lunedì 30 maggio 2011

DE MAGISTRIS, NUOVO SINDACO DI NAPOLI

Vittoria netta e schiacciante per Luigi De Magistris al ballottaggio. Napoli ha deciso e lo ha fatto in modo inequivocabile. Il nuovo Sindaco di Napoli ha ottenuto oltre il 65% delle preferenze, una vera e propria "eruzione vulcanica" se si pensa quanto fosse quotato il candidato all'inizio della sfida elettorale.
Anche i piu' scettici si sono dovuti rassegnare. I napoletani hanno votato la persona, al di la' dei partiti, delle ideologie (ne esisono ancora oggi?) e delle calcolate logiche di apparentamento.
Il suo e' stato un successo trasversale. De Magistris e' stato votato non solo dagli elettori provenienti dalla sinistra radicale. Elettori delusi dalle destre lottizzatrici, moderati, intellettuali, professionisti, artigiani, imprenditori e tantissimi giovani, hanno appoggiato il candidato dell'IDV.
In tutta la sua campagna elettorale, l'ex PM ha marcato in modo piu' che evidente la sua indipendenza dagli schieramenti. Il suo e' stato un appello alla cittadinanza, alla mobilitazione civica, al ritrovato entusiasmo per la politica, attivita' che deve ritornare a svolgere il suo ruolo primordiale: strumento democratico a servizio della cittadinanza.
Anche io nel mio piccolo, da questo spazio ( illuminato il post del 19 aprile u.s.) e, con un serie di contatti in citta', ho dato il mio modesto contributo al successo del dottore del Vomero.
La rivoluzione culturale ha avuto inizio. Napoli e' pronta a voltar pagina. In bocca al lupo e buon lavoro, Luigi!



sabato 28 maggio 2011

BERLUSCONI E D'ALESSIO FANNO FLOP

Ci siamo. Napoli tra domani e lunedì decidera' chi sara' il suo nuovo primo cittadino.
L'incertezza sull'esito delle votazioni e' elevatissima. Lo scontro nelle ultime ore e' diventato rovente, senza esclusioni di colpi.
Una cosa e' certa: Berlusconi non tira piu' da queste parti, non riempie le piazze come un tempo, anzi, le sue sortite in citta', sono diventate paurosamente controproducenti.
Neanche "l'aiuto" chiesto a Gigi D'Alessio, e' riuscito nell'intento. Ieri Piazza del Plebiscito non era colma di gente. L'artista e gli altri neo-melodici, chiamati per la volata finale, non hanno attirato il pubblico delle grandi occasioni. Dopo la rinuncia ad esibirsi a Milano per la Moratti, causata a quanto pare dai commenti di certo non favorevoli ricevuti da parte di esponenti della Lega, anche a Napoli, la sua citta' natale peraltro abbandonata da tempo (D'Alessio risiede a Roma), la sua esibizione si e' rivelata un imbarazzante flop. All'ultimo momento, anche i calciatori del Napoli invitati per l'occasione ad intervenire, si sono defilati, dando forfait.
I napoletani sono stanchi di ascoltare bugie, di essere presi in giro da venditori di fumo, lottizzatori di voti, prenditori di danari pubblici e cricche di affaristi con le loro clientele.
De Magistris avra' le sue pecche, i suoi limiti, ma di certo non appartiene al sistema. Napoli e' stata amministrata male dalle sinistre in questi ultimi venti anni. Non e' un caso pero', che molti storici elettori di destra, daranno il loro sostegno all'ex Pubblico Ministero. Ci sara' un perche'.





