domenica 29 novembre 2009

ARBUSTUM, 6 ANNI DI ATTIVITA'...NELL'INDIFFERENZA

Era il 30 novembre 2003, quando in una stupenda domenica di sole, iniziava ufficialmente, contro lo scetticismo di tutti, la mia avventura imprenditoriale. Concretizzavo il sogno coltivato da tempo, trasformare la mia casa di campagna, in luogo ameno aperto al pubblico. Nasceva Arbustum.
Nel corso di questi anni, ho dovuto affrontare tante difficolta', mille peripezie, la mancanza di un seppur minimo supporto operativo alla mia attivita'. L'azienda non ha mai avuto quella visibilita' che meritava, nonostante i miei ripetuti sforzi di propagarne la conoscenza, con i limitati mezzi a mia disposizione; visibilita' ancor piu' necessaria, vista la sua ubicazione.
Non ho mai avuto al mio fianco, il sostegno delle istituzioni locali e territoriali, nonostante nel mio piccolo, con la mia attivita', contribuissi indirettamente, a dare un'immagine diversa di Casal di Principe, rispetto a quella univoca e demonizzante irradiata dai media che fanno di quest' area, l'epicentro di ogni malaffare, una terra senza speranza. Ci si dimentica che in questo territorio, vivono ed operano tante persone per bene che purtroppo devono combattere anche contro una generalizzata e crescente diffidenza.
Colpevolmente silente, anche la carta stampata, a cui ripetutamente ho girato le mie richieste di attenzione, una sorta di s.o.s. di chi opera in trincea.
Nel corso di questi anni tuttavia, ho ricevuto piccoli ma preziosissimi attestati di merito alla mia scelta coraggiosa, testimonianze giunte attraverso la rete, spazio che anch' io ho adoperato per cercare una certa visibilita' - facebook mi sta aiutando molto.
Prove di sostegno, vicinanza, amicizia, di interesse specifico, di mera curiosita', di effettivo apprezzamento alla mia attivita', tutte espressioni di solidarieta' alla mia iniziativa per me gratificanti dal punto di vista umano ma, ahime', insufficienti affinche' la mia impresa avesse quell'attenzione che credo, senza presunzione, meritasse.
Nonostante tutto, resto ottimista, non potrei fare altrimenti, sconfesserei me stesso.
Un grazie sentito a chi mi ha sostenuto in questi anni ed a tutti coloro che continuano a ritenere Arbustum, luogo ideale per trascorrere il loro tempo libero.

giovedì 26 novembre 2009

IL PEGGIO E' DAVVERO PASSATO?

Ad un anno dallo scoppio della crisi, la piu' dura dal 1929, come e' messa l'economia mondiale e quella nei nostri confini?
Dopo l'iniezione di capitali da parte delle banche centrali, espediente che di per se ha sconfitto materialmente la politica liberista, sancendone la sua fine, il sistema pare ancora arenato in una melmosa palude.
L'economia reale e' ancora ferma. La disoccupazione cresce, poiche' tante imprese non sono riuscite a superare il guado. Il debito pubblico delle economie dei paesi sviluppati non rallenta, quello statunitense addirittura aumenta, nonostante Obama, di 10 punti.
In Italia gli indici sono ancora preoccupanti, nonostante si dica che il peggio e' passato. Si e' portati ad affermare che i dati sono migliori degli altri paesi industrializzati nel decremento, solo che si dimentica che i nostri indicatori prima della crisi erano quelli piu' bassi. Quindi peggioriamo meno degli altri paesi industrializzati, solo perche' eravamo gia' in ritardo nei loro confronti.
La speculazione pero' non si ferma, basta pensare l'anomala crescita del prezzo dei metalli e del petrolio, nonostante la domanda degli stessi sia ancora molto bassa. Le banche infatti, rinfrancate dalle ricapitalizzazioni, utilizzano queste risorse fresche a costi vicino allo zero, prevalentemente verso quei titoli gassosi, gli stessi che hanno provacato l'esplosione di quella che era una grossa bolla speculativa basata sull'elargizione di un credito senza freni. Ancora una volta vediamo quale sia la differenza abissale tra economia finanziaria e quella reale.
In Italia, il sistema bancario e' uscito indenne dalla bufera, non tanto per le doti traumaturgiche del nostro governo ma perche' storicamente, nel nostro paese, c'erano due variabili fortemente caratterizzanti la vita degli istituti di credito. Da un lato un'alta propensione al risparmio delle famiglie, disintegrato durante quest'anno; dall'altro una bassissima propensione degli istitui bancari a concedere credito. Le nostre sono sempre state banche accumulatrici di ricchezza e non distributrici di credito.
Adesso pero', il sistema dovrebbe ripartire. Le famiglie sono allo stremo, le imprese pure. I soldi sono proprio finiti. Il Governo si limita a frenare le perdite, a tagliare le spese - perche' non si aboliscono le province? - ma non viene dato slancio all'economia. Fin quando non si fara' una coraggiosa manovra congiunta a favore delle imprese e delle famiglie, il sistema economico non prendera' il suo normale corso. Non ci si puo' piu' affidare a palliativi effimeri ed ingannevoli per far cassa e nemmeno a misure presocche' simboliche e mortificanti, per rinfrancare chi ha bisogno.
C'e' il rischio che le piazze non siano piu' occupate da chiassosi giullari o intellettuali girotondini. Questa volta, sara' il popolo a far sentire la sua voce.

