sabato 30 ottobre 2010

TANTI AUGURI DIEGO

Diego Armando Maradona, compie 50 anni.
Il mondo del calcio gli rende omaggio. A Napoli, sono in tanti ad avere gli occhi lucidi di gioia nel ricordare quegli irripetibili momenti che Diego, grazie al suo estro, alla sue magie di fuoriclasse eccelso, fece vivere alla citta' ed al suo popolo.
Vorrei ricordare Maradona per le sue gesta sportive, leggiadre movenze ispirate dal suo genio creativo, vero artista del rettangolo verde. Le debolezze dell'uomo, non le giudico, in quanto appartengono alla sua sfera privata, alla fragilita' esistenziale di un uomo spesso circondato da striscianti sciacalli, sfruttatori mestieranti che ambivano esclusivamente, a vivere di sua luce riflessa.
Maradona a Napoli e' stato ed e' ancora un simbolo, un'icona, un vero fenomeno socio-culturale. Lui era lo spettacolo, per lui si acquistava il biglietto.
Il campione argentino diede dignita' ad una citta' depressa, genero' una rivalsa morale nei suoi tifosi, sempre mortificati nei vari stadi italiani, perche' "colpevoli" di essere meridionali, bollati come terroni e colerosi.
Maradona per i napoletani rappresento' il riscatto, la rivincita' sociale e sportiva di una citta' che fino a quel momento, calcisticamente, non aveva vinto quasi nulla.
Con l'asso argentino il Napoli conquisto' due scudetti (1987, 1990), una Coppa Italia (1987), una Coppa Uefa (1989), una Super Coppa italiana (1990).
Caro Diego, tanti auguri! Napoli ed i napoletani, ti porteranno per sempre nei loro cuori.

giovedì 28 ottobre 2010

NE' LEADER, NE' PARTITO

La stasi decisionale a livello di esecutivo permane. Il Paese e' bloccato dai conflitti cronici della maggioranza. Si legifera poco o niente. Si e' superato ampiamente, anche l'immobilismo di epoca prodiana.
La riforma della giustizia che, in effetti, e' una riforma costituzionale mascherata, rischia di arenare definitivamente il Governo. Il lodo Alfano, potrebbe diventare la Waterloo per Berlusconi. Si intravede minacciosa, ancora una volta, l'ombra di piu' che probabili elezioni.
Nel frattempo il partito di maggioranza si e' indebolito.
Il Premier e' imprigionato dai suoi guai giudiziari. L'ennesimo scandalo rosa sparge altro fango sulla sua persona. La rottura con il suo alleato Fini e la nascita del nuovo movimento politico, Futuro e Liberta' (ancora in fase embrionale), inizia a determinare una fase di forte erosione interna tra gli elettori del PDL che desiderano guardare ad un partito di destra, svincolato dalla figura dell'attuale Premier.
I giorni del predellino, oggi appaiono come un malinconico ricordo. Un ciclo politico, pare essere giunto alla sua naturale conclusione (io lo affermavo piu' di un anno or sono).
A distanza di sedici anni dalla discesa in campo di Berlusconi, il Paese e' rimasto imprigionato in un' asfittica e sterile dialettica, tra berlusconismo ed antiberlusconismo. Ne sono rimasti vittime sia i suoi piu' agguerriti sostenitori che i suoi piu' acerrimi oppositori. Cio' ha portato alla definitiva scomparsa delle idee e delle ideologie, a discapito di un crescente ed irrefenabile scontro tra personalismi.
Ne sono usciti sconfitti sia destra che sinistra. La prima non e' riuscita a svincolarsi nel corso di questi anni dal peso ingombrante del suo leader carismatico; la seconda e' rimasta vittima di una opposizione spesso confusa e frammentaria, portata contro l'uomo e non verso il politico. A perdere, sicuramente e' stata la politica nel suo insieme. Cio' e' stato ampiamente dimostrato dal costante aumento dell'astensionismo.
Nelle grandi democrazie, i leader passano, i partiti restano. Oggi in Italia, la politica non ha ne' un grande leader, ne' un grande partito.