lunedì 23 maggio 2011

ARIA PESANTE

Continua il clima di scontro all'interno degli opposti schieramenti, in vista dei delicatissimi ballottaggi di Milano e Napoli.
L'esito finale dei due capoluoghi, avra' grossi effetti politici a livello nazionale.
Si vive una situazione di stallo. Piu' che proposte si continua sulla linea dell'attacco. Ma e' la politica nel suo insieme che da tempo non riesce a promuovere qualcosa di nuovo.
Il PDL subisce le ripercussioni politiche del palese ed inconfutabile crepuscolo del suo storico leader. Berlusconi e' al tramonto, ma nessuno all'interno del partito osa ammetterlo. I suoi colonelli, nonostante il sostegno di facciata, gia' tramano per la sua successione ma nessuno di essi ha sufficiente carisma, eccetto forse Tremonti, un tecnico, non un politico.
Il PD nonostante i parziali successi alle amministrative, sa di non essere cresciuto. Tutt'altro, la sua crisi emorragica non si e' ancora interrotta. Il successo di Milano ha varie cause, di certo non rappresenta un rafforzamento del partito di Bersani. Pisapia proviene da Sel ed il centro-sinistra si e' presentato per l'occasione, in formazione "ulivista".
A Napoli vale lo stesso discorso. Anzi, De Magistris, impressionante il suo successo personale, continua ad affermare di essere contrario a qualsiasi appoggio o apparentamento con il partito di Bassolino e della Iervolino.
Ed il Terzo Polo? Ancora un'incognita, di certo molto meno consistente di quanto si potesse immaginare. La mancata spallata del 14 dicembre, ha affossato qualsiasi speranza espansionistica al partito di Fini. Un Terzo Polo che apparentemente rifiuta di schierarsi, cercando di allargare il piu' possibile il proprio orticello ma che in sostanza, rivela una doppia anima. Quella democristiana di Casini piu' propensa ad appoggiare il PDL, nonostante le continue bordate lanciate al Premier e quella di FLI, che continua la sua opposizione incondizionata a tutto cio' che ruota intorno al PDL.
La Lega a sua volta, e' frantumata al suo interno, tra la corrente di Bossi e quella di Maroni. Il leader del Carroccio (quando la sua successione?) tiene sotto schiaffo il Premier e lo costringe a promettere impegni improponibili, come il distaccamento di alcuni ministeri, da insediare a Milano. Il Ministro dell'Interno e' piu' moderato, piu' aperto al dialogo, anche con forze politiche al momento avversarie.
Tale scenario comunque rivela una situazione di grande incertezza. Oggi se si andasse a votare, chi veramente avrebbe la forza di Governare questo Paese allo sbando? Si respira un'aria pesante, tra tentativi di strappo, orditi tradimenti e matrimoni di convenienza.
Finita la prima repubblica, la seconda rimane un'incompiuta.

mercoledì 18 maggio 2011

E' DIVENTATO UN PROBLEMA

All'indomani delle elezioni, tutti si interrogano sul flop del PDL a Milano. Senza dubbio, si e' trattato di un risultato inaspettato, specie nelle proprozioni. Berlusconi ci ha messo la faccia, ma sul volto gli e' giunto un bello schiaffone, di quelli che lasciano il segno.
Si tratta di una sconfitta piu' personale che politica, ma le conseguenze sono devastanti per cio' che ne puo' scaturire anche a livello nazionale. Il Premier ha polarizzato l'attenzione sulla magistratura, definendola un cancro per il Paese. La Moratti e' stata soltanto una spettatrice inerme, ma ci ha messo anche del suo, attaccando il suo competitor a livello personale e non su quello dei programmi per la citta'. Per l'ennesima volta, si e' parlato dei problemi del Presidente del Consiglio e non di quelli che affliggono la cittandinanza, in questo caso i milanesi.
Stesso discorso vale per Napoli. Qui Berlusconi ha sparato le sue ultime "cazzate elettorali", considerando forse i napoletani come un popolo di stolti sottosviluppati, senza capacita' critica e di discernimento.
Il suo proclama di eliminare per l'ennesima volta la monnezza dalle strade (compito che da tempo non e' suo, come sempre ha ribadito), quello di sospendere il pagamento della Tarsu e quello di interrompere l'abbattimento di oltre 60.000 alloggi abusivi e' stato davvero il suo canto del cigno, il dimenarsi schizzofrenico del capitone che gia' cuoce in padella.
La sua presenza ai comizi elettorali piu' che un valido e sicuro sostegno si e' trasformata in un imbarazzante fardello, un vero e proprio incubo per i candidati che non hanno il coraggio di prendere le distanze dalla sua ingombrante presenza, ma che sono altresì consci di essere da lui danneggiati.
Oggi la stessa maggioranza, in Parlamento, e' stata battuta per quattro volte. Si sono notate le calcolate assenze dei responsabili, una ciurma di mesterianti della politica che legano il loro agire a mere logiche di utilitaristica convenienza e che, palesemente, con il loro atteggiamento tengono sotto ricatto il Premier, quindi l'esecutivo.
Un tempo il carisma del Premier faceva da collante all'interno di una maggioranza non sempre coesa. Oggi i suoi problemi, gli scandali che lo sommergono, lo hanno trasformato in un pericoloso mastice indelebile.
La stessa Lega, si e' stancata del Cavaliere. Ora piu' che mai, non lo ritiene il leader indiscusso della coalizione. Quanto durera' ancora questa angosciante agonia, il faticoso trascinarsi della maggioranza in quello che e' diventato un pantano?
Tutto il centro destra ne e' consapevole: Berlusconi e' diventato un problema.