martedì 24 novembre 2009

LE RONDE A NAPOLI? ANCHE NELLE FOGNE

Si parla tanto di sicurezza, di spiegamento di ronde. Qui a Napoli, ne servirebbero interi reggimenti. L'ipotesi e' per tale motivo, alquanto improponibile.
In modo ironico, ne suggerii il loro utilizzo anche a mare, dopo gli episodi dell'estate scorsa accaduti nelle acque del golfo. Certo pero', il sottosuolo, ha riservato da sempre, minacce ben piu' pericolose.
L'inizio della settimana e' stato caratterizzato da due colpi eseguiti da professionisti "underground", abili topi di fogna, sbucati dal sottosuolo. Solo una settimana or sono, un altro colpo fu portato a termine ai danni di una nota gioielleria, nell'elegante via dei Mille.
Ci troviamo dinanzi a vere "talpe ammaestrate" che si muovono ad occhi chiusi e con estrema destrezza nei cunicoli fognari della citta'. Delinquenti professionisti che non solo utilizzano i dedali sotterranei gia' presenti ma ne realizzano dei nuovi, per colpire i loro obiettivi in modo sempre piu' chirurgico.
Nello specifico, e' stato dapprima svaligiato un negozio della Hogan, nella centralissima via Filangieri, salotto buono della citta'. Questi Arsenio Lupin dei cunicoli, hanno addirittura coperto le vetrine con dei normali teli bianchi adoperati durante i nuovi allestimenti, agendo in assoluta liberta', con tanto di luce accese.
L'altro colpo e' stato commesso ai danni di una filiale del Monte dei Paschi di Siena, nella zona della stazione. I banditi sbucati dal sottosuolo, immobilizzati i dipendenti ed i clienti, hanno rastrellato un bottino di "soli" 13.000 euro, pochini per una banca ma si sa, da queste parti la crisi e' piu' sentita...
Visto che il Sindaco Iervolino e' anche Commissario per il sottosuolo, potrebbe trovare degli espedienti per "derattizzare" i labirinti sotteranei della citta', per debellare questa invasione di "topi" professionisti.
Forse pero', sarebbe peggio: i "ratti" scapperebbero in superficie e li, della loro specie, c'e' ne sono gia' tanti...



lunedì 23 novembre 2009

TALENTI PART-TIME

Si parla tanto di valorizzazione dei talenti, di individuazione del merito.
Poi vediamo che le migliori intelligenze del paese emigrano, cercando altrove la propria realizzazione professionale, per non rimanere parchegghiati part-time a vita, in un call-center.
L'Italia e' una nazione in forte difficolta', non solo per la crisi del suo costume e il suo irrefrenabile dissolvimento di valori. E' anche un paese fortemente indebitato che non puo' al pari di altre economie sviluppate fronteggiare la crisi con delle radicali ripartenze.
Viviamo una fase caratterizzata anche da un profondo mutamento delle relazioni socio-comportamentali. La continua erosione del mercato, la contrazione dell'economia hanno creato un ulteriore crescita della disoccupazione. Il fenomeno e' sicuramente mondiale, ma forse in Italia ci sono altre complessita' specifiche.
Da un lato non c'e' mai stata una particolareggiata preparazione tecnico-professionale, fenomeno che non ha mai prodotto giovani figure perfettamente autosufficienti all'inserimento nel mondo lavorativo, senza gravare ulteriormente sui costi dell'impresa. Dall'altro un numero di laureati elevatisssimo, tantissimi dottori che si sono dovuti adattare a tipologie di inserimento lavorativo sicuramente non appaganti da un punto di vista della realizzazione personale o che spesso rimangono per anni imprigionati in meccanismi di casta baronale, venendo sfruttati da navigati professionisti, senza nessun tipo di retribuzione.
Con lo scoppio della crisi, i trentenni da poco usciti dal guscio familiare ne hanno dovuto far rientro, molti ultraquarantenni hanno d'improvviso viste dissolte le proprie aspettative.
La realizzazione individuale ed economica resta per molti, ancora utopia.
Ai nostri politici, interessa davvero il talento?
Un popolo pensante, non e' mai stato un sicuro alleato dei suoi governanti.





