sabato 7 giugno 2008

DECADIMENTO REALE E MEDIATICO

L'emergenza dei rifiuti ed il perdurare della criminalita' pongono Napoli ed il territorio campano sotto i riflettori dei media ormai in modo quasi asfissiante.
Non c'e' quotidiano o emittente al mondo che in quest'ultimo periodo non raffiguri Napoli nel suo triste tramonto.
Cio' oltre a deturpare irrimediabilmente l' immagine della citta' gia' di per se compromessa, determina una profonda depressione tra i cittadini, una vera forma di scoramento esistenziale di massa, in cui la soggettivita' dei singoli viene ad essere sempre piu' relegata antropologicamente, ad un deturpato contesto territoriale.
Ormai, relativamente a Napoli si parla, solo si spazzatura, di rifiuti tossici o radioattivi, di amianto, dossina e percolato.
Vengono date rappresentazioni cinematografiche descrittive ed analitiche di scenari malavitosi, in una forma piu' scenografica che non neo-realistica, col l'intento maggiore di coinvolgere emotivamente le masse e non di educare le stesse.
A questa oggettivita' di scenari devastanti, si aggiunge una limitazione delle menti dei singoli soggetti riceventi il messaggio, i quali col passar del tempo dimenticano quanto ci sia di buono in questa regione, ricca di storia, cultura e bellezze naturali. C'e una forma di assuefazione alla negativita'. La popolazione sta subendo un lavaggio del cervello peggiore di quelli praticati nei regimi di stampo totalitario.
L'individuo subisce quest'oscurantismo, nella solitudine della sua coscienza, nella mortificazione della sua cultura, deviata e compressa dalle fredde logiche del mercato dei media che vedono nella proposizione del disastro e del disfattismo campano, un forte volano affaristico in termini di ascolto.
Quando va in onda l'orror campano, la real-fiction stile Gomorra, gli indici di ascolto aumentano e cio' non dispiace affatto.
Trasmissioni come Ballaro', Anno Zero, Porta a Porta, Report, Matrix, Exit hanno il diritto dovere di fare informazione d'inchiesta ma, l'opnione pubblica specie quella campana, non puo' piu' essere condizionata, limitata e ferita da argomentazioni monotematiche.
Noi napoletani, non meritiamo di essere "uccisi" due volte.

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