venerdì 28 maggio 2010

AREOPORTO DI GRAZZANISE, SARA' LA VOLTA BUONA?

Si ritorna a parlare di Grazzanise. Il comparto aeroportuale campano, potrebbe nel breve (non meno di cinque anni), avere un notevole slancio con la realizzazione di un nuovo scalo internazionale.
Se ne parla ormai, da oltre trenta anni e non solo in tempi di campagne elettorali.
Addirittura, negli anni sessanta, mio padre, ingegnere edile, gia' vincitore nazionale nel 1960 del concorso C.O.N.I. per la progettazione di impianti sportivi, veniva deriso quando ipotizzava tale realizzazione, anche perche' da poco vedeva la luce l'aeroporto di Capodichino.
Da questo spazio anch'io ne ho parlato, nel febbraio e nell'agosto del 2008.
Capodichino, scalo napoletano, ubicato nella citta', ha esaurito ogni possibilita' di ulteriore sviluppo. L'aeroporto dal 1995 ad oggi, ha visto piu' che raddoppiare il numero dei passeggeri, passati dai 2.500.000 agli oltre 5.000.000 .
Inoltre, il futuro scalo, permetterebbe di far atterrare in regione anche grossi jumbo che, al momento, non possono giungere a Napoli per le ridotte dimensioni della pista.
In merito alle polemiche generate sullo scetticismo di far delocalizzare dal capoluogo il principale scalo aeroportuale della regione (che diventerebbe anche il principale del meridione) bisogna tener presente che in tutte le principali citta' europee, gli aeroporti si trovano ad almeno 50 km dal centro cittadino, fino ai quasi 100 ad esempio, per di quello di Francoforte.
In un momento storico di grossa crisi economica e di tagli generalizzati alla spesa, sara' possibile la realizzazione di questo antico progetto?
In prospettiva di un'applicazione generalizzata del federalismo, la Campania autonomamente, avra' la capacita' di portare a termine tale grande opera?

lunedì 24 maggio 2010

PANE, AMORE E FANTASIA

Il Governo deve trovare soldi ed in fretta. Il Premier promette che non saranno toccate le pensioni e gli stipendi. Sta di fatto che bisogna ragranellare velocemente, 25 miliardi di euro. Come fare?
Ancora una volta, un condono, questa volta edilizio, presumibilmente salvera' l'esecutivo.
Dopo la pioggia di miliardi di dubbia provenienza (ben 90), rientrati in Italia tramite lo scudo fiscale che ci permettono oggi di varare una manovra piu' leggera rispetto ad altri paesi europei, adesso saranno condonate tante case fantasma che faranno fare cassa al governo.
Possibile anche un aumento delle imposte comunali (che andranno a surrogare l'ICI eliminata) e la possibilita' di introduzione di pedaggi anche sulle statali di grande scorrimento e di collegamento alle autostrade, per la gioia degli automobilisti, gia' vessati dalle polizze auto e dal caro carburanti.
Ci saranno poi, dei tagli ai parlamentari (era ora) ed una notevole diminuzione del numero di manager e dell'attivita' dei consorzi.
Berlusconi teme di perdere ulteriore consenso. Lui, l'ideatore della politica liberista in Italia, il promotore del consumismo mediatico ma, al tempo stesso, soccorritore dei bisognosi, adesso deve far strigere ulteriormente la cinghia agli italiani.
Il sogno e' finito. La crisi economica ha livellato (in basso) il ceto medio, divenuto in questi ultimi due anni molto piu' povero. La teorizzazione dell'eldorado Italia, la propagazione artificiale e mistificata dell'ottimismo a tutti costi, ha esaurito il suo slancio, frantumandosi sotto i colpi di una dura realta', fatta di numeri e cifre incontrovertibili che ridimensionano e rendono quasi imbarazzante il berlusconismo nel suo insieme.
Il PDL, e' stato anche battezzato il partito dell'amore.
Agli italiani forse, e' rimasto solo tale sentimento, visto che il "pane" e la "fantasia" davvero scarseggiano...


