domenica 15 marzo 2009

GOMORRA: SAVIANO FENOMENO, DI MEO CLONATO

Ho sempre considerato il fenomeno Gomorra come una forte estremizzazione mediatica, tale da sminuire anche l'indiscutibile coraggio dell'autore Saviano.
Sono intervenuto spesso su vari blog sia regionali che di dimensione internazionale per dire come alla lunga tale strumentalizzazione del messaggio di denuncia, potesse produrre un effetto ancor piu' negativo per l'immagine del territorio campano, vilipeso doppiamente proprio per la mancanza di alcumi elementi fondamentali nella stessa analisi dell'autore.
Quello che non sapevo e che ho appreso dai giornali, il Roma di Napoli del 15/03/09 (www.ilroma.net) nello specifico, e che Saviano ha preso spunto per la sua opera da tantissime inchieste giornalistiche di altri colleghi, solo che alcuni molto noti come Rosaria Capacchione vengono menzionati, altri come il cronista Simone Di Meo, al quale Saviano si avvicino' la prima volta come collega e dal quale ha attinto a piene mani, sono stati dolosamente omessi. Per tale motivo, a distanza di tempo, Di Meo si e' visto costretto a esporre denucia all'autore di Gomorra, citandolo per danni.
Ho sempre ribadito, che l'opera di Saviano e' monca di una parte. Lui non parla mai di Stato e di come lo Stato abbia anche prima del suo scendere in campo, agito con determinazione e continuita' nella lotta alla camorra. Lui in modo autoglorificante, si e' assurto a unico recuperatore delle anime perse, a insostituibile moralizzatore delle coscienze, a imprinscindibile e univoco simbolo della lotta al crimine, dimenticando tutti coloro i quali, nel silenzio, e con grossi rischi, operano lontano dai riflettori (riflettori di cui anche lui e' rimasto vittima) per dare ancora speranza ad una terra martoriata.
Ha emesso dure sentenze anche contro la stampa locale, accusandola di essere al soldo della camorra, di essere collusa, per il modo di come trattava gli argomenti di cronaca. Ha condannato il mondo dell'avvocatura - specie il Foro di Santa Maria - nel suo tentativo di dividere le coscienze tra gomorristi e antigomorristi.
Nell'articolo del Roma, c'e' un' altra precisa analisi sulla quale non mi ero mai soffermato, a cura del prof. Amato Lamberti, fondatore dell'Osservatorio sulla camorra. Saviano non ha mai epressamente indicato nomi di politici. Come puo' impiantarsi un sistema camorristico, in modo così capillare, esteso, senza la complicita' e l'acquiescenza dell'apparato politico? Come potevano i vertici delle organizzazioni malavitose, gestire rapporti personali, diretti, quasi diplomatici con banchieri, finanzieri, potenti uomini d'affari di mezzo mondo? Saviano e' un cronista o un narratore?
Se la camorra come afferma Saviano, si e' espansa in modo modernamente imprenditoriale, inevitabilmente ha usufruito del sostegno e dell'appoggio dell'apparato politico-istituzionale.
Anche per tale motivo, l'opera di Saviano andrebbe notevolmente ridimensionata.

4 commenti:

Nessie ha detto...

Quoto questa analisi su Saviano. Francamente trovo ingeneroso dimenticare quanti e quali carabinieri abbiano perso la vita nella lotta contro la Camorra. Combattere con la penna non basta.

Anonimo ha detto...

Da quanto leggo Saviano è no degli ennesimi furbacchini che si è preso gli onori lasciando ad altri le incombenze. Scriveremo, con le dovute cautele anche su questo.
Grato per l'informazione.

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonimo ha detto...

imparato molto