domenica 30 ottobre 2011

I LIMITI DELLA SINISTRA

Mai come adesso, nello scenario politico nazionale, si registrano due dati inconfutabili: la perdita di consenso del PDL e il crollo di gradimento del Premier Berlusconi.
Nonostante cio', la sinistra ed in particolar il PD ( troppi leaders al suo interno), non riesce ad emozionare il suo elettorato potenziale.
Restano molteplici le correnti, le divisioni, gli orientamenti, i limiti, rispetto alle maggiori problematiche che affliggono il Paese.
A Berlusconi ed al berlusconismo, la sinistra ha risposto univocamnete con un anti-berlusconismo sterile ed asfittico, fine a se stesso, unico collante di una formazione fin troppo variegata. La sinistra ha smarrito i suoi riferimenti, si e' gradualmente allontanata dalla classe operaia, non ha piu' dato risposte concrete a chi, nel mondo del lavoro non si e' nemmeno avvicinato o chi vive ormai una situazione di precariato cronicizzato.
Un altro errore della sinistra degli ultimi anni, da defirisi quasi come una condotta ossessiva, e' stato quello di volersi a tutti i costi amicare il cosiddetto elettorato moderato ( oggi troppi soggetti politici si definiscono tali ), con il conseguente e definitivo risultato di perdere la capacita' di intercettare, le esigenze piu' radicali, di chi e' rimasto ai margini della societa'. Questa graduale e complessa metamorfosi, ha eroso la sinistra nel suo insieme. Gli scontenti e i delusi, sono confluiti in altri partiti o movimenti politici, come la Lega al nord ed i Grillini. Nel contempo, si sono generati semplici raggruppamenti apolitici, come l'Onda Viola e gli Indignados. Frange minoritarie, hanno accresciuto quei raggruppamenti anarchici che fanno della lotta e dello scontro armato la ragione della propria azione.
Se Berlusconi e' stato il padrone indiscusso della destra italiana, la sinistra ha una costellazione di piccoli padroncini, desiderosi di protagonismo e visibilita' che pur di creare un contagioso rumore intorno alla propria persona, attaccano maggiormente i propri colleghi di partito che gli antagonisti politici.
Il Premier e' al tramonto. Un'epoca politica volge al termine. Chissa' chi, tra destra o sinistra, si sentira' piu' orfano.





giovedì 27 ottobre 2011

IL "SIGNORE" NON FA PIU' MIRACOLI

La situazione economica lo imponeva. Era inevitabile rinunciarvi, anche soltanto immaginarlo.

Il Governo, in risposta alla mozione proposta dall'IDV, abbandona l'idea del Ponte sullo Stretto.

La cruda realta' vissuta dal Paese, mette fine ai film di fantascienza irradiati dal "televenditore".

Un paese che si sgretola sotto gli acquazzoni, ha bisogno di ben altri interventi infrastrutturali.

Senza soldi, non si cantano messe e i soldi sono proprio finiti. Da un bel po'.

Puntare sulle infrastrutture per risollevare le sorti del Paese, era da tempo, uno spot elettorale fuori da ogni logica. C'e bisogno d'altro.

Gli italiani iniziano ad essere assai arrabbiati, pretendono risposte diverse ai loro bisogni, alle loro paure.

Il Ponte sullo Stretto, miraggio di grandezza, restera' probabilmente, solo un plastico per gli studi di Vespa.

L'epoca delle deliranti promesse e' finita. La propagazione dell'edonismo non puo' piu' funzionare.

Si e' compreso finalmente, che l'ottimismo da solo, non basta.

In tempi di carestia, anche il "Signore" non riesce piu' a camminare sulle acque...

