giovedì 15 agosto 2019

CRISI POLITICA: SALVINI IL TRADITORE CHE FA COMODO A TUTTI


Se si vota il M5S perde. Se si allea al PD, si dissolve.
Ma davvero voi credete al tradimento di Salvini? Qui c'e' stata una raffinata, pianificata e cinica regia politica, una strategia talmente semplice nella sua evoluzione, ma tanto ardita nella sua ideazione.
Il Paese con lo strappo di Salvini, elimina la proiezione politica di un movimento scomodo a tanti. La crisi improvvisa ( anche se da tempo latente) ne castra la sua evoluzione, ne svilisce la sua esistenza, ne ridimensione la sua vitalita'. Lo strappo fa apparire d'improvviso i pentastellati uguali agli altri, protesi ora alla ricerca di alleanze, di accordi di Palazzo. Usando Salvini...implode un movimento nato dal nulla, dalle piazze, dalla protesta. Un movimento di cittadini qualunque che aveva fatto sognare che fosse possibile un altro tipo di politica in questo Paese, una politica fatta di slancio, senza calcoli, da persone animate soltanto dal desiderio di dare credibilita' alle Istituzioni. Un movimento che per le sue battaglie era diventato da subito scomodo ed ingombrante ai media, alle lobby, alle banche, alle clientele, agli affaristi, alle massonerie, ai mafiosi e a tutto l'intreccio di velate ma di certo esistenti complicita tra essi.
Dare ora la colpa a Salvini e' fin troppo comodo. Lui penso, si presti pure al gioco, accentuando il suo essere volgare, diretto, esibizionista, accentratore, quasi narciso e infinitamente presenzialista. Il Paese ora e' cio'. Un Movimento al tramonto e tanti protagonisti ormai dissolti che ora cercano di ritrovare la verginita' perduta. Assisteremo nuovamente a promesse rassicuranti, fatta da imbonitori professionali, magari anche da qualche illustre tecnico referenziato pronto a sacrificarsi al capezzale del Paese.
Ma in tanti tireranno un sospiro di sollievo. La crisi una cosa certa ha prodotto: da ora in poi, il M5S potra' solo indebolirsi

venerdì 9 agosto 2019

LA CRISI PIANIFICATA


La crisi di Governo di sicuro non era un fulmine a ciel sereno. Ma di sicuro creera' un diluvio torrenziale la cui durata non e' ancora prevedibile.
Salvini e' in campagna elettorale da oltre un anno. Un Ministro degli Interni cosi esposto e con una agenda di appuntamenti cosi fitta, io non lo ricordo a mia memoria. Non appuntamenti per cosi dire di lavoro, ma happening di propaganda gia' ben delineati da tempo. Basta vedere il tour in Puglia di questi giorni che proseguira' in Calabria e Sicilia.
Come si fa a non dubitare che la crisi non fosse altro che una bomba ad orologeria cinicamente pianificata, il cui innesco era gia' programmato nei tempi, nei contenuti e nel contesto favorevole? Di solito si usava dire in questi casi, a chi rimarra' il ceniro in mano. Senza ombra di dubbio, penso che in questo frangente, il cerino, anzi il carbone ardente...resti nelle mani degli italiani, ancora una volta fregati dalla casta, dalle clientele, dalle lobby affariste, dai media di apparato.
Tornando a Salvini, ci troviamo dinanzi al politico presente in Parlamento di piu lunga durata. Uno squalo, un cannibale, uno sciacallo.
Salvini esisteva a livello politico prima anche di Berlusconi, roba che il giovanotto Di Maio davvero sembra un boy-scout.
Ma il popolo in questi anni ha saputo valutare l'operato dei suoi rappresentati istituzionali. Dare ascolto solo ai sondaggi, e soprattutto confrontare i sondaggi rispetto a diversi appuntamenti elettorali, non ha mai portato a certezze scientifiche. Dare poi ascolto a sondagisti di sistema, quel sistema che i 5S hanno cercato di scardinare, sarebbe solo un argomentare da fessi. Ma il popolo ahime' e' divenuto un semplice replicante, privo di coscienza critica. Dove c'e' piu' rumore, li si deve creare la eco di rimbalzo, per dare risonanza al capo branco piu abile e capace ad emettere frastuono.
Vedremo come andra', come sara' gestita la crisi da Mattarella e quali saranno le alleanze. La cosa che mi auguro da elettore 5S che il movimento resti fedele ai suoi principi di coerenza ed onesta' e non cada nel traboccheto di alleanze che, come volevasi dimostrare, sono divenute nel caso del governo giallo-verde, vere e proprie zavorre programmatiche

