venerdì 26 febbraio 2010

INCENERITORE A NAPOLI: UN FUMO DI CHIACCHERE

La costruzione di altri termovalorizzatori (oltre quello contestato di Acerra), fu un progetto ripetutamente proposto, durante la fase finale dell'emergenza rifiuti.
Napoli e la Campania, giacevano sotto l'immondizia, sommerse da una coltre di mortificante vergogna. La realizzazione di altri inceneritori quindi, divenne un obiettivo fondamentale una volta superata l'emergenza.
Furono individuati, dopo estenuanti polemiche e aspri scontri politici, ben quattro impianti.
Il primo, fu localizzato nello stesso capoluogo partenopeo, nella zona orientale. Al "calcolato" empasse decisionale del Sindaco Iervolino che in prima battuta ne indico' l'ubicazione ad Agnano (area improponibile per la sua stessa costituzione morfologica), seguì la decisione del Commissariato di Governo che individuo' nella zona di Ponticelli, l'area del termovalorizzatore cittadino.
Un altro impianto sarebbe dovuto sorgere in provincia di Caserta, nel Comune di Santa Maria La Fossa, nei pressi dell'area di stoccaggio di Ferrandelle, dove su terreni sequestrati alla camorra, Bertolaso avvio' una zona di stoccaggio provvisorio, divenuta poi, una mega discarica a cielo aperto, dove sono stati sversati centinaia di migliaia di metri cubi di tal quale.
Un quarto termovalorizzatore si sarebbe dovuto realizzare a Salerno, su iniziativa del Sindaco De Luca, attuale pretendente alla presidenza della Regione Campania.
A circa un anno dall'uscita ufficiale dall'emergenza, nulla di cio' ha avuto un seppur minimo inizio. Come ha sentenziato Walter Ganapini, ex presidente di Greenpeace, attuale Assessore regionale all'Ambiente, mancano i fondi, le idee e nessun progetto e' stato finora presentato. Cio' va in contrasto con quanto fu stabilito negli accordi tra il Commissario dell'emergenza Bertolaso ed i vertici dell'Asia.
Ganapini e' a fine mandato, in vista del rinnovo del Consiglio regionale. Lascera' il suo incarico, nello stesso clima rovente in cui ebbe inizio.
Fra un mese si costituira' la nuova Giunta. I problemi da affrontare sono gli stessi.
L'immondizia e' sparita (quella che arrivava ai primi piani) ma il territorio resta offeso. Il ciclo integrato dei rifiuti non e' mai decollato.
4 milioni di false ecoballe, mai rimosse, sono diventate l'indegno monumento alla memoria, testimonianza indelebile di una ferita ahime', ancora aperta, ormai purulenta.
In quella che e' diventata la terra dei fuochi, tante chiacchere sono andate in fumo.


martedì 23 febbraio 2010

TERRA BAGNATA...

