La riunificazione del centro-destra non sara' indolore e mettera' subito in luce la mancanza di una coesa vocazione unitaria.
La Campania uscira' a breve dal dominio incontrastato dell'epopea Bassoliniana. Il Governatore non sara' piu' eleggibile. Nel bene e nel male il leader della sinistra, diventata sinistra-centro, lascera' un vuoto istituzionale, sia nella sua corrente che tra le forze a lui avverse.
Avverra' quindi, un ricambio generazionale piu' per motivazioni storiche che per reali metamorfosi politiche.
Le ultime elezioni politiche infatti, hanno si sancito in modo netto l'avanzare del Pdl anche in Campania ma, questo partito o movimento come abitualmente sovviene indicarlo, verra' ad essere privo di alcune peculiari caratteristiche.
Si evidenzieranno le difficolta' a smussare le spinte verticiste che sempre hanno contraddistinto le forze del centro-destra campano, creando un vuoto relazionale con le basi.
Al partito manchera' quella connotazione trasversale, risultando sommatoria di vecchi dirigismi locali ed espressione di logiche campaniliste.
Manchera' poi, l'individuazione di un vero leader. I big campani del centro-destra, sono da anni lontani dalla realta' del territorio, dalle esigenze della cittadinanza, imborghesiti nei loro uffici governativi o nel luccichio dei salotti romani.
La stessa scelta dei responsabili territoriali e' sempre stata caratterizzata da lotte intestine tra le diverse correnti locali, che si riproporanno anche per l'organigramma del futuro Pdl campano.
La politica campana nel suo insieme, negli ultimi anni, ha perso del tempo prezioso, mascherando la sua impreparazione dietro l'estremizzazione drammatica del malessere del territorio.
Dapprima l'infinita emergenza rifiuti, poi la piaga della criminalita' organizzata, invece di essere stimolo per la rinascita di una sana e contagiosa dialettica, sono divenuti strazianti lamenti di impotenza, forse, un utile paravento per nascondere l'incapacita' reattiva della politica locale, piu' attenta alla ricerca del facile consenso che alla creazione di strumenti, soluzioni ed idee di cambiamento.
Si evidenzieranno le difficolta' a smussare le spinte verticiste che sempre hanno contraddistinto le forze del centro-destra campano, creando un vuoto relazionale con le basi.
Al partito manchera' quella connotazione trasversale, risultando sommatoria di vecchi dirigismi locali ed espressione di logiche campaniliste.
Manchera' poi, l'individuazione di un vero leader. I big campani del centro-destra, sono da anni lontani dalla realta' del territorio, dalle esigenze della cittadinanza, imborghesiti nei loro uffici governativi o nel luccichio dei salotti romani.
La stessa scelta dei responsabili territoriali e' sempre stata caratterizzata da lotte intestine tra le diverse correnti locali, che si riproporanno anche per l'organigramma del futuro Pdl campano.
La politica campana nel suo insieme, negli ultimi anni, ha perso del tempo prezioso, mascherando la sua impreparazione dietro l'estremizzazione drammatica del malessere del territorio.
Dapprima l'infinita emergenza rifiuti, poi la piaga della criminalita' organizzata, invece di essere stimolo per la rinascita di una sana e contagiosa dialettica, sono divenuti strazianti lamenti di impotenza, forse, un utile paravento per nascondere l'incapacita' reattiva della politica locale, piu' attenta alla ricerca del facile consenso che alla creazione di strumenti, soluzioni ed idee di cambiamento.
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