venerdì 12 agosto 2011

AUSTERITY PROLUNGATA

Il Governo, riunitosi in seduta straordianria, ne ha trovati altri 45, di miliardi. Sembrano noccioline, numeri di una battaglia navale giocata preosseche' al buio, contro il fantasma della speculazione.
Basteranno? Non lo possiamo sapere. Quello che e' certo, e' che questi soldi provengono ancora una volta da tagli. Alcuni erano attesi da tempo, come quelli di parte delle province e di molti comuni. Altri vanno a toccare il pubblico impiego, con l'ipotesi di tagli alle tredicesime. Saranno tassati i redditi alti e le rendite finanziarie (meglio tardi che mai). Altri introiti, dovrebbero provenire dalla lotta all'evasione, variabile questa, molto aleatoria. Verranno abolite anche le feste nazionali (quando aumentera' il listino prezzi del ristorante di Montecitorio?...). Si continua a tamponare una copiosa emorragia, senza sapere quando la ferita verra' definitivamente suturata.
Una cosa e' certa: siamo molto piu' poveri. Questa volta, ne abbiamo davvero preso coscienza.
Un'epoca e' finita. Entriamo in una fase di austerity prolungata, caratterizzata da una grande incertezza e da una piu' che probabile stagnazione cronica.
Ci troviamo imbottigliati nel gigante Europa, un mastodontico carrozzone burocratico, senza anima, privo di coscienza unitaria, tenuto in piedi in virtu' di un'unica moneta, sproporzionatamente forte, rispetto alla forza dei suoi singoli stati membri.
Oggi, ha ancora senso parlare di G-7? L'economia reale e' ferma, quella finanziaria colpisce soprattutto l'occidente, per la gioia dei paesi emergenti, trasformatisi in pochi anni, da sedi delle delocalizzazioni degli investimenti dei paesi industrializzati, a cinici creditori dei medesimi.

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