Molti criticano il PD per il momento caotico che sta vivendo, in merito alle incertezze decisionali per la scelta dei candidati per le prossime elezioni regionali.
Sicuramente non e' un buon momento per il partito di Bersani. Soffocato dall'ingerenza di Di Pietro, illuso dal doppio gioco di Casini, ridimensionato dall'exploit del bertinottiano Vendola che ha imposto il suo carisma in territorio pugliese, facendo rivivere anche a livello nazionale, un momento di risveglio per quelle tematiche piu' insite alla sinistra schierata e militante, al tempo stesso anche innovatrice e riformista.
In alcune regioni come la Campania, il PD non ha trovato ancora il suo candidato. Si ricorrera' alle primarie, previste per il prossimo 7 febbraio.
Una cosa e' certa: nonostante l'apparente e incontrovertibile empasse decisionale circa la scelta dei leaders da presentare, la strada delle primarie e' un percorso di maggiore partecipazione democratica e di piu' diretto coinvolgimento degli elettori.
Io, come tutti gli elettori di destra, sono privato di questo strumento. I miei candidati sono scelti dall'alto, a tavolino, nelle segreterie di partito capitoline, secondo logiche che spesso non premiamo chi davvero si e' battuto per anni nel territorio, dando prova di impegno proficuo e costante. Quasi impossibile poi, la candidatura di figure provenienti dalla societa' civile, a meno che non siano volti noti dello spettacolo.
Si seguono altri parametri. Vengono premiate spesso figure che accontentino logiche di apparentamento, a prima vista sicuramente utili per racimolare piu' voti ma che propongono candidati che spesso hanno poco a che fare con l'humus politico principale della coalizione.
Nonostante Berlusconi abbia fondato un partito che nel suo nome porti il termine liberta' io elettore di destra, non ho l'opportunita' di poter scegliere liberamente, il candidato.
Sicuramente non e' un buon momento per il partito di Bersani. Soffocato dall'ingerenza di Di Pietro, illuso dal doppio gioco di Casini, ridimensionato dall'exploit del bertinottiano Vendola che ha imposto il suo carisma in territorio pugliese, facendo rivivere anche a livello nazionale, un momento di risveglio per quelle tematiche piu' insite alla sinistra schierata e militante, al tempo stesso anche innovatrice e riformista.
In alcune regioni come la Campania, il PD non ha trovato ancora il suo candidato. Si ricorrera' alle primarie, previste per il prossimo 7 febbraio.
Una cosa e' certa: nonostante l'apparente e incontrovertibile empasse decisionale circa la scelta dei leaders da presentare, la strada delle primarie e' un percorso di maggiore partecipazione democratica e di piu' diretto coinvolgimento degli elettori.
Io, come tutti gli elettori di destra, sono privato di questo strumento. I miei candidati sono scelti dall'alto, a tavolino, nelle segreterie di partito capitoline, secondo logiche che spesso non premiamo chi davvero si e' battuto per anni nel territorio, dando prova di impegno proficuo e costante. Quasi impossibile poi, la candidatura di figure provenienti dalla societa' civile, a meno che non siano volti noti dello spettacolo.
Si seguono altri parametri. Vengono premiate spesso figure che accontentino logiche di apparentamento, a prima vista sicuramente utili per racimolare piu' voti ma che propongono candidati che spesso hanno poco a che fare con l'humus politico principale della coalizione.
Nonostante Berlusconi abbia fondato un partito che nel suo nome porti il termine liberta' io elettore di destra, non ho l'opportunita' di poter scegliere liberamente, il candidato.