mercoledì 26 ottobre 2011

IL "SEGRETARIO" FINI SCATENA UNA LEGA ALLO SBANDO

La Lega si innervosisce per le dichiarazioni del Presidente della Camera Fini a Ballaro', in merito al prepensionamento della moglie del leader padano, Bossi.
Certo, il comportamento di Fini non e' dei piu' cristallini, nel senso che, dall'alto della sua carica istituzionale, dovrebbe tenere un atteggiamento piu' neutrale in merito a questioni piu' propriamente politiche. Spesso i suoi interventi sono piu' vicini a quelli di un segretario di partito. Penso che anche il Presidente della Repubblica Napolitano, vorrebbe dire tante cose sull'attuale vergognoso momento politico che, tuttavia, il suo ruolo e credo, anche la sua saggezza, glielo impediscano.
Sta di fatto, che il Presidente della Camera, evidenzia i limiti del progetto leghista, una formazione politica divenuta litigiosa, divisa in correnti e che ha visto svanire la sua velleita' separatista e forcaiola, diventando a sua volta, un partito sempre piu' calato nei tatticismi del centralismo romano ( basti pensare al voto contro l'arresto di Milanese), un atteggiamento intuito e fortemente criticato dal suo stesso elettorato.
Spesso Bossi, quando non lo ha fatto materialmente come nel 94, ha minacciato di staccare la spina al Governo, ottenendo sempre qualche "contentino" dal suo storico amico di Arcore. Queste richieste ultimamente sono diventate piu' frequenti, anche perche' ormai la figura del Premier, e' sempre piu' ricattabile.
Anche questa volta Bossi e' molto tentato di affossare la maggioranza, andando al voto per altro, con l'attuale sistema elettorale, evitando la proposta di modifica costituzionale passata con la raccolta di firme referendaria. Tuttavia, Bossi e' consapevole che in questo momento, il suo gesto potrebbe trasformarsi in un suicidio, poiche' da tempo, la sua fine politica e' indissolubilmente legata, a quella del Premier.
Sono maturi i tempi in cui Fini tornera' a pieno titolo, a svolgere il ruolo di capo partito.

lunedì 24 ottobre 2011

L'EUROPA RIDE DI NOI

Davvero mortificante per noi italiani, il siparietto avutosi ieri a Bruxelles, tra il Presidente francese, Nicolas Sarkozy e la Cancelliera tedesca, Angela Merkel. Ai cronisti che chiedevano se le rassicurazioni avute dal premier Berlusconi, potessero considerarsi davvero concrete e attuabili, i due leaders europei hanno risposto con un incrocio di sguardi davvero eloquente e con un sorriso beffardo, che la dice tutto su quanto sia ormai ridicolo il nostro peso diplomatico, a livello internazionale.
Povera Italia! Che fine che abbiamo fatto. Gli italiani non meritano tutto cio'. Siamo diventati una barzelletta per colpa di un leader che avuto si la leggittimazione democratica del voto per governare, ma che ha arenato il paese sotto il peso dei suoi guai giudiziari, attorniandosi di una cricca di incapaci che, in virtu' di un astratto senso di responsabilita', ha avuto l'intento esclusivo di raggiungere i propri interessi, foraggiando le proprie clientele, spesso provenienti da quella vasta ed imprecisata area grigia. (es. 1, 2, 3, 4, 5 )
Adesso assisteremo ad altre battaglie, sia nel Parlamento che nella stessa maggioranza, in ordine alle proposte avanzate, in particolar modo rispetto alla proposta di innalzamento dell'eta' pensionabile ed all'ennesimo condono fiscale ( ne sono previsti addirittura 12). Non riuscendo a sviluppare una seria ed autonoma politica economica, siamo costretti a rispettare i diktat imposti dell'UE. Siamo ormai un paese commissariato. L'Europa ci impone decisioni dolorose ma soprattutto rapide. Gli speculatori stanno alla finestra, non si puo' perdere altro tempo. Chissa' se anche questa volta, il nostro Presidente del Consiglio riuscira' a mettere tutti d'accordo elargendo altre poltrone. La Lega non ci sta e minaccia, per l'ennesima volta, elezioni anticipate.
Mentre il caos e l'incertezza regnano sovrani, affondando ancor di piu' il Paese, l'Europa ride di noi.

