giovedì 30 giugno 2011

SINDACO, NON SCHERZARE CON LA MONNEZZA

Secondo il mio modesto parere, De Magistris ha commesso il suo primo, ma madornale errore da Sindaco.
Far intervenire il famoso e spesso discusso fotografo Oliviero Toscani, per far realizzare un servizio fotografico sulla monnezza, non ha nulla di simpatico, ne' di originale e non riesce neanche a suscitare lontanamente, quella sensazionale, folkloristica ed eccentrica trovata naif.
Cercare di esorcizzare il dramma rifiuti, facendosi immortalare con tanto di sacchetto all'interno del Municipio non riduce di fatto, la vergogna che i cittadini napoletani devono subire per quella che, in tutti i sensi, puo' essere considerata senza ombra di dubbio, una mortificante tragedia.
Il Sindaco, mettendosi in posa sorridente, con il sacco nero dell'immondizia, retto a mo' di trofeo da esibire, umilia la dignita' di noi cittadini, sia come uomini che come contribuenti della Tarsu piu' cara d'Italia.
Se con questo tipo di forzata e, a mio avviso, autolesionistica forma di comunicazione, De Magistris volesse rendere "normale" sdrammatizzandolo, un atavico problema, nel tentativo assai maldestro di sminuirlo, ritengo che non sia affatto sulla strada giusta.
Non so se l'idea sia stata sua o qualche "stratega" del marketing gliela abbia suggerita. Per me e' stata senza dubbio, una scelta di cattivo gusto.
Egregio Sindaco, rispetti i napoletani. La monnezza non la deve fotografare. Il suo compito e' quello di farla sparire dalle strade. Per sempre.
Per le foto a riguardo ahime', ci pensano gia' i tanti turisti stranieri. Nei loro pacchetti viaggio, il tour operator prevede la sosta per lo scatto ricordo.

giovedì 23 giugno 2011

DE MAGISTRIS, DATTI UNA MOSSA

La situazione rifiuti a Napoli sta degenerando. Ci troviamo per l'ennesima volta, in una fase di non ritorno. Il neo Sindaco De Magistris, si trova immediatamente immerso a fronteggiare l'ennesimo picco emergenziale.
Secondo il mio modesto parere, il primo cittadino sta sbagliando a prendersela con il Governo centrale, per il mancato aiuto in tal senso. In campagna elettorale aveva promesso di rendere normale il ciclo rifiuti, in sei mesi. D'accordo, sono passate solo tre settimane dal suo insediamento, ma al tempo stesso si sono verificate nuove frizioni sul territorio.
Si sapeva che la fase acuta, si sarebbe superata soltanto destinando questi rifiuti al di fuori del territorio cittadino. I siti di trasferimento provvisorio, individuati nei comuni di Acerra e Caivano potevano risolvere momentaneamente il problema, sperando in un rapido aumento della raccolta differenziata. Non e' stato così. Ci sono state le solite barricate contro il trasporto della monnezza napoletana e dell'intero hinterland verso tali comuni.
Il Sindaco per la prima volta, mostra cenni di incertezza, di smarrimento. Solo pochi giorni or sono, aveva urlato a tutti il fatto di "avere scassato", di aver ottenuto un successo al di sopra di qualsiasi previsione.
Tutti lo abbiamo acclamato come nuovo salvatore di una citta' allo stremo. E' giunta l'ora, caro Sindaco, di fare, agire, senza esitazioni. Soprattutto non e' il momento produrre i soliti piagnistei, le solite litanie gia' sentite troppe volte per il passato: la camorra, i bastoni tra le ruote, le ripicche del Governo, gli ostacoli da parte di chi ha perso le elezioni.
E' arrivato il momento, caro De Magistris, di darsi subito una mossa, di trovare soluzioni ingegnose per liberare Napoli dalla spazzatura, da una vergogna che dura ormai da troppo tempo.
Egregio Sindaco, dedichi tutta la sua giornata a questo dramma, rinunciando magari alle troppo ripetute, a mio avviso, apparizioni televisive.
Il problema e' nostro, ce lo dobbiamo risolvere da soli. Un po' di orgoglio, di amor proprio.
Un domani, caro Sindaco, se puntera' soltanto su le sue forze, avra' l'immenso ed impareggiabile vantaggio di non dover ringraziare nessuno.