giovedì 20 maggio 2010

DIMISSIONI DI ZINZI: A CASERTA LA POLITICA E' MORTA

Non ci sono parole. Anzi, una fa sentire il suo assordante rimbombo: vergogna.
Il Presidente della provincia di Caserta, Domenico Zinzi, gia' senatore della Repubblica, in forza all'UDC, rassegna le dimissioni, a meno di due mesi dalle elezioni amministrative.
Troppo forti le lotte intestine tra i due partiti di maggioranza locale, il PDL e l'UDC, appunto.
Da queste parti, il PDL ha un nome ed un cognome: Nicola Cosentino.
Il Sottosegretario, prima dimessosi dalle sue cariche, sia parlamentari che di coordinatore regionale del PDL, in netta polemica con il governo centrale, contro la richiesta di Casini di imporre Zinzi in Terra di Lavoro, quale contropartita politica all'appoggio di Caldoro alla Regione, fa sentire notevolmente il suo peso e la sua autorevolezza, portando al logorio il neo-presidente della provincia, condizionandone le decisioni in merito al varo della nuova giunta, cercando di imporre a sua volta, uomini a lui vicini, determinando quindi, una situazione di empasse.
Zinzi ha lamentato gia' all'indomani del suo insediamento da Presidente, di non avere le mani libere, per poter scegliere in completa autonomia uomini di qualita' per la guida della provincia, un territorio che da troppo tempo aspetta una svolta, un rilancio concreto a 360°.
Ancora un volta si e' potuto dimostrare che da queste parti piu' che altrove, le logiche clientelari e la spartizione del potere fine a se stesso, sono la norma.
Se a livello nazionale, la politica sta vivendo una fase di forte crisi, nel territorio casertano, stiamo allo sfascio totale.
A volte in modo sferzante, si usa affermare: i cittadini si meritano i politici che si scelgono. Nel caso della Provincia di Caserta, si puo' convenire a questo punto, che l'amministrazione del territorio, puo' essere garantita solo dai Commissari.
Zinzi ha lanciato un segnale forte ma, adesso a pagarne le conseguenze, sara' la cittadinanza.
La paralisi amministrativa portera' nel breve, conseguenze drammatiche per un territorio gia' stremato ed evocato a livello mondiale, esclusivamente per le sue nefandezze.
Con questo ultimo colpo di scena, si puo' senza dubbio affermare che a Caserta, la politica e' morta.





lunedì 17 maggio 2010

UNITA' D'ITALIA: ARTEFATTO SENTIMENTO NAZIONALISTA

Sono iniziati i festeggiamenti per il centocinquantesimo anniversario dell'unita' d'Italia.
Ma oggi, noi cittadini italiani, su che cosa siamo veramente uniti?
Il Paese e' in una fase di grossa crisi economica, politica e istituzionale.
Nei prossimi mesi, e' attesa una manovra correttiva tutta lacrime e sangue, contro lo spauracchio di un possibile contagio del crac avvenuto in Grecia. In tempi di vacche magre, le politiche liberiste vanno a farsi benedire. Bisogna trovare soldi ed in fretta. I vituperati sistemi social-comunisti di tassazione profonda e capillare, saranno i medesimi applicati dal governo Berlusconi che, contro l'aumento delle tasse, ha basato tutte le sue campagne elettorali. La "vacca" e' stata munta fino all'osso. Di latte non ne esce piu', bisogna correre ai ripari.
A livello politico, il Paese e' ancor piu' spaccato.
Il maggior partito nazionale, maggioranza di Governo, vive un momento di grossa incertezza. Gli scandali lo sommergono nuovamente, in modo imbarazzante, facendogli perdere credibilita' e consenso. La spaccatura tra l'ala forzista e quella alleanzina, erode nel suo insieme il partito, lo rende meno agile e coeso nelle sue decisioni, piu' vulnerabile agli attacchi dell'opposizione.
A sua volta, il partito di Bersani, e' in crisi di identita', distante dalla gente e dagli interessi delle classi deboli, sempre piu' sfiduciate da questa politica. Non e' un caso che la percentuale di astensionismo cresca in modo costante.
Al nord, la Lega dilaga, ma resta un partito territoriale, con la maggioranza assoluta nel solo Veneto. Le sue spinte secessioniste, di certo non cementano questo artefatto spirito di unita' nazionale, non avvertito comunque, anche nel resto del Paese, specie nel profondo sud, dove si combattono le mafie ma non il degrado, l'arretratezza, ne' la distanza dal resto del Paese.
A livello istituzionale poi, negli ultimi mesi, piu' volte si e' assistito a scontri fratricidi tra le varie cariche dello Stato, una contrapposizione spesso rovente che alla fine ha portato ad un indebolimento generale delle stesse, agli occhi dei cittadini.
Sono attese riforme (chissa' quando si faranno) di rinnovamento costituzionale. C'e' chi si ispira al modello francese, chi a quello tedesco. Nessuno si domanda se il nostro non funziona a causa delle sue regole o per l'incapacita', la negligenza, la condotta, la morale e la scelleratezza dei suoi rappresentanti.
A giugno inizieranno i mondiali di calcio. Per circa un mese ci sentiremo tutti uniti (tranne alcune eccezioni) dal tricolore. Spentisi i riflettori in Sudafrica, gli unici "sentimenti" realmente condivisi, saranno l'avversione nei confronti di questa politica e i portafogli che, nel frattempo, diventeranno piu' leggeri.


