giovedì 27 novembre 2008

SENZA SPERANZA NON C'E' FUTURO

La crisi ci attanaglia. La crisi ci circonda. La crisi ci rende pessimisti, riducendo la nostra percezione del futuro.
Tutti auspicano provvedimenti immediati, risolutori, miracolosi e che soprattutto non scontentino nessuno.
In Italia viene sottolineato come il nostro sistema bancario sia ancora solido, come l'economia reale pur se ferma e in ritardo rispetto agli altri paesi europei, non e' ancora compromessa da questa onda di incontrollato tracollo globale.
Vengono auspicate intese bipartizan, dove vengano garantiti gli interessi di tutte le categorie. E' questo il problema. Proprio in questa fase di forte crisi come si fara' a salvare tutti? Quali categorie privilegiare, quali favorire di meno?
Si invocano interventi straordinari, eccezionali ma soprattutto repentini. Si vuole puntare a grossi investimenti nelle infrastrutture, in un paese che a riguardo, ha ancora tratti di ferrovia risalenti al periodo monarchico. Puntare alle grandi opere, quando ce ne sono una miriadi di incompiute o di realizzate e subito dopo abbandonate.
Si vuole intervenire direttamente su una parte del PIL prodotto, dove questo e' tra i piu' bassi dei paesi industrializzati gia' in tempi "normali" e dove lo stesso serve in prima analisi a tamponare l'emorragica presenza di uno storico debito pubblico, tra i piu' alti dei paesi industriali.
Si vuole puntare sulla capacita' di reazione del paese, una caratteristica da molti considerata insita nel bagaglio culturale nazionale, anche se una sola volta in tutta la storia economica italiana, si e' verificato un periodo di boom economico record, a cavallo tra gli anni 50' e 60'. E si perche' per risalire la china non servono dei passettini ma un vero e prorio balzo, un altro miracolo economico.
Nel dopo guerra si partiva dalla distruzione. Si doveva creare l'economia. Oggi bisogna convertirla, adattarla alle esigenze del momento, sganciarla possibilmente dai meccanismi di correlazione internazionali.
L'Italia nonostante le enormi difficolta' ha comunque delle caratteristiche peculiari che altri paesi non hanno. Le altre economie del mondo ce le riconoscono. Noi in Italia, ne dovremmo essere piu' consapevoli. Dovremmo puntare su alcune "italianità" e farne sistema.
La crisi e' diffusa. Sicuramente maggiore ne e' la sua percezione. Oggi l'economia finanziaria(la borsa) e' la prova evidente che l'aspetto umorale diventa preminente e che i suoi riflessi possono influenzare un'economia reale gia' contratta.
Oggi in Italia viene addirittura considerato inopportuno parlare di ottimismo. Da molti viene considerato quasi un'offesa alla dignita' umana.
Ma la crisi economica non si deve tramutare in una crisi dell'io.
La vulnerabilita' dei numeri non deve compromottere quella della sfera soggettiva.
Se un uomo non ha piu' speranza, la societa' non ha piu' futuro.
Anche il "yes we can" di Obama, non e' stato un meccanismo propagatore di speranza?
Proprio in questo momento di crisi diffusa, ognuno dovrebbe credere maggiormente nelle proprie capacita', opporsi fortemente a questa diffusione oscurantista dai tratti sociologici, diventando protagonista del proprio domani.


15 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Angelo, questo nome ti si addice, sei un angelo tu che cerchi di tenere alto l'umore degli italiani, infatti credo come te che bisogna tenere duro e credere nel futuro, con un pò di ottimismo supereremo anche questa crisi. continua così.
Assunta.

Anonimo ha detto...

"L'ottimismo è una vecchia scatola di sigarette. Ancora chiusa."
Dedico a te, cara amica Assunta, questi illuminanti versi del Poeta.

Sabrinella

argo50 ha detto...

L' ottimismo è una caratteristica di noi del Sud, ne abbiamo passate tante, ci hanno governato pure i Turchi, siamo sopravvissuti, come sopravviveremo a questo brutto periodo (ma poi è così brutto?). Berlusconi è un grande proprio per quel suo innato ottimismo che riesce a trasmettere a chi lo ascolta, ho avuto la fortuna di ascoltarlo da vicino, ti trasmette, sicurezza e voglia di fare. Un saluto, vernacolese.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Io per natura sono ottimista ma quando osservo i politici, credimi, un pò mi deprimo. In questo momento sono tutto occupoato nel farmi spiegare, da un mio amico anziano, la differenza tra la scial card e la terrera annonaria ma non l'ho ancora del tutto capito se non nell'aspetto estetico.

