venerdì 30 ottobre 2009

NAPOLI, UNA CITTA' IN GUERRA

Questo video, risalente all'11 maggio scorso - da quella data altro sangue ha macchiato la citta' - mostra come a Napoli si continui a morire in modo tremendamente cruento.
La morte diventa triste consuetudine, abitudine alla disperazione, familiare convivenza con l'inferno. Napoli e' questa. Non illudiamoci: i mandolini all'ombra del Vesuvio, non sono tornati.
La citta' e' in catarsi, in un crepuscolo senza fine. La gente non ha piu' voglia di reagire, di gridare il proprio sdegno, di riscattare la propria dignita'. Si chiudono gli occhi, non piu' per la vergogna ma ahime', per la paura.
Gli abitanti di questa citta' sono ormai ipnotizzati dal degrado, diventando animali selvatici di una giungla senza regole. In molti dall'esterno, vedono questo comportamento come un atteggiamento meschino e vigliacco.
La Polizia ha permesso la diffusione del video in questione, con l'intento di ottenere un aiuto dalla collettivita'. Gli inquirenti sperano che questo non sia l'ennesimo eccidio nell'indifferenza.
Pur protetti dall'anonimato, perche' i cittadini dovrebbero fare gli eroi, diventando d'improvviso i moralizzatori delle coscienze, i pastori delle pecorelle smarrite? Quasi sempre, gli eroi restano infelicemente soli.
Da queste parti lo Stato, nonostante le notevoli campagne mediatiche incentrate sulla percezione di una ritrovata sicurezza, non riesce ad essere capillarmente presente. I "dedali" dell'illegalita', i "meandri" del malaffare sono ancora numerosi, fitti, spesso impenetrabili.
Per ogni soldato armato fino ai denti, messo a presidiare gli angoli della citta, spesso in "simbolici" e "scenografici" posti di blocco, c'e' un contrabbandiere che vende sigarette a soli 20 metri da lui.
Piu' che una citta' metropolitana, direi che Napoli e' un grande bronx senza quartiere.
Come mai in citta' non sono spuntate le ronde? Poiche' Napoli, non e' una tranquilla cittadina della provincia del nord-est, dove possono impiegare il loro tempo libero dei simpatici pensionati.
Napoli e' una citta' in guerra, piu' vicina agli scenari violenti di Mogadiscio o Bagdad.
Tutti sognano una citta' diversa, dove avvertire nuovamente il sano brusio della gente.
Oggi Napoli e' una citta' muta, silente, impaurita dal sibilo assordante dei colpi di pistola.

lunedì 26 ottobre 2009

GRANDE FRATELLO: "LA CASA" IN UN CONTENITORE VUOTO

Ci risiamo, inizia la nuova edizione del Grande Fratello, arrivata al suo anno X. Per l'occasione, presentazione in pompa magna, con tutti i personaggi che hanno fatto, e bene si, la storia della televisione italiana negli ultimi 10 anni, in barba alla televisione di contenuto o in unica alternativa ad essa.
Tutti attaccati allo schermo per ficcare il naso nella casa, per spiare la vita di perfetti sconosciuti che faranno a gara (di pochezza) pur di farsi notare, recitando una parte che tutto e', furche' naturale, pur di diventare nel breve, noti interpreti del nostro tempo, ingranaggi di un carrozzone mediatico, dove un'attenta regia, realizza la sublimazione dell'apparenza del nulla.
Quest'anno l'edizione durera' piu' a lungo, una vera odissea, un calvario di aggiornamenti, commenti, dibattiti che non fanno che riflettere la pochezza di una tv, sempre piu' specchio sociale di un'epoca, ahime', crepuscolare.
Ormai - purtroppo- questo programma fa parte del tessuto mediatico nazionale, fatto di strilla, volgarita', eccessi. Una tv, diventata contenitore vuoto, strumento di immedesimazione collettiva e autoriconoscimento della propria limitatezza. Un vuoto che abbraccia diversificati strati della societa', che prende persone con diverso reddito ed istruzione, differente livello culturale.
La televisione come distrattore delle masse, focalizzatore di interessi secondari, utili a far apparire soave e leggiadro un periodo tristemente delicato. Al tempo stesso uno strumento di propaganda interventista e di decisionismo populista.
La tv da sempre riflette ed interagisce con la societa' del momento. Se da alcuni anni, programmi come il Grande Fratello, La Fattoria, l'Isola dei Famosi, sono diventati modelli sociologici di riferimento, vuol dire che la societa in cui viviamo accetta questi modelli, considerandoli creature del proprio tempo.
Il Grande Fratello, rappresenta appieno, l'effimero sottoprodotto di un'epoca, espressione mediatica di un vuoto sociale.

