venerdì 22 dicembre 2023

CORRERE NELLA PALUDE

 

Tutto corre
Tutto e' veloce
Tutto passa. E in fretta
L'irrefrenabile turbinio, rende tutto fugace, frenetico
Frenesia schizofrenica portatrice di volatilita', effimera eccitazione
Frettolosamente, tutto piu' velocemente si dimentica
Nulla viene inciso nella mente
 
A volte, pero', tutto ci appare maledettamente fermo, immobile
Magneticamente ipnotico
Tutto diventa fluido, impalpabile, inconsistente
Il tempo nella sua contrazione, porta a dilatare l'attesa
L'attimo sembra fermarsi. Impantanarsi in una palude
Allora si inizia a correre. O si tenta di farlo
Si corre, per cercare di non fermarsi
Fermarsi induce a pensare
Pensare produce pensieri
A volte, cattivi pensieri
 
La percezione di cio' che ci circonda, e' momentanea, ingannevole
Il virtuale diventa reale
Un reale standardizzato, omologatamente replicato
Abitudinaria transumanza che si opacizza
Istanti sempre uguali che cerchiamo di fermare con uno scatto
Fermo immagine di vita vissuta
Un selfy, specchio dell'io momentaneo
Un io che vive di solo oggi
Perche' il passato ci porta tristezza
Il futuro, nebulosa incertezzaPotrebbe essere un'immagine raffigurante albero

venerdì 13 ottobre 2023

PERIODO BLU. DOVE IL COLORE FA RIMA CON IL DOLORE


Dopo il Covid pensavamo che il peggio fosse superato.
Pensavamo che  nulla potesse essere  barattato con la liberta' e che la liberta'  fosse il valore  supremo, assoluto, imprescindibile.
Di fronte alla privazione della liberta', susseguita a breve tempo dall'obbligo vaccinale, ci illudevamo che, passata la "tempesta" le nostre vite avessero avuto nel breve periodo, un ritorno alla normalita'.
 
E poi, cosa e' accaduto realmente? Davvero si e' tornati a come eravamo? Davvero e' ripresa la nostra vita in modo regolare?
I nostri rapporti, le nostre relazioni abituali, il nostro approcciarci al prossimo e' lo stesso di quello che avevamo abitualmente prima?
Ritengo assolutamente di no.
 
Le difficolta' sociali, economiche ahime', sono rimaste, forse si sono anche a loro modo accentuate. Lo stato di emergenza, di allerta, e' stato sdoganato per tutta una serie di altre criticita', facendo diventare permante quel senso di cronica incertezza, di propagato terrore, di mediatico allarme che, a questo punto, possono ritenersi ciniche forme di una pianificata strategia sociologica del nostro tempo. Nella paura, le masse sono molto piu' influenzabili e quindi molto piu' gestibili e, alla lunga, si innamorano dei propri carnefici.
 
Cio' ovviamente ha contribuito in modo definitivo a mutare la percezione che si riceve tra le persone. Ma soprattutto sono le persone ad essere cambiate. Gli sguardi sono diversi. I pochi sorrisi sono soltanto di apparenza. Tutti sono assolutamente piu' aggressivi, arroganti, saccenti, spocchiosi, distanti. L'egoismo diventa la norma. Il prossimo non esiste.
 
Si aspettava con ansia al tempo del Covid di ritornare ad avere quel contatto umano a noi tanto caro e abituale. Ma forse gia' all'epoca, non si era avuta la giusta percezione di vivere in una societa' fatta da individui plasticamente vicini ma intimamente distanti. Un insieme di soggetti che formalmente e materialmente insieme, a contatto gli uni con gli altri, pensavano illudendosi, di allontanare gli spettri della solitudine che in tanti interioremente, gia' percepivano in modo importante.
 
Invece ci siamo trovati immersi in una societa' molto piu' incazzata, impaziente, stressata dove l'individualismo, l'egoismo, l'utilitarismo sono divenuti caratteri dominanti del vivere quotidiano e dove chi ha, possiede, gode di uno stato di grande agiatezza e' sempre piu esibizionista e vive in una assoluta forma di sfacciato edonismo e chi, al contrario, vive ai margini, in difficolta', in disagio e' sprofondato in preoccupanti forme depressive anche latenti e quindi non realmente percepite, o in pericolose derive aggressive, alla lunga devastanti.
 