Anonimo ha detto...

molto bello:la crisi economica non deve trasformarsi in una crisi dell'io.Perchè,in effetti, capovolgendo i termini, è l'io, cioè l'individuo, con le sue capacità, con la sua creatività,e anche con il proprio rischio, che fa muovere le cose e quindi anche l'economia.Per quantoriguarda quest'ultima,da profano,credo che il piano delle grandi opere pubbliche (finanziato con i soldi UE) possa creare immediata occupazione e circolo virtuoso di attività indotte (trasporto,commercio,turismo).
cari saluti,clem

Angelo D'Amore ha detto...

se avete visto santoro stasera, ha incentrato il suo programma sull'impossibilita' di avere ottimismo.
diciamo che il suo programma catastrofista, trova in questo momento grande enfasi.
far vedere gli italiani che raccattono cibo tra i rifiuti secondo lui contribuira' a infondere un sano realismo.
un corretto realismo deontologico, sarebbe far vedere tutte le royalty, i privilegi, gli imboscamenti di cui usufruiscono i dipendenti rai e non mi riferisco solo ai giornalisti.
io nella sede rai di torino- il grattacielo dove e' ubicato l'ufficio nazionale dell'u.r.a.r.(ufficio registro abbonamenti radio e televisione), ci sono stato un mese nel 97, per un corso di formazione e vi assicuro che vedere il tipo di vita lavorativa che svolgevano quei lavoratori era davvero mortificante nei confronti di quelli che realmente soffrono in questo momento in italia.
una vergogna, uno schifo, un forma di legalizzato dolce far niente.
la legge che regola il canone deriva da un decreto regio del 38' in virtu' del quale devi pagare in virtu' del possesso di un apparecchio atto a ricevere. come per il bollo, lo paghi anche se tieni la macchina in garage.
in questo caso, mussolini andava bene.

Anonimo ha detto...

Ciao Angelo, ho postato dove sai. Avverti che mishca è tuo amico. Saluti

mishca

Anonimo ha detto...

Caro Angelo.. io non sono ottimista e credo che Santoro utilizzi la Tv a suo
piacimento come fanno dall'altra parti i servi di Berlusconi. La Tv è
vomitevole e c'è una sorta di premeditato condizionamento globale di un popolo che ormai non
ha più dignità. La Tv di Berlusconi ed i suoi servi propinano programmi che
parlano del nulla, che lasciano il popolo in una sorridente ignoranza su tutto.
Io credo che la democrazia è in mano al popolo e quest'ultimo ha
sempre astrattamente la possibilità di esercitare il potere ma l’unico modo per rendere ciò inefficace è lasciare il popolo nell’ignoranza.
Stiamo diventando tutti ignoranti perchè siamo da tempo tutti rabboniti ed allietati da informazioni
televisive inesistenti. Ok su Santoro che usa la Rai ed abusa del suo potere, ma hai mai visto il tg di Italia 1? Sono notizie sul Grande Fratello, sulla Talpa cioè, propinano in continuazione storie e accadimenti virtuali e anche i notiziari della vita reale si stanno spingendo ad informarci su accadimenti dello spettacolo e della tv.
E’ una cosa gravissima ma noi discutiamo di destra e sinistra, di Santoro o di quelli di Berlusconi.
L’ottimismo serve a spingere i consumi. In sostanza, seppur in presenza di una recessione di dimensioni inaudite e con un governo di destra che sta operando misure economiche di stampo fortemente socialista per tentare di salvarci dal tracollo, i media tentano di spingerci virtualmente a consumare e quindi ad accelerare i consumi tenendoci all’oscuro della gravità di ciò che accade e programmando i canali d’informazione con l’ottimismo e allegria per tentare di spingere chi non ha ormai un futuro, a consumare quello poco che ha.
E’ un po’ una gestione mediatica del popolo.
Io vedo i trentenni che sono laureati e a 500,00 euro al mese, io vedo gli avvocati giovani che inventano il lavoro che non c’è, io vedo i pensionati che non possono avere il riscaldamento a casa e muoiono, io vedo per strada, ogni giorno i fantasmi di coloro che avrebbero voluto essere, ricercatori universitari, giornalisti, impiegati. C’è un malessere interiore in ognuno di noi, che si percepisce per strada, guardando gli occhi delle persone che ti passano di fianco. Stiamo in una gravissima situazione e piuttosto dell’ottimismo, ci vorrebbe una sana ribellione popolare. Ma un popolo che non ha potuto neanche votare le persone che voleva eleggere?
Abbiamo dei rappresentanti politici, scelti dai partiti politici. Si sono scelti da soli. Per me è l’inizio del declino della democrazia e non c’è da essere ottimisti.
I popoli del nord Europa hanno una grossa virtù, la capacità d’indignarsi e di reagire con forza. Ecco noi abbiamo perso anche quella.