venerdì 20 novembre 2009

CENTINAIA DI COMUNI A RISCHIO COMMISSARIAMENTO

La data del 31-12-2009 si avvicina inesorabilmente. Per la fine dell'anno tutti i comuni della Campania, per Decrero governativo, devono raggiungere il 25% di racolta differenziata, pena il commissariamento.
Tale soglia oggi pare davvero lontana, specie nei grossi comuni, per non parlare di citta' come Napoli e Caserta, dove non si arriva nemmeno al 20%. La media dell'intera regione sfiora soltanto il 17%. Centinaia di comuni, sono a rischio commissariamento.
Bertolaso e' stato chiaro. L'ipotesi di un nuovo collasso nella raccolta e' costante. Pericolo che diventa realmente ipotizzabile, se si pensa all'ingente disavanzo delle ditte preposte alla raccolta, che vantano enormi crediti verso le amministrazioni cittadine. Solo Napoli e la sua provincia, si trovano con circa 130 milioni di debiti.
La sporcizia dalle strade e' stata scongiurata, almeno per qualche anno. Pero' il sistema adoperato e' sempre quello dell'individuazione di grossi invasi che inghiotteranno milioni di tonnellate di tal quale, non risolvendo di fatto l'evoluzione nel sistema della raccolta.
La differenziata quindi, non decolla, soprattutto per lo scarso senzo civico della cittadinanaza.
Il Governo avra' il coraggio di commissariare centinaia di comuni per la fine dell'anno? E chi vigilera' sull'effettivo raggiungimento di tali parametri? Quando partira' la realizzazionme degli altri inceneritori individuati, oltre quello di Acerra che con ogni probabilita', dovra' per forza maggiore bruciare anche scarti non differenziati per evitare un collassamento del territorio? Su tale questione, non sapremo mai abbastanza.
In regione gli schieramenti politici, si stanno logorando per l'individuazione dei candidati per le prossime elezioni governative del prossimo marzo. Forse per quella data, tanti comuni del territorio, non avranno una propria amministrazione operante, a causa del sopraggiunto commissariamento.


martedì 17 novembre 2009

COME E' LONTANO IL PREDELLINO

Si iniziano a sentire mormorii elettorali. Se in questo momento si andasse a votare, sarebbe certa la riconferma di Berlusconi a Palazzo Chigi? Siamo sicuri che tutte le anime di questa mastodontica e complessa macchina chiamata PDL, dove una sola persona possiede le chiavi di accensione, seguirebbe fino alla morte politica il suo leader?
La vita politica, sociale, mediatica del Paese si e' arenata nella melmosa palude delle beghe processuali del Premier. Tale persistente ed immutabile scenario ha portato la gente a disaffezionarsi alla politica, strumento che se adoperato sapientemente, dovrebbe essere a servizio dell'interesse della collettivita'.
Gli stessi simpatizzanti di Berlusconi, dopo 15 anni dalla sua discesa in campo, iniziano ad intuire che essendo stato il Presidente del Consiglio un eccellente imprenditore, e' stato altresì un abile venditore, in primo luogo di se stesso.
Il primo ad accorgersene e' stato il leader dell'UDC, Casini, che in modo irremovibile, prese da lui le distanze. Adesso anche Fini, spesso non sta accettando i dictat del capo e non solo per il suo ruolo istituzionale. Qualcosa sta cambiando, si avvertono i primi scricchiolii all'interno della maggioranza che di fatto, pur contando su ampi numeri, diverse volte e' stata battuta in Parlamento.
La gente e' stufa. La ripresa economica piu' volte annunciata, sembra ancora l'alba di un giorno lontano. Lontano come quel 18 novembre 2007, quando Berlusconi in Piazza San Babila a Milano, sale sul predellino per annunciare la nascita del PDL, il Popolo delle Liberta'.
Ma questo popolo, populisticamente ipnotizzato nel pensiero, mediaticamente indottrinato nel suo sapere, di quali liberta' puo' ancora godere, se l'indipendenza e l'autosufficienza economica per molti restano ahime', soltanto utopistiche chimere? O forse si credeva che dietro l'angolo, si celasse l'ennesima minaccia comunista?
Oggi si accusa la magistratura di tenere in ostaggio la democrazia. Ritengo che la vera schiavitu' che noi tutti subiamo, sia questa sterile ed infinita contrapposizione tra berlusconismo e anti-berlusconismo, una vera e propria sindrome di Stoccolma che non solo ha impoverito il valore autentico della politica ma, principalmente, l'autonomia soggettiva dei singoli individui, diventati inermi spettatori di una societa' decadente.