Questo inverno e' stato particolarmente piovoso. Molto fango si e' generato nel nostro paese e non mi riferisco soltanto a quello prodotto dai tanti smottamenti idrogeologici che hanno evidenziato il precario equilibrio statico del nostro territorio.
Mi riferisco al fango degli scandali, delle corruzioni, delle mazzette, delle truffe, dei favori agli amici, delle raccomandazioni dei parenti "meritevoli", degli appalti pilotati, delle consulenze faraoniche. Tutta una serie di consolidati comportamenti illeciti, o quanto meno discutibili, diventati inconfondibile costume nazionale che come abbiamo potuto appurare, coinvolge entrambi gli schieramenti politici.
Ultimo in ordine di tempo, e' la truffa nelle telecomunicazioni che ha coinvolto le compagnie Fastweb e Sparkle, controllata Telecom che ha determinato tra l'altro un tracollo delle rispettive azioni in Borsa, recando un danno a tanti ignari risparmiatori. Mentre il Governo ha cercato di far cassa, consentendo il rimpatrio di ingenti capitali evasi all'estero con una ridicola tassazione, dall'altro alcuni scaltri imprenditori hanno eluso al fisco italiano, caterbe di denaro.
C'e' chi afferma che ci troviamo dinanzi ad una nuova tangentopoli. C'e' chi al contrario, ci rassicura, affermando che si tratta di semplice arricchimento personale, come se il politico che intasca una mazzetta o condiziona l'esito di una gara di appalto, non rappresentasse l'interfaccia del partito, accentuando quella distanza diventata gia' siderale, tra il cittadino e la politica.
Questa volta la levata di scudi e' generale. Non ci sono soltanto i noti agitatori di manette (Di Pietro, Travaglio, De Magistris) a far sentire il loro sdegno. Anche nella maggioranza si avverte l'arrivo di un vento di epurazione; si richiedono nuove regole, auspicando la piu' completa trasparenza nella scelta dei candidati. C'e' chi poi, come Montezemolo, vede la lotta alla corruzione un'impresa titanica ma al tempo stesso auspica di evitare un atteggiamento paranoico autoflaggellante, da parte degli italiani. Peccato che il presidente della Fiat, gia' preso dai problemi del comparto, abbia dovuto pronunciare questo discorso dinanzi all'attuale presidente di Confidustria Emma Marcegaglia, il cui padre Stefano, pare sia coinvolto in un traffico illecito di rifiuti tossici.
Fini invece, auspica un allontanamento dalla politica per chi si macchia di reati. Tutte tesi nobilissime che fanno della condotta morale di ciascun politico, un comportamento etico irreprensibile.
Peccato che chi e' al capo di questo Governo, cerchi nell'esclusivo ed univoco interesse della Nazione, ci mancherebbe, di ridurre i tempi dei processi, per evitare a prescindere una sentenza.
Dopo la collezione invernale, anche per la primavera-estate, il colore alla moda e' il terra bagnata...

domenica 21 febbraio 2010

SANREMO: STENDIAMO UN VELO PIETOSO

E' da qualche anno che mi impongo di non seguire il festival di Sanremo. Quel tam tam mediatico che precede la kermesse canora inducendoti a diventarne spettatore passivamente coinvolto dell'evento, lo vedo una forma di ingannevole aggressione alla normale ed autonoma fruizione del prodotto televisivo. La stessa cosa vale per quei programmi che considero spazzatura, quali il Grande Fratello, L'Isola dei Famosi e simili.
Il festival con il passar del tempo ha smarrito la sua primordiale valenza di gara canora, diventando sempre piu' un grosso baraccone acchiappa auditel. Si dira' che anche il festival rispecchia la nostra societa'. Purtroppo questo specchio e' diventato opaco; in esso, tanti cercano di trovare un riferimento al proprio essere standardivamente omologato. Il fatto che si gridi al successo deve far riflettere.
Quest'anno poi, sembrava davvero che tutto il palinsesto televisivo, fosse stato programmato per determinare l'ottima riuscita dell'evento sanremese, giunto alla sua sessantesima edizione.
Fortunatamente, ci sono state le partite di champion a tenermi impegnato, internet e soprattutto la radio (ascolto Radio Capital ma non perdo mai Unlimeted della mia amica Kay Rush, a RMC) che mi tiene compagnia abitualmente, quando la sera mi intrattengo davanti al pc.
Ma da quello che ho appreso dai giornali, dalle varie edizioni dei Tg, a Sanremo e' successo un bel po' di casino. Tra esclusioni, ripescaggi, successi di cantanti improponibili, proteste plateali spontanee o preparate, ospiti strapagati nonostante gli enormi disavanzi Rai, discussioni di "alto profilo" inerenti la resistenza gravitazionale dei corpetti che contenevano le straripanti rotondita' dell'Antonella nazionale, penso che il fatto che Morgan abbia confessato di fare uso di sostanze stupefacenti, fosse il minore dei problemi, sicuramente meno grave del fatto che circa 700 parlamentari si sono sottratti al test volontario per accertare l'uso seppur occasionale di droga.
Ma si sa, l'Italia e' un paese dalla falsa morale bigotta, dove i peccati si devono confessare soltanto nel silenzio di un confessionale.