venerdì 14 maggio 2010

MARIARCA TERRACCIANO: MUORE L'INFERMIERA CORAGGIO

Mariarca Terracciano, non ce l'ha fatta. E' morta l'infermiera coraggio dell'ospedale San Paolo di Napoli.
La donna quarantaquattrenne, sposata e madre di due figli di 10 e 4 anni, protestava contro la sospensione provvisoria del pagamento degli stipendi, da parte dell'Asl di Napoli (la sanita' regionale e' al collasso, la nuova giunta di Caldoro, tagliera' personale, posti letto ed aumentera' le tasse procapite).
L'infermiera aveva inscenato uno sciopero della fame, congiuntamente ad un prelievo di 150 ml di sangue giornaliero. Mentre i suoi colleghi dimostravano per le strade o facevano sentire le loro grida di malcontento dai tetti del nosocomio, Mariarca compiva questa forma estrema di protesta, silente ma fortemente simbolica.
Il suo obiettivo era quello di far scattare una scintilla nel sindacato (da lei considerato troppo distante dalle esigenze dei lavoratori), una scossa di orgoglio in tutti coloro i quali sono vittime di abusi nel mondo del lavoro.
L'infermiera affermava: lo stipendio e' un diritto, un'esigenza irrinunciabile per chi deve crescere dei figli ed onorare un mutuo.
La protesta era iniziata il 22 aprile. Il 2 maggio il suo sfogo era finito anche in rete, su youtube. Il 10 maggio, mentre era al lavoro, si sentiva male, divenmtava cianotica, perdeva conoscenza.
Ieri mattina il suo cuore si e' fermato. Lascia il marito, due figli e tanti colleghi sgomenti.
L'Asl ha ripreso a pagare gli stipendi, non piu' quello di Mariarca Terracciano.

mercoledì 12 maggio 2010

PRESENZA AMERICANA FONDAMENTALE NEL MEDITERRANEO

E' corsa voce, tramite spifferi della CNN che gli Stati Uniti, vogliano smobilitare o quanto meno ridurre, la base Nato a Napoli, sede del comando alleato.
Il contingente americano e' presente in Campania, anche nella base di supporto logistico di Gricignano (Ce) dove vive la maggior parte dei militari, in quella presso il Lago Patria (Na), e nell'avellinese, con una stazione di telecomunicazioni.
Questa volta non e' ne' la criminalita' diffusa, ne' tanto meno l'inquinamento ambientale a scoraggiare il contingente americano.
Si tratta piuttosto di tagli di bilancio che il Governo centrale vorrebbe apportare alla difesa, nel caso specifico alla Marina (Navy). Secondo il Ministro della Difesa, Robert Gates, la flotta americana, (la cui composizione e' superiore a quella di tutti i paesi alleati messi insieme) e' ulteriormente aumentata a dismisura dopo l'11 settembre. Cio', di fatto, arreca un considerevole dispendio alle casse centrali.
Il Governo centrale smentisce tali indiscrezioni. A Napoli tutti temono l'allontanamento delle truppe alleate, per l'indotto che indirettamente gli americani portano in regione. Dopo lo smantellamento dell'insediamento presente nell'isola della Maddalena in Sardegna, sarebbe davvero un peccato perdere la presenza americana all'ombra del Vesuvio.
Una cosa e' certa. Dopo che Obama ha rinunciato all'installazione di missili intercettori da realizzare in basi di terra nell'est europeo, così come era nei piani del suo predecessore, Bush, la difesa dello spazio aereo da potenziali attacchi nucleari nemici, deve avvenire tramite missili lanciati da postazioni mobili. Per far cio' le portarei e i sottomarini americani presenti nel mediterraneo sono fondamentali, per non dire indispensabili. I vettori piu' indicati al caso, sono proprio quelli della VI flotta, cioe' quelli agli ordini della base di Napoli.



venerdì 7 maggio 2010

BERLUSCONI, ANCORA TRE ANNI?

