domenica 27 febbraio 2011

CARFAGNA CANDIDATO SINDACO A NAPOLI

il Governo continua ad essere zavorrato dalle vicende processuali del Premier che non permettono di focalizzare l'attenzione sulle priorita' della collettivita' e che stanno facendo perdere progressivamente credibilita' al nostro Paese.
A livello internazionale, domina la guerra civile in Libia e l'intero "incendio" popolare in tutto il nord-Africa che di fatto, sta mutando per sempre gli equilibri politici ed anche culturali a quelle latitudini, con tutta l'incertezza che ne seguira' nel breve periodo.
Nel frattempo, la mia Napoli, non ancora uscita definitivamente dall'incubo emergenza rifiuti ( a breve chiudera' la discarica di Chiaiano, principale sversatoio della citta'), sempre piu' prostrata dai suoi atavici problemi, si appresta a rinnovare il Consiglio Comunale per la prossima primavera, ormai alle porte.
Dopo l'era Bassolino-Iervolino, la citta' vuole voltar pagina, tra tante incognite ed un senso di generale disinteresse per la politica.
Il PD e' alle prese con la querelle delle primarie pilotate, vicenda che ha reso nulla la vittoria di Cozzolino. Il partito e' commissariato. Non e' stato ancora individuato un nome che accomuni tutte le correnti. Si punta ad un candidato proveniente dalla societa' civile. Il nome di Cantone da tanti sostenuto, non e' stato preso in considerazione dai vertici romani. Lo stesso ex magistrato, nuova icona di quella schiera di scrittori impegnati, troppo precipitosamente definiti come nuovi intellettuali, pare non abbia insistito piu' di tanto per imporsi.
A destra cosa accade? Pare che tutti siano concordi nel proporre la candidatura del Ministro Mara Carfagna, salernitana, un nome che pare metta d'accordo tutti. Potrebbe essere vista come una scelta di fanta-politica ma i sondaggi premiano la sua candidatura. La Carfagna piace sia all'UDC che a FLI (ottimi i rapporti, tra Bocchino e la bella Ministro). C'e' soprattutto il placet del Premier, colui il quale ha di fatto "generato" il fenomeno Carfagna. La Ministro potrebbe a livello locale, compattare nuovamente il centro-destra. Soprattutto potrebbe mettere pace tra il PDL ed il FLI ed emarginare definitivamente la figura ingombrante di Nicola Cosentino (imminente il suo processo), con il quale non vi sono mai stati rapporti idilliaci.
Il problema e' che l'attuale coordinatore PDL regionale, e' proprio l'ex Sottosegretario all'economia, a cui non va giu' la candidatura della Ministro. Per la sua delicata posizione, Cosentino gia' a suo tempo, dovette rinunciare all'incarico di Governo ed a quello di candidato alla carica di Governatore alla Regione.
Nonostante ai tanti, la Carfagna possa sembrare immatura per guidare una citta' complessa come Napoli, ritengo che anche questa volta, sia piu' saggio per Cosentino fare un altro passo indietro.
La Carfagna e' di Salerno ma "Nick o' mericano" a Napoli, non saprebbe neanche prendere la metro!