domenica 19 giugno 2011

BOSSI, BERLUSCONI: IL VOSTRO TEMPO E' FINITO

Doveva essere una giornata di proclami roboanti, di minacce al vetriolo, di sentenze senza appello.
Quella di Pontida invece, e' stata l'ennesima rappresentazione di uno scontato happening di plastica. Un Bossi stanco piu' del solito, ha sciorinato le solite minacce separatiste, i soliti slogan padani divenuti tristemente ripetitivi.
Il senatur ha dettato l'agenda al Governo. Ha chiesto la cessazione dell'intervento dell'Italia in Libia, dimenticando che il nostro Paese risponde alla Nato e non solamente a quello che si decide a Montecitorio.
Vuole la diminuzione delle tasse, argomento assai vago sul quale piu' volte, nel corso degli anni, i governi presieduti da Berlusconi hanno fallito. Ha minacciato di non appoggiare la rielezione di Berlusconi, in ipotetiche e sideralmente assai lontane, elezioni del 2013. In pratica un vero film di fantascienza.
Se veramente avesse avuto il coraggio di farsi rispettare, forte e sicuro del suo indiscusso consenso territoriale, avrebbe proclamato la fine di questa legislatura, formalizzando la sua definitiva cessazione, nel prossimo consiglio dei Ministri. Invece, il vecchio Umberto, tiene a sua volta a rimanere attaccato a questo Governo, a succhiarne le ultime gocce di linfa, a prolungarne la sua angosciosa agonia che e' anche la sua conclamata fine politica.
Bossi e Berlusconi: due uomini ormai al crepuscolo, che si illudono ancora di poter cambiare le sorti di questo Paese.
La Lega nacque come forza territoriale separatista in lotta contro il centralismo romano e la corruzione in politica. Dopo un ventennio, gli artefici di quella rivoluzione, sono diventati complici, alleati e copartecipi dello sfascio istituzionale, conviventi del malaffare romano, dal quale pero' vorrebbero differenziarsi, stabilendo il distaccamento di alcuni ministeri al nord.
L'Italia non merita di essere rappresentata da questi individui. Il loro ripetuto apparire, e' diventata la migliore arma di consenso per le opposizioni. Piu' tempo passa e piu' la loro sterile ed imbarazzante azione politica indebolisce l'intera maggioranza.
Ne' la destra conservatrice, ne' quella liberale, ne' tanto meno quella laica e moderata, puo' permettersi di continuare a riconoscersi in questi individui.
La realta' e' questa. Tutto il resto, aria fritta.



mercoledì 15 giugno 2011

A PONTIDA IL GOVERNO IMPLODERA'

Atteso con trepidazione il classico appuntamento "folkloristico" di Pontida. Quest' anno l'happening leghista, avra' ripercussioni notevoli sull'esecutivo. Bossi, dal piccolo comune bergamasco, dettera' le linee guida al Governo, in pratica, un vero e proprio ultimatum.
Siamo giunti ormai, ai titoli di coda.
La Lega minaccia il Governo e prende le distanze dal PDL e dal suo leader Berlusconi. Il popolo del Carroccio non ne vuole sapere di assecondare i capricci del Cavaliere. Il nord deve nuovamente dettare legge alla Nazione intera.
A sua volta la Lega, inizia a intravedere per la prima volta, segnali di sgretolamento interno. Bossi non e' piu' il leader indiscusso, anche in territorio Padano, spuntano come funghi, le correnti interne al partito.
Si invoca la cessazione del conflitto in Libia, la radicale diminuzione del gettito fiscale al nord, il distaccamento di alcuni dicasteri. Roma torna ad essere "ladrona", il resto dell'Italia un ammasso di sfaticati assistiti, un coacerbo di inetti, collusi e vittime al tempo stesso del sistema mafioso.
Sono anni che la Lega minaccia il Cavaliere, tenendolo sotto schiaffo. Questa volta non bastera' il solito contentino. Bossi dal canto suo, tiene a dimostrare al suo popolo che e' ancora lui a comandare in Padania. La cosa non e' da poco. Berlusconi dovra' convincere i suoi colonnelli ad assecondare i diktat del Senatur.
Dopo le sberle ricevute alle amministrative ed al referendum, i leghisti non vogliono fare piu' figuracce.
Questa volta saranno pronti a tutto, anche a dare un bel calcio nel sedere all'intera maggioranza.
A Pontida, con ogni probabilita', il Governo implodera' e non ci sara' lo "Scilipoti" di turno a tenere in vita questo variegato ectoplasma chiamato maggioranza.
Il messaggio diffuso da Radio Padania e' stato chiaro: meglio soli che male accompagnati...
Amen!


