Questa volta pare che lo strappo sia stato piu' violento. Fini, nell'incontro di oggi con Berlusconi a Montecitorio, ha dichiarato di voler formare dei propri gruppi autonomi in Parlamento, qualora Berlusconi assecondi passivamente i dictat della Lega. Secca la risposta del Premier, che invita il Presidente della Camera a dimettersi. Se cio' accadra', possiamo parlare tranquillamente di crisi conclamata ma non inaspettata.
Da tempo infatti, gli ex-alleanzini, cercano di trovare un proprio spazio all'interno del PDL, partito troppo incentrato sulla straripante leadership del Premier, un movimento politico divenuto grande partito contenitore di potere e consenso, ma imprescindibilmente tenuto insieme (ed e' questa il suo limite e la sua debolezza) dal carisma incontrastato e dalla forza tele-mediatica del suo fondatore.
All'indomani del successo della Lega alle regionali che di fatto, conferisce al partito di Bossi una incondizionata forza autonoma territoriale, a prescindere dall'alleanza con Berlusconi, Fini avra' intuito che il suo ruolo e la sua corrente iniziano ad avere un ruolo decisamente secondario tra le forze di maggioranza. Da qui le varie iniziative succedutesi nel tempo, come quella della creazione di format culturali, fondazioni quali Fare Futuro e l'ultima nata, Generazione Italia.
Tali aggregatori politico-culturali hanno posto le basi per la creazione di un Fini pensiero, libero dai condizionamenti e dalle influenze berlusconiane e soprattutto non condizionato dalle sue disavventure giudiziarie.
Se da un lato infatti, la Lega e' un soggetto politico indipendente che, per assurdo, un domani potrebbe sedersi ad un tavolo anche con le attuali forze di opposizione, la parte minoritaria del PDL, cioe' gli alleanzini, sono fin troppo condizionati dalla tenuta del Premier che si presume non essere eterna.
Se poi consideriamo che la forza della corrente Finiana al sud e' stata sempre decisiva nelle vittorie prima del centro-destra e adesso del PDL, possiamo tranquillamente ipotizzare che Fini si e' stancato ormai di essere relegato al ruolo di eterno secondo. Se il Presidente della Camera ( a questo punto sarebbero coerenti le sue dimissioni) resta sulle proprie leggittime posizioni, si andra' alla rottura, quindi ad una crisi aperta, con possibili elezioni nel breve periodo.
Laddove la pochezza ed il peso etereo ed evanescente del PD non sono riusciti ad incrinare la straripante forza della maggioranza, forse ci riuscira' Fini, trasformatosi in cavallo di Troia per la destra di governo.
Da tempo infatti, gli ex-alleanzini, cercano di trovare un proprio spazio all'interno del PDL, partito troppo incentrato sulla straripante leadership del Premier, un movimento politico divenuto grande partito contenitore di potere e consenso, ma imprescindibilmente tenuto insieme (ed e' questa il suo limite e la sua debolezza) dal carisma incontrastato e dalla forza tele-mediatica del suo fondatore.
All'indomani del successo della Lega alle regionali che di fatto, conferisce al partito di Bossi una incondizionata forza autonoma territoriale, a prescindere dall'alleanza con Berlusconi, Fini avra' intuito che il suo ruolo e la sua corrente iniziano ad avere un ruolo decisamente secondario tra le forze di maggioranza. Da qui le varie iniziative succedutesi nel tempo, come quella della creazione di format culturali, fondazioni quali Fare Futuro e l'ultima nata, Generazione Italia.
Tali aggregatori politico-culturali hanno posto le basi per la creazione di un Fini pensiero, libero dai condizionamenti e dalle influenze berlusconiane e soprattutto non condizionato dalle sue disavventure giudiziarie.
Se da un lato infatti, la Lega e' un soggetto politico indipendente che, per assurdo, un domani potrebbe sedersi ad un tavolo anche con le attuali forze di opposizione, la parte minoritaria del PDL, cioe' gli alleanzini, sono fin troppo condizionati dalla tenuta del Premier che si presume non essere eterna.