lunedì 16 maggio 2011

BOCCHINO, MANTIENI LA PAROLA.

Alle elezioni a Sindaco di Napoli, e' successo qualcosa di inaspettato. Luigi de Magistris, e' riuscito ad andare al ballottaggio, contro la macchina da guerra messa in campo dal PDL. Cio' gia' rappresenta un successo. Gli ultimi giochi di prestigio messi in campo dal Premier Berlusconi, sceso dal nord per sostenere il candidato del PDL, non sono riusciti nell'intento di far vincere Lettieri al primo turno. Un popolo offesso ed arrabbiato, non ha creduto piu' al sultano incantatore. Politicamente comunque, il vero sconfitto e' il PD . Troppi i suoi fallimenti in questi anni di lunga amministrazione del territorio.
de Magistris ha polarizzato il voto di protesta, di ribellione. Ha incarnato il vero tentativo di cambiamento, dopo lustri di politiche nepotistiche e clientelari.
I cittadini napoletani hanno osato uscire da un binario imposto e gia' tracciato. Il loro destino politico pareva essere segnato in modo imprenscindibile. Sostenere i discepoli della casta Bassoliniana o dare fiducia ai nuovi "amici" di Nick o' mericano, Nicola Cosentino e di Giggino a' purpetta, Luigi Cesaro.
In molti si sono astenuti ma chi ha voluto scegliere un candidato oltre i partiti e la politica, ha puntato sul magistrato napoletano. Io nel mio piccolo, avevo ipotizzato questo exploit.
Ma adesso per De Magistris, la sfida e' ancora piu' improba, il vantaggio da colmare sembra abissale. L'appoggio delle altre forze di sinistra, presentatesi divise all'appuntamento elettorale, pare non sia sufficiente.
Chi sara' decisivo per la vittoria finale, e' senza dubbio il Terzo Polo. Fini, Bocchino e Casini, sapranno osare? Avrebbero voluto creare una "coalizione repubblicana" per il bene della Nazione, mai realizzata dopo la mancata spallata del 14 dicembre. A Napoli, riusciranno a realizzare un'alleanza alternativa di "mutuo soccorso" ad una citta' giunta allo stremo per le palesi incapacita' dei due principali partiti? In televisione ed in tutte le loro interviste, sparano a zero sempre contro il Premier. A Roma il terzo Polo e' decisamente all'opposizione. Ma le cose poi cambiano quando si va ad amministrare il territorio. Casini sia in Regione Campania che nella provincia di Caserta ad esempio, e' alleato con il PDL. Cosa succedera' a Napoli? Bocchino manterra' la sua parola? O le sue saranno state le solite chiacchere gettate al vento per creare soltanto un po' di rumore propagandistico?
A Napoli puo' cambiare la storia politica del Paese. Se Fli avra' il coraggio di farlo, sara' rivoluzione!