lunedì 21 febbraio 2011

L'AMICO DI SILVIO

Il nord-Africa brucia. Dopo la Tunisia e l'Egitto, adesso e' la Libia ha registrare scontri sanguinosi.
La popolazione locale vuole rovesciare il regime di Gheddafi, dopo 42 anni di incontrastata tirannia. Il leader libico, ha usato anche l'aviazione militare, per lanciare missili contro i rivoltosi. I morti sono centinaia.
Le diplomazie internazionali prendono tempo, non osano interferire con il regime di Tripoli. Figurarsi il nostro Ministero degli esteri. Al momento il silenzio e' assoluto.
L'Italia sta alla finestra, consapevole di pagare il prezzo piu' alto per i disordini nord-africani.
Con il paese mussulmano, da molto tempo intercorrono solidi rapporti commerciali, relazioni che si sono intensificate dopo gli accordi che l'attuale governo intraprese nell'agosto 2008.
Il Governo Berlusconi, ha sposato in tempi non sospetti la causa libica. Si e' guardato con notevole favore il vicino del mediterraneo per intensificare le relazioni economiche, con un senso di spropositata sudditanza, tale da infondere uno scorcertante imbarazzo per la Nazione.
Per una volta, il nostro padrone indosso' i panni del servo, per inchinarsi al dittatore anti-americano, cambiando per sempre gli equilibri nello scacchiere internazionale.
Adesso il nostro esecutivo invoca il soccorso dell'Europa, per scongiurare il peggio.
La rivolta popolare libica, piu' che quelle tunisina ed egiziana, rappresenta un'altra tegola per il Governo Berlusconi. Oltre il problema relativo allo sbarco di clandestini, ci potrebbero essere infauste ripercussioni per la nostra economia. La borsa e' in fibrillazione, il caro greggio incombe. Stato di allerta, per la nostra areonautica e marina militare.
A suo tempo, il nostro Premier, con insito spirito auto-glorificante, si godette il suo momento di celebrita' sotto la tenda militare piantata nel centro di Roma, in cui incontro' il dittatore. Gheddafi a sua volta, ebbe anche modo di ridicolizzarci, impartendo lezioni di Corano nella citta' santa, ad un nutrito gruppo di 200 "selezionate" rappresentanti del gentil sesso, in quella che pote' considerarsi, una sorta di contaminazione cultural-religiosa, poco chic, molto radical. Amen.
Un tempo, la nostra diplomazia poteva contare su un maggior peso a livello internazionale. Oggi tutto il mondo e' a conoscenza che il nostro Premier risolve tutto da solo, tramite telefonate personali, della serie, "ghe pensi mi". D'altronde e' risaputo che e' stato proprio lui, il mediatore decisivo per la pace tra Russia e America.
Figuriamoci se, sempre da solo, non riuscira' a dare una mano al suo amico Gheddafi, un leader di "grande saggezza" e, nel contempo, a mettere al sicuro la nostra amata Nazione.







domenica 20 febbraio 2011

A CIASCUN ELETTORE, IL SUO PARTITO

Quello che sta accadendo politicamente in Italia, ha dell'inverosimile.
Berlusconi e' in picchiata libera, il suo consenso personale e' ai minimi storici. Nonostante tutto il PDL tiene ma, la cosa piu' sorprendente, e' che la maggioranza parlamentare si ricompatta, grazie a tutti i transfughi del FLI che dopo qualche mese tornano all'ovile.
La mancata spallata del 14 dicembre, ha prodotto il ripensamento di tanti parlamentari che non se la sono sentita di abbracciare al buio, il nuovo progetto del Terzo Polo, preferendo rimanere nel sicuro della maggioranza, sempre piu' schiava pero', dei dictat della Lega. Al contrario, se in quella data, l'esecutivo non avesse piu' avuto i numeri per governare e, la possibilita' di nuove elezioni fosse stata molto piu' probabile, oggi avremmo assistito ad un massiccio esodo migratorio verso il nuovo raggruppamento politico. Così vanno le cose in politica. Oggi non contano piu' le idee e gli ideali, il coraggio, i valori. Si guarda solo alla fama, al successo, al prestigio personale ed a quello della propria cricca. Da questo punto di vista, il PDL rappresenta ancora un solido assegno al portatore.
La cosa piu' squallida, che la maggioranza riaccetti a braccia aperte, coloro i quali mesi fa hanno girato loro le spalle, sputtanato il suo leader, sputato fango nello stesso piatto dove insieme mangiavano.
Fini ci ha messo la faccia, oggi ne paga le conseguenze. E' stato considerato un traditore, un nuovo comunista, un eterno secondo, solo perche' ha avuto il manifesto coraggio di disubbidire al suo leader, non potendolo mai accettare come suo padrone.
In fin dei conti, e' meglio che sia andata così. Oggi FLI, potra' meglio discernere su chi fare sicuro affidamento. Un antico detto recita: " al nemico che fugge, ponti d'oro".
Il PDL si tenga ben stretto il suo padrone. La maggioranza il suo dinasta. Evidentemente, e' la persona piu' indicata e rappresentativa che possa al meglio rispecchiare lo spirito e la natura del partito e del suo elettorato ma, soprattutto, il modus operandi dell'esecutivo. Non a caso, ne hanno fatto parte personaggi a dir poco "ambigui", del calibro di Cosentino, Scaiola, Brancher, Verdini solo per citarne alcuni, senza contare il numero di belle ragazze (laureate sia chiaro) che chissa' come... oggi ricoprono importanti ruoli istituzionali.
Dove c'e' gusto, non c'e' perdenza. A ciascun elettore, il suo partito. Ci mancherebbe.
Per gli "ossessionati" da Berlusconi (termine a cui sono accomunati tutti coloro i quali sono contro il Premier), c'e' ancora ampia scelta. Per i nauseati dalla politica, e' garantito l'astensionismo.