lunedì 25 ottobre 2010

VESUVIO: LA VERA POLVERIERA E' L'ABUSIVISMO

Dai rosari alle molotov, dalle suppliche alla madonna ai raid incendiari contro le forze dell'ordine.
Questo e' stato lo scenario a ridosso delle falde del Vesuvio in questi ultimi giorni. Napoli, come spesso accade, ha fatto parlare male di se nel mondo.
Oggi, da quelle parti, precisamente a Torre del Greco, c'e' stato in giornata un blitz delle forze dell'ordine con diversi arresti di amministratori locali, rei di aver intascato mazzette per "accomodare" i controlli contro l'abusivismo edilizio.
In questo caso non ci sara' nessuna protesta, nessuna pacifica o virulenta manifestazione. Oltraggiare il territorio non fa rumore. E' una prassi normale, una radicata consuetudine perpetuata da decenni, nel completo silenzio, nell'assoluta non curanza.
Stavolta, non ci sara' nessuna mamma vulcanica (appena andata dal parrucchiere) a dimostrare dinanzi alle telecamere, nessun prete coraggio, nessun sindaco con la fascia tricolore a far sentire le sue rimostranze (da quelle parti anzi, la libertina concessione di licenze edilizie e' una forte arma di "persuazione" elettorale).
La vera polveriera nel vesuviano, non e' la munnezza. La vera bomba ad orologeria, regolata sul risveglio del vulcano, e' stata la progressiva, costante, silente ed inesorabile aggressione al territorio. In caso di malaugurata eruzione, la fuga sarebbe impossibile.
Come ho sempre sostenuto da questo spazio, la munnezza a queste latitudini, e' la punta di un gigantesco iceberg erettosi sull' affarismo politico-clientelare e sul malaffare diffuso, un coacervo purulento tra amministratori ed amministrati. Un bubbone che copre altre magagne.

mercoledì 20 ottobre 2010

MUNNEZZA, E' GUERRA TRA PROVINCE

L'emergenza rifiuti mai finita, ritorna ad assumere una dimensione preoccupante.
La guerriglia organizzata nei pressi della discarica di Terzigno, ha raggiunto il suo obietivo: il Governatore della Campania, Stefano Caldoro, ha deciso nell'immediato, di far sversare i rifiuti nelle altre province della regione, in primis in quella di Caserta (e' stata sua la decisione?...) con il placet del coordinatore del PDL campano, l'inquisito Nicola Cosentino (a Caserta nulla si muove senza il suo parere) e con l'avallo ricevuto anche da Landolfi, altro casertano spesso a Roma per lavoro...
Si tratta di esponenti politici casertani che anni addietro, alzarono barricate contro le decisioni di Bassolino circa la possibilita' di poter sversare in Terra di Lavoro. Evidentemente, i tempi della politica sono cambiati. Al Governatore messo li dall'uomo di Arcore, non si poteva dire di no. Caserta, Avellino e Benevento comunque, preparano le barricate. Pronti i ricorsi al TAR.
E poi, cosa accadra? Quanto potra' durare questa sorta di programmazione settimanale dello sversamento? A breve, sara' satura anche la discarica di Chiaiano, altro mega-invaso individuato da Bertolaso nella parte nord di Napoli, a poche centinaia di metri dal polo ospedaliero.
Napoli, fra tre mesi, dove destinera' i suoi rifiuti, visto che oltre il 70% degli stessi non possono essere destinati all'inceneritore di Acerra, perche' trattasi di tal-quale? Ma tanto, su cio' che viene introdotto nella centrale, non sapremo mai niente.
La Campania, ancora una volta, ha dato prova di non sapere gestire questo comparto. Non ho mai creduto ai film di fanta-scienza propinati dal Premier, in merito alla definitiva uscita dall'emergenza. Con lui sono d'accordo pero', quando sostiene che, superata la fase piu' cruenta, la gestione ordinaria sarebbe dovuta diventare di esclusiva competenza territoriale. I rifiuti invece, fanno nuovamente bella mostra di se tra le strade, sia nelle periferie che nel centro cittadino.
Qui non cambia niente. Un tempo era la camorra a decidere dove fare i fossi per nascondere i rifiuti. Adesso lo fara' la politica, decidendo a tavolino dove creare gli invasi o dove cambiare la morfologia dei territori, generando nuove colline, di spazzatura.
Di solito si afferma che ogni popolo ed il suo territorio, si merita i propri politici. La munnezza, nella sua imbarazzante presenza, e' la prova tangibile del fallimento della politica da queste parti.
Usando a suo vantaggio il dramma dell'emergenza rifiuti, la destra e' andata al potere. Se continua così, dalla munnezza ne sara' travolta.
La decisione presa dal Governatore, fara' scoppiare una guerra tra le province, una guerra tra poveri. Una guerra di munnezza.

domenica 17 ottobre 2010

REPORT, QUANDO L'INCHIESTA DIVENTA SCOMODA

Altro che Anno Zero. La vera televisione d'inchiesta e' quella della Gabanelli.
Report e' una trasmissione di denuncia e di profonda riflessione, sul mal costume diffuso nel nostro Paese.
Niente risse, nessun personalismo trionfalistico o mediatico vittimismo nella conduzione del programma. Soltanto fredda, spietata ed analitica denuncia contro l'affaristico potere clientelare diffuso a livello nazionale.
Report e' una trasmissione scomoda perche' da troppo fastidio ai potenti. Se questi poi, per molti anni, sono stati esponenti di una certa area politica del nostro paese, non deve essere certo una colpa per chi deve portare avanti delle inchieste.
Per fortuna, nonostante i vari tentativi di imbavagliare l'informazione, viviamo ancora in un paese libero.
I potenti di turno, si rassegnino.