venerdì 13 maggio 2011

PROSPERO FUTURO? PER IL POLITICO E' GARANTITO

E' calato il silenzio su questa infuocata campagna elettorale. A Napoli si va al voto in un clima di incandescente tensione. Chi guidera' una citta' trasformatasi in una cloaca a cielo aperto? E' finita la propaganda politica, si sono conclusi i comizi fatti di solite promesse, di impegni roboanti verso una cittadinanza ridotta allo stremo, ferita nel suo orgoglio, derisa per i suoi drammi, a livello mondiale.
Tutti i politici dei vari schieramenti, hanno dichiarato di rappresentare la svolta, di essere garanzia del tanto atteso cambiamento. Tutti hanno giurato di tenere Napoli nel cuore, di rappresentare l'occasione di riscatto per una citta' sfregiata in modo profondo, umiliata, messa in ginocchio, dove il problema monnezza, non e' che la punta di un iceberg, un purulento bubbone che copre altre magagne (attualissimo il mio post del gennaio 2008, quando iniziai a scrivere da questo spazio).
Tutti i candidati alla poltrona di sindaco, hanno affermato che Napoli deve tornare a svolgere quel ruolo guida per il Mezzogiorno e di riferimento cardine nel Mediterraneo, come cerniera tra Europa ed Africa. Tutti hanno garantito l'attuazione del tanto atteso sviluppo, tramite investimenti ad hoc, da realizzare con capitali nazionali ed europei. Tutti si sono impegnati formalmente, nel dichiarare lotta alla criminalita' organizzata. Tutti hanno affermato di poter realizzare una Napoli migliore, dove il problema rifiuti dovra' rimanere soltanto un brutto ricordo ( per noi napoletani un vero e proprio incubo, visto che tra emergenze conclamate e quelle ufficialmente considerate concluse, il problema va avanti da oltre 17 anni).
Il risultato delle elezioni e' molto incerto. Si andra' sicuramenbte al ballottaggio. Il futuro sindaco avra' un compito davvero improbo: governare una citta' divenuta invivibile.
Solitamente, nel disagio e nella sofferenza cresce il consenso. La politica si e' sempre alimentata delle difficolta' e delle privazioni della cittadinanza. Quando questa e' piu' provata o come adesso moribonda, tanto piu' e' penetrante il messaggio del politico di turno e l'aspettativa che lo stesso suscita nei confronti di una popolazione inerme, sfinita, senza piu' speranza.
Da questo punto di vista, il politico, qualsiasi esso sia il suo colore di appartenenza, a queste latitudini avra' garantito un prospero futuro.
Noi cittadini invece, il nostro presente, lo abbiamo gia' perduto.



martedì 10 maggio 2011

CREDERE A TREMONTI: UNA QUESTIONE DI FEDE

In Italia si parla troppo di Berlusconi e poco dei problemi che affliggono le famiglie, le imprese ed i lavoratori.
Diciamo che allo stesso Premier, non dispiace di calamitare su di se l'attenzione dei media, anche se l'oggetto univoco delle argomentazioni nei suoi confronti e' quasi sempre negativo. Fare la vittima per distogliere l'attenzione dei cittadini dai reali problemi, gli riesce alla grande!
Nel frattempo, l'economia arranca. Molte fabbriche, dopo mesi di cassaintegrazione, chiudono. All'orizzonte non si vedono attuati i tanti rimedi promessi per tamponare questa violenta emorragia, divenuta ormai cronica.
Il Governo continua a sostenere che i nostri conti sono in ordine, che il peggio e' passato e che le banche sono solide. Sara', ma l'incubo Grecia e' dietro l'angolo. La nostra finanza sara' pure al sicuro ma la nostra economia reale e' impietosamente ferma. Il Paese a breve, sara' invaso da centinaia di migliaia di profughi nord-africani, poveri disgraziati destinati a bivaccare senza un lavoro. I grandi colpi inferti alla malavita organizzata, se non saranno seguiti da investimenti alternativi, produrranno una vera e propria desertificazione economica in alcune aree del Paese, gia' pesantemente arretrate.
Svanito nel nulla l'artefatto ottimismo, e' rimasta la fede. Credere a Tremonti infatti, e' divenuta una "necessita' dogmatica".