venerdì 2 agosto 2019

ABITUARSI AL BRUTTO COME ANTICORPO PER UNA SOCIETA NEL DEGRADO


Ci si abitua a tutto. Ci si abitua anche al degrado, ahime'.
Mesi fa, nel rione dove vivo, il P.co la Pineta ai Colli Aminei a Napoli, tante polemiche in merito allo stato di abbandono in cui versavano i giardini pubblici. Tante polemiche anche su un gruppo, dal quale mi sono cancellato ( mitici colli aminei ) poiche' in contrasto con alcuni commenti di soggetti che hanno ruoli amministrativi alla Circoscrizione del territorio. Giardini che d'improvviso...furono messi in ordine ed a cui fu dato un certo decoro, in vista della visita del primo cittadino ad intitolare una piazzetta, visita che coincise con il classico gesto "green"..tanto in voga di questi tempi per una sinistra ahime' senza piu' argomenti...la piantumazione di un alberello di ulivo, in merito alla quale io commentai di sentirmi ancor piu' preso in giro come cittadino del rione, poiche' era ridicolo che si mettesse a decoro uno spazio verde soltanto per far fare bella figura ad un Sindaco assolutamente manchevole per come si e' degradata la zona in cui abito dalla nascita.
Bene, anzi, male, dopo oltre un mese da quella data, il P.co versa nel suo degrado, come ormai da anni. Il prato o quello che ne resta, e' una distesa gialla di erba secca, in cui imperversano solo cartacce, buste di plastica e rami secchi abbandonati. Le campane dei rifiuti particolari ( plastica e vetro) sono ricolme, altra plastica e altro vetro rimane giacente ai loro margini, in compagnia di grossi sacchi neri, credo di materiale di risulta che qualche ditta di lavori in muratura, avra' lasciato li, per terra, in modo scellerato. Non c'e' controllo, nessuno vigila, ma soprattutto nessuno si indigna. Ci si e' assuefatti al brutto, alla sporcizia, all'incuria. La si vede ormai, una cosa normale che fa parte del nostro vivere quotidiano.
Montagne di agrumi, arance, di alberi selvatici, giacciono su quello che resta di un prato malandato che chiede aiuto, soccorso, che implora rispetto, riscatto, ma che ora puo' solo urlare malinconicamente il suo stato di fine biologica. Arance che fanno sentire l'olezzo del loro stato di decomposizione, olezzo flautolento che fa da richiamo a insetti, blatte e forse credo, anche a qualche roditore che trovera' tanto cibo a disposione offerto da una natura malandata e abbandonata al suo destino.
I marciapiedi sono lerci, pieni di resina di quel che resta dei pochi pini salvati al disastro dell'abbattimento per moria, dove il puzzo di piscio dei cani nella stagione calda fa sentire la sua presenza.
La notte poi, il P.co diventa luogo di incontro di gente sballata, in preda al delirio provocato dall'alcool e dalle droghe. Fino alle 2 passate, ci sono schiamazzi insopportabili, gare di motociclette con marmitte rumorose, sterei dell'auto a palla che irrompono nelle case, togliendo il sonno ai residenti.
Questa e' la Pineta oggi, specchio di una societa' decadente e dell'abitudine ahime, a vivere in un contesto sempre piu' degradato