mercoledì 16 febbraio 2011

MILLE PROROGHE: IL GOVERNO PROLUNGA LA SUA AGONIA

Nel caos istituzionale prodotto dall'imbarazzante posizione del Premier, la cui portata ha assunto dimensioni planetarie, il Governo ottiene la fiducia al Senato in merito al decreto milleproroghe. 158 sì contro 136 no, 4 gli astenuti. Il provvedimento passera' all'esame della Camera. Hanno votato a favore Pdl e Lega Nord, contro il Terzo Polo, il Pd, l'Idv e l'Mpa.
Tale provvidemento, e' l'ennesima dimostrazione della falsita' di questo esecutivo che ricordiamo fece della diminuzione delle tasse, il suo cavallo di battaglia. Si tratta invece, di un provvedimento che aumenta la pressione contributiva, premiando invece, i soliti furbi che in Italia non rispettano le regole.
Cio' che pare subito evidente, e' come tale decreto sia un provvedimento figlio delle tante pressioni e dei palesi ricatti a cui questo Governo, è sottoposto. Per mantenersi in vita infatti, prolungando la sua estenuante agonia, per una ferita divenuta ormai purulenta, l'esecutivo china il capo ai dictat della Lega Nord. Il decreto e' fortemente intriso di spirito padano. Contiene norme contro i precari della scuola, i quali proprio per la pressione leghista, non potranno spostarsi dalla propria provincia per cercare supplenze, quindi per cercare un lavoro, ossia per sopravvivere.
La Lega inoltre, fa ricadere su tutti gli italiani, il mancato pagamento delle multe relative alle quote latte, un altro schiaffo per gli allevatori onesti, davvero un bel regalo a chi in fin dei conti, permette ancora la sopravvivenza di questo esecutivo farsa. E' previsto anche l'aumento di un euro per il biglietto del cinema, nonostante siano previsti altri tagli alla cultura. E' data poi alle Regioni, la possibilità di imporre una tassa in caso di catastrofi naturali, come per esempio il terremoto in Abruzzo. C'e' poi l'ipotesi di un aumento della soglia del tasso di usura. È quanto riportano le agenzie di stampa facendo riferimento a una possibilità che potrebbe essere inserita nel maxiemendamento al decreto. Pur di mantenere il consenso non manca infine un provvedimento-condono; gravissimo in tal senso, lo stop alle demolizioni delle case abusive in Campania, anche se costruite in aree protette, in chiaro spirito "libertino", della serie: " il Governo del fare, quel che ci pare ". Altro contentino per tenersi buoni i vecchietti del Paese, il ritorno della social card, affidata questa volta agli enti caritatevoli.
In un clima di totale incendio mediatico, il Governo vara l'ennesimo provvedimento rivolto non all'interesse generale ma teso all'esclusivo mantenimento della sua sopravvivenza.
L'attenzione del Paese, da troppo tempo, e' calamitata univocamente sui vizi dell'uomo Berlusconi. Ritengo invece che sia fondamentale proiettarla sempre piu', verso i limiti, le incongruenze, i fallimenti politici dello statista.