venerdì 6 maggio 2011

MONNEZZA ELETTORALE

Il Premier Berlusconi, inviera' ancora una volta l'esercito a Napoli, per sgombrare le strade dalla spazzatura.
Un tempo, in vista delle elezioni, pur di accaparrarsi qualche voto in piu', i politici mestieranti in accordo con i vari capi rione, registi indiscussi della spartizione di voti e poltrone, gettavano un po' di fumo negli occhi ai poveri cittadini inermi, adoperandosi in frettolose operazione di lifting urbano. A pochi giorni dal voto, come per incanto, venivano asfaltati tratti di strada che fino a qualche ora prima erano dei veri e propri canyon. Aiuole, fioriere e qualche immancabile panchina per i vecchietti, completavano il gioco di prestigio. Garantendo poi, l'acquisto di qualche genere alimentare ed una bolletta pagata, il popolo vedeva con i propri occhi, materializzarsi l'interessamento del politico di turno che poi, puntualmente, all'indomani delle votazioni, scompariva nel nulla, come un castello di sabbia spazzato via dal vento.
Oggi il gioco di prestigio, la mega-illusione, sta nel voler far scomparire migliaia di tonnellate di monnezza dalle strade. Ancora una volta, Berlusconi prova a diventare San Gennaro. Strano davvero e per giunta assai pericoloso il suo tentativo. Premesso che il problema e' locale, ammesso e non concesso che ci sia stata anche qualche lentezza, politicamente calcolata, nella rimozione dei rifiuti per far cadere sul Presidente del Consiglio responsabilita' ormai non piu' sue, perche' allora abusare del dramma vissuto dalla cittadinanza per meri fini elettorali?
Un tempo, in campagna elettorale, si convincevano gli elettori con i comizi, in cui si promuovevano idee e programmi per la cittadinanza. Oggi invece, assistiamo ad una strumentalizzazione del sacchetto che diventa arma di consenso e conquista elettorale.
La Regione (governata dal centro-destra) doveva dare inizio alla realizzazione di altri 2 termovalirazzatori, dei quali non e' stata ultimata nenache la progettazione. Il Comune ( il centro-sinistra e' a fine mandato) avrebbe dovuto garantire un notevole aumento della raccolta differenziata. La Provincia ( governata dal centro-destra) avrebbe dovuto intensificare la parte relativa al trattamento dei rifiuti da riciclare o da incenerire.
Tutto cio' non e' accaduto. Berlusconi affermo' che il suo intervento straordinario era terminato e che le responsabilita' non erano piu' da additare al governo centrale. Napoli avrebbe dovuto camminare con le proprie gambe.
Perche' adesso, ritorna in citta'? Dove sara' dirottata questa enorme quantita' di rifiuti, ammassati sull'intero territorio metropolitano da prima di Pasqua? Discariche in citta', oltre quella di Chiaiano ormai satura, e per giunta sotto sequestro, non c'e' ne sono. Fuori citta' (ipotesi Terzigno ) o ancor peggio, fuori provincia, sono gia' pronti a far barricate.
La monnezza resta un dramma insoluto. La sua imbarazzante presenza, la vastita' della sua eco prodotta a livello planetario, e' direttamente proporzionale al totale fallimento della politica a queste latitudini.
Fra poco piu' di una settimana si andra' al voto. La "monnezza elettorale", entra nel vivo.