Una societa' sempre piu' malata, ma sempre meno capace di riconoscere, accettare e porre rimedio al suo disagio, perche' fatta da individui sempre piu' isolati, meno comunicanti su argomentazioni e concetti sani e di spessore, nonostante ci sia una comunicazione tra gli stessi molto piu' capillare, continua e diffusa sulle varie piattaforme social ma dove nel contempo, il livello delle argomentazioni tra gli stessi, dei messaggi proposti, verte su contenuti progressivamente e  irreversibilmente  scadenti.
In questo interscambio connettivo,  ciascuno nell'altro, cerca uno specchio  al proprio io.  Uno specchio su cui ritrovare riflessa la propria immagine,  un'immagine ahime', sempre piu' vuota,  fragile, effimera.
 
Se si potesse rappresentare artisticamente il periodo che stiamo vivendo, senza dubbio potremmo definirlo come il periodo BLU del Maestro Pablo Picasso, dove il colore...fa rima con il dolore...Nessuna descrizione della foto disponibile.



venerdì 29 settembre 2023

ANCHE PER IL BRADISISMO SARA' EMERGENZA "MEDIATICA"?

 


Negli ultimi anni, abbiamo assitito inermi e passivi ad alcuni fenomeni mediatici a cui e' stato dato il nome di EMERGENZA che a mio avviso, restano pianificate sperimentazioni di massa dalle finalita' sociologiche e interelazionali.
 
Il COVID e' stato una sorta di passaggio storico, di spartiacque di una societa' gia' da tempo dipendente e influenzabile dai mezzi social, in una societa' dove, attraverso tali strumenti, il controllo capillare della popolazione acquisisce i caratteri del normale vivere quotidiano.
 
La diffusione della PAURA e del TERRORE a loro volta, sono gli elementi dominanti per poter realizzare tale sottomissione. Nella paura, le masse riceventi il messaggio, diventano piu' mansuete e quindi, molto piu' gestibili ai comandi di chi detiene il potere.
 
Le EMERGENZE assumono un ulteriore aspetto molto importante per chi detiene il potere. Sono degli abili DISTRATTORI SOCIOLOGICI. Il loro fine e' portare l'attenzione su di un mega problema che diventa colossale, apocalittico per dare molta minore importanza ad un'infinita serie di problemi e bisogni del vivere quotidiano ai quali ovvio, per sopraggiunte necessita' straordinarie, non si da piu' loro la dovuta attenzione.
 
Le EMERGENZE poi, al tempo stesso, sopperiscono all'incapacita' di crescita economica dei paesi interessati dalle stesse. Anzi, per assurdo, la giustificano e rendono cosi normale la creazione di nuovo debito che, i vari paesi coinvolti, vanno a determinare non potendo semplicemente con i loro asset produttivi esistenti, colmarne o invertirne per tendenza.
 
Il COVID prima, la GUERRA in UCRAINA poi, adesso l'EMERGENZA MIGRANTI, diventano preziosi vettori comunicativi per chi detiene il potere e, al tempo stesso, grossi contenitori vuoti su cui far convergere l'attenzione delle masse riceventi passive che, in tali eccezionalita', rinunciano alla rivendicazione di propri diritti primari o comunque a necessita' e bisogni storicamente pregressi ai quali si posticipa ulteriolmente il dare risposta.
 
Ci sono poi reali sciagure, eventi eccezionali non previsti, come alluvioni, terremoti e disastri vari dove l'EMERGENZA diventa da subito un grosso contenitore mediatico, per poi essere nel breve, cicoscritto e velocemente rimesso nel cassetto. Tutti ricordano i terremoti de l'Aquila, dell'Emilia, di Ischia le alluvioni sempre in Emilia e nella stessa isola verde. Create gestioni commissariali emergenziali, sulle quali poi, non si hanno piu' notizie.
 
Le EMERGENZE poi, diventano passarelle politico-istituzionali dove chi detiene il potere lo aumenta a dismisura ( DRAGHI - MELONI - in Campania DE LUCA ) o chi lo vedeva vacillare da tempo, lo recupera ampiamente ( CONTE ).
Negli ultimi giorni nella mia Regione, la Campania, stiamo assistendo ad un'altra martellante situazione emergenziale: il BRADISISMO DELL'AREA FLEGREA. Da sempre tale area e'  interessata da questo fenomeno naturale. Certo, negli ultimi giorni lo sciame sismisco e' in costante aumento, ma nella storia si sono gia' vissute spesso tali situazioni.
 
