lunedì 26 marzo 2012

MONTI HA MOLTI COMPLICI

Tutti se la prendono con il Presidente Monti per le restrizioni che noi italiani stiamo subendo in questo periodo. Nessuno ricorda pero', che tutto cio' e' possibile, fin quando il Prof. ricevera' un consenso quasi unanime in Parlamento.
Tutti i partiti, tranne qualche eccezione, si celano dietro la grande personalita' del bocconiano, scaricando soltanto sulla sua persona, le responsabilita' di cio' che sta accadendo nel Paese. Dietro la minaccia di un default sempre imminente, ognuno dei rappresentanti politici dei maggiori partiti nazionali, preferisce far agire Il Primo Ministro, in questo prosciugamento esistenziale di noi comuni cittadini.
Fino a quando potremmo resistere? Fino a quando sopporteremo questo salasso? Siamo passati da un governo populista ed illusionista, che propagava in modo compulsivo i suoi tentacoli clientelari, ad uno tecnocrate e decisionista che, in brevissimo tempo, pretende di mettere ordine nell'atavico caos burocratico-finanziario del Paese.
Sono settimane che si discute su come escogitare il miglior metodo per poter licenziare un lavoratore. Ma quando arriveranno i tanto attesi provvedimenti per lo sviluppo? La gente e' esausta, incazzata. Questa stessa gente pero', dovrebbe tenere a mente, quando ne sara' il momento, chi e' stato complice di questo spappolamento di risorse, al fine di salvare un Paese di fatto prosciugato dalla mala-politica, divenuta legalizzato sistema a delinquere.
Monti, nonostante tutto, avra' un mandato ad orologeria. Finito il suo compito di istituzionale vivisezionatore, il cadavere di noi comuni mortali, ritornera' a disposizione dei leaders politici, oggi suoi complici, a breve nuovamente aguzzini del nostro destino.

lunedì 19 marzo 2012

GLI STERILI SOLONI DELLA SINISTRA

Tante parole, tanti dibattiti, tanti soloni che si producono in sterili chiacchere da salotto, circa la necessita' o meno di modificare l'art.18, ma alla fine il succo della questione non cambia: l'Italia si sta impoverendo e lo sta facendo anche in fretta.
Ma la sinistra esiste ancora in questo Paese? Finita la battaglia quotidiana contro il nemico conclamato, Silvio Berlusconi, cosa sta realizzando per risollevare le sorti di milioni di operai ormai sul baratro del licenziamento, senza speranze per il futuro, ne' certezze per il presente?
Vedo tanti giornalisti famosi, facenti parte di quella cerchia di "eletti" del sapere e della saggezza, ultimi e assai presunti testimoni, di quella superiorita' morale della sinistra impegnata, da tempo tramontata, come Gad Lehrner o Fabio Fazio che si animano nel cercare di portare avanti argomentazioni a favore della classe operaia e di tutti quei milioni di precari, cassintegrati, giovani laureati, disoccupati cronici e storici, che oggi non hanno nessuna garanzia per il loro domani.
Ma costoro, si sono mai sporcate le mani di grasso, così come fa l'operaio della catena di montaggio o di fango, come succede al bracciante nei campi?
Costoro non sanno cos'e' la "fatica", il sudore, la sofferenza di chi davvero si logora per portare a casa un pezzo di pane. Questi giornalisti "impegnati" sono la migliore espressione di quella che ormai si puo' definire la sinistra italiana: un manipolo di intellettuali imborghesiti, vestiti di cachemere, dei radical chic che pensano che lo scontrino fiscale possa cambiare le sorti della nazione, così, quasi per incanto, come se avvenisse un nuovo miracolo economico, senza calcolare o facendo saggiamente, finta di dimenticare che, nel frattempo, tante aziende non produranno piu' IVA per il semplice fatto che hanno chiuso i battenti.
Una volta, la sinistra fermava il Paese, mobilitando le masse contro i potentati. Oggi, gli esponenti di questa nuova ed asfittica sinistra salottiera, dialogano con i potenti nei palazzi del potere, si rivolgono alla masse a colpi di tweet.
La rete ha capovolto i regimi in nord-Africa. In Italia, e' diventata un gioviale passatempo di chi dovrebbe occuparsi di sovvertire il sistema.


giovedì 15 marzo 2012

LO SPREAD SCENDE, LA DISPERAZIONE SALE

Lo spread scende, l'economia pure. L'Italia avra' pure riguadagnato quella dignita' internazionale dopo il periodo delle orge berlusconiane, ma la musica non cambia. Anzi, pare che per noi comuni cittadini, compressi dalla morsa del mutuo, dalle rate dell'autovettura, dalle rette scolastiche, dalle esose tariffe locali, dal caro bolletta, dal salasso carburante, dall'incubo IMU, il periodo alle porte sia a dir poco nefasto.
Il Governo Monti continua a rimandare la tanto annunciata fase 2, quella relativa allo sviluppo. D'improvviso si e' pensato che lo scontrino fiscale potesse diventare per incanto, la chiave di volta per il rilancio della nostra economia. Pagare tutti, per pagare meno e avere al contempo, migliori servizi. Sacrosanto. Nel frattempo pero', i tecnici del governo, dovranno rivedere le loro stime di recupero di IVA e quindi di aumento di cassa, poiche' tante aziende stanno chiudendo i battenti, sia per mancanza di credito dalle banche (da strozzine diventate becchine), sia per una domanda che si e' ridotta al lumicino. Centinaia di migliaia di imprese chiuderanno, specie nel settore agricolo, soprattutto al sud. A quel punto, come fara' cassa il Governo?
Anch'io da questo spazio, ho sottolineato come un governo di tecnici fosse il male minore in un paese dove malapolitica e corruzione diffusa, erano diventati costume consolidato.
Ma da questo Governo, in tanti, me compreso, si aspettavano risposte tese ad instaurare un percorso di ripresa e sviluppo. Cio' non sta avvenendo. E' solo di Monti la colpa? I partiti, quelle mastodontiche organizzazioni a fine di lucro, cosa stanno facendo nel frattempo? Cosa si dicono Monti, Alfano, Bersani e Casini, nelle loro riunioni segrete?
Il Paese vuole delle risposte. La disperazione aumenta e con essa, il fermento di una potenziale, ramificata ed incontrollabile protesta sociale.