giovedì 5 maggio 2011

LA GUERRA AL TERRORISMO NON E' VINTA

Di solito, quando un pericoloso capo mafia latitante, viene catturato dopo anni di indagini, pedinamenti, intercettazioni ambientali, c'e' grande soddisfazione da parte degli organi inquirenti ma, al tempo stesso, piena consapevolezza che un nuovo capo e' gia' pronto ad insediarsi sul territorio.
Lo stesso vale per Al Qaeda, la piu' grande organizzazione terroristica mondiale, con cellule operative distribuite in tutte le parti del globo.
L'aver eliminato fisicamente o per i piu' scettici, solo virtualmente, il suo capo indiscusso, Osama Bin Laden, non cambia piu' di tanto la potenziale pericolosita' dei gruppi fanatici fondamentalisti.
Non a caso, il livello di allerta contro il pericolo di attentati di ritorsione, e' aumentato notevolmente in queste ultime ore e non solo negli Stati Uniti.
Un tempo si combattevano guerre in cui si misuravano sul campo, gli opposti schieramenti. Poi c'e' stato il tempo della guerra fredda, in cui USA e URSS si controllavano reciprocamente per mezzo degli opposti controspionaggi e dove lo scontro spesso avveniva tramite le diplomazie.
Oggi il nemico e' invisibile. Il pericolo e' tra noi, silente, camuffato, pronto a colpire in modo cinico e spettacolarmente spietato. Quando un uomo, una donna e finanche un bambino, sono pronti ad immolarsi in nome di Dio facendo stragi di innocenti, nessuna strategia puo' essere efficace per mettere fine a tale barbarie.
Dopo l'11 settembre, il mondo non e' piu' come prima. Aver eliminato Bin Laden, non credo ahime', portera' alla fine del terrorismo fondamentalista, specie in questa fase storica caratterizzata da uno sconvolgimento politico-culturale nel Magreb e nel Medio Oriente. Obama si compiace del successo, ma e' il primo a sapere che la guerra al terrorismo non e' stata vinta.

domenica 1 maggio 2011

1° MAGGIO: EFFIMERO HAPPENING DI CIRCOSTANZA

 
Si e' festeggiato il 1° maggio. Ancora? 
Che senso dare a questa data? 
In Piazza San Giovanni a Roma, tutti a cantare Bella Ciao, con il pugno sinistro chiuso, mentre in tutto il mondo le fabbriche chiudono.
Un tempo era giusto, opportuno, a limite anche giustificatamente strumentale, presenziare questo appuntamento per polarizzare un evento a cui dare una valenza politica.
Ma oggi e' ancora valida la contrapposizione tra padrone ed operaio, tra capitalismo e marxismo?
Oggi tutti si trovano nella stessa barca, tentando di adoperarsi a tappare le innumerovoli falle per non affogare in un mare di merda.
Dinanzi ad una stagnazione dilagante, ad un vero e proprio collasso produttivo globale, come si fa a mantenere questa vetusta separazione sociale?
Oggi una enorme quantita' di persone sta peggio, rinuncia ad i suoi standard abituali di vita. La quantita' di poveri aumenta a dismisura, colpendo vari strati della societa'.
L'operaio e' sfruttato, vede perdere i suoi diritti. Intanto, il suo titolare ha gia' chiuso l'azienda, stritolato dalle banche. Il disoccupato diventa inoccupato. Il laureato, precario.
Nel nostro Paese, la politica, sempre piu' distante dalla gente, come risponde? Il sindacato sempre piu' diviso, divenuto un apparato di burocrati, quali iniziative prende?
Al 1° maggio va in onda il consueto, quasi scontato, spettacolo evanescente, effimero, qualunquista. Tanti i discorsi di facciata, gli impegni e le promesse annunciate alla gente. Nutrito il drappello dei soliti intellettuali vestiti di cachemire, degli immancabili straricchi artisti impegnati, chiamati per la circostanza, ad assistere un malato in coma. Il lavoro.
Le iniziative a favore del mondo del lavoro, mi fanno tornare alla mente, le tante promesse fatte a Napoli in merito alla monnezza.
Innumerevole il susseguirsi di convegni, simposi, conferenze, tavole rotonde, cortei, fiaccolate persino suppliche alla Madonna. Intanto la monnezza, silente, inesorabilmente cresceva a dismisura, come un magma inarrestabile.
Del dramma lavoro tutti ne parlano, tutti si impegnano a trovare soluzioni al problema. Intanto tanta gente, ha sempre piu' fame.