lunedì 23 novembre 2009

TALENTI PART-TIME

Si parla tanto di valorizzazione dei talenti, di individuazione del merito.
Poi vediamo che le migliori intelligenze del paese emigrano, cercando altrove la propria realizzazione professionale, per non rimanere parchegghiati part-time a vita, in un call-center.
L'Italia e' una nazione in forte difficolta', non solo per la crisi del suo costume e il suo irrefrenabile dissolvimento di valori. E' anche un paese fortemente indebitato che non puo' al pari di altre economie sviluppate fronteggiare la crisi con delle radicali ripartenze.
Viviamo una fase caratterizzata anche da un profondo mutamento delle relazioni socio-comportamentali. La continua erosione del mercato, la contrazione dell'economia hanno creato un ulteriore crescita della disoccupazione. Il fenomeno e' sicuramente mondiale, ma forse in Italia ci sono altre complessita' specifiche.
Da un lato non c'e' mai stata una particolareggiata preparazione tecnico-professionale, fenomeno che non ha mai prodotto giovani figure perfettamente autosufficienti all'inserimento nel mondo lavorativo, senza gravare ulteriormente sui costi dell'impresa. Dall'altro un numero di laureati elevatisssimo, tantissimi dottori che si sono dovuti adattare a tipologie di inserimento lavorativo sicuramente non appaganti da un punto di vista della realizzazione personale o che spesso rimangono per anni imprigionati in meccanismi di casta baronale, venendo sfruttati da navigati professionisti, senza nessun tipo di retribuzione.
Con lo scoppio della crisi, i trentenni da poco usciti dal guscio familiare ne hanno dovuto far rientro, molti ultraquarantenni hanno d'improvviso viste dissolte le proprie aspettative.
La realizzazione individuale ed economica resta per molti, ancora utopia.
Ai nostri politici, interessa davvero il talento?
Un popolo pensante, non e' mai stato un sicuro alleato dei suoi governanti.





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