Se poi consideriamo che la forza della corrente Finiana al sud e' stata sempre decisiva nelle vittorie prima del centro-destra e adesso del PDL, possiamo tranquillamente ipotizzare che Fini si e' stancato ormai di essere relegato al ruolo di eterno secondo. Se il Presidente della Camera ( a questo punto sarebbero coerenti le sue dimissioni) resta sulle proprie leggittime posizioni, si andra' alla rottura, quindi ad una crisi aperta, con possibili elezioni nel breve periodo.
Laddove la pochezza ed il peso etereo ed evanescente del PD non sono riusciti ad incrinare la straripante forza della maggioranza, forse ci riuscira' Fini, trasformatosi in cavallo di Troia per la destra di governo.
3 commenti:
Ciao concordo sul fatto che Fini sia un cavallo di troia, della sinistra, alla quale evidentemente si ispira adesso.
Ma ritengo che ha fatto un grosso errore di valutazione a voler smarcarsi da Berlusconi, rinnegando quello che diceva solo un paio di anni fa, abbracciando valori e battaglie che NON appartengono al centro-destra, se non in un' infinitesima parte, ma che sono di sinistra.
Ergo se spera di rimpiazzare Berlusconi ha fatto MOLTO male i suoi conti, se spera di farsi un "cespuglietto" tutto suo che raccolga i voti di quelli sulla linea di Benedetto Della Vedova e Taradash e quelli degli scontenti di sinistra, forse qualcosa otterrà...ma saranno BRICIOLE rispetto a quello che ha.
Ritengo che la sua mutazione sia dovuto in primis a smania di grandezza e a super valutazione delle sue capacità e peso politico e in secondo luogo all'influenza nefasta della sua compagna (ex di Gaucci, il che è tutto dire) che deve averlo convinto ad entrare nella cerchia snob della sinistra "au caviar"...infatti è il nuovo eroe della stessa.
Ciao mary
Innazitutto quoto le argomentazioni di Mary e aggiungo...
Fini ha sempre avuto il complesso del secondo e certamente non va d'accordo con Berlusconi nemmeno sul piano personale.
Inoltre si è fatto finanziare la sua fondazione Fare Futuro dove però i fiumi di denaro che vi scorrono non sono affatto chiari. Fare Futuro è una lobby all'americana. Ma qui siamo in Italia e i destini si decidono ancora in cabina elettorale. Molte delle posizioni che assume sono omologhe alla sinistra ma lui vorrebbe in realtà fare la pseudodestra sarkoziana immigrazionista e multietnicista. Quella che gli Italiani non vogliono. E l'hanno dimostrato votando per la Lega.
Ogni passo di Fini in questo senso è una diaspora di aennini verso la Lega.
grazie mary e nessie per i vostri preziosi commenti.
ritengo tuttavia che la forza di fini al sud sia ancora discreta.
in un gioco di fanta politica, si potrebbero ipotizzare due scenari:
al nord pdl-lega, al sud ex an-udc.
ci sarebbe poi sia la posizione di di pietro che quella di rutelli che potrebbero dare il loro placet al progetto, senza dimenticare i nostalgici della destra di storace e rauti che potrebbero riprendere entusiasmo.
il sud continua ad arretrare. non basta aver tolto la munnezza da napoli (il centro e' pulito, l'hinterland per niente). di politiche sociali (battaglie di quella che era la destra-sociale)non se ne vede neanche l'ombra. pomigliano e termini hanno un futuro incerto.
per gli scavi di pompei si punta su i privati. stesso discorso per il teatro san carlo. se poi, si pensa che col ponte sullo stretto (mentre il calvario della salerno- reggio non e' ancora finito) si colmino tutti i ritardi del meridione, allora vuol dire che il premier ha ragione nell'affermare che il popolo(molto cieco) e' con lui.
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