Costa Varvarigos

Angelo D'Amore ha detto...

costa noi siamo amici d'infanzia, quindi a prescindere, c'e' stima reciproca.
tu parli di politici scelti dall'alto.
vogliamo parlare di come sono state fatte le primarie del pd?
mi sbaglio o si aveva solo fretta di mandare prodi a casa? si voleva crare un soggetto nuovo, ispirato al socialismo nord-europeo, chiudendo poi nella successiva campagna elettorale la porta in faccia a boselli - unico socialista- ma accettando i ricatti dei radicali e dopo quelli giustizialisti di di pietro.
in corso d'opera si cerco' di passare dal modello blair a quello zapatero(chissa' se in italia riuscirebbero a far togliere i crocifissi dalle scuole), per poi confluire sul modello obama, tutti figli del yes we can, dimenticando che i democratici in america, con kennedy iniziarono l'embargo a cuba.
giusto per far vedere che erano primarie vere, alla fine si aggiunsero la bindi e letta, nipote del gianni amico di quello che tu chiami padrone.
furono fatti votare anche i sedicenni che in italia mi pare siano ancora minori, metodo delle peggiori dittature.
in campania poi, se ricordi, come spero, per un mese non si seppe chi fosse il vincitore.
riuscirono a fare brogli anche tra loro, gli ex catto-comunisti.
alla fine, iannuzzi - uomo di bassolino - fu nominato per autoproclamazione, chi ne pago' le conseguenze fu il "liberal" de franciscis , attuale pres. della provoncia di caserta.
veltroni non si accosto' alla campania, l'olezzo della munnezza lo teneva lontano. bassolino era improponibile, si tenne alla larga, in compenso la moglie carloni, facilmente arrivo' poi al senato.
tu mi parli di mediaset, ma perche' il programma piu' osceno del momento, l'isola dei famosi non e' andato in onda su mamma rai, dove per giunta noi utenti paghiamo anche dei soldini?
la cultura di un paese e' data anche dalla sua informazione, dai suoi spettacoli, dal suo costume.
in italia poi, c'e' stata sempre
l'arroganza della sinistra di assurgersi a unica detentrice del sapere artistico-culturale.
bene, la vittoria di luxuria sull'isola riflette il momento culturale del momento, crepuscolarmente decadente.

Anonimo ha detto...

La crisi è pesante per tutti, forse eccessivamente drammatizzata, ma comunque palpabile nel vivere quotidiano. Ma si può uscirne e sinceramente credo alle previsioni di una ripresa della crescita globale già a metà dell'anno prossimo. Forse nell'immediato vi sarà una crescita lenta, ma sempre crescita sarà e spariranno i fantasmi di una lunga e mortale depressione. La domanda che però mi e Vi faccio è questa: se nella seconda metà del 2009 l'economia mondiale ripartirà davvero, l'Italia sarà in grado di agganciarsi al treno globale? Domando questo perchè il nostro Paese ha perso già fin troppi treni e anche in periodi economicamente ottimi a livello mondiale. Il mio è tutto tranne che disfattismo alla Santoro. Berlusconi è al governo grazie anche al mio voto, ma non posso non constatare che l'Italia ha malattie croniche tutte sue che c'entrano poco con l'attuale recessione globale e che avrebbero dovuto essere curate già quindici-vent'anni fa. Statalismo, burocrazia, spesa pubblica incontrollata e oppressione fiscale, hanno sempre ostacolato la crescita economica italiana e quindi ben prima di questa crisi mondiale. Lasciamo perdere la sinistra, ma finora nemmeno Berlusconi ha voluto o saputo dare uno scossone profondo. Finchè non vi sarà una forte cura liberale, le malattie italiane rimarranno, sempre più incancrenite.