La differenza con il passato qual'e'? L'avvento dei social e il cavalcare la paura, ingigantirla, come strumento per tenere sotto controllo la popolazione. Se per lustri nessuno si e' opposto alla cementificazione selvaggia di tali zone, cosi come quelle alle pendici del Vesuvio, se nessuno ha mai pagato per le sue omissioni o le sue complicita', quale misura estrema migliore anche se assai dolorosa che un forzato allontanemneto della popolazione dai luoghi di residenza, come preventivo e a questo punto postumo e cinico metodo di deresponsabilizzazione politico-istituzionale?
Non vorrei che si prendesse la palla al balzo e il fenomeno diventi di interesse nazionale, per dare modo ai governanti nazionali e locali di fare sfoggio della loro " efficiente macchina organizzativa emergenziale".
 
Non lo auguro assolutamente, ma li vedrei gia', il Generale di turno nominato Commissario Straordinario per il BRADISISMO, insieme alla Premier Meloni e al Governatore De Luca, prendere le luci della ribalta nell' assicurare le popolazioni interessate dall'EMERGENZA, di non temere il momentaneo ma chissa' forse definitivo allontanamento dalle proprie zone di residenza, citta' di Napoli compresa, verso luoghi che gia' oggi, sono stati indicati nelle varie parti del Paese. Il putiferio social, la paralisi oggettiva nelle zone interessate, le interviste alla popolazione, l'ingigantito caos e tutte le trasmissioni TV a fare cassa con l'auditel.
 
No. Per amore della mia terra, di questo spettacolo macabro non vorrei mai esserne testimone

mercoledì 20 settembre 2023

L'ESODO BIBLICO DALL'AFRICA, VA GESTITO CON TRAGHETTI DI LINEA

 

Se la questione migranti e' un problema Europeo si organizzassero traghetti di linea pagati dall'UE evitando il traffico di essere umani. Cosi facendo, si limiterebbe il commercio di persone e si eviterebbero disastri e incidenti in mare quindi, perdite di vite umane.
I traghetti sui quali potrebbero navigare comodamente e in sicurezza migliaia di "viaggiatori" africani, potrebbero effettuare una sorta di crociera nel mediterraneo, lasciando nei vari paesi che si affacciano su queste acque, un certo numero di profughi o migranti economici.
Potrebbero al tempo stesso, effettuarsi corse settimanali al di fuori dello Stretto di Gibilterra, portando altri cittadini africani verso il Portogallo e poi su verso il mar del Nord, quindi in Olanda, Germania e paesi Scandinavi.
Il mio non e' sarcasmo.
Se tutti gli analisti affermano che questo esodo non avra' fine e che fino al 2050 ci sara' una crescita esponenziale di tale problema, meglio organizzarsi in modo per cosi dire ordinario.
Ma purtroppo oggi, si vive di emergenza. Con l'emergenza si fa propaganda. Con l'emergenza si fa auditel. Con l'emergenza si plasma l'opinione pubblica. Con l'emergenza si tiene il popolo sotto schiaffo. Con l'emergenza si fa nuovo debito pubblico. Nell'emergenza si tralasciano i problemi ordinari, quotidiani che, nel tempo, diventano normali manifestazioni del vivere il proprio tempo ( inflazione, disoccupazione, denatalita', caro mutui, caro affitti, caro carburanti, debito pubblico, ritardo infrastrutturale, eccesso di burocratizzazione ).
Oggi il problema migranti sta assumendo le stesse caratteristiche che ebbe il Covid: un mega distrattore sociologico e una salvezza per chi detiene il potere che, invece di gestirlo in prima persona, demanda all'UE le responsabilita' e le decisioni a riguardo
 
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sabato 29 luglio 2023

NELL'EPOCA DELLA CULTURA OMOLOGATA, IL NEGAZIONISMO DIVENTA UN CONCETTO ALLA MODA


Va di moda parlare di negazionismo e additarlo ad una visione del mondo retrogada, culturalmente limitata e piu' propriamente di ispirazione sovranista-conservatrice. La differenza e' che in origine, tale termine era adoperato contro coloro che negavano una evidenza accertata storicamente o scientificamente. 
Oggi, negazionista e' colui che nega una certa visione delle cose sulle quali non ci sono nel contempo, assolute e comprovate verita', ma unicamente l'irradiazione di un omologato e standardizzato pensiero dominante, al quale tutti dovrebbero adattarsi senza porsi domande, dubbi, curiosita', perplessita'. Negazionista e' colui il quale e' fuori dal coro, non su certezze dogmatiche, ma appunto, per una personale, critica ed intellettualmente libera, visione delle medesime.
 