sabato 14 novembre 2009

IL PDL SI E' INCARTATO

La snervante partita a scacchi tra i vertici del partito e il candidato in pectore alle prossime regionali in Campania, Nicola Cosentino, sta determinando una pericolosa enpasse decisionale e politica. Di tale questione ne ho già parlato in tempi non sospetti.
Per l'ennesima volta, l'elettorato è vittima impotente delle beghe o presunte tali, dei vertici di partito, dirigenti che si presume dovrebbero essere completamente liberi di pensare solo ed esclusivamente alle sorti dei cittadini che, in questa regione, sono allo stremo in quanto oppressi dal malaffare, inghiottiti dal degrado e dall'abbandono, infangati nella dignità, sviliti nella speranza.
La candidatura in questione (che poi è stata una sorta di autoproclamazione) è maturata altresì in ritardo. In modo ingenuamente superficiale si è pensato che l'uscente, discusso e non rieleggibile Bassolino, spianasse la strada ad un trionfale successo della destra.
Teorema errato, quanto meno presuntuoso, vista anche la ferma convinzione da parte degli ex alleati centristi dell'UDC di correre da soli.
E adesso? Si troverà un autorevole sostituto di Cosentino? Le seconde linee, individuate nelle figure di Caldoro e Viespoli, sono davvero all'altezza di questo delicato compito?
Il Pdl in Campania, anche nel caso della scelta vincente di Cesaro alla Provincia (sulla quale ribadisco il mio no-comment) ha sempre preferito una figura politica.
Ritengo che oggi, considerato il tragico scenario in cui versa la Campania, sommersa tra l'altro da un pauroso disavanzo economico, sarebbe stato preferibile puntare sulle qualità umane e programmatiche di un vero leader della società civile, piuttosto che inseguire schizzofreniche e spesso opache clientele.
In politica, è importante contare i voti. A volte però, sarebbe più opportuno radiografarne la provenienza.

giovedì 12 novembre 2009

SAVIANO: DALL'INFERNO ALLA BELLEZZA

Roberto Saviano ritorna da Fazio e come suo solito, sfonda lo schermo ipnotizzando i telespettatori, catturando l'attenzione di chi lo ascolta, in modo viscerale.
Nel suo racconto adopera il suo lessico abituale, crudo, diretto, sempre incisivo, toccante, penetrante, in una esposizione fatta di pause calcolate, cadenzate da una gestualita' controllata e supportate da una indovinata scenografia, tali da avvicinare il suo monologo piu' a quello di un navigato attore tragico che a quello di un narratore di eventi di cronaca.
Nello specifico, la serata si incentra sul valore della parola che, nella sua forma scritta, diventa veicolo di brutale penetrazione delle coscienze e di elevazione delle stesse.
La narrativa quindi, vista come strumento di denuncia e di vibrante scuotimento dell'interiorita' critica che, per tale motivo, assume una connotazione dirompente e "sovversiva" essendo adoperata come espediente atto a frantumare omertosi muri di silenzio.
Il titolo della trasmissione e': dall'inferno alla bellezza.
L'autore vuole sottolineare che da un lato esistono la liberta' e la bellezza per chi scrive e per chi vive; dall'altro, e' presente il loro contrario, la loro negazione.
Ritengo purtroppo che oggi, con una propagazione mediatica capillare, istantanea, diretta, susciti maggior eco la descrizione di allucinanti contesti infernali che l'individuazione tra essi, di minuscoli frammenti di bellezza che, per tale motivo, rischiano di rimanere soltanto delle piccole stelle senza cielo.

