Berlusconi dovrebbe governare ancora tre anni? Voi ne siete sicuri? Il condizionale 'e d'obbligo, vista la piega che sta prendendo questo Governo, sempre piu' sfibrato nel suo insieme e sottoposto ad una ininterrotta spirale d'inchieste che coinvolge molti dei suoi maggiori esponenti.
Ma c'e' qualcosa che sta cambiando. In molti hanno preso atto che questa maggioranza nonostante i suoi ampi numeri, non possiede uno spirito unitario nelle sue decisioni, divisa com'e', tra le spinte separatiste della Lega, il nostalgico sentimentalismo nazionalista dell'ala finiana, l'eccessiva ricerca di libertinismo riformatore da parte degli ex uomini di FI.
Anche la perdurante crisi economico-finanziaria, non aiuta una forza di Governo che ha sempre demonizzato il rigore ed il sacrificio tributario dei cittadini, come metodo di intervento programmatico. Ma i numeri di questa crisi sono inequivocabili. I conti non tornano. Con essi va a farsi benedire, qualsiasi forma di programmazione. Finite le elezioni, vanno in soffitta anche gli spot elettorali. Rimane stridente, la cruda realta'.
L'idea del berlusconismo come filosofia di vita legata al benessere, alla crescita, allo sviluppo in chiave di puro liberismo e' svanita di pari passo al dissolversi di un sistema economico rivelatosi fortemente fragile e palesemente artefatto. La politica come un'azienda, quando queste chiudono, non funziona piu'.
Anche a livello internazionale, qualcosa e' mutato. Molti non ne parlano, ma la storica amicizia tra USA e Italia ( da molti giudicata una sorta di sudditanza del nostro paese) si e' incrinata. Sono finiti i tempi delle grigliate nella fattoria dei Bush dove il nostro Presidente del Consiglio era immortalato con tanto di cappello da cow-boy. Molti dimenticano l'aperto schierarsi di Berlusconi per il candidato repubblicano McCain, nella corsa alla Casa Bianca.
Ultimamente e' il colbacco il copricapo piu' usato dal Premier, il quale intervalla le visite nella dacia di Putin appunto, con quelle nella tenda del colonnello Gheddafi, dittatore antiamericano.
L'Italia e' stata sempre per la sua posizione strategica nel mediterraneo e per il suo storico ruolo nell'Unione Europea, un'importante e fedele alleato americano, nonche' un estrenuo sostenitore delle politiche filo-atlantiche.
Oggi pero' c'e' l'euro. Siamo tutti nella stessa barca. Se non si rema insieme, si affonda.
Il mare agitato intorno alla nave Europa, forse non dispiace agli americani che, dalla nascita dell'euro, hanno visto progressivamente indebolirsi, sino a queste ultime settimane, la loro moneta.
Se c'e' instabilita' a loro non dispiace. Questa instabilita' puo' essere economica come nel caso della Grecia ed in parte della Spagna e del Portogallo.
Puo' essere anche politica. Paesi con governi fragili, litigiosi e spesso alle urne, di certo non danno stabilita' al sistema Europa.
All'uomo "giovane, bello e abbronzato" che Berlusconi abbia problemi, di certo non dispiace.
Anche la perdurante crisi economico-finanziaria, non aiuta una forza di Governo che ha sempre demonizzato il rigore ed il sacrificio tributario dei cittadini, come metodo di intervento programmatico. Ma i numeri di questa crisi sono inequivocabili. I conti non tornano. Con essi va a farsi benedire, qualsiasi forma di programmazione. Finite le elezioni, vanno in soffitta anche gli spot elettorali. Rimane stridente, la cruda realta'.
L'idea del berlusconismo come filosofia di vita legata al benessere, alla crescita, allo sviluppo in chiave di puro liberismo e' svanita di pari passo al dissolversi di un sistema economico rivelatosi fortemente fragile e palesemente artefatto. La politica come un'azienda, quando queste chiudono, non funziona piu'.
Anche a livello internazionale, qualcosa e' mutato. Molti non ne parlano, ma la storica amicizia tra USA e Italia ( da molti giudicata una sorta di sudditanza del nostro paese) si e' incrinata. Sono finiti i tempi delle grigliate nella fattoria dei Bush dove il nostro Presidente del Consiglio era immortalato con tanto di cappello da cow-boy. Molti dimenticano l'aperto schierarsi di Berlusconi per il candidato repubblicano McCain, nella corsa alla Casa Bianca.
Ultimamente e' il colbacco il copricapo piu' usato dal Premier, il quale intervalla le visite nella dacia di Putin appunto, con quelle nella tenda del colonnello Gheddafi, dittatore antiamericano.
L'Italia e' stata sempre per la sua posizione strategica nel mediterraneo e per il suo storico ruolo nell'Unione Europea, un'importante e fedele alleato americano, nonche' un estrenuo sostenitore delle politiche filo-atlantiche.
Oggi pero' c'e' l'euro. Siamo tutti nella stessa barca. Se non si rema insieme, si affonda.
Il mare agitato intorno alla nave Europa, forse non dispiace agli americani che, dalla nascita dell'euro, hanno visto progressivamente indebolirsi, sino a queste ultime settimane, la loro moneta.
Se c'e' instabilita' a loro non dispiace. Questa instabilita' puo' essere economica come nel caso della Grecia ed in parte della Spagna e del Portogallo.
Puo' essere anche politica. Paesi con governi fragili, litigiosi e spesso alle urne, di certo non danno stabilita' al sistema Europa.
All'uomo "giovane, bello e abbronzato" che Berlusconi abbia problemi, di certo non dispiace.
2 commenti:
Non posso che condividere la tua versione dei fatti ma l'alternativa?
Caro Compagno Tillo
ti proporrò come nuovo segretario di Rifondazione Comunista.
Tuo fratello Fabio,ormai l'unico Comunista rimasto.
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