A coloro che sono convinti che il negazionismo sia cio' mi limito ad indicare che oggi, nel 2023, noi italiani insieme agli altrti abitanti del continente europeo, con l'utilizzo dell'auto elettrica, del pannello solare, del cappotto termico e della carne creata con le cellule staminali, dovremmo salvare il mondo, scongiurando l'annunciato e, al tempo stesso apocalittico, surriscaldamento globale.
 
Il tutto mentre dall'altra parte del mondo, nel continente asiatico, 2 giganti economici, come Cina e India con oltre 3 miliardi di abitanti, continueranno a espandere le loro economie tramite l'utilizzo di fonti energetiche fossili, infischiandosene altamente di tutti i trattati e di tutti gli accordi finalizzati alla riduzione della produzione dei gas serra.
 
Tutto ok. Continuate cosi. Auguri
p.s.   se siete  davvero  cosi rispettosi  dell'ambiente,  non siate "peccatori" e non fate i bigotti:  quando  fa caldo, non vi limitate a fare i tipi formalmente corretti sfoggiando al parco la vostra borraccia di metallo. Siate coerenti. Evitate altresi l'uso dell'aria condizionata

domenica 11 giugno 2023

GRIGIO. IL COLORE DI QUESTO TEMPO

Grigio. Il colore di questo tempo. Tempo di declinio dove al costante grigiore cromatico meteorologico si abbina la "tonalita" triste e senza colore del vivere quotidiano. Il nero almeno, ha un suo perche'. E' una tonalita' decisa. E' un colore senza compromessi.

Ma il grigio no. E' il colore dell'eterna indecisione, del permanente rinvio di ogni scelta. E' il colore dell'adattamento, termine oggi divenuto RESILIENZA, cioe' la capacita' di limitare il proprio essere alle avversita' della vita, una vita grigia per l'appunto.

Il grigio di questa epoca e' sinonimo di una vita senza sussulto, senza emozione, senza certezze.
Grigio e' diventato un modo d'essere, uno stile di vita.
Una vita dove tutto ci viene proposto in modo omologato
Grigio e' l'essere massa acritica, passiva, replicante, quiesciente.
Il grigio toglie il colore a cio' che e' colorato.

Tutto diventa nebuloso, inespressivo, pallido, impercettibile, neutro.
Una rosa brillante in un contesto di nuvoloso grigiore, perde la sua vivacita'.
Un sorriso smagliante all'interno di un contesto di grigiore comunicativo tra persone omologate, passive e allineate (sagome vuote, riflesse in specchi opacizzati ) si trasforma in qualcosa di negativo, venendo percepito come espressione di solarita', indipendenza, quindi positivita', energia, empatia, ma considerato come inopportuno proprio perche' "luce" e percepito come fastidioso riverbero isolato in un contesto oscuro, tenebroso.

Grigio e' sinomino di rassegnazione, arrendevolezza. Una vita grigia, una vita sempre uguale, incanalata in prestabiliti ( da altri ) binari.
Essere grigi e' vivere senza orizzonti. O meglio e' vivere cercando un orizzonte non visibile, perche' nascosto dietro nuvole comportamentali e cognitive che non conoscono e non ammettono l'interfacciarsi alla multivariegata cromaticita' vivace.
Un acquerello e' un trionfo di vita. In un acquerello, in un azulejos il grigio non e' presente.
Il grigio e' tristezza. Il grigio e' rassegnazione.

Ma il grigio e' anche calcolo, pianificato cinismo.
Una faccia grigia e' un volto calcolatore, perfido, opportunista.
Vivere in modo grigio per molti e' una scelta. Per alcuni un opportunita'.
Vivere nella nebbia, resta a prescindere, una vita di merda

martedì 14 marzo 2023

LA SCHLEIN ALLA LUNGA INDEBOLIRA' IL PD

 Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona, da seduti e il seguente testo "PD]"

La base del PD, non voleva la Schlein ma Bonaccini. Ma nei gazebo alle primarie si sono sovvertiti i pronoistici. La vittoria a mio avviso e' maturata anche grazie ai tanti voti giunti dagli elettori grillini.
 
