Se si vota il M5S perde. Se si allea al PD, si dissolve.
Ma davvero voi credete al tradimento di Salvini? Qui c'e' stata una
raffinata, pianificata e cinica regia politica, una strategia talmente
semplice nella sua evoluzione, ma tanto ardita nella sua ideazione.
Il Paese con lo strappo di Salvini, elimina la proiezione politica di un
movimento scomodo a tanti. La crisi improvvisa ( anche se da tempo
latente) ne castra la sua evoluzione, ne
svilisce la sua esistenza, ne ridimensione la sua vitalita'. Lo strappo
fa apparire d'improvviso i pentastellati uguali agli altri, protesi ora
alla ricerca di alleanze, di accordi di Palazzo. Usando
Salvini...implode un movimento nato dal nulla, dalle piazze, dalla
protesta. Un movimento di cittadini qualunque che aveva fatto sognare
che fosse possibile un altro tipo di politica in questo Paese, una
politica fatta di slancio, senza calcoli, da persone animate soltanto
dal desiderio di dare credibilita' alle Istituzioni. Un movimento che
per le sue battaglie era diventato da subito scomodo ed ingombrante ai
media, alle lobby, alle banche, alle clientele, agli affaristi, alle
massonerie, ai mafiosi e a tutto l'intreccio di velate ma di certo
esistenti complicita tra essi.
Dare ora la colpa a Salvini e' fin
troppo comodo. Lui penso, si presti pure al gioco, accentuando il suo
essere volgare, diretto, esibizionista, accentratore, quasi narciso e
infinitamente presenzialista. Il Paese ora e' cio'. Un Movimento al
tramonto e tanti protagonisti ormai dissolti che ora cercano di
ritrovare la verginita' perduta. Assisteremo nuovamente a promesse
rassicuranti, fatta da imbonitori professionali, magari anche da qualche
illustre tecnico referenziato pronto a sacrificarsi al capezzale del
Paese.
Ma in tanti tireranno un sospiro di sollievo. La crisi una
cosa certa ha prodotto: da ora in poi, il M5S potra' solo indebolirsi