lunedì 7 luglio 2008

QUANDO LA SICUREZZA METTE PAURA

I dati del Censis parlano chiaro, Napoli e Caserta restano le citta' d'Italia dove maggiormente e' sentito il problema della mancanza di sicurezza.
I livelli di criminalita' diffusa restano elevati nel capoluogo partenopeo. Ai dolori di Napoli, fa da eco una situazione per così dire non rassicurante per la citta' di Terra di Lavoro.
Secondo i dati diffusi, nel casertano, il 59% della popolazione si sente insicura. Il 30% dei genitori si augura un futuro per i propri figli lontano dalla Campania.
Con l'aggravarsi delle faide nell'agro-aversano, la paura e' il sentimento dominante della cittadinanza.
Se da un lato lo Stato impiega un ingente spiegamento di uomini e mezzi per combattare la macro-criminalita' connessa alla camorra locale, i reati riguardanti la micro-criminalita' come scippi e rapine non vengono nemmeno piu' menzionati, ma limitano notevolmente l'ordinaria vita delle persone.
Le province di Napoli e Caserta sono ormai quasi militarizzate. Questo non fa che palesare il massimo livello d'allerta in cui vive il territorio e la percezione di paura sentita dalla gente.
Per combattere le mafie non serve secondo il mio avviso l'utilizzo di veri e propri eserciti per le strade. I migliori risultati si sono sempre ottenuti con l'impiego di intelligence e con l'infiltrazione di uomini scelti negli impenetrabili ambienti malavitosi.
Mettere forze di polizia in ogni angolo delle strade, sorvolare il cielo costantemente con elicotteri, crea uno stato di continuo allarme nella popolazione che va ad evidenziare il disagio sociale di cui loro sono vittime.
Se pero' queste forme di riappropriazione del territorio servono a sconfiggere definitivamente la criminalita', accettiamo questa militarizzazione.
Come scrissi il 23 maggio scorso, a volte c'e' piu' liberta' in uno stato di polizia che non in una democrazia epurata nei suoi autentici valori.

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