Una volta assunta la Segreteria, anche ai colonelli andava bene un volto nuovo, finalmente una donna anche a sinistra. Un nuovo leader che comunque doveva seguire la base, una base molto variegata e connessa a territori molto diversi del Paese.
 
Ma la Elly si e' subito montata la testa. Ha strizzato l'occhio al M5S pensando di avere ampi poteri decisionali. A breve si rendera' conto, che i maggiori ostacoli li avra' all'interno del suo partito, dove ci sono troppi leader con diverse idee, spesso diverse dalle sue.
 
Un partito che vuole tornare ad essere maggioranza e ambisce a tornare ai livelli di quando Renzi ne era il Segretario, non  puo'  soltanto  parlare di lotta  al  fascismo ( una  sorta  di  delirio allucinogeno )  di  diritti LGBT, di utero in affitto, di liberalizzazione della cannabis, di Ius Soli e di accoglienza ai migranti
A tanti italiani di sinistra, queste argomentazioni non interessano.
 
La sinistra era quella forza politica vicino agli ultimi, alla classe operaria, ai disoccupati, ai braccianti. La nuova sinistra divenuta salottiera, intellettuale, vicino ai poteri forti e le loro ramificate clientele, ha assunto altresì un'impostazione piu' sistemica, di apparato
 
La Schlein e' distante per cultura, vissuto ed esperienza politica da queste categorie. A suo modo e' uno spirito libero piu vicino ai DEM statunitensi che alla social-democrazia europea. Per tali motivi, il suo percorso sara' ad ostacoli e indebolira' alla lunga il PD il cui elettorato scegliera' o di seguire Conte o di convergere su Calenda e Renzi
 
In sintesi, non bastera' la Meloni al Governo per far ricompattare il PD

mercoledì 8 marzo 2023

LA7 UN SALOTTINO RADICAL-CHIC DI INFORMAZIONE DEVIATA



A  La7, la  produzione,  i  registi, i  giornalisti,  i conduttori  sono  entrati  in uno  stato  di  irreversibile  e progressiva autoipnosi indotta.

Da oltre 10 giorni, tutto il palinsesto di approfondimento politico mandato in onda a partire gia' dalle 8 del mattino, si incentra in modo univoco e martellante, sulla disgrazia avvenuta sulle coste della Calabria
 
Dai contenuti di cio' che viene mandato in onda e' fin troppo evidente l'obiettivo del canale di Cairo: orientare l'opinione pubblica facendo passare il messaggio cinicamente deviato, che l'unico responsabile di tale disgrazia sia il Governo in carica, in particolar modo nella persona del Ministro Piantedosi
 
Peccato che questo canale, palese esempio di informazione deviata, espressione della "militanza armata" della sinistra vecchia e nuova attraverso lo schermo, abbia uno ascolto medio nazionale che si attesa appena al di sopra del 5%
 
Un valore che potremmo sintetizzare con meno di quello che vale oggi il partito di Renzi e Calenda e un pochino in piu' rispetto a quello di Fratoianni e Bonelli
 
In sintesi: se la cantano da soli in una sorta di salottino radical-chic per pochi intimi. Una salottino fatto di specchi sulle pareti dove ciascun conduttore vede riflessa l'immagine degli altri presenti.
Un insieme di attori replicanti di un copione gia' prestabilito

martedì 7 febbraio 2023

LA POVERTA' NEL NOSTRO PAESE E' UN FENOMENO CICLICO DI NATURA MEDIATICA

 

Interessante o quanto meno curioso o addirittura particolare, vedere come in Italia i media di sinistra parlino di poverta' e disagio sociale solo quando e' la destra al Governo.
 
Cosi fu, quando dopo la cruenta crisi finanziaria della fine del 2008, gli strascichi raggiunsero anche l'UE e l'Italia, a quell'epoca guidata dal Governo Berlusconi.
Nel 2011 la crisi si accentuo', con lo spread che saliva di 100 punti al giorno. I colpevoli erano Berlusconi e il Governo di centrodestra.
Nelle varie trasmissioni di approfondimento politico si mandavano in continuazione le immagini di vecchiette dedite a raccattare avanzi di cibo decomposto ai mercati generali o file di disperati alla Caritas, in attesa di un pasto caldo o di una parola di conforto. Fu coniato per la prima volta il concetto del mese di tre settimane, poi di due, per tutti i dipendenti pubblici e privati che vedevano finite le loro risorse preche' stritolati dalla crisi.
L'Italia si scopriva povera e affamata e la causa di tale declino era per l'appunto il centrodestra, nella persona di Berlusconi.
 