sabato 24 ottobre 2009

UN PAESE SUL BARATRO

Povera Italia. Un paese sempre piu' sommerso dagli scandali, dal malaffare, in un fitto coacerbo di convivenze clientelari ed affaristiche, dove l'abuso e la corruzione diventano norma, abitudine, parti stabilmente costitutive del tessuto nazionale, trasformatosi in una casbah senza regole, in una giungla dove comanda il piu' forte.
Un paese affondato nel debito, dove si e' persa sempre piu' la competitivita' e soprattutto la reale cognizione di quanto ormai sia diventato incolmabile il nostro ritardo.
In questo paese il merito non esiste, viene offeso ed offuscato, a volte diventa un elemento addirittura scomodo per emergere.
Un paese dove vanno avanti i mediocri, gli allineati, i silenziosi, tutti colori i quali sono piu' facilemente plasmabili e assoggettabili alle logiche del sistema, dove i caparbi, i coraggiosi i culturalmente dotati vengono messi da parte, poiche' visti come pericolosi idealisti.
Un paese dove il dialogo, il confronto, lo scambio di idee, valori e principi non viene piu' adoperato, dove imperversa invece lo scontro, il rumore, la contrapposizione violenta di personalismi ed individualismi asfittici.
In questo paese il peccato diventa racconto nel confessionale, il vizio diventa costume, assurgendosi a forma preminente della societa', parte portante e contraddistintiva dell'epoca che viviamo, elemento di cronicizzato dibattito e riduttivo approfondimento socio-mediatico.
Un paese dove chi decide e' sempre piu' lontano da chi le decisioni le subisce, in una forma sempre piu' passiva e meno partecipativa, dove il concetto di liberta' si e' allargato a dismisura, anteponendo pero' l'interesse corporativo e di casta a quello del singolo individuo che rimane inerme spettatore di una farsa divenuta drammaticamente disdicevole.
Povera Italia, un paese sul baratro.

giovedì 22 ottobre 2009

CEPPALONI CONNECTION: ENNESIMO SCANDALO IN CAMPANIA

Bufera politica in Campania. La Presidente del Consiglio Regionale Sandra Lonardo e suo marito, Clemente Mastella, neo euro-parlamentare del Pdl, sono stati iscritti nel registro degli indagati. Per entrambi, anche il divieto di dimora in tutto il territorio regionale, un provvedimento non solo coercitivo ma altamente simbolico.
Il provvedimento della Procura di Napoli, ha raggiunto 63 soggetti che a vario titolo sono stati accusati di diversi reati, riconducibili all'asociazione a delinquere, finalizzata alla truffa aggravata ed all'abuso d'ufficio.
Il "sistema Mastella" ruotava intorno alla sanita', da sempre in Campania vera fucina di voti, potere, clientela. Ben 655 i nomi segnalati dal partito, trovati nei file dell'ex Direttore dell'ARPAC, ora arrestato. I soggetti ottenute nomine, promozioni, assegnazioni di appalti, consulenze, avrebbero dovuto far crescere a dismisura il consenso del partito.
Un partito quello di Mastella, come sappiamo, in continua fluttuazione tra destra e sinistra, con imbarazzante disinvoltura e disarmante faccia tosta.
Questo ennesimo scandalo scoppia alla vigilia di una campagna elettorale per il futuro rinnovo alla Regione. Da un lato il PD, oltre i suoi problemi di vertice, deve trovare qui in Campania - dove tra l'altro si sono scoperte pericolse convivenze con la criminalita' organizzata - un nuovo nome dopo l'epopea Bassoliniana. Dall'altro, il PDL dovra' scegliere uno sfidante al di sopra di ogni sospetto, sul quale non gravino ombre e negative ingerenze.
Quale sara' il destino di noi campani? Quali i politici per il territorio? Qui purtroppo, piu' che altrove, la politica e' finita da tempo.
Forse dopo l'ennesimo scandalo nel territorio, e' arrivato il momento in cui i militari oltre che ad essere impiegati per strada per stanare i pericolosi camorristi, dovrebbero stabilmente occupare gli uffici pubblici, per sostituirsi ai funzionari corrotti e corruttori.