domenica 13 febbraio 2011

ENNESIMA EMERGENZA SALVA GOVERNO

Scoppia una nuova crisi umanitaria. Lampedusa e' letteralmente invasa da migliaia di nord-africani. Maroni e' molto preoccupato. Si ipotizza una grande invasione di clandestini, un vero e proprio cataclisma migratorio. I flussi sono fuori controllo, non esiste nessun "Gheddafi" che possa scongiurare la minaccia. Il Governo decreta lo stato d'emergenza.
D'improvviso c'e' una nuova sciagura a compattare una sfibrata maggioranza. C'e' bisogno di coesione, per scongiurare il peggio. Non si sa chi possa annidarsi tra questi profughi o presunti tali. La deriva fondamentalista e' sempre pronta ad impadronirsi del fenomeno, almeno così pare affermi la maggioranza.
Dopo la Tunisia, adesso anche l'Egitto rappresenta una mina vagante. L'esecutivo non puo' rischiare di andare a casa prematuramente, per futili questioni di gossip o perche' sottoposto ad adunanze diffamatorie sotto la regia di una eterea sinistra intellettuale o tanto meno perche' l'orgoglio delle donne, il loro falso moralismo, pare sia gravemente ferito.
La crisi della maggioranza, ancora una volta, e' rimandata a data da destinarsi.
Questa volta non e' stato un cataclisma naturale come in Abruzzo a ravvivare la squadra di governo, ne' tanto meno un alluvione o la mancata spallata delle opposizioni. Neanche una sfavorevole congiuntura economico-finanziaria internazionale, pare possa richiamarsi come cupa minaccia che attenti la stabilita' del nostro Paese, tale da richiedere compatezza nella nostra politica interna. Anche la monnezza napoletana e "l'efficiente" interventismo governativo a tal scopo, pare non vada piu' di moda.
In questo caso, tutta l'attenzione del Governo e quella dei media "tele-guidati", e' rivolta verso i concittadini dello "zio di Ruby". Per un po' di tempo, non si parlera' piu' di escort e festini. Purtroppo pero', ancora una volta, nemmeno dei reali problemi degli italiani.
Mai esodo migratorio, fu così tanto atteso.



martedì 8 febbraio 2011

PARALISI

Il Paese e' fermo, nulla si decide, niente di nuovo accade.
Il Governo tiene, ma non legifera. Le vicende processuali del Premier paralizzano l'esecutivo, polarizzano le opposizioni, ipnotizzano l'opinione pubblica.
La politica, nella sua interezza, smarrisce la sua principale funzione, quella di promuovere proposte per il bene collettivo, impantanandosi in alchemiche strategie a favore o contro l'interesse di un singolo uomo: Silvio Berlusconi.
Questa forma di stasi determinista, sta assumendo i caratteri di una pandemia culturale, un morbo che permea l'intera collettivita', alterando in modo irreversibile, le normali relazioni sociali.
La maggioranza fa quadrato intorno al suo leader, dimenticando le esigenze primarie per il Paese.
L'opposizione camuffa i suoi ritardi, la sua frammentazione, con l'unico ed ormai scontato rimedio coagulante: antiberlusconismo. Nella battaglia contro un individuo, si sacrificano le esigenze della collettivita', non si individuano valide proposte alternative per il Paese.
Quest'anno si celebra il 150° anniversario dell'Unita' d'Italia. Mai come adesso, il Paese e' diviso, lacerato. Tale contrapposizione non e' ideologica ma metafisica e attiene al modo in cui il singolo cittadino si correla ad un singolo leader politico: Berlusconi. In questo viscerale schierarsi, sia gli eletti che gli elettori, hanno smarrito il normale senso comune, cristalizzando di fatto, un artificiale senso di appartenenza.
Nel frattempo la crisi economica permane; con essa le incertezze ed i timori di come affrontare il futuro. La disoccupazione aumenta, la crescita si contrae. Restano troppo elevati gli indici di tassazione e del debito pubblico.
Si vive alla giornata, senza la possibilita' di poter organizzare il proprio domani. Cio' vale sia per le imprese che per le famiglie. Il normale cittadino, l'impiegato, l'operaio, l'artigiano, si auspica che la politica nel suo insieme, si interessi alla sua condizione. Ritengo che per la strangande maggioranza di queste persone, non sia fondamentale conoscere quante siano le escort del Premier, ne' tanto meno cosa dicano su tale argomento noti intelletuali o presunti tali.
All'inizio del terzo millennio, la "sindrome" di Arcore, e' il vero male antropologico di questo Paese. Fino a quando questa "malattia" non sara' debellata, l'Italia sara' sottoposta ad un perdurante clima di paralisi.