lunedì 9 novembre 2009

VENT'ANNI DOPO IL MURO

Venti anni fa cadeva il muro di Berlino. La svolta fu epocale. Il comunismo, di fatto, si dissolse.
Dopo i primi scricchiolii causati dalla nuova ondata di cambiamento democratico voluto da Gorbaciov nell'ex Unione Sovietica e le battaglie per per i diritti dei lavoratori in Polonia compiute dal movimento sindacalista di Solidarnosc, l'improvviso ma da tanto tempo atteso abbattimento del muro, divenne realta'.
La Germania divenne unita, la cortina tra i blocchi svanì. Iniziava una nuova fase storica, sociale, culturale ed ideologica. La liberta' individuale e l'autonomia dei singoli soggetti arrivava in paesi dove era, fino a quel momento, un semplice miraggio.
Il socialismo reale di fatto finiva. L'economia di mercato si apriva a nuove latitudini.
Dopo venti anni, vanno fatte alcune considerazioni.
La Germania pare abbia definitivamente metabolizzato tale mutamento. Soprattutto le nuove generazioni, si sentono perfettamente integrate in un unico stato. Lo sforzo di accollarsi il cugino povero, pare sia finito.
Eppure, in questo preciso momento storico, fatto di esasperata globalizzazione, di transizione geo-politica e di forte incertezza economica e finanziaria, all'indomani di una delle piu' lunghe e profonde crisi dei mercati dal 1929 a questa parte, il vecchio modello statalista, incontra ancora qualche nostalgico, specie se si considera che tutti i maggiori interventi per far fronte alla crisi, da parte delle maggiori potenze industriali, sono stati orientati all'estensione dell'interventismo centralista.
Oggi per fortuna ricordiamo la caduta di un simbolo di separazione e di limitazione della liberta' individuale. Purtroppo pero', viviamo una fase storica in cui non si stanno edificando, anche simbolicamente, modelli di crescita e sviluppo alternativo. Il liberismo sfrenato e' definitivamente scomparso. Il dirigismo statalista e' stato sostituito da forme di imperialismo geo-politico, basti vedere la Russia di Putin e il ruolo assunto dalla Cina. I sogni di illimitato sviluppo sono svaniti. Le bolle speculative dissolte nel nulla. Viviamo una duratura fase di cinico realismo quotidiano.
L'edificazione di muri (oggi se ne costruisce uno a Israele e l'altro tra Stati Uniti e Mexico) creava contrapposizioni ideologiche. L'abbattimento di essi ha garantito la liberta' soggettiva dei singoli. Non ha ancora pero' assicurato un costante, diffuso ed equamente distribuito benessere.


domenica 8 novembre 2009

FIORE D'AUTUNNO

Nubi plumbee si riaddensano minacciose.
Ombre cupe dissolte da tempo, riappaiono d'improvviso.
Il vento gelido mi schiaffeggia il viso ma non mi scuote.
Il tempo spietato scorre inesorabile, con i suoi ritmi, le sue regole.
Il grano e' stato raccolto, il mosto a breve sara' vino.
La fiamma e' accesa nel camino, la foglia si colora di ruggine.
La pioggia riprende copiosa, incessante, persistente.
Il torrente diventa impetuoso fiume rigonfio.
Il sentiero e' nuovamente impervio, viscido, melmoso.

Eppure inaspettata, una luce mi e' apparsa,
fiore tardivo d'autunno che si alimenta di tiepido sole.
Cerco di presevarla come una gemma delicata.
Aspetto la sua schiusura, come un bimbo impaziente il dono da scartare,
una piccola testuggine il mare profondo in cui nuotare.
Le attese sono snervanti ma fanno capire l'essenza di cio' che cerco.
L'attesa mi aiuta a riflettere, a rigenerare la mia solare indole creatrice.
Esplorando il mio io nascosto, mi accorgo che questa luce era vicino a me da tempo.

Vorrei da lei, essere nuovamente irradiato.