martedì 20 ottobre 2009

IN UNA CITTA' POVERA, MUORE UN POVERO BIMBO

Giunsero da Capo Verde, per sfuggire alla fame. La madre, Manuela Rodrigues, e' in fin di vita; il suo piccolo, Elvis, di soli 6 anni, ha trovato la morte per le esalazioni tossiche sprigionate da un braciere.
L'improvviso calo delle temperature, ha causato la prima vittima tra i disagiati che vivono in citta'. Questa volta, non e' una baracca a far da scenario alla tragedia ma una piccola abitazione di circa 20 mq. nel popolare quartiere Sanita', a cui l'Enel da poco aveva interrotto la fornitura, per sopraggiunta morosita'.
La madre di Elvis, perso il lavoro come colf, viveva di espedienti. Non si era mai rivolta ai servizi sociali per il timore che le sottraessero il bambino. La storia di Manuela rappresenta in modo cruento, la disperazione in cui versano tanti sfortunati in questa citta'. Chi e' povero, specie se non regolare, si nasconde, vive nel silenzio la sua esistenza ai margini.
Napoli resta la citta' dei contrasti, delle potenzialita' inespresse. In un momento in cui si parla di progetto metropolitano, di aggiudicazione dell'Expo del 2012, del Forum delle colture del 2013, questi tristi avvenimenti fanno capire che da queste parti la poverta' e' ancora diffusa e non solo per i tanti migranti che giungono in citta' con l'illusione di aver raggiunto l'Eden.
A Napoli, piu' che in altre parti del Paese, si sono sapientemente celati i lati negativi, gli storici ritardi, divenuti sgradevoli stereotipi convenzionali. La citta' ha vissuto prima l'epopea del propagandistico "rinascimento" Bassoliniano, messo in scena da una schiera di intellettuali asserviti al potere. Poi, dopo lo scandalo munnezza, si e' passati al meticoloso "lifting" mediatico operato dal Premier Berlusconi che ha mostrato al mondo intero una Napoli nel solo formato cartolina.
In entrambi i casi, si e' accuratamente evitato di parlare dei mali della citta', dei suoi diseredati, dei suoi ghetti abbandonati, delle sue periferie degradate. Tali tristi e mortificanti scenari, sono considerati semplice polvere da occultare velocemente sotto il tappeto buono di una casa che ahime', e' rimasta sporca.
Per tale motivo, Napoli, resta una citta' povera.

