martedì 17 novembre 2009

COME E' LONTANO IL PREDELLINO

Si iniziano a sentire mormorii elettorali. Se in questo momento si andasse a votare, sarebbe certa la riconferma di Berlusconi a Palazzo Chigi? Siamo sicuri che tutte le anime di questa mastodontica e complessa macchina chiamata PDL, dove una sola persona possiede le chiavi di accensione, seguirebbe fino alla morte politica il suo leader?
La vita politica, sociale, mediatica del Paese si e' arenata nella melmosa palude delle beghe processuali del Premier. Tale persistente ed immutabile scenario ha portato la gente a disaffezionarsi alla politica, strumento che se adoperato sapientemente, dovrebbe essere a servizio dell'interesse della collettivita'.
Gli stessi simpatizzanti di Berlusconi, dopo 15 anni dalla sua discesa in campo, iniziano ad intuire che essendo stato il Presidente del Consiglio un eccellente imprenditore, e' stato altresì un abile venditore, in primo luogo di se stesso.
Il primo ad accorgersene e' stato il leader dell'UDC, Casini, che in modo irremovibile, prese da lui le distanze. Adesso anche Fini, spesso non sta accettando i dictat del capo e non solo per il suo ruolo istituzionale. Qualcosa sta cambiando, si avvertono i primi scricchiolii all'interno della maggioranza che di fatto, pur contando su ampi numeri, diverse volte e' stata battuta in Parlamento.
La gente e' stufa. La ripresa economica piu' volte annunciata, sembra ancora l'alba di un giorno lontano. Lontano come quel 18 novembre 2007, quando Berlusconi in Piazza San Babila a Milano, sale sul predellino per annunciare la nascita del PDL, il Popolo delle Liberta'.
Ma questo popolo, populisticamente ipnotizzato nel pensiero, mediaticamente indottrinato nel suo sapere, di quali liberta' puo' ancora godere, se l'indipendenza e l'autosufficienza economica per molti restano ahime', soltanto utopistiche chimere? O forse si credeva che dietro l'angolo, si celasse l'ennesima minaccia comunista?
Oggi si accusa la magistratura di tenere in ostaggio la democrazia. Ritengo che la vera schiavitu' che noi tutti subiamo, sia questa sterile ed infinita contrapposizione tra berlusconismo e anti-berlusconismo, una vera e propria sindrome di Stoccolma che non solo ha impoverito il valore autentico della politica ma, principalmente, l'autonomia soggettiva dei singoli individui, diventati inermi spettatori di una societa' decadente.



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