E' proprio così, per l'ennesimo caso di mozzarella di bufala d.o.p. adulterata.
Il Ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, in un primo momento, ha deciso di commissariare il Consorzio di tutela, ipotesi poi smentita. E' stato comunque inviato un organismo di garanzia e salvaguardia del prodotto bufalino, una vera e propria task-force di controlli, contro le ipotesi di mancato rispetto nelle procedure di lavorazione della mozzarella che, nel caso di quella di bufala d.o.p. , dovrebbe essere realizzata con l'esclusivo utilizzo di latte di bufala al 100%.
Il vero e proprio dramma - questo e' il termine piu' adatto per indicare la violazione di tale procedura - e' che ad essere beccato in quella che puo' definirsi una vera e propria fraudolenta adulterazione, e' stato lo stesso presidente, Luigi Chianese.
Nel suo caseificio, "Fattorie del Massico" infatti, venivano utilizzate percentuali abbastanza consistenti di latte vaccino per ridurre i prezzi di produzione.
Adesso c'e' il rischio che venga revocato il marchio d.o.p. per la mozzarella di bufala campana, se si scoprisse che questo sistema di produzione truffaldino fosse esteso in maniera ramificata, a piu' caseifici.
Non c'e' pace per la mozzarella campana. Dopo i casi di brucellosi degli scorsi anni e quelli di presenza di diossina nel latte, dovuta ai numerosi e frequenti incendi dolosi in molte aree della Campania, durante l'interminabile emergenza rifiuti, adesso ci troviamo dinanzi ad un caso sicuramente non pericoloso per la salute ma che determinera' inevitabilmente, un calo d'immagine per il noto prodotto conosciuto in tutto il mondo. Anche la Regione Campania, si e' dichiarata parte lesa.
Per la brucellosi e la diossina, sono stati abbattuti migliaia di capi di bestiame.
Per questa frode, che sicuramente colpisce gli ignari produttori onesti e beffeggia oltremodo i consumatori finali, cadra' mai qualche testa?
Intorno all'oro bianco campano, ruotano ahime', troppi interessi.
Il vero e proprio dramma - questo e' il termine piu' adatto per indicare la violazione di tale procedura - e' che ad essere beccato in quella che puo' definirsi una vera e propria fraudolenta adulterazione, e' stato lo stesso presidente, Luigi Chianese.
Nel suo caseificio, "Fattorie del Massico" infatti, venivano utilizzate percentuali abbastanza consistenti di latte vaccino per ridurre i prezzi di produzione.
Adesso c'e' il rischio che venga revocato il marchio d.o.p. per la mozzarella di bufala campana, se si scoprisse che questo sistema di produzione truffaldino fosse esteso in maniera ramificata, a piu' caseifici.
Non c'e' pace per la mozzarella campana. Dopo i casi di brucellosi degli scorsi anni e quelli di presenza di diossina nel latte, dovuta ai numerosi e frequenti incendi dolosi in molte aree della Campania, durante l'interminabile emergenza rifiuti, adesso ci troviamo dinanzi ad un caso sicuramente non pericoloso per la salute ma che determinera' inevitabilmente, un calo d'immagine per il noto prodotto conosciuto in tutto il mondo. Anche la Regione Campania, si e' dichiarata parte lesa.
Per la brucellosi e la diossina, sono stati abbattuti migliaia di capi di bestiame.
Per questa frode, che sicuramente colpisce gli ignari produttori onesti e beffeggia oltremodo i consumatori finali, cadra' mai qualche testa?
Intorno all'oro bianco campano, ruotano ahime', troppi interessi.
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