venerdì 16 ottobre 2009

POLITICA MEDIATICA: SOCIOLOGIA DELLA DECADENZA

Il Paese e' ipnotizzato, narcotizzato dai fumi e dalle esalazioni mediatiche, tossici miasmi nauseabondi che fanno dello scontro e della contrapposizione, il loro volano di propagazione.
Da un lato c'e' il Presidente del Consiglio che populisticamente urla il suo vittimismo, fatto di congiure, complotti, ardite trame destabilizzanti di matrice comunista.
Dall'altro vi e' un'opposizione che invece di trovare la forza di compattarsi, resta sfibrata, confusa nella sue linee strategiche e programmatiche ma che nell'antiberlusconismo trova improvvisa coesione, linfa rigenerante e ancora di salvezza del suo manifesto e progressivo crepuscolo.
Da una parte imperversa la politica degli spot, degli annunci di stampo commerciale, dove un'attenta regia irradia ad arte la sua luce, creando suggestioni emozionali finalizzate alla costruzione di un surreale eldorado.
Dall'altra si contrappone un'opposizione, i cui rappresentanti, nel corso di questi ultimi anni, hanno fatto proprio un linguaggio piu' vicino all'intellettualismo salottiero, piuttosto che il crudo e diretto lessico dei militanti di piazza.
Nel loro contrapporsi al "dittatore nepotista", sono caduti nel tranello creato ad arte di perdersi nella sterile demonizzazione personale attinente la vita privata del Premier, non focalizzando l'attenzione sulle scelte, i limiti e gli errori del politico-statista.
Alla fine questo contrapporsi asfittico, piu' vicino ad una volgare soap-opera, ha impoverito le nostre coscienze, generando una dialettica assai mediocre, dove la limitata forma prende il sopravvento sulla totale mancanza di idee e contenuti.

martedì 13 ottobre 2009

VIGILESSA AGGREDITA: ENNESSIMA VERGOGNA

Oggi nella centralissima Piazza del Gesu', una vigilessa ha subito la furia devastante di tre donne, di cui due minorenni, che erano state fermate poiche' in sella ad un motorino, privo di targa e senza casco. In citta' ormai, l'anarchia regna sovrana.
Non e' la prima volta che cio' accade. Spesso i vigili a Napoli, restano vittime di tali deplorevoli comportamenti criminali.
L'agente municipale che ha riportato la frattura del setto nasale, e' stata ricoveroata in ospedale. La violenza e' proseguita anche presso il drappello della polizia municipale dove le tre donne, in preda ad un vero raptus, hanno causato ingenti devastazioni.
Si parla tanto di questione meridionale, di interventi per il sud, di pianaficazioni economiche pro-mezzoggiorno.
Penso che il grave ritardo che offende tale territorio, disarticolandolo dal resto della Nazione, non sia altro che una atavica e ciclopica distanza culturale, che avvicina il sud ahime', piu' alla vicina Africa che non al vecchio continente.
Fin quando a queste latitudini, il semaforo resta un colorato addobbo urbano, la cintura e il casco vengono considerati forme di vessazione fisica, il bollino blu sulle auto una semplice affrancatura, il contrabbando di sigarette una forma di supplementare introito oltre il sussidio di disoccupazione, non si andra' mai da nessuna parte. Non servono le task force di militari armati fino ai denti a presidiare le strade contro i pericolosi latitanti, se poi "normali" cittadini aggrediscono gli agenti della polizia municipale nell'espletamento delle loro funzioni.
L'aggressione alla vigilessa, e' l'ennesima vergogna per una citta' in cui regna decadente, l'indifferenza.