giovedì 20 ottobre 2011

GHEDDAFI: MORTE DI UN NEMICO-AMICO DELL'OCCIDENTE

Gheddafi e' morto, per esattezza e' stato ammazzato con un colpo alla testa. Troppo scomodo evidentemente, mantenerlo in vita. Tutti adesso grideranno vittoria, dopo che per troppo tempo hanno allungato la mano (qualcuno la ha persino baciata) al dittatore, considerando assai allettante la sua amicizia, la sua smisurata influenza.
Ma il vero vincitore e' stato il popolo libico che ha osato sfidare il Rais. Difatti, con il nascere della primavera araba, lo scenario e' mutato. Verso il tiranno che ha risposto ai movimenti di piazza con i missili dell'aviazione, e' iniziata una guerra portata avanti dalle grandi potenze occidentali, (Francia, Inghilterra, Stati Uniti e 4 caccia dell'aviazione italiana...) che, con lo gia' sperimentato pretesto di esportare la democrazia, d'improvviso hanno visto l'opportunita' di poter controllare una strategica area geografica.
Vanno fatte alcune considerazioni. E' strano che per questa guerra nessun movimento pacifista, sia sceso in piazza, eccezion fatta per il solo Gino Strada di Emergency. Non accadde così con la guerra in Iraq. Perchè? Il gas libico forse, e' meno allettante del petrolio arabo? I migranti ammazzati nel deserto, sono diversi dai curdi sterminati con il gas? Se ci si basa sul fatto che in Libia un'intero popolo si sia ribellato al suo dittatore, perche' allora non viene portato un attacco di liberazione, anche alla Siria? L'invasore americano si e' trasformato in salvatore della democrazia, solo perche' Obama e' piu' simpatico dei Bush? O forse perche' a Saddam nessuno bacio' la mano?
La storia si evolve, con essa anche i giudizi che vengono dati ai suoi interpreti.
Una cosa e' certa: un regime durato quarantudue anni, finisce. Un altro dittatore vede cessata la sua tirannia. Per fortuna!
Iniziera' un periodo di transizione molto incerto, anche perche' l'intero nord-Africa e' in fermento.
L'Italia sta alla finestra, non avendo avuto un ruolo determinante nella caduta del dittatore e pagando forse, lo scotto di un'eccessiva sottomissione diplomatica allo stesso, nel periodo antecedente alla rivolta. Inoltre, se il Ministro Frattini ha come consigliere un faccendiere latitante come Lavitola, possiamo intuire quale sia il livello della nostra politica estera in questo periodo.
Pagati a caro prezzo i debiti di guerra al popolo libico, adesso con molta probabilita', dovremmo accontentarci soltanto di una piccola fetta della torta che altri mangeranno in modo piu' sostanzioso.







mercoledì 19 ottobre 2011

BLACK BLOC E FACCENDIERI, ESPRESSIONI DELLA DECADENZA

Il Ministro Maroni definisce gli episodi avvenuti nella capitale, gravi manifestazioni di terrorismo urbano, annunciando l'imminente arrivo di un autunno caldo.
Sono attesi provvedimenti specifici in tal senso che diano soprattutto maggior potere preventivo agli organi di polizia. Speriamo che con la stessa solerzia, il Governo trovi anche i soldi per far si che le stesse forze dell'ordine, possano ancora operare, cancellando gli imminenti tagli previsti nel settore.
Come definire invece, le preoccupanti condizioni economiche in cui versa il Paese? E come descrivere lo stato di corruzione diffusa, presente tra chi dovrebbe occuparsi della cosa pubblica?
Quando un faccendiere di scarsa levatura, come il latitante Valter Lavitola, organizza ed impone in modo dettagliato, l'agenda al Capo dell'Esecutivo, in cambio magari di qualche orgetta con escort pagate da chi poi, si ritrovera' assegnato qualche appalto, allora possiamo senza dubbio ritenere che la "temperatura" nel Paese si e' fatta davvero incandescente.
Il Governo e' distante dai cittadini, dalle loro esigenze, non riesce a trovare soluzioni ai problemi, ma cerca univocamente l'invulnerabilita' del suo Capo, il quale e' sempre piu' sottoposto al ricatto dei suoi colonnelli, ai capricci dei suoi figuranti, mediocri pedine comprate al mercato dell'usato per far si che la giostra della vergogna, in cui si e' trasformato l'Esecutivo, continui a girare, in una ipnotica e concentrica spirale del nulla.
Tale scenario e' molto preoccupante. Io la definirei una perdurante stasi determinista.
Questa paralisi, non fa altro che accrescere il livello di frustazione percepita da un numero sempre crescente di persone, stanche di vivere ascoltando soltanto promesse, ripetitivi spot elettorali mai realizzati.
A distanza di pochi giorni dalle manifestazioni degli Indignados, tenutesi in tante citta' del mondo, ci si domanda perche' solo in Italia si siano verificati questi devastanti incidenti. Nessuno pero', sottolinea come soltanto il nostro sistema politico abbia raggiunto un tale livello di patologica corruzione sistemica.
In sintesi, in questo momento storico, Black-bloc e faccendieri, incarnano l'espressione della decadenza di una Nazione.