Poi venne Monti, alla guida di un Governo tecnico e furono lacrime (della Fornero) e sangue versato dai contribuenti...
Poi si susseguirono Governi di sinistra. In successione a Palazzo Chigi si insediarono Letta, Renzi, Gentiloni.
Di poverta' non se ne parlo' piu'. L'Italia all'improvviso divenne una sorta di agognato Eldorado, di Eden dorato. Il benessere si diffuse a profusione. La crisi era soltanto un lontanissimo ricordo. Tutti vivevano bene. Nessuno si lamentava. D'altronde la crisi era scomparsa come tema di discussione dai talk di approfondimento politico-sociale. D'altronde e' risaputo che il livello di informazione del nostro Paese e' sempre puntuale, preciso, corretto, onesto e soprattutto fortemente disinteressato...quindi se non si parlava piu' di misieria in Tv, la miseria era scomparsa per davvero.
 
Nel 2018 arrivo' il Governo Conte, con i 5S nel Palazzo, pardon all'interno della scatoletta di tonno.
In quel periodo addirittura non solo non si parlo' piu di poveri, ma si annuncio' da un balcone che la poverta' fosse stata definitivamente abolita dal Paese! L'Italia consolidava la sua posizione di dominio economico. Peccato pero' che i dati relativi alla fine del 2019, la indicavano ultima nella zona UE per crescita del PIL (+0,8%) insieme a Cipro, alla 28ima posizione. Ma questi dati sono quisquiglie e poi la gente si sa, ha memoria corta. Nel Paese si aveva quella percezione che tutto andasse a gonfie vele!
Anche durante il biennio della pandemia, non si parlo' piu' di poverta', nonostante' le aziende chiudessero, aumentasse la disoccupazione e di conseguenza la poverta'. Oltre ai morti di Covid ci furono tanti martiri economici. Ma questi non meritavano di essere menzionati. Il film mandato in onda si incentrava soltanto sulla grande capacita' del Governo di affrontare la pandemia. Fu coniato per la circostanza il concetto di MODELLO ITALIANO, per come il nostro Paese fu cosi capace e all'avanguardia a fronteggiare il Covid. E noi ovvio, della nostra informazione altamemte professionale, ci fidiamo ciecamente. Ci mancherebbe.
 
Ma poi qualcosa muta. La Destra ritorna al governo. Non si tratta di centrodestra, ma proprio di Destra storica, sovranista e conservatrice. Non solo. A guidare la Nazione per la prima volta c'e' una donna. Non una donna qualunque. Ma una donna dipinta come una pericolosa nazionalista, una leader che avrebbe portato nuovamente l'Italia allo sfacelo. Per molti lei e' una pesciarola, una persona senza cultura, senza sapere, senza morale. E per incanto, i media ancora una volta ci avevano indovinato. L'Italia si scopriì improvvisamente povera. Nuovamente si parlava di fame, di disoccupazione. Aumentavano le bollette di gas e luce. Aumentava d'improvviso la benzina. Cresceva l'inflazione. Aumentava anche il costo del denaro e il relativo aumento dei tassi di interesse.
 
E questa volta chi e' il colpevole? Non ci sono dubbi. E' la destra
Meglio ridere 🙂

martedì 24 gennaio 2023

LA7. QUANDO LA "MILITANZA ARMATA" E' FUORI DAL TEMPO

 

A La7, nel salottino (per pochi intimi) della #Gruber va in scena l'estenuante tentativo di ribaltamento della realta', nel caso specifico, sul nuovo disegno di legge in merito all'uso delle intercettazioni.
Un dibattito senza contraddittorio (stasera c'era anche #Floris a dare sostegno) dove si getta fango da sempre sulla Destra e oggi ancor di piu', visto che la Destra e' al Governo.
Sono patetici, surreali, distanti dalla realta'.
 
Il loro non e' giornalismo ma una forma di "MILITANZA ARMATA" a mezzo schermo, dove l'uso cinico della parola e' adoperato per fare vittime, produrre danno al "nemico politico", un bersaglio da abbattere in ogni modo.
La loro e' una missione. Certosina, instancabile, costante.
Un impegno, una fede, un mantra.
Si tace o si accenna a malapena agli scandali della sinistra a Bruxelles, alle vicende delle cooperative di Soumahoro.
 