venerdì 9 ottobre 2009

OBAMA: NOBEL MERITATO CON QUALCHE NEO

Forse inaspettato, sicuramente meritato, fortemente significativo, il premio Nobel per la pace conferito al neo Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, onoreficenza conferita con giudizio unanime.
Premiato il suo assiduo impegno profuso nel disarmo nucleare, portato avanti con costante opera diplomatica.
Dietro questo nobile traguardo, viene altresì riconosciuta la volonta' del Presidente di riavvicinare i popoli attraverso una nuova intesa interculturale, multietnica e policonfessionale. La figura del Presidente, la sua storia, il suo indiscusso carisma, simboleggiano ed impersonificano, tali peculiarita'.
La sua stessa nomina, e' stata sintesi e rappresentazione materiale del nuovo sogno americano, avendo in se tutti i presupposti per poter vedere finalmente attuato tale ambizioso ed epocale obiettivo.
Obama tuttavia, e' salito alla ribalta, in un momento storico denso di traversie e per questo motivo, particolarmente delicato. Si e' insediato alla Casa Bianca all'indomani dello scoppio della crisi economica piu' devastante dal lontabno 1929. Ha dovuto affrontare le conseguenze del logorante conflitto Iracheno e del perdurare ormai cronicizzato, di quello Afghano.
Obama ha cercato di cambiar strategia, puntando maggiormente alla diplomazia che allo scontro.
Molto ancora c'e' da fare in tal senso, ma il solco del cambiamento, e' stato tracciato.
Il Nobel gli conferisce molto onore e prestigio ma al tempo stesso, anche maggiori responsabilita'.
Il presidente degli Stati Uniti deve affrontare il problema interno relativo al nuovo piano sanitario. Alcuni ostacoli si intravedono in tal senso. Forse gli impegni e le promesse fatte in campagna elettorale, non potranno essere rispettati nel breve. La garanzia di una sanita' accessibile a tutti, non e' ancora praticabile in forma estesa.
Un' altra questione mai affrontata, neanche in campagna elettorale, e' il mantenimento della pena di morte in molti stati della confederazione. Il Presidente di un paese che si batte per il disarmo nucleare, dovrebbe altresi' sposare tale nobile battaglia.
Poi c'e' la questione Tibet. Da alcuni giorni si e' venuti a conoscenza che nella prossima visita ufficiale del Presidente americano in Cina, verra' evitata qualsiasi forma di contatto con il Dalai Lama. Se nei giorni scorsi, per Obama cio' rappresentava innanzitutto una palese forma di smisurata sudditanza verso il gigante asiatico, oggi in virtu' dell'assegnazione dell'importante onoreficenza e della concomitante presenza del leader spirituale ad Washington, sembra ancor piu' imbarazzante il fatto che il vincitore di un Nobel per la pace, eviti di incontrarne un altro.


giovedì 8 ottobre 2009

IDA DI MARTINO: LA VOCE DELLA CITTA'

Cara Ida,
ritorno ad ascoltare la tua voce,
suono elegante che si irradia in citta'.
Ogni mattina mi offri il tuo "caffé",
una pregiata miscela di vivacita' napoletana
impreziosita da gemme di vellutata cadenza anglosassone.
Puntuali ed interessanti i tuoi approfondimenti,
sapienti, sobri, al tempo stesso ironici, i tuoi commenti.
Notevole la tua professionalita', la conoscenza del mondo che ti circonda.
Smisurata e' la sensibilita' che traspare in tutto cio' che fai.
Da te mi ero un po' allontanato ma,
come vedi, alla fine son tornato.
Ho scelto nuovamente le tue "frequenze"
per rendere piu' armoniosa la mia giornata.
Con te ho polemizzato, a volte mi son scontrato,
pero' rimane in me presente il ricordo della tua vicinanza, del tuo sostegno,
nel credere in quello che facevo.
La citta' ha la sua radio, tu ne sei la voce.

mercoledì 7 ottobre 2009

NAPOLI E' DI NUOVO "NA CARTA SPORCA"