Anonimo ha detto...

...disfattismo, o realismo? Leggete questa lettera.

(da "Liberazione") :

Cari compagni,
mi permetto di scrivervi perché sono alla canna del gas. Sono un uomo di 55 anni, da alcuni anni mi trovo senza lavoro, fino a poco tempo fa vivevo insieme a mia madre, una donna di 87 anni, e campavamo con la sua pensione sociale, purtroppo il 28 febbraio di quest'anno è venuta a mancare. Per un po' di tempo sono riuscito a barcamenarmi con i pochi soldi che avevo da parte, ma adesso la scorta è finita. Ho lavorato per dieci anni come assistente operatore tv, aiuto regista per documentari, sempre come freelance per agenzie, ultimamente ho fatto un laboratorio di sceneggiatura, scrivendo una ventina di soggetti. Chi li ha letti li ha trovati interessanti, ma i più mi hanno chiesto se ho conoscenze politiche per avere un appoggio nella loro realizzazione... Sono sfiduciato, non ho più voglia di vivere, molte volte mi verrebbe voglia di invocare l'eutanasia e farla finita: in fondo, sono una persona morente, che non ha più speranze di vita. Oppure, e cosa più dolorosa, chiedere l'assistenza della mafia, a Riina, a Provenzano: visto che lo Stato non mi soccorre, mi rivolgo all'antistato. Mi sono spinto a chiedervi un aiuto perché sono disperato, e non vedo la possibilità di uscire da questo cul de sac senza l'aiuto di qualche persona che mi dia una mano. Se volete vi invio il mio curriculum vitae, dove potete vedere tutti i lavori fatti in Rai e Mediaset. Vi prego con tutto il cuore di aiutarmi, rischio di finire in mezzo a una strada e diventare un barbone: infatti, non ho neanche i soldi per pagare l'affitto di novembre. E tutto per 300 miseri euro.
Sandro Marconi


29/11/2008

Anonimo ha detto...

Angelo: io parlo di un sistema e tu mi parli della fazione dei ladruncoli di sinistra. Io credo che ci troviamo in un sistema e in una serie di modelli comportamentali che ci formano culturalmente di giorno in giorno e ci spingono anche a desiderare ciò che in realtà non ci serve.
Io parlo di una degenerazione di un sistema socio-politico-economico che porta il debole ad essere sempre più debole ed il forte o lo scaltro ad essere un vincente.
A dire il vero la tua risposta mi convince sempre più che anche il nostro modo di pensare è omologato. Mi hai dato una serie di risposte sul gruppo dei ladruncoli di sinistra. Ma che significa tutto ciò? Che quelli sono ladri è ormai assodato e che quelli di destra sono al pari degli altri è notorio. Perché allora il nostro discutere dovrebbe andarci a far confrontare su due diversi tipi di ladri? Veramente credi nella destra e credi che io creda nella sinistra o nel centro?
Io parlo di un’altra cosa e te la ribadisco a questo punto. Parlo di tutti gli italiani che sono ai piedi del tavolo dei ladri aspettando che cada qualche briciola per se stessi. Parlo dell’indolenza e dell’abbandono di popolo a un sistema che viene dominato dai ladri. Il sistema democratico permette al popolo di decidere e provocare i cambiamenti, ma purtroppo siamo costretti, inconsapevolmente a subirli. Parlo della ribellione, perché quando sei schiacciato nella vita da soprusi di chiunque, l’unico modo per farli veramente terminare è una reazione forte. E’ accaduto a tutti noi, a un certo momento della vita, di ribellarci in maniera violenta a un’ingiustizia che subivamo. E’ stata per noi ogni volta una reazione forte e la vita è cambiata. Siamo stati noi, che con un gesto violento, abbiamo dato una sterzata ad un percorso che era imposto da un contesto, familiare, lavorativo o sociale. E’ stato lì che è avvenuto il cambiamento.
La tua cultura e preparazione politica è incredibile, ma facendo così, ci occupiamo delle beghe dei ladruncoli e ne prendiamo le difese. Ci siamo fatti coinvolgere da anni come soldati in una guerra la cui causa non ci riguarda perché è il potere. Il discorso invece non è politico, ma è culturale e la nostra cultura è ridotta a desideri di acquisto di beni. La realizzazione di ognuno di noi è ridotta ad essere strettamente collegata al possesso di beni. A qualsiasi livello, ognuno di noi è condizionato a vita dal desiderio di una maggiore disposizione di beni. Il messaggio culturale che questa società ci da è: “più beni hai, più stai bene”. Invece non è così, lo sappiamo ma… vedi ora nel periodo natalizio come il “sistema” ci massacrerà la mente con desideri indotti di acquisto o di possesso di beni. Non c’è famiglia. Ognuno la trascura per la necessità di aumentare i beni, e così vale per i sentimenti. Tutto è secondario all’avere più beni.
la crisi economica è strettamente collegata alla crisi dell'io, e viceversa. La vulnerabilita' dei numeri ha compromesso quella della sfera soggettiva.
Non è un discorso di politica. E’ che la borghesia di questo paese, i cosiddetti pensatori, gli uomini di cultura, sono paralizzati e non spingono al cambiamento e governerà sempre più l’incapacita alla conoscenza, o ignoranza delle masse.
costa varvarigos