lunedì 13 giugno 2011

QUORUM RAGGIUNTO. GOVERNANTI, RASSEGNATEVI

Il quorum e' stato raggiunto. Il referendum ha dato risposte chiare, nette, incontrovertibili.
Il popolo italiano ha espresso la sua volonta'. Chi governa questo Paese, ne deve prendere atto.
Al referendum e' stata data volutamente, una valenza politica. Politicamente, sono arrivate puntuali, sentenze inappellabili.
Chi da anni, pensa che il popolo italiano, potesse essere "addomesticato" come un animale da circo, deve ricredersi, rassegnarsi al fatto che ogni cittadino ha una specifica soggettivita', un'autonoma coscienza critica.
In questo Paese, c'e' tanta voglia di cambiamento, di partecipazione. Nel momento di maggior difficolta' e grigiore per la Nazione, la cittadinanza si e' ripresa il controllo della cosa pubblica.
Il Premier sultano, in modo palese, esortava i suoi sudditi a non essere da ostacolo. Il monito lanciato era piu' che preciso: disertare le urne, preferendo al voto, il mare. Il popolo non ha ubbidito. O meglio, si e' goduto una giornata di svago ma non ha dimenticato di dare un segnale deciso ed inequivocabile, a chi pensava che l'indotta ipnosi catarsica continuasse a fare il suo effetto.
I governanti, replicanti inermi di un monarca al crepuscolo, si rassegnino al fatto di poter controllare l'informazione pubblica, si rassegnino ad interrompere quel tentativo vile e meschino, di ribaltare la realta' percepita, sostenendo a loro volta, di essere vittime di un'informazione deviata, manipolata dal nemico comunista sotto la regia di intellettuali antigovernativi e di giudici "terroristi".
Oggi, la maggior fonte di liberta' e' rappresentata dalla rete. Con internet, centinaia di migliaia di persone hanno posto le basi per un cambiamento epocale nella storia del nord-Africa e di altri paesi medio-orientali, da sempre sottoposti a spietate dittature. Con la rete, il popolo italiano e' riuscito ad acquisire maggiore informazione, migliore conoscenza, confronto piu' partecipato.
Gli attuali governanti, una volta e per tutte, si rassegnino ad accettare un vento di cambiamento presente nel Paese, a misurarsi con esso, ad accogliere le sue aspettative, ad assecondare soprattutto, i suoi bisogni.
L'alternativa e' una soltanto: sparire quanto prima dalla scena politica.

martedì 7 giugno 2011

"SEPARATISMO MINISTERIALE"