Lentamente, ma in maniera continua e costante, l'immondizia ritorna a far capolino tra le strade della citta'. Ieri il quotidiano Roma di Napoli, mostrava un dossier su come e' ridotto il salotto buono della citta' e in quale stato versano le vie del belvedere cittadino.
Se ci spostiamo nell'hinterland, la situazione e' ancora peggiore. Cumuli di immondizia fanno orrenda mostra di se. Gli assi viari di collegamento tra la provincia di Napoli e quella di Caserta, strade che percorro ogni giorno in auto, sono vere discariche a cielo aperto. Tutte le aree di sosta, si sono trasformate in terrificanti sversatoi.
Di questi scenari non si sa piu' notizia. Il messaggio che deve passare e' che l'emergenza rifiuti e' alle spalle. Fare rumore su queste tematiche, in questo momento, non serve a nessuno. Il Governo asserisce di aver compiuto un miracolo, le amministrazioni locali, ritornate a gestire l'ordinario, non possono gia' dichiarare tale stato di imbarazzante difficolta'.
Senza ombra di dubbio, va stigmatizzato il comportamento assolutamente incivile da parte della cittadinanza. Al tempo stesso, molte ombre rimangono sull'effettiva uscita dall'emergenza.
Riusciranno i comuni campani a raggiungere il 25% di differenziata entro la fine dell'anno in corso, pena il commissariamento? A che punto si trova in essere la fase progettuale in merito agli altri termovalorizzatori dichiarati dal Commissario di Governo Guido Bertolaso, nello specifico, quello di Santa Maria la Fossa nel casertano, quello nella citta' di Salerno e quello che dovrebbe sorgere nella zona orientale di Napoli?
Inoltre, la situazione potrebbe diventare nuovamente drammatica, se con ogni probabilita', migliaia di lavoratori del comparto, non vedranno rinnovato il loro contratto per fine anno. A distanza di oltre un anno dal rientro dell'emergenza, nuovi inquietanti scenari pare stiano incombendo sul territorio.
Quello che certo e' che Bertolaso ha dichiarato epressamente di voler concludere il suo compito alla Protezione civile, chiedendo il pensionamento a fine anno.
Il Premier e' parso molto contrariato di cio', ma lui ora, dopo la bocciatura del lodo Alfano, ha ben altro a cui pensare.

lunedì 5 ottobre 2009

DE LAURENTIIS-NAPOLI: IL FILM E' HORROR

Il Napoli ancora una volta esce sconfitto da una trasferta. Dopo l'esordio sfavorevole a Palermo, si e' perso a Genoa, a Milano con l'Inter e ieri all'Olimpico con i giallorossi guidati da un Totti in grande spolvero. I giocatori mostrano palesemente scarsa personalita'. La squadra non ha un'anima.
La classifica parla chiaro. Gli azzurri hanno solo 7 punti e peggio ancora, la difesa e' la piu' battuta da inizio campionato. Paura, incertezza, sconcerto, sono gli elementi che dominano lo stato d'animo degli calciatori. Il caos e' totale.
De Laurentiis che ha investito altri 52 milioni di euro per questa stagione - evidentemente spesi male - e' tornato di fretta e furia la settimana scorsa da Los Angeles, dove era impegnato con la sua produzione, ed ha iniziato a far piazza pulita.
Il primo ad essere stato allontanato e' stato il Dg Marino. A lui la colpa di non aver acquistato giocatori da Napoli. Imminente l'esonero del tecnico Donadoni, lo stesso tecnico chiamato a sostituire Reja - cosa che poteva essere evitata - sul finire del campionato scorso.
De Laurentiis, non e' esente da colpe comunque. Forse, proprio la sua invadente personalita', accresce questo stato di totale confusione.
Perche' il Presidente non fece concludere la stagione al friulano, magari congedando anche il direttore generale a giugno? Se voleva davvero iniziare un nuovo ciclo, come afferma, non era piu' utile farlo a stagione conclusa? Fino ad inizio campionato, non e' stato lo stesso presidente a congratularsi con Marino per i giocatori portati a Napoli?
Parliamo di Quagliarella, Campagnaro, Cigarini, De Santis, Zuniga, giocatori che fecero molto bene nella passata stagione.
Evidentemente le sconfitte scottano, l'immagine di una squadra perdente forse, non sono il massimo per un uomo che fa della comunicazione, un elemento di primo ordine.
Ci dimentichiamo pero' quanti limiti ha la gestione De Laurentiis. La squadra non ha una vera e propria sede sociale. Si e' stipulato un contratto di fitto con una struttura recettiva sita a Castelvolturno, nel casertano, non facendo vivere la citta' ai calciatori.
Non si e' puntato alla costruzione di un settore giovanile degno di questo nome. Si e' imposto ai tesserati un lungo periodo di silenzio stampa, mortificando la professione di tanti addetti ai lavori e non permettendo ai tifosi di conoscere l'umore dei calciatori. Spesso inoltre, il presidente non ha saputo usare i modi e i tempi giusti per le sue sfuriate, di presidente padrone, dimenticando che lo stesso Marino era costretto a calarsi nei panni di pompiere.
Penso che De laurentiis confonda troppo spesso il mondo del calcio con quello del cinema.
A noi napoletani voleva rappresentare un film d'avventura, dove a mo' di Rambo o Indiana Jones, i calciatori al suono del ciak, avrebbero dovuto con le loro gesta riscattare il destino di un'intera citta'.
Penso che dopo oltre cinque anni di "riprese", il film proposto a noi tifosi, stia diventando un horror di basso profilo da proporre solo in seconda visione.