Berlusconi dovrebbe governare ancora tre anni? Voi ne siete sicuri? Il condizionale 'e d'obbligo, vista la piega che sta prendendo questo Governo, sempre piu' sfibrato nel suo insieme e sottoposto ad una ininterrotta spirale d'inchieste che coinvolge molti dei suoi maggiori esponenti.
Ma c'e' qualcosa che sta cambiando. In molti hanno preso atto che questa maggioranza nonostante i suoi ampi numeri, non possiede uno spirito unitario nelle sue decisioni, divisa com'e', tra le spinte separatiste della Lega, il nostalgico sentimentalismo nazionalista dell'ala finiana, l'eccessiva ricerca di libertinismo riformatore da parte degli ex uomini di FI.
Anche la perdurante crisi economico-finanziaria, non aiuta una forza di Governo che ha sempre demonizzato il rigore ed il sacrificio tributario dei cittadini, come metodo di intervento programmatico. Ma i numeri di questa crisi sono inequivocabili. I conti non tornano. Con essi va a farsi benedire, qualsiasi forma di programmazione. Finite le elezioni, vanno in soffitta anche gli spot elettorali. Rimane stridente, la cruda realta'.
L'idea del berlusconismo come filosofia di vita legata al benessere, alla crescita, allo sviluppo in chiave di puro liberismo e' svanita di pari passo al dissolversi di un sistema economico rivelatosi fortemente fragile e palesemente artefatto. La politica come un'azienda, quando queste chiudono, non funziona piu'.
Anche a livello internazionale, qualcosa e' mutato. Molti non ne parlano, ma la storica amicizia tra USA e Italia ( da molti giudicata una sorta di sudditanza del nostro paese) si e' incrinata. Sono finiti i tempi delle grigliate nella fattoria dei Bush dove il nostro Presidente del Consiglio era immortalato con tanto di cappello da cow-boy. Molti dimenticano l'aperto schierarsi di Berlusconi per il candidato repubblicano McCain, nella corsa alla Casa Bianca.
Ultimamente e' il colbacco il copricapo piu' usato dal Premier, il quale intervalla le visite nella dacia di Putin appunto, con quelle nella tenda del colonnello Gheddafi, dittatore antiamericano.
L'Italia e' stata sempre per la sua posizione strategica nel mediterraneo e per il suo storico ruolo nell'Unione Europea, un'importante e fedele alleato americano, nonche' un estrenuo sostenitore delle politiche filo-atlantiche.
Oggi pero' c'e' l'euro. Siamo tutti nella stessa barca. Se non si rema insieme, si affonda.
Il mare agitato intorno alla nave Europa, forse non dispiace agli americani che, dalla nascita dell'euro, hanno visto progressivamente indebolirsi, sino a queste ultime settimane, la loro moneta.
Se c'e' instabilita' a loro non dispiace. Questa instabilita' puo' essere economica come nel caso della Grecia ed in parte della Spagna e del Portogallo.
Puo' essere anche politica. Paesi con governi fragili, litigiosi e spesso alle urne, di certo non danno stabilita' al sistema Europa.
All'uomo "giovane, bello e abbronzato" che Berlusconi abbia problemi, di certo non dispiace.