mercoledì 17 febbraio 2010

DE LUCA RECUPERA, IL PDL LITIGA

Caserta e' sempre ago della bilancia. Nel 2005 De Franciscis, Udeur, sconfisse un lanciatissimo Cosentino, F.I. al foto finish. Nel 2006, Mastella leader dell'Udeur, ottenne proprio in terra di Lavoro un trionfale exploit che gli permise non solo di ottenere un considerevole successo personale e di partito, ma contribui' in maniera consistente alla seconda vittoria, seppur risicatissima, del centro-sinistra di Romano Prodi.
A livello politico locale, c'e' grossa agitazione. E' dovuto intervenire personalmente il premier Berlusconi per porre fine all'infinita querelle tra UDC e PDL in Campania. Oggetto della contesa la Provincia di Caserta, dove si rinnovera' il consiglio in cocomitanza delle prossime elezioni regionali.
Il PDL voleva a tutti i costi l'appoggio del partito di Casini, per avere maggior certezza di poter aggiudicarsi la corsa alla regione. L'UDC in cambio, pretendeva l'investitura ufficiale di un suo uomo - nello specifico Zinzi - alla guida della provincia. Per settimane non si riusciva a trovare un'intesa.
Il gota del PDL casertano con a capo il Sottosegretario Cosentino e il Sen. Coronella e l'ex Ministro Landolfi, insistevano per la candidatura di un politico di provenienza PDL, meglio se l'On. Pasquale Giuliano. Alla fine di lunghe ed estenuanti concertazioni, i vertici dell'UDC nazionale hanno ricevuto rassicurazioni direttamente dal Premier, per la candidatura di Zinzi per Caserta, in cambio del completo appoggio a Caldoro per la Regione.
Ma i vertici PDL casertano, non ci stanno (il solo Landolfi pare abbia accettato). Il caso sta generando una forte empasse a livello locale e preoccupanti ripercussioni anche per Caldoro nella sua corsa verso palazzo Santa Lucia. Sconfitto al momento, ne esce Cosentino che da coordinatore regionale, e' costretto ad accettare una nomina da lui non solo non condivisa, ma addirittura contrastata. La sua leadership a questo punto, e' fortemente sminuita.
A sinistra le cose iniziano ad andare un po' meglio. La candidatura di De Luca pare non divida come agli albori. Le iniezioni di lifting comunicativo realizzategli dallo specialista Velardi, incominciano a dare il loro effetto. L'appoggio seppur tardivo e molto discusso ricevuto da Di Pietro, ha ricompattato la corrente.
Anche l'estrema sinistra, all'inizio distante dal primo cittadino salernitano, ha promesso il suo sostegno. Sinistra Unita, neo-partito di Ferrero, a livello campano guidato dall'Ass. Corrado Gabriele, dara' il suo appoggio a De Luca.
Il centro-destra parte in vantaggio. Battere Bassolino pero', non e' scontato, specie se si continua a litigare.



