domenica 18 aprile 2010

I RIPENSAMENTI (TARDIVI) DI FINI

Chissa' cosa succedera' in merito allo strappo del Presidente della Camera, Fini. Vedremo in settimana. Sicuramente sara' incrinata la credibilita' del Governo e limitata la capacita' decisionale dell'esecutivo, con gravi ripercussioni in ordine alle riforme .
In ogni caso, qualche analisi va fatta.
L'errore di Fini non e' stato quello di aver capito, forse in ritardo, che il suo spazio nel PDL e' alquanto limitato.
Il suo principale errore, e' stato quello di farvene parte, buttando all'aria il progetto di Alleanza Nazionale, vera forma moderna di destra europeista.
Fini ha preso in giro milioni di elettori di destra, traghettandoli nel partito del padrone, sedendosi allo stesso tavolo degli ex-democristiani, diventando sostenitore di tutti quegli amici di Craxi che per anni combatte' senza sosta, alleato con gente che si illude di masticare politica soltando riempendosi la bocca di spot berlusconiani ( Lupi e Bondi mi sembrano l'esempio piu' adatto) ma che potrebbe soltanto tenere adunati, sparuti gruppettti di anziani negli oratori.
Di quella politica affarista, clientelare, massonica, piduista, attaccata alle poltrone ed al potere, collusa con le banche, spesso imparentata, pervasa e permeata con personaggi di losca provenienza, contro la quale la destra per anni alimentava le sue battaglie, riempiendo le piazze di contenuti e valori in modo spontaneo e non attraverso i richiami schizzofrenici messi in rete da giullari o da finti impegnati intellettuali radical-chic. Fini, oggi, di quella politica ne e' diventato suo malgrado, un protagonista.
Quello che lui, forse non ha ancora compreso, e' che lo scioglimento di Alleanza Nazionale, in pratica, ha consegnato in modo definitivo milioni di voti nelle mani di Berlusconi, il quale ha diviso il prezioso bottino con i suoi amici leghisti. Da parte loro, gli esponenti del carroccio, si sono tenuti ben alla larga da qualsiasi ipotesi di fusione a freddo con il partito del signore delle televisioni, difendendo a denti stretti la loro identita' e la propria autonomia, le loro primordiali propensioni separatiste.
Agli uomini di Bossi, cosa puo' fregarne se la Fiat a Pomigliano o Termini Imerese chiude i battenti? O se nei maggiori ospedali del sud, e' abitudine divenuta ormai regola, visitare gli ammalati nelle corsie, lasciandoli per giorni sulle barelle o che i pomodorini del "pennolo" delle campagne campane o siciliane, siano venduti a 10 centesimi al chilo?
Se poi un popolo (cieco, stolto ed indottrinato) immagina che con la costruzione del Ponte sullo Stretto, tutti i gap del meridione siano definitivamente eliminati, e' giusto che Berlusconi affermi che i cittadini (tele-guidati) siano con lui.
Il sud nel breve rischia la desertificazione. Mettere in galera centinaia di boss, sequestrare ingenti ricchezze alle mafie e non creare contemporaneamente valide alternative di crescita e sviluppo sostenibile, vuol significare abbandonare una fetta d' Italia, al suo destino.
Con la nascita del PDL, nel nostro Paese, una destra social-nazionale, non esiste piu.
Fini l'ha intuito, ma ormai, e' troppo tardi.

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