Angelo D'Amore ha detto...

caro costa,
la scorsa primavera il muro di berlino e' caduto anche in italia.
nella rivoluzione ci crede ancora solo bertinotti.
vuoi sollevare il popolo contro la politica?
fare l'anarchico per poi fare cosa?
nella tua grecia, la predisposizione alla democrazia era insita nella popolazione.qui la democrazia deve essere garantita dalle istituzioni e queste sono epressione della politica e quindi del popolo, un popolo ribelle, non ha piu' idee, ma solo la forza della gesta non quella della ragione.
diciamo che tu fai parte di quelle persone che non credono piu' nella politica, perche' ne fanno una sintesi tra berlusconiani e anti berlusconiani.
per questo ha perso la sinistra in italia, perche' si e' allontanata dalla classe operaia, perdendo di vista le sue esigenze, per shierarsi contro un solo uomo.
risultato?
al nord il proletaraiato ha premiati la lega. nel resto del paese, un'altra parte e' traghettata in un partito piu' morbido ma fatto di vecchie facce, piu' attente al potere che non alle esigenze delle classi deboli.
nella dialettica politica, la sinistra serve al paese, ma purtroppo gli italiani l'hanno fatta uscire dal parlamento.
non penso proprio che la gente di sinistra siano tutti individui plagiati dai programmi mediaset.
ci saranno motivazioni storiche,politiche, sociali piu' importanti.
ti faccio un altro esempio,per non parlare sempre della nostra regione.
in puglia, vendola , considerato il vero erede di bertinotti, ha speso 6.000.000 di euro per organizzare tre notti bianche, per giunta in inverno, soldi della comunita' europea, quindi anche nostri.
a milano la prima edizione della notte bianca ne costo' soli 200.000
rifletti su queste cose e ti accorgerai che in italia il problema non e' solo berlusconi, pardon, la destra.

Alexander Mitrokhin ha detto...

Non essere troppo pessimisti è giusto ma è anche giusto essere un pò piu' realisti...invece il nostro Premier (sarei ottimista pure io se avessi i suoi conti correnti bancari) pecca di "opulento" sentimentalismo!!!

Anonimo ha detto...

Non ho potuto leggere attentamente tutto...ritornerò con calma però a grandi linee devo dire che sono d'accordo con Costa. Ci vuole una rinascita culturale e intellettuale per risollevare un sistema, rinnovarlo o, come io auspico, rivoluzionarlo. Un rinnovamento che parte dai pensieri e che si espande dal basso coinvolgendo la coscienza collettiva dei giovani, riesumando i vecchi e non ancora vecchi ma delusi comunisti per ridare forza a quegli ideali di libertà e uguaglianza che ci stanno a gran forza estirpando, non solo in maniera tangibile, ma proprio dentro di noi, lasciandoci rammolliti e mosci esseri umani senza futuro e senza speranza.