giovedì 8 marzo 2012

SI, LA POLITICA FA PROPRIO SCHIFO

Perche' il Ministro per la cooperazione Riccardi, dovrebbe scusarsi? La politica fa schifo, non ci voleva un ministro per ricordarlo agli italiani.
Il PDL, con 46 dei suoi Senatori, firma una richiesta di dimissioni, verso il Ministro che ha osato pronunciare questa sua opinione nei confronti di chi, ormai da troppo tempo, paralizza le istituzioni e le sorti di questo Paese.
Tutto nasce dal mancato vertice dei principali partiti con il Governo, saltato perche' erano previste discussioni su alcuni settori per così dire nevralgici per la componente pidiellina, vale a dire, giustizia e informazione pubblica.
D'improvviso, probabilmente, sarebbero stati messi in discussione, privilegi di casta da tempo polarizzati a proprio ed esclusivo vantaggio. Un governo tecnico, calato dall'alto per risollevare le sorti economiche del Paese, non poteva ambire ad interessarsi d'altro.
Tale presa di posizione, rappresenta senza dubbio, un pericoloso precedente. I professori chiamati dall'UE al capezzale della Nazione, sono stati avvisati. Per i prossimi mesi, dovranno interessarsi esclusivamente a dissanguare gli italiani, nell'ardua impresa di mettere ordine nei conti dello Stato. Ogni loro accennato tentativo di migliorare al contempo le regole di convivenza democratica in questo Paese, sara' condannato con cinica spietatezza dalla maggioranza del Parlamento, istituzione democratica che tengo a ricordare, ha sancito che Ruby era la nipote di Mubarak e che molti dei suoi rappresentanti non potevano essere sottoposti a carcerazione.
La politica torna a riprendersi la scena. Lo fa nel suo modo consueto: generando schizzi di merda.
Vedere gente come Gasparri e La Russa inorridire per la frase pronunciata dal Ministro, senza dimenticare lo scandalo che sta travolgendo la Lega, dopo quello che ha riguardato il Pd, fa capire a tutti gli italiani in modo cristallino che i sacrifici che stiamo compiendo saranno resi vani tra circa un anno: la politica tornera' nuovamente a schizzarci il volto della sua materia.

domenica 4 marzo 2012

PROTESTA NO TAV: ESPRESSIONE DEL DISAGIO SOCIALE

La protesta No Tav dilaga. Ormai si e' capito che non e' piu' soltanto una questione collegata ai territori della Val Susa. Non si tratta di fascinorosi ecologisti anti-cementificazione, ne' di sparuti cittadini di montagna che non vogliono vedere deturpata la loro valle, per far posto ad una grande opera che dovrebbe (il condizionale di questi tempi e' dobbligo) portare sviluppo e benessere in quei territori e di riflesso all'intero Paese. Del resto, tale teoria, e' stata piu' volte smentita da esperti di settore e dalla realta' dei flussi commerciali che vedono premiare la direttrice sud-nord a quella ovest-est.
In questo caso, ci troviamo dinanzi, ad una forma di protesta sociale che potrebbe prendere, se non intercettata, una deriva molto pericolosa. In molti affermano che in Italia esiste un organizzato popolo del no. No al Ponte sullo Stretto, no ai gassificatori, no alle centrali nucleari, no alle grandi opere. Sara' vero, ma l'Italia e' l'unico paese al mondo, dove e' stato certificato da tante sentenze, che realizzare grandi opere significa legalizzare una forma di ruberia di Stato, dove le amministrazioni locali e le organizzazioni malavitose lucrano a danno dei cittadini, per opere che spesso non hanno una reale utilita' e la cui realizzazione richiede tempi biblici.
Il no di Monti alle Olimpiadi del 2020, ne e' la riprova.
Come mai allora, l'attuale Governo mostra il pugno duro contro i No Tav? Probabilmente, Monti non vuole mettere becco in progetti presi da altri governi, rischiando di interrompere quella pax vivendi con un Parlamento chino ai suoi dictat di traghettatore del Paese nella tempesta.
Ma chi protesta esprime un disagio che, in questi ultimi tempi, sta diventando una cronicizzata patologia.
Nella protesta No Tav, c'e' la rabbia del cassintegrato, l'inquietudine del precario, la frustrazione del disoccupato, l'avvilimento del licenziato, il rancore del fallito, la rassegnazione del laureato, lo stento del pensionato, la mortificazione del terremotato.
Quando si innesca un coctail esplosivo così pericoloso e quando, a questi interlocutori non si da ascolto, tutto e' possibile.