giovedì 1 ottobre 2009

IL POTERE DISTORCE LA REALTA'

Oggi parlare contro Berlusconi e' diventata una moda, un passatempo, un sistema comunicativo sterile, asfittico, piu' attento all'audience che non all'analisi approfondita dell'opera del Governo.
Non vorrei quindi, dare l'immagine di parlare contro il Premier per un senso di antipatia a prescindere o perche' sia motivato da un pensiero politico in antitesi al suo. Non vorrei imitare e fare da eco alla sinistra italiana - quella che rimane nel Paese - e non avendo argomenti validi da proporre, limitarmi e soffermarmi su cio' che fa parte della sua sfera privata - anche se ultimamente pare, essa abbia raggiunto un profilo alquanto basso.
Chi mi conosce sa che nel passato l'ho votato e sono sceso in politica nel suo movimento.
Penso pero', si stia esagerando nel dare un'immagina univoca e fuorviante di un paese dove tutto va bene, dove le difficolta' non esistono, dove tutto deve essere tenuto in una sorta di limbo paradisiaco, di rigenerante eldorado, di artefatto reality.
I problemi esistono, anzi, sono aumentati. I posti di lavoro si continuano a perdere, la ripresa promessa, almeno al sud, non sembra essere ancora partita. Ma, nell'ottica di un sano e al tempo stesso mortificante e bigotto ottimismo, non si deveno argomentare questioni negative. Tali tematiche vanno celate, occultate, sapientemente sminuite.
Stessa cosa per la munnezza. Qui nell'hinterland napoletano e soprattutto in quello casertano, ce n'e' ancora a tonnellate, ma le immagini di questi inferni apocalittici dimenticati, di certo non vengono mostrate.
Nell'immaginario collettivo, deve passare l'effetto della cartolina. Penso che tutte le persone di buon senso, armate di spirito critico autonomo, concordino nell'affermare che questo tipo di messaggio irradiato ad arte con una sapiente regia, offenda chi abbia ancora un minimo di dignita'.
Non ne faccio una questione politica di nessun colore. Anche a noi napoletani, ci fu propinata la genesi di un nuovo rinascimento. Era l'epoca del G7, del 94. Napoli beneficio' di un intervento di make-up radicale. Nella realta', furono puntati i riflettori sul salotto buono di una casa vecchia, dove gli specchi opachi furono tirati a lucido repentinamente, la polvere rimase sotto i tappeti pieni di muffa e per non sentire lo scricchiolio del suo imminente tracollo, furono organizzate feste di piazza con musici e saltibanchi di notevole richiamo.
Tutti sostennero il miracolo. La cosiddetta borghesia intellettuale, poi fuggita dalla citta', ne divenne il volano. Essa non era altro che una elite di dotti e ammaestrati servitori del potere, chiamati ad occupare i salotti di sua maesta' Bassolino, irradiandone la sua presunta ed opinabile opera grandiosa, anche grazie alla presenza di un'informazione locale molto plasmata.
Chi detiene il potere, lo usa a suo piacimento, spesso distorcendo la realta' esistente. Per far cio' non serve avere la proprieta' dei mezzi di comunicazione, basta creare una ramificata, omertosa, clientelare lobby di acquiescienze.