lunedì 15 febbraio 2010

LA LEGA SI PIEGA, GHEDDAFI CI BLOCCA

Siamo un paese piu' sicuro rispetto all'aprile 2008, anno dell'insediamento del Governo Berlusconi che fece della sicurezza, insieme alla munnezza di Napoli e alla questione Alitalia, i suoi cavalli di battaglia?
Sicuramente, molti pericolosi malavitosi sono finiti dietro le sbarre. La cosa ci rallegra.
Ma spesso questi successi, sono il frutto di anni di inchieste, pedinamenti, intercettazioni, lavoro degli inquirenti e delle forze dell'ordine, confessioni di pentiti (le quali se usate per questioni di mafia sono utili e preziose, diventando deliranti e fuorvianti se adoperate contro i politici).
Ma la sicurezza percepita dai cittadini, e' aumentata o diminuita? Gli abitanti delle grandi citta', specie se si risiede nelle periferie, sono piu' tutelati? La liberta' tanto sbandierata dal nostro Premier, e' anche quella di poter camminare tranquillamente per le strade delle nostre citta'?
A Milano si e' assistito a scene di vera guerriglia, dopo l'uccisione di un cittadino egiziano da parte di alcuni sudamericani. La citta' ieri, era in stato di assedio.
Ma dove erano le ronde? E i poliziotti di quartiere, con le loro divise sfavillanti, magari a cavallo, a rassicurare le vecchiette, voi li avete visti?
Penso che finiti gli improponibili annunci elettorali, gli spot lanciati dal centro-destra e da asserviti programmi televisivi, la realta' rimane ben altra cosa.
Le citta', specie le grandi metropoli, restano insicure, degradate, abbandonate al loro destino.
E la Lega? Come ha reagito il partito di Bossi, da sempre contro lo straniero invasore, non rispettoso delle nostre tradizioni e della nostra cultura?
Il leader del Carroccio, ha dissuaso chi, come l'europarlamentare leghista Salvini, voleva addirittura organizzare rastrellamenti porta a porta. Bossi e il Ministro Maroni infatti, si sono opposti a questa iniziativa, auspicando una diffusa integrazione multietnica, come unico espediente per una migliore convivenza sociale.
Parole sagge. Ma come sono lontani i tempi in cui la Lega, brindando alla foce del Po, auspicava il separatismo, gridando slogan contro "Roma ladrona". Adesso che i suoi leader hanno stabilmente le loro chiappe sugli scranni del Parlamento e nei salotti romani, diventa un partito morbido, convenzionale, buonista, aperto alla mediazione ed al dialogo. E' finito il tempo del pugno duro contro gli immigrati. La Lega si piega alle logiche di comune e condiviso dirigismo politico.
Ben diverso e' il trattamento che e' stato riservato a cittadini europei sull'altra sponda del Mediterraneo, in Libia, piu' precisamente. Il leader libico Gheddafi, nuovo amico del Premier, ha deciso senza tentennamenti, di non concedere visti di ingresso in Libia a tutti i cittadini europei dell'area Shengen. Inoltre ci sono state espulsioni che hanno riguardato anche nostri connazionali. Tale decisione e' stata presa per rappresaglia contro la Svizzera che tempo fa, espulse 118 libici.
La Libia, per questioni diplomatiche, espelle nostri connazionali, permettendo tuttavia, la migrazione verso le nostre coste, di migliaia di profughi.
Il nostro Governo che ha basato almeno al nord, la sua campagna elettorale sulla lotta all'immigrazione clandestina, si trova invece, a convivere con tale imbarazzante scenario sociale.


venerdì 12 febbraio 2010

LE "RIPASSATINE" DI BERTOLASO: L'ULTIMO DEI PROBLEMI

Ma davvero e' così importante sapere se il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, di tanto in tanto, si facese fare una "ripassatina" da una fisioterapista di mezza eta' ?
O se, spingendosi oltre, partecipasse ad incontri per così dire, piu' piccanti?
Il condizionale e' d'obbligo in questi casi. Ma ormai si sa, per una consolidata abitudine italica, le intercettazioni per incanto, dalle procure si volatilizzano invadendo i media, aggredendo e plasmando il comune pensiero di noi semplici cittadini inermi, riceventi il mesasaggio.
Su queste accuse poi, viene a costruirsi un acceso e rissoso dibattito politico, fatto di scontro sterile, fine a se stesso, con l'unico scopo di delegittimare l'avversario, demonizzandolo.
Da un lato il Premier accusa l'intera magistratura di complotto golpistico. Dall'altro l'opposizione, per opera del suo braccio armato, Di Pietro, agita le manette, chiedendo dimissioni a raffica. Peccato pero' che in Campania, per le prossime regionali, l'ex pm si sporchi le sue mani pulite, appoggiando un candidato, De Luca, che sul suo groppone ha gia' in corso due processi pendenti.
Diversa sarebbe la posizione di Bertolaso, se si appurasse che fosse a conoscenza di illeciti ben piu' gravi commessi dal suo staff o dalle ditte che gravitano intorno alla Protezione Civile.
Per sua stessa repentina e puntuale ammissione, ha gia' dichiarato di essere allo scuro di tutto, per una competenza a lui non riconosciuta. Tutto fila liscio come l'olio. Nel nostro Paese, nel 99% dei casi, i numeri uno non rispondono di cosa commettono i loro sottoposti. Quindi, il caso e' chiuso sul nascere.
Questo mentre la crisi economica pare non sia finita, la dialettica politica scompare cedendo il posto alla rissa, non piu' ideologica visto lo scarso valore dei nostri rappresentanti, ma diventando materiale, con veri e propri scontri fisici all'interno del Parlamento, con amministratori locali che prendono mazzette all'interno di pacchetti di sigarette, rievocando il periodo di tangentopoli e con l'Expo di Milano 2015 che oltre ad aver visto notevolmente ridotto il suo badget iniziale per sopraggiunti problemi economici, e' a rischio commissariamento, diventando il prossimo mega affare su cui mettere le mani sia per ditte in odore di mafia che per amministratori insospettabili ma sempre facilmente corruttibili.
Le escort meneghine, gia' si sfregano le mani...

