giovedì 20 maggio 2010

DIMISSIONI DI ZINZI: A CASERTA LA POLITICA E' MORTA

Non ci sono parole. Anzi, una fa sentire il suo assordante rimbombo: vergogna.
Il Presidente della provincia di Caserta, Domenico Zinzi, gia' senatore della Repubblica, in forza all'UDC, rassegna le dimissioni, a meno di due mesi dalle elezioni amministrative.
Troppo forti le lotte intestine tra i due partiti di maggioranza locale, il PDL e l'UDC, appunto.
Da queste parti, il PDL ha un nome ed un cognome: Nicola Cosentino.
Il Sottosegretario, prima dimessosi dalle sue cariche, sia parlamentari che di coordinatore regionale del PDL, in netta polemica con il governo centrale, contro la richiesta di Casini di imporre Zinzi in Terra di Lavoro, quale contropartita politica all'appoggio di Caldoro alla Regione, fa sentire notevolmente il suo peso e la sua autorevolezza, portando al logorio il neo-presidente della provincia, condizionandone le decisioni in merito al varo della nuova giunta, cercando di imporre a sua volta, uomini a lui vicini, determinando quindi, una situazione di empasse.
Zinzi ha lamentato gia' all'indomani del suo insediamento da Presidente, di non avere le mani libere, per poter scegliere in completa autonomia uomini di qualita' per la guida della provincia, un territorio che da troppo tempo aspetta una svolta, un rilancio concreto a 360°.
Ancora un volta si e' potuto dimostrare che da queste parti piu' che altrove, le logiche clientelari e la spartizione del potere fine a se stesso, sono la norma.
Se a livello nazionale, la politica sta vivendo una fase di forte crisi, nel territorio casertano, stiamo allo sfascio totale.
A volte in modo sferzante, si usa affermare: i cittadini si meritano i politici che si scelgono. Nel caso della Provincia di Caserta, si puo' convenire a questo punto, che l'amministrazione del territorio, puo' essere garantita solo dai Commissari.
Zinzi ha lanciato un segnale forte ma, adesso a pagarne le conseguenze, sara' la cittadinanza.
La paralisi amministrativa portera' nel breve, conseguenze drammatiche per un territorio gia' stremato ed evocato a livello mondiale, esclusivamente per le sue nefandezze.
Con questo ultimo colpo di scena, si puo' senza dubbio affermare che a Caserta, la politica e' morta.





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