle liste alla Camera, calato direttamente dai vertici del partito, direttamente da Roma, sua nuova citta'.
Siamo ormai a ridosso della data delle politiche. Dalla Campania si aspetta un segnale forte di inversione di marcia locale. C'e' stata una certa epurazione. Alcuni di questi personaggi citati, come Malvano, Novi, Martusciello non compaiono piu' nelle liste.
Ma se la destra vincera' lo fara' piu' per le incapacita' e le colpe del governo "dinastico" di Bassolino che non per propri meriti.
Avverra' una svolta storica, non sicuramente politica.

martedì 1 aprile 2008

DIMISSIONI DI BASSOLINO

Ultima ora.
Il Governatore Antonio Bassolino si e' dimesso.
Il leader del PD, Walter Veltroni, ha accettato la sua decisione, proponendo l'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi alla guida della Campania.
L'amato professore, si tuffera' in questa nuova avventura, con il piglio di sempre.
Ha gia' acquistato casa a Bagnoli. Per recarsi a palazzo S. Lucia usera' la bicicletta. Gli sara' regalata dallo dallo stesso Veltroni. E' una di quelle comprate e mai usate nel progetto di Roma ciclabile.
Peccato che rispetto alla sua pianeggiante Bologna, il professore dovra' ogni giorno "affrontare" pedalando la dura salita di Coroglio.
I napoletani sono pazzi di gioia come ai tempi dell' arrivo di Maradona.
Le ricevitorie del lotto gia' sono gremite. E' tutto un fremito per giocare il classico terno: 10, 31, 32.
( il governatore, la mortadella e il professore )
Ah, ah, ah!!! Buon pesce d'aprile a tutti.