martedì 9 febbraio 2010

60.000 "COLLINA" AL SAN PAOLO

Da questo spazio spesso ho parlato del Napoli, mia squadra del cuore ovviamente, sia per elogiare gli azzurri per i risultati raggiunti ma anche per criticare la dirigenza e lo staff tecnico quando, a noi tifosi, erano riservate soltanto delusioni.
Questa volta pero', vorrei sottolineare il comportamento pietoso degli arbitri che con le loro sviste, stanno letteralmente compromettendo un campionato che, dopo un inizio mediocre, si sta rivelando davvero entusiasmante.
Dopo un rigore negato in casa contro il Genoa, in una partita dominata dagli azzurri, ad Udine si e' assistito ad un vero e proprio scippo.
Gli azzurri da qualche settimana occupano stabilmente il quarto posto in classifica. Forse al "palazzo" tale posizionamento del Napoli non piace.
La Juve si lecca le ferite per un'annata disastrosa, con acquisti sbagliati e una serie di infortuni che ne ha compromesso le aspettative. Credo che tutte le colpe non erano del napoletano Ciro Ferrara. La Fiorentina dei Della Valle, da tutti considerata una pretendente alla zona champion, e' in netto ritardo.
Il Napoli di Mazzarri, tecnico livornese che ha cambiato volto alla squadra dopo un deludente avvio di stagione con il triste Donadoni in panchina, puo' davvero puntare al quarto posto.
Di solito si dice che in un'annata calcistica, gli errori arbitrali vanno in compensazione.
A Napoli, una citta' ed una tifoseria, aspettano un puntuale "risarcimento" a partire da domenica prossima. Con il solito humor partenopeo, il pubblico, dato il periodo di carnevale in corso, ha intrapreso un'originale iniziativa: 60.000 "Collina", osserverennno la prossima uscita degli azzurri al San Paolo.
L'Inter e' avvisata.