mercoledì 13 ottobre 2010

ITALIA-SERBIA: QUALCOSA NON HA FUNZIONATO

Se una domenica decido di portare mio figlio alla partita e nell'entrare, lui desideri comprare una bottiglietta d'acqua, gli stewards al varco lo obbligheranno a togliere il tappo e lo "costringeranno" a bere il contenuto tutto di un sorso, prima di accedere agli spalti. Così recita il regolamento di sicurezza.
Ieri sera, allo stadio Ferraris di Genova, chi a controllato i tifosi serbi (veri e propri anarchici di estrema destra) al varco? E' possibile che si introducano tutti quegli oggetti contundenti all'interno di uno stadio? Nessuno ha pensato di far ritardare il loro ingresso, dopo che gia' avevano creato disordini in citta'?
Si trattava di pericolossisimi personaggi, legati all'ultranazionalismo serbo, che pochi giorni or sono, avevano messo sotto assedio la citta' di Belgrado, in occasione di una manifestrazione organizzata dal gay-pride.
Le autorita' italiane hanno affermato di non aver ricevuto avvisi in merito, ma semplici comunicazioni di servizio. A prescindere dal solito scarica barile delle responsabilita', ieri a Genova, nel gestire gli incidenti nello stadio, qualcosa non ha funzionato.
Si puo' rimanere ostaggio di un centinaio di irriducibili scalmanati che di certo non sono andati allo stadio per vedere la partita?
E' scoppiato un caso diplomatico tra Italia e Serbia.
Questa volta l'efficienza "nordica" del Ministro Maroni, in termini di sicurezza, ha fatto cilecca.
Da parte sua, il numero uno del Viminale, afferma di aver evitato una tragedia. Di certo, qualcosa ieri sera non ha funzionato. Era piu' che evidente il livello di impreparazione e l'imbarazzo disarmante nell'affrontare i disordini.
L'Uefa, oltre a dare la vittoria a tavolino all'Italia, punira' in modo esemplare la Serbia.
Ma in questi casi, ci saranno molto probabilmente, sanzioni anche per l'Italia.
Il paese ospitante l'incontro infatti, e' quello che deve garantire la sicurezza. Speriamo che l'Uefa ci eviti una cocente beffa.



sabato 9 ottobre 2010

ANCORA MORTI ITALIANI IN AFGHANISTAN

Afghanistan, la guerra infinita, il Vietnam del XXI secolo.
Altre quattro vittime italiane in quella che viene definita dal nostro Governo, una missione di pace.
Ormai, anche l'informazione da meno risalto a queste tragiche notizie.
Purtroppo, anche noi italiani, ci stiamo abituando alla morte per la Patria.
Dal 2004, data di inizio del nostro intervento in questo conflitto infernale, dove non esisste nessuna regola di ingaggio, sono 34 i caduti italiani. Spesso si tratta di giovani del sud che nell'esercito vedono l'unica possibilita' di realizzazione, loro che rispetto ai coetanei del resto del Paese, vivono in un territorio assai svantaggiato, letteralmente ai margini della societa'.
Non voglio fare la solita retorica, ma penso che l'Italia debba rivedere i suoi programmi di intervento internazionale.
Lo ha fatto Obama, non vedo perche' il nostro Governo debba insistere in questa missione davvero assurda, dove spesso e' la stessa diplomazia internazionale ad avere contatti con i guerriglieri taliban. A tal punto, serve ancora questa guerra?
Nel frattempo in Italia, dove dilaga impetuoso l'incessante fango mediatico, ahime' termometro dell' attuale pochezza della nostra politica, il Governo non prende in esame tale delicata questione. Ma si sa, il nostro Premier (in vacanza da Putin) ha altri problemi a cui pensare.
Mi meraviglia il silenzio della rumorosa e tanto animata ala finiana, autocelebratasi, terza gamba della maggioranza. Spesso, questo che e' diventato a tutti gli effetti, un nuovo partito, ha avuto aperture per tematiche e problematiche storicamente affrontate dalla sinistra.
Una destra che si ritiene moderna o che ambisce ad esserlo, che vuole dare la cittadinanza agli immigrati, aprirsi ad una cultura e ad una societa' multiconfessionale, potrebbe ridimensionare la sua propensione interventista ad ogni costo, per quelle che in molti credono ancora essere missioni di pace.
A mio modesto avviso, per tali finalita', basterebbe la Croce Rossa.