sabato 5 febbraio 2011

BERLUSCONI APRE A STORACE. CON IL DUCE MARCIVA IN GALERA

Berlusconi compie l'ennesimo colpo di coda, l'ulteriore schizzofrenica contorzione, alla stregua dell'agitarsi del capitone in padella che continua a contorcersi nonostante sia immerso nell'olio bollente.
Il Premier nella sua ormai ventennale fanta-crociata, contro la minaccia comunista e il giustizialismo delle toghe, chiaramente rosse, pur di mantenersi a galla nel maremoto processuale in cui e' coinvolto, sposta l'asse di Governo a destra, in un rimpasto, l'ennesimo, in cui chiede soccorso direttamente a Storace, per scongiurare il pericolo sinistro.
Promessa una poltrona di Sottosegretario ad un partito, La Destra appunto, alleato del PDL ma nemmeno rappresentato in Parlamento. Che bisogna fare per campare...
Storace, entrera' nel Governo dalla porta di servizio. Dopo i responsabili, capeggiati dal trio Scilipoti, Calearo, Cesario, provenienti dal centro-sinistra, il recupero di qualche moderato e di alcuni finiani incerti, sara' il siciliano Nello Musumeci, l'ultimo acquisto del Premier.
Berlusconi con l'ennesimo gioco di prestigio, punta sul fascino romantico di un autentico uomo di destra, visto che anche Fini e' diventato comunista. Un rappresentante politico di sani principi patriottici e nazionalistici, per scongiurare l'avanzata della sinistra intellettuale e radical chic. Una sinistra (la cui attuale forza evanescente e' di fatto ingigantita dal Premier) che cerca di sovvertire il voto popolare con l'irradiazione sistemica e demagogica della menzogna.
C'e' sconcerto ed inquietudine tra i nostalgici delle camice nere che usano approcciarsi ancora con il saluto romano.
Ai tempi del Duce, grigi personaggi alla Berlusconi, sarebbero marciti nel fetido umido delle patrie galere.


giovedì 3 febbraio 2011

BERLUSCONI E LEGA, BOCCIATI

Nel voto in sede bicamerale, non e' passata la legge sul federalismo municipale. Si attende la decisione della Lega, la quale ha sempre affermato con fermezza che, qualora i provvedimenti sul federalismo non fossero stati conseguiti, l'unica strada da prendere sarebbe stata quella delle elezioni. La Lega quindi, con ogni probabilita', potrebbe mettere fine a questa lunga agonia dell'esecutivo, divenuto ormai un ectoplasma, almeno che non abbia a sua volta, paura del voto.
Come nel 1994, con ogni probabilita' sara' Bossi, l'alleato fidato, a fare lo sgambetto al Premier, sempre piu' arenato nei suoi guai giudiziari.
Si aprono adesso nuovi scenari, nuove alleanze. Nel PDL, per la prima volta si potrebbe ipotizzare la scelta di un nuovo candidato Premier. Continuare ad insistere con quello attuale, sarebbe davvero autolesionistico. Nelle ultime settimane infatti, rispetto ad un crollo verticale nel gradimento del Presidente del Consiglio, si e' registrata una sostanziale stabilita' del primo partito di governo. La cosa deve indurre alla riflessione.
Nelle grandi democrazie, i leader passano, i partiti, se davvero grandi, restano. Molto dipendera' da cosa accadra' nei prossimi giorni al Premier. Se la sua posizione giudiziaria dovesse precipitare, una sua potenziale ricandidatura, diventerebbe davvero scomoda ed imbarazzante. Tale questione, seppur sottaciuta nel PDL, e' molto piu' avvertita dall'alleato leghista che, se al tempo di un ipotetico rimpasto, non disdegnava una possibile candidatura di Letta o Tremonti, in caso di nuove elezioni, proverebbe ad imporre un suo proprio candidato.
Il Terzo Polo intanto sta a guardare. Se il PDL puntasse ancora su Berlusconi, non sarebbe esclusa un'alleanza di ampio respiro con il PD e IDV, per attuare le necessarie riforme condivise. In tal caso, anche la Lega rischierebbe la sconfitta e quindi, non spingerebbe per nuove elezioni. Nel caso viceversa, si puntasse su di un nome diverso, Fini potrebbe ancora appoggiare i suoi vecchi alleati. Ma nel PDL, non esistono le primarie. La candidatura al premierato, avviene per autoproclamazione da parte del "monarca".
Berlusconi, per tale motivo, cerca con ogni sforzo di tenere compatta l'attuale maggioranza, trascinandola nella palude dei suoi procedimenti penali. Da collante indispensabile, il Premier si e' trasformato in un mastice indelebile, da cui pare, sia impossibile liberarsi.
La mancata approvazione delle leggi sul federalismo, oltre ad aver sancito una sconfitta per la Lega, rappresenta l'ennesima bocciatura per il Governo Berlusconi.