venerdì 5 febbraio 2010

CRISI SPAGNOLA: ANCHE I SOCIALISTI PIANGONO

Fino a pochi anni or sono, secondo i teoremi di politica economia rincorsi dal governo Prodi, Zapatero era il modello a cui tendere, il perfetto esempio di moderno sviluppo dirigista, dove il mercato andava sicuramente aggredito, senza perdere mai di mira al tempo stesso, le tematiche sociali di sostenibilita' e garantismo per le masse.
D'improvviso ci accorgiamo che anche in Spagna e' scoppiata probabilmente una bolla speculativa. Questa, con ogni probabilita', non e' stata causata come negli Stati Uniti, da un uso assai superficiale e sconsiderato del credito al consumo e da una malvagia speculazione finanziaria. Molto piu' probabilmente, essa dipende sia da un atteggiamento fin troppo spensierato dell'amministrazione centrale, nel conferire dati piu' rosei rispetto alla critica realta', anche quando non era ancora soppraggiunta la crisi globale, sia dall'applicazione di un welfare troppo spinto e diffuso, sicuramente al di sopra delle reali possibilita' del paese.
Per anni ci hanno fatto ammirare il modello di sviluppo spagnolo, tutto efficienza e pragmatismo.
Zapatero diventava il vero erede di Blair, incarnando in chiave moderna, il pensiero socialista. La sinistra diventa progressista, radical chic, moderna, non piu' univoco riferimento intellettuale di una certa borghesia salottiera schierata o strumento delle masse operaie. Con le sue coraggiose e molto discusse riforme, la sinistra diventa mito, in un paese conservatore e consuetudinario per antonomasia.
La Spagna per un certo periodo, tende anche a ironizzare sulla nostra economia, mettendo in dubbio la possibilita' che l'Italia con giusto merito, potesse inserirsi tra le prime 8 potenze economiche del mondo.
Oggi pare le cose stiano un po' differentemente.
In Italia viviamo un brutto momento, ma se osserviamo gli spietati ed incontrovertibili dati spagnoli, con una disoccupazione al 20%, un'inflazione oltre il 4%, le borse in caduta libera, le proiezioni del Fondo Monetario Europeo che indicano per il paese iberico un ulteriore calo del PIL dello 0,6% nel 2010, possiamo ritenere che il nostro paese ha tenuto meglio nel periodo di disastro globale.
In un momento storico così critico, economie sicuramente piu' liberali hanno reagito meglio alla crisi, anche con l'applicazione di "ricette socialiste". La Spagna, che ha fatto del socialismo in economia, il suo modello di sviluppo, ora si lecca le ferite. Qualcosa non torna.




martedì 2 febbraio 2010

VITTORIA DEL PD IN CAMPANIA: UNA "MISSION IMPOSSIBLE"

Le elezioni regionali si avvicinano. In Campania sembra spianata la strada per il PDL.
Nonostante l'investitura del socialista Caldoro a Governatore, sia stata una scelta di ripiego, dopo l'improponibilita' di Cosentino per le sue delicate vicende penali, la destra sembra in schiacciante vantaggio sul PD.
Tale sensazione e' rafforzata dal fatto che il candidato del PD, il sindaco "sceriffo" di Salerno Vincenzo De Luca, amico trentennale di D'Alema, non piace ai vertici della sinistra campana.
La sua nomina, gradita pero' sia alla corrente Franceschiana che al nuovo partito di Rutelli, ha avuto il placet di Bersani. Il segretario del PD infatti, non voleva perdere ulteriore tempo prezioso, dinanzi ad una imbarazzante empasse decisionale dei vertici regionali del PD che non riuscivano a trovare una candidatura condivisa. Ricordiamo che le primarie sono state prime indette e poi annullate quando, oltre la candidatura del primo cittadino salernitano, non sono giunti altri nomi alternativi.
De Luca non piace pero' a Bassolino, suo storico rivale. Non piace neanche ai Dipietristi per le sue pendenze penali, in merito alla delocazzazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali, processo in cui e' indagato insieme al presidente degli industriali Campani, Gianni Lettieri. Non piace inoltre, alla sinistra radicale Vendoliana, perche' rappresenterebbe una scelta di continuita' clientelare.
La candidatura di De Luca di fatto, spacca il PD, gia' frantumato a livello nazionale ed indebolito a livello locale dall'ormai sopraggiunto crepuscolo dell'epopea Bassoliniana.
Quindi da un lato, abbiamo una coalizione di destra ( a giorni e' atteso l'accordo con l'UDC grazie alla benedizione del "giovanotto" De Mita) il cui coordinatore regionale - vero regista politico territoriale - e' sottoposto a misura cautelare; dall'altro, un candidato a governatore sicuramente indipendente, ma a sua volta, imputato in prima persona.
Spuntera' un terzo nome? L'IDV con Di Pietro o De Magistris, si caleranno nella mischia direttamente, a limite con il sostegno esterno dello stesso Bassolino e della sinistra radicale?
Di solito, in qualsiasi genere di sfida, c'e' un vincitore ed uno sconfitto.
In Campania con ogni probabilita', la destra vincera' per l'assenza di un avversario, a meno che in extremis, Claudio Velardi, ex Assessore regionale campano al Turismo, esperto di comunicazione politica ed attuale consigliere della Polverini nel Lazio, avendo avuto lo stesso incarico da De Luca, non riesca nella sua "mission impossible": risollevare le sorti della sinistra in Campania.