venerdì 8 ottobre 2010

SCORIE NUCLEARI SUL GARIGLIANO

In Campania ahime', quando si parla di rifiuto, la mente corre veloce ai cumuli di immondizia lasciati a ridosso delle strade, alle lavatrici ed i sanitari abbandonati finanche nelle regie dimore, ai copertoni scaricati nei campi coltivati.
Si dimentica purtroppo, un tipo di scarto, molto piu' pericoloso che, malauguratamente venisse sprigionato nell'aria, causerebbe danni ben piu' gravi alla salute dei cittadini.
Mi riferisco alle scorie nucleari.
E' di questi giorni infatti, l'inizio dei lavori per la bonifica e definitiva dismissione della centrale nucleare del Garigliano, sita nel comune di Sessa Aurunca, provincia di Caserta.
Un grosso deposito di circa 10.000 mc, realizzato in cemento armato ad alta resistenza, sta per essere costruito a ridosso della centrale. Si teme che in poco tempo e in maniera quasi segreta, possa diventare la sede ideale per lo stoccaggio di rifiuti altamente tossici provenienti anche dal resto del paese.
Per la munnezza si fa tanto rumore. L'emergenza infinita, e' diventata materia di scontro politico.
In merito alle scorie radioattive, avverto uno strano e preoccupante silenzio.



martedì 5 ottobre 2010

NON SCHERZATE COL FUOCO

Basta. Non se ne puo' piu'. Un giorno si fanno reciproche dichiarazioni di rinnovata fiducia e lealta', il giorno dopo si pronunciano ennesime minacce di guerra.
Questo e' il clima che regna nel Governo.
Berlusconi e Fini stanno scherzando con il fuoco. Come spesso capita l'ultimo dell'anno, si troveranno con un pericoloso petardo esploso tra le mani, per aver inconsapevolmente sovrastimato la lunghezza della miccia a loro disposizione, rivelatasi all'improvviso troppo corta.
Lo scommettere sulla durata del Governo sta diventando una vera malattia, un'ossessione, alla pari delle giocate folli al superenalotto, legalizzata bisca di Stato.
L'unica certezza e' la disaffezione per la politica da parte degli italiani, i quali hanno ben altri problemi a cui pensare. Se andate a vedere tutti i sondaggi fatti dalle agenzie specializzate sulle preferenze per i partiti, l'unico dato in crescita incontrovertibile, e' la propensione all'astensionismo.
Intanto il Paese continua a scivolare nel buio dell'incertezza. Per gli analisti di settore, il peggio deve ancora arrivare, nonostante gli ennesimi proclami ottimistici del Ministro Tremonti.
Al sud tali problemi sono ancor piu' avvertiti. Qui non cambia niente, peggio che nel resto dell'Italia.
La prova evidente, e' l'ennesima intimidazione alla Procura di Reggio Calabria. Da queste parti, gli attentati sono visibili, tangibili, documentabili, lasciano segnali inconfutabili. Non occorre la scientifica, per doverne trovare le tracce...

domenica 3 ottobre 2010

MUNNEZZA, ORMAI UNA QUESTIONE DI FEDE

La situazione relativa alla discarica di Terzigno, resta in fase di stallo.
L'invaso e' ormai a limite della sua capienza. La cittadinanza locale si oppone con estrema fermezza contro l'ipotesi di un ulteriore allargamento. Dopo gli scontri degli ultimi giorni, si registra una fase di calma apparente.
Da Roma il Premier, ha lanciato un'ennesima promessa alla popolazione locale, innanzitutto per prendere tempo.
A gennaio, sara' colmo anche l'invaso di Chiaiano, situato nell'area nord del capoluogo.
Ci vorranno poi, almeno tre anni per vedere la nascita di un altro inceneritore. Napoli e la sua provincia, non hanno al momento individuato altri invasi in cui destinare i rifiuti.
Visto che la differenziata non decolla, rimanendo su percentuali davvero basse, ed essendo prodotte circa 1000 tonnellate al giorno di tal quale, non utilizzabili per l'inceneritore di Acerra (a sua volta funzionante a regime ridotto), bisognera' gioco forza trovare nuovi invasi in cui destinare i rifiuti.
Nonostante i grossi proclami fatti dal Governo, si deve sottolineare come questo ulteriore ritardo nel rientro ad una fase ordinaria, sia l'ennesimo ed inconfutabile fallimento delle amministrazioni locali, nel gestire il ciclo della raccolta.
Il miracolo "istituzionale" della sparizione della munnezza non c'e' mai stato.
Persa ogni speranza, la gente si aggrappa alla fede. Si invoca l'intercessione della madonna per trovare una soluzione al problema.