venerdì 14 ottobre 2011

DEMOCRAZIA SOTTO SEQUESTRO

Prima hanno tremato, poi passata la paura, hanno dimostrato la loro solita ed immancabile arroganza, la loro completa cecita' su cio' che li circonda, la loro distanza siderale dai problemi del Paese. Questi sono i parlamentari di quella che, ancor oggi, si continua a chiamare maggioranza.
Il loro capo e' ormai una testa di cuoio che tiene in piedi una schiera di clan e correnti, di colonnelli e luogotenenti, offrendo loro spazi di estemporanea fama e radicato potere, in cambio del mantenimento dell'esecutivo, ridotto a strategico strumento di difesa della sua impunita' ad oltranza.
Per l'ennesima volta, il Governo ottiene la fiducia. Ancora una volta, il Premier prolunga la sua fase di galleggiamneto, la propagazione del suo delirio di onnipotenza, quale unica garanzia contro la crisi, insostituibile riferimento per la crescita del Paese.
E' giunta l'ora di far sentire il proprio sdegno. Non si puo' attendere passivamente la naturale scadenza della legislatura. La democrazia e' sotto sequestro nel "Palazzo". Una cricca di 316 uomini tiene sotto schiaffo la Nazione.
E' necessario risvegliare le proprie coscienze, non essere piu' soggetti passivi di questo declinio. Non e' importante il dopo, e' fondamentale l'adesso e la storia mai come ora, ci impone di riappropriarci del nostro tempo, di far sentire la nostra voce, il nostro silente lamento, pronto a trasformarsi in urlo di rabbia.
La lotta non deve assumere connotazioni politiche o ideologiche ma tendere ad una "normalizzazione sociale", dove il concetto di democrazia ritorni ad essere un bene trasversale, partecipato e, fruito quanto piu' possibile, dal basso.

" Chi rimane in casa quando inizia la battaglia e lascia la lotta agli altri dovrà stare attento, perché chi non condivide la lotta condivide la sconfitta. E la lotta è evitata solo da chi vuole evitarla. Dunque chi non lotta per la propria causa lotta per la causa nemica ".

Berthold Brecht



mercoledì 12 ottobre 2011

"I RESPONSABILI" IRRESPONSABILI

Il Governo e' stato battutto sul rendiconto del bilancio dello Stato. Questa volta non si tratta di un piccolo incidente di percorso. Non ci troviamo dinanzi a semplici scricchiolii. Questa volta il segnale e' arrivato in modo chiaro e deciso: la maggioranza in Parlamento non esiste piu'.
Il Premier e' uscito dall'aula bianco in volto e scuro nell'anima. Ha sentenziato che si e' trattato di una decisione irresponsabile. Si vede che la fronda di "responsabili" assoldati quel fatidico 14 dicembre 2010, ha finito di svolgere quell'interessato ruolo riparatore. Una "indigesta minestra riscaldata" troppe volte, e' diventata rancita.
La prova di forza pero', continua. Atteso con ogni probabilita', l'ennesimo voto di fiducia.
Il malato questa volta, pare arrivato davvero al capolinea. Non si sa, se ci sara' l'ennesimo miracolo.
In tanti, nei mesi addietro, si domandavano chi avrebbe avuto il coraggio materiale di staccare la spina.
Questa volta ormai, si e' capito che siamo prossimi alla naturale esalazione dell'ultimo respiro.
Amen!

sabato 8 ottobre 2011

BERLUSCONI A CASA, NON BASTA!