Molti mi chiedono perche' io continui a vedere questo tipo di trasmissioni. Le seguo per vedere, analizzare, carpire il modo in cui fa giornalismo, comunicazione, informazione deviata la sinistra, adoperando a suo piacimento questo tipo di soggetti, ridotti al ruolo di servitori del sistema, un sistema che finalmente, ha fatto il suo tempo, perche' E' FUORI DAL TEMPO.
 
Il giudice supremo resta il popolo.
Con il suo voto. Con i suoi ascolti.
E non c'e' da meravigliarsi se oggi, La7, e' al suo minimo storico di ascolti in tutti i suoi programmi

martedì 17 gennaio 2023

I SOCIAL SPECCHIO DELL'IO

 Nessuna descrizione della foto disponibile.
La spettacolarizzazione dell'arresto di Messina Denaro come quella di tutte le principali notizie che si susseguono nella vita quotidiana, non e' data da una sapiente regia che decide a freddo che il pubblico debba essere suggestionato, influenzato, "narcotizzato" dal susseguirsi ripetitivo delle immagini messe in Tv o sui social. La eco ipnotica che tali fenomeni producono sulla collettivita' sulle coscienze dei singoli e la loro spettacolarizzazione, e' data da noi stessi. Poiche' siamo noi fruitori, a fare da cassa di risonanza. Una risonanza spesso passiva, compulsiva, standardizzata, omologata.
 
Viviamo in epoca social. Siamo esposti quotidianamente a cio' che la rete ci rimanda, in tutte le sue forme, tramite tutte le sue piattaforme. E' un fenomeno di aggregazione a distanza che ci unisce e ci rende partecipi del quotidiano. Ma cio' che avviene nella realta', viene poi rilanciato dalle singole interpretazioni dei fruitori, a loro volta influenzati da chi ha piu' voce in capitolo nella rete. L'informazione a quel punto, diventa suggestione. La notizia, spettacolo. L'analisi dell'avvenimento, business mediatico (stessa cosa avvenuta per il Covid).
 
Giornalisti, opinionisti, conduttori televisivi, narratori, politici, sociologi, (virologi al tempo del Covid) influencer, rilanciano la realta', la quotidianita', confezionandola dal loro punto di vista. A quel punto si creano i "partiti del pensiero e dell'opinione" sulle questioni in oggetto.
Ciascuno dei fruitori, si sceglie il partito in cui meglio viene rappresentato il proprio io, difendendo le sue tesi e facendolo diventare il suo riferimento principe in rete, come quello assoluto.
Il dogma del pensiero che non ammette contraddittorio. E' verdetto. E' sentenza.
 
Ma se tutto cio' non esistesse, se vivessimo come un tempo, con soli 2 o 3 canali televisivi, il pensiero delle persone, lo spirito critico, l'orientamento politico, il giudizio dei singoli sulla societa', il gusto e le preferenze sarebbero stati diversi? Senza i social le persone sarebbero piu' ricche di valori, piu' povere o sarebbero le stesse?
 
Prendiamo ad esempio 2 fenomeni nazional popolari: il Campionato di calcio e il Festival di Sanremo.
Si seguiva il calcio un tempo in modo ugualmente morboso. Le "canzonette" Sanremesi riunivano a decine le persone nelle case di chi per primo fu in possesso di un televisore. Come oggi, tutti gli appassionati, aspettavano "morbosamente" la kermesse.
I social quindi, a mio avviso, non fanno cambiare di tanto l'atteggiamento delle persone verso il contesto sociale in cui si vive, ma lo alterano, lo dopano, rendono dipendente il fruitore, una sorta pulsione indotta e incontrollata in cui ciascuno si sente spinto a dire la sua. Social che, con maggior probabilita', per non dire con certezza, possono essere piu' incisivi e influenti sui piu' giovani o su chi non abbia una elevato livello di scolarizzazione.
 
Ritengo che in un'epoca decadente, dal punto di vista culturale, di valori e ahime' economico, i social rappresentino al meglio lo specchio della realta'. Una realta' in cui il rapporto umano diretto e' sempre piu' labile come normale relazione interpersonale. Una realta' quindi sempre piu' virtuale, in cui bisogna ritrovarsi, per ritrovare l'altro, come immagine riflessa del proprio io (spesso vuoto)...