C'era una volta la Lega separatista. L'opulento e laborioso nord avrebbe dovuto staccarsi dal resto del Paese, considerato un vero e proprio crogiuolo di sfaticati ed inoperosi, abituati a sbarcare il lunario a colpi di assistenzialismo centralista. Nacque il concetto astratto di Padania, vago artefatto lessicale divenuto poi concreta e riconosciuta accezione non solo nominale, ma riferimento politico-istituzionale e reale forza politico-governativa del Paese.
Questa forza di per se anticostituzionale, oggi governa la Nazione, ne decide le sorti, ne condiziona le scelte.
Per anni Bossi e gli altri uomini del Carroccio, hanno combattuto la "Roma ladrona", si sono opposti al malaffare capitolino, hanno gridato il loro sdegno verso il clientelismo assunto a sistema. La Lega professava la sua totale contrarieta' alla corruzione in politica, malediva la malavita organizzata, ritenuta zavorra per il Paese.
Oggi la Lega, ha come principale alleato un partito, il PDL, che annovera un gran numero di delinquenti prestati alla politica, che come leader, ha un personaggio che in tutti i modi cerca di pararsi il culo dagli innumerevoli processi in cui e' coinvolto e che, suo malgrado, deve convivere con un sistema mafioso trapiantosi radicalmente al nord, con cui volenti o nolenti, deve interloquire per poter legittimare il suo consenso.
Oggi, anche i leghisti, sono partecipi dello sfascio del Paese. Da quando gli uomini della Lega hanno messo le loro chiappe stabilmente sugli scranni romani, sono divenuti assidui frequentatori delle luculliane abbuffate di Stato e, al tempo stesso, complici silenti del crepuscolo che permea, asfissiandola, la nostra deleritta Italia.
Per mantenere pero', l'originale spirito settario e secessionista, adesso gridano al decentralismo amministrativo, come ennesimo ed ultimo ricatto estorto al Premier, divenuto il loro giocattolo preferito, per veder realizzati i loro capricci territoriali.
Per anni hanno vomitato sentenze contro il centralismo amministrativo. Oggi che hanno le mani in pasta e sanno di poter ricattare il loro vecchio padrone, trasformatosi negli ultimi mesi, in un umile servo, stanco ed invecchiato, pretendono di portare al nord dei dicasteri.
Il loro separatismo ministeriale e' alquanto schizzofrenico. Giurano fedelta' al Capo dell'Esecutivo ma poi puntualmente da lui, ne prendono le distanze. Prove evidenti lo sono state in ordine di tempo, la loro contrarieta' alla guerra in Libia, la diversa posizione in merito ai quesiti referendari, senza dimenticare la loro completa dissociazione dalle celebrazioni per l'Unita' d'Italia.
In modo metaforico, diciamo che i leghisti bevono l'acqua dalle sorgenti del Po, ma poi, come vino, ai prosecchi veneti, preferiscono quello dei castelli...
A Napoli si direbbe: piangono e fottono.


lunedì 6 giugno 2011

UN SI PER MANDARLO A CASA

Si avvicina l'appuntamento referendario. Domenica si andra' nuovamente alle urne ( che assurdita' non aver accorpato il referendum alle amministrative) per decidere in merito a delicate questioni.
Si e' cercato di non far pronunciare il popolo italiano sul quesito nucleare, affermando che troppa sarebbe stata la predisposizone emotiva avversa della cittadinanza, dopo la terribile sciagura verificatasi in Giappone.
Penso che, in ogni caso, ci sara' comunque una forte componente "emozionale" verso questo decisivo appuntamento. Mai come in questo caso, il referendum assume una connotazione politica.
Nell'urna, molti cittadini, piu' che pensare al proprio destino che sara' da venire, daranno l'ennesimo giudizio sull'operato del Governo ed in particolar modo, su quello del Premier, Silvio Berlusconi.
Votando si, piu' che all'acqua pubblica, al definitivo abbandono dell'atomo come fonte energetica, o alla possibilita' di mantenere il leggittimo impedimento, si accellerera' quel processo di inarrestabile frantumazione politica a cui e' sottoposta l'attuale maggioranza.
Una parabola volge al termine. Se il si passera', questa fine sara' ancora piu' vicina.

sabato 4 giugno 2011

PAUSA FORZATA

Cari amici, mi mancate ma il mio lavoro di questi tempi e' intensissimo, fortunatamente.

In agriturismo sono impegnato tantissimo e quando torno a tarda sera nella mia casa di Napoli, non ho sempre la giusta lucidita' per dedicarmi al blog.

Ci sarebbero tanti tematiche su cui discutere. Spero di poterne argomentare quanto prima.

Un saluto affettuoso a tutti gli amici della rete,

Angelo