mercoledì 24 luglio 2013

UN GOVERNO INERME ASSISTE AL DECLINIO

Siamo imprigionati dal governo Letta. il Presidente Napolitano e tutti gli esponenti della maggioranza, non vedono altra maggioranza al di fuori di questa. Nell'ottica molto variegata ed eterea del senso di responsabilita' del Paese, tutti affermono che adesso non si possono mettere i bastoni tra le ruote a questa maggioranza. Tutte le decisioni importanti sono state rinviate. Al momento infatti, non si hanno notizie sulla riforma elettorale, sull'eliminazione delle province, sulla riduzione dei parlamentari, sul finanziamento della politica. Quelle sulle quali si sarebbero potute aprire crisi estive, sono state considerate minoritarie, o comunque presentate come questioni che non meritano di essere approfondite poiche' minerebbero ulteriormente l'equilibrio gia' precario di questa maggioranza.
Ma che stanno a fare al Governo? Il decreto del fare, cos'e'? Che stanno facendo per noi poveri cittadini?
Siamo in una strada di non ritorno, con un deficit pubblico ormai incontrollato, con una disoccupazione in crescita costante.
In autunno scadra' per tanti operai la cassa integrazione, in tanti perderanno le proprie case poiche' non potranno piu' onorare i mutui bancari. La difficolta' economica si trasformera' in pericolosa fibrillazione sociale.
Non potendo programmare una propria strategia economica perche' soggetti alle direttive europee, la nostra sara' una silente ed inevitabile agonia. Anche la possibile condanna di Berlusconi in cassazione, non creera' scossoni alla maggioranza. Questa infatti, e' il frutto di una grande inciucio istituzionale. Qualsiasi cosa succedera', il "sistema" ha programmato l'inviolabilita' di questa maggioranza inerme.
Tutto restera' al suo posto, mentre in Italia andra' in scena il declinio.



martedì 9 luglio 2013

LETTA: IL SUO OTTIMISMO E' ILLUSORIO

Ormai ci siamo. Questa maggioranza costruita a tavolino dal Presidente della Repubblica, questo "mostro istituzionale" espressione del grande inciucio della casta, ha i giorni contati.
La magistratura ha anticipato i tempi per il giudizio a Silvio Berlusconi. A fine luglio si pronuncera'. In caso di condanna in cassazione per i diritti Mediaset, scattera' l'interdizione dai pubblici uffici per il Cavaliere. Con ogni probabilita', ad agosto il Governo andra' a "spiaggiarsi". Il PDL creera' una crisi pilotata, il Paese vivra' l'ennesima situazione di stallo decisionale.
Vent'anni di "guerra civile" tra berlusconiani ed antiberlisconiani, stanno per volgere a termine. Ci sara' l'esplosione di una vera e propria "bomba termo-nuclerare".
Dopo le ultime elezioni non si ebbe il coraggio di osare di affidare il Paese ai "nuovi venuti", i cinque stelle, ne' si volle rischiare di andare a nuove elezioni a stretto giro. Si genero' questo alchemico accordo, questa fusione a freddo tra due soggetti incompatibili, acerrimi nemici diventati alleati pro-tempore, con la scusante dell'emergenza economica, celando invece il piu' sfacciato scopo di rimanere ancorati al potere, alla faccia di noi cittadini esausti e sfruttati.
La situazione e' davvero critica. Da un lato c'e' un partito, il PDL, che a breve assistera' alla decapitazione del suo capo-padrone, senza avere nessuna capacita' di potersi rigenerare nel breve poeriodo.
Dall'altro c'e' il partito che avuto l'incarico da Napolitano per uno sparuto e striminzito vantaggio elettorale, il PD, in piena crisi d'identita', distratto dal cronico tentativo di ristrutturazione interna, diviso tra correnti in vista dell'ennesimo congresso.
Il paradosso e' che nel frattempo il consenso di questi partiti aumenta. Il lavoro dei media e' stato eccellente. Il nuovo e' stato presentato per i suoi aspetti piu' folkloristici, per le sue presunte divisioni interne, sottacendo quel poco di buono che comunque e' riuscito a raggiungere. La vecchia politica invece, individuata ancora una volta come l'unica espressione di responsabilita', di risposta alle aspettative della gente, ridimensionando l'imbarazzante empasse su principali questioni programmatiche, quali  l'IVA, l'IMU, l'abolizione delle Province, il finanziamento della politica, la rifoma elettorale, tutte decisioni rinviate, per le quali e' stato richiesto tempo.
Nel frattempo Letta, ostenta ottimismo, forte o forse illuso dal fatto che nel secondo semestre del prossimo anno, l'Italia sara' presidente di turno della Commissione Europea e dovrebbe almeno sulla carta, presentarsi coesa e con un governo solido. Ma dodici mesi, di questi tempi, con la chiusura di oltre 1000 aziende al giorno, sono davvero un'eternita'.
Mai come adesso possiamo affermare: "chi e' causa del suo mal, pianga se stesso".