mercoledì 5 maggio 2010

POLITICA E CORRUZIONE: LEGAME IMMUTABILE

Mentre dal mondo apprendiamo che si e' rischiata una strage a New York, che nel golfo del Messico una marea di petrolio grande quanto mezzo mare adriatico sta provocando uno dei maggiori disastri ambientali della storia, che la bancarotta della Grecia purtroppo produce i primi morti per una serie di scontri avvenuti nel paese ellenico, in Italia continuano a tenere banco notizie di politici corrotti o corruttori, di continue spaccature all'interno della maggioranza, in un contesto sociale di vera e propria fibrillazione, per un'economia che in nessun modo scorge un barlume di ripresa.
I cittadini sono stanchi, rassegnati ormai dall' andazzo nauseabondo di questa politica, fatto di promesse mai mantenute, di proclami annunciati e mai realizzati, di perenni spot elettorali sputati sul viso di una popolazione presa in giro da troppo tempo.
Dovevano iniziare queste benedette riforme condivise. Il paese invece, si trascina nei suoi paradossi, nella sua lentezza decisionale, nei suoi sterili scontri intestini. Anche le celebrazioni per l'unita' d'Italia, di certo non avvertita tra la popolazione, si stanno trasformando in un'occasione di duro scontro e contrapposizione nella maggioranza.
Una costante pare immutabile: il legame tra politica e corruzione. Ultimi solo in ordine di tempo, i casi Verdini, Ciarrapico e Scajola. Una nuova tangentopoli per molti sembra improponobile. All'inizio degli anni 90 i partiti si arrichivano illecitamente. Oggi, in modo sfacciato, lo fanno i loro rappresentanti.
Di certo l'Italia resta un paese con una classe dirigente fortemente truffaldina e con una condotta etico-morale, davvero pietosa.
Nel frattempo l'economia non decolla, anzi. La disoccupazione cresce, così come il debito publico.
Per il momento le casse dello Stato hanno messo fieno in cascina con il ritorno di 90 miliardi di euro, recuperati con lo scudo fiscale che ha permesso il riutilizzo di capitali di dubbia provenienza, tenuti in paradisi fiscali.
Ma questo salvadanaio, per quanto tempo sara' sufficiente?


lunedì 3 maggio 2010

TIFOSI LAZIALI: COMPORTAMENTO VERGOGNOSO

Ieri sera con mio figlio, guardavo la partita del posticipo tra la Lazio e l'Inter.
Nell'aria si avvertiva una strana sensazione di arrendevolezza da parte dei giocatori bianco-celesti. I loro acerrimi avversari della Roma si erano riportati in testa al campionato. Troppo era il rancore nei loro confronti e verso un'intera tifoseria capitolina di fede giallo-rossa.
Mai era immaginabile pero', che i supporter laziali inneggiassero a l'Inter, a Mourinho, unendosi ai cori dei supporters nero-azzurri presenti all'Olimpico.
Addirittura il portiere veniva fischiato quando si superava varie volte ad inizio gara, contro i ripetuti tentativi dei giocatori interisti di portarsi in vantaggio. I giocatori poi, non e' che si impegnassero piu' di tanto in campo, giocando al piccolo trotto, senza infierire.
Di certo, non e' stata una bella domenica di calcio. Si parla di campionati falsati, di calciopoli, moggiopoli e quant'altro. Quella di ieri, voi come la considerate, premettendo che gli stessi giocatori laziali sono stati minacciati dai loro sostenitori, affinche' tenessero in campo, un atteggiamento morbido o per meglio dire, rinunciatario? Verranno presi provvedimenti disciplinari? La lega calcio, cosa dice? Senza dubbio e' stata una vergognosa pagina di sport.
Mio figlio mi chiedeva: papa' perche' i tifosi della Lazio, fischiamo il loro portiere? E aggiungeva, dopo il primo gol interista: papa' perche' applaudono al gol di Samuel?
Come spiegare ad un bimbo di 8 anni, cosa e' l'odio tra le tifoserie, un rancore così profondo che porta a tifare contro la propria squadra del cuore?
Si parla tanto di comportamenti esemplari, di condotte sportive da tenere dentro e fuori degli stadi.
Penso che questo episodio sia ben piu' grave anche degli stessi atti teppistici che avvengono spesso durante le partite di calcio. In quei casi appunto, i responsabili (spesso veri e propri criminali con precedenti penali) sono delinquenti che non hanno niente a che fare con lo sport.
Ieri, a tenere questo comportamento così vile, sono stati gli stessi supporters che, per una sera, hanno gioito della sconfitta della propria squadra.
Quale esempio hanno dato ai giovani che si avvicinano a questo sport o che vorebbero andare allo stadio per seguire la propria squadra del cuore?