giovedì 5 novembre 2009

CROCIFISSO: SIMBOLO IRRINUNCIABILE DI UNA SOCIETA' DECADENTE

La sentenza della corte europea di Stasburgo che invita a eliminare il simbolo del crocifisso dalle aule scolastiche, crea un terremoto negli ambienti del Vaticano e grosse polemiche nei palazzi della politica.
Viviamo in Italia anche questo paradosso.
Un paese travolto dal malaffare, dalla corruzione, dove escort e transessuali diventano frequentazioni stabili dei nostri politici, argomento di approfondimento dei media, accettazione sociologica di una societa' in mutamento crepuscolarmente catarsico, dove pero' il crocifisso diventa non solo il simbolo irrinunciabile di un credo a questo punto imposto, ma quasi una forma di icona culturale che dovrebbe condizionare le coscienze, specie quelle dei giovani alunni in eta' ancora acerba.
Una societa' quindi, in crisi di valori, imbarazzata dal suo declino culturale che pero' non vuole rinunciare ai suoi simboli, non accetta di perdere i suoi riferimenti di grottesco rifugio etico. Una societa' dove imperversa sempre piu' una limitata moralita' bigotta, figlia appunto di un cristianesimo dove tutto puo' essere cancellato nel silenzioso segreto di un confessionale.
C'e' chi come molti politici, giustifica questa contrarieta' alla sentenza, come un tentativo di cancellare una tradizione non solo religiosa ma nazionalisticamente italica, come se il crocifisso fosse equiparato al panettone, alla pasta, alla Ferrari.
Ritengo che in un'epoca di globalizzazione non solo economica ma sopratutto interculturale, multietnica e policonfessionale, e' giusto che chi entra in un edificio pubblico, anche se nel paese in cui ha sede la capitale della chiesa cattolica, non debba incontrare simboli di questa e di nessun altra religione, per essere piu' liberamente indotto a seguire, nel caso lo voglia, quella che ritiene piu' vicino alla propria coscienza di individuo, praticandola nei luoghi di culto preposti.

lunedì 2 novembre 2009

PDL CAMPANIA: LENTEZZA DECISIONALE

I giorni passano, la decisione non arriva. Il PDL deve scegliere il suo candidato alla corsa in regione Campania per le elezioni del prossimo marzo. La questione sta diventando molto complessa, si sta perdendo nei meandri di una battaglia navale interminabile. Le correnti sono divise, l'incertezza e' dominante. Molti dimenticano che nelle 13 regioni (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria) dove si rinnovera' il consiglio, solo 2 (Lombardia e Veneto) sono in mano al centro-destra. Il voto acquista un'importanza notevole. Il quadro politico, nonostante la diffusione di sondaggi che evidenziano il gradimento per l'operato del Governo, e' in continuio mutamento. Molti elettori di destra come me, non sempre condividono la politica del Premier e sicuramente non sempre apprezzano le sue scelte. L'astensionismo(da me praticato alle passate elezioni europee) potrebbe diffondersi anche qui in Campania, se la destra non puntasse su di una candidatura davvero autorevole.
Si sbaglia se si pensa che siccome Bassolino e' uscente e non rieleggibile, non lasciando di certo un bel ricordo del suo operato, la battaglia sia gia' vinta. Il PD si e' riorganizzato, nei suoi vertici nazionale e regionali, e' pronto a dar battaglia e il fatto che anche Bassolino non sia piu' candidabile, indirettamente da nuovamente al partito una maggiore serenita'.
Dall'altra parte sono circolati tanti nomi. Quello di Cosentino sembra aver sbaragliato tutti. La Carfagna, nonostante svolga un ruolo di Ministro della Repubblica, sembra acerba per addentrarsi nelle sabbie mobili del territorio. Caldoro, ex-socialista, politico di maggior esperienza, non pare godi di grossa fiducia all'interno della corrente di centro-destra campana. Fini, anche su indicazioni e suggerimenti del conterraneo Bocchino, preme su Berlusconi per imporre Viespoli, ex-AN come suo delfino. Lettieri, Presidente degli industriali, pare abbia risposto: no grazie. L'ipotesi dell'outsider Bertolaso, al momento pare rimanere appunto, un'ipotesi.
Cosentino gode di molto consenso ma dobbiamo vedere se questo basti. Lui si e' trovato a guidare l'ex partito di FI in regione, anche in contrasto con i Martusciello(oggi spariti dallo scenario politico locale) dopo la sorona sconfitta alla presidenza della provincia di Caserta. Berlusconi non poteva gettare a mare un patrimonio di voti, consenso e potere a livello locale. Quindi la sua sconfitta fu premiata con una promozione. Poi, nelle passate elezioni nazionali, con la nuova regola della candidatura dall'alto, Cosentino si trovo' proiettato in cima alle liste, ottenendo un'infinita' di preferenze, coincise poi, con la sua nomina a Sottosegretario dell'Economia. Ma sul probabile candidato a Governatore ci sono molte ombre.
Il partito, nella figura di Berlusconi, se la sentira' di puntare su questo candidato, per le sue ambizioni di vittoria?