Poniamo il caso, che Berlusconi abbandonasse per davvero, compiendo il fatidico e tanto atteso passo indietro. Cosa accadrebbe? Si ritornerebbe subito alle urne o si darebbe vita ad un governo tecnico di transizione, per traghettare il Paese alla normale scadenza di legislatura?
In molti si pongono questo quesito, in pochi si avventurano ad analizzare i possibili scenari successivi.
Il quadro e' molto desolante. L'ingovernabilita' e' quasi scontata. Da una parte, la sinistra e' pronta a dar vita alla riedizione dell'Ulivo, una componente forte nei numeri ma non sempre coesa negli orientamenti.
Dall'altra parte, un PDL senza il cavaliere, avrebbe meno presa sugli elettori anche se potrebbe indurre ad un ricongiungimento con i moderati del Terzo Polo. Ma come potrebbero ritornare insieme Fini e Gasparri, Bocchino e La Russa, Casini e Scajola? Oddio, in politica tutto e' possibile ma ritengo che i nuovi moderati di centro, siano piu' interessati ad allargare il loro piccolo orticello, per far valere poi, quando ce ne sara' bisogno, il loro peso decisionale.
E la Lega? Sara' la stessa anche senza Berlusconi? L'ala Maroni, prevarra' su quella Bossi? Il radicato partito territoriale, potra' un domani, pur di rimanere al potere, guardare anche a sinistra? Mai dire mai.
In tanti, me compreso, pensano che qualsiasi Governo futuro, sia meglio di quello attuale o quanto meno sarebbe un Governo teso a concentrare i suoi sforzi sui problemi del Paese, non piu' zavorrato da quelli del suo Presidente del Consiglio.
In pochi ammettono pero', che la fine politica del Cavaliere, non sia l'unica medicina per curare un Paese gravemente ammalato. La sterile contrapposizione tra berlusconismo ed anti-berlusconismo, durata circa un ventennio, ha avuto un inevitabile effetto: inaridire la Nazione, appiattire idee e programmi in un'ottica di mero scontro dualistico.
Urge una stagione di rinnovamento, una rivoluzione culturale, la creazione di una democrazia fortemente trasversale, coinvolgente e partecipata dal basso. E' necessario soprattutto cambiare gli interpreti di questa politica, invecchiati non solo anagraficamente ma soprattutto concettualmente, rispetto ai grandi cambiamenti avvenuti nel mondo ed alle esigenze specifiche del nostro Paese.
Berlusconi a casa, non basta!

lunedì 3 ottobre 2011

LO SPECCHIO NELLA BARA

L'autunno sta riservando ancora delle stupende giornate, che rievocano l'estate appena finita. Diverso il clima vissuto nel Paese. L'aria e' diventata pesante, una fitta nebbia circonda il Palazzo. Il caos regna sovrano, l'incertezza e' dilagante, nulla viene deciso in merito al palese vuoto di potere esistente, nonostante la maggioranza dichiari di andare avanti spedita, augurando un'imminenete stagione di riforme ( chi puo' ancora credere a tali fandonie?).
Anche il risultato raggiunto per indire un nuovo referendum abrogativo, nel caso specifico, quello in ordine al sistema elettorale, crea ulteriori spaccature in Parlamento. Alla fine si cerchera' di giungere ad una forma di crisi pilotata, per evitare che il referendum possa avere il suo normale iter procedurale, andando al voto con l'attuale sistema di lista predeterminata nelle segreterie romane.
La Lega ( accezione surreale di natura politco-fantastica), continua nei suoi deliri separatisti. Ormai il suo destino pare irrimediabilmente segnato, di pari passo al declinio organico del suo leader ed alla palese improponibilita' del suo successore, il "trota", per ovvi motivi di limitatezza cognitiva.
Intanto l'economia continua a non rispondere agli imput dell'esecutivo. I tagli da soli, non bastano a rimuovere la produttivita', anzi, contribuiscono a contrarre ulteriormente il mercato. La sfiducia e l'incertezza aumentano. In tale scenario poi, Confidustria minaccia di liquidare il Governo, la Fiat, da sempre " ente governativo " foraggiato da Roma, dichiara di uscirne, per diventare sempre piu' una fabbrica di azioni finanziarie e sempre meno una casa produttrice di autovetture ( le vendite dei suoi veicoli sono in caduta verticale ). In tale scenario, la popolazione non riesce a produrre quello scatto di orgoglio per ribellarsi a tanta decadenza, ma subisce a capo chino il suo destino, diventando complice dello sfascio della Nazione.
Un tempo ormai lontano, questo popolo credette al sogno irradiato dal tele-venditore in doppio petto, poi lo seguì accecato, quando costui salì delirante su di un predellino. Oggi, questo stesso popolo, dovrebbe guardare dentro la bara in cui si e' trasformato il Paese. Una bara lasciata aperta per le strade, dove tutti possano guardarci dentro.
Una bara al cui interno, andrebbe posto uno specchio che rifletta cio' che siamo diventati.