giovedì 10 aprile 2008

STANCAMENTE, AL VOTO

Ci siamo. Domenica si va a votare.
Nelle settimana passate molti di noi, me compreso, eravamo un po' restii nel considerare opportuno votare.
Esprimere una preferenza in un quadro politico istituzionale così confuso, pareva essere cosa non proficua. Si avvertiva un senso di profonda frustazione e di enorme insoddisfazione verso una politica fatta di solite promesse disilluse, di impegni non mantenuti.
L'ipotesi di astensionismo, voleva significare indirettamente rompere una certa logica di potere, scardinare un certo sistema di privilegio, manifestare quanto meno il proprio malcontento circa il proprio stato di distanza dalla politica nel suo insieme. Il non voto, poteva vagamente rappresentare una propria vendetta personale verso un mondo, quello della politica, ritenuta colpevole del nostro costante ed incessante declinio.
Ma sarebbe stata una vendetta sterile, un comportamento non fruttuoso di cambiamento.
Da onesti cittadini, consapevoli del nostro senso civico e partecipativo delle istituzioni, al tempo stesso penso che molti di noi, me compreso, alla fine andremo a votare.
La novita', quantunque il sistema elettorale sia bisognevole di grossi cambiamenti, e' che in questa tornata elettorale si voteranno i partiti e non piu' le coalizioni. Politicamente cio' dovrebbe rappresentare un ritorno ad una dialettica maggiormente democratica anche in rapporto ad un esito delle consultazioni non proprio nettamente certo.
Sicuramente andremo a votare consapevoli che il quadro politico-economico del Paese non preannunci dei mutamenti considerevoli nel breve periodo. Andremo a votare con la coscienza di chi sa che molte dei proclami ascoltati, non siano prontamente realizzabili. Forse andremo a votare nella logica di limitare l'avversario piu' che sostenere la propria parte politica.
Sicuramente andremo a votare piu' stanchi e svogliati per questa politica.

2 commenti:

faber ha detto...

Sin dal suo annuncio, lo spregiudicato progetto di bipartitismo concordato (recentemente proprio il Cavaliere, intervistato su Sky TG24, ha candidamente ammesso di aver condiviso l’idea proprio con Walter…) ha generato più di un sospetto. Non convinceva l’ipotesi di rendermi complice della nascita di uno scenario americaneggiante nel quale i due ‘partiti contenitore’ potessero conquistare oltre l’80% dei voti, arrivando ad un controllo assoluto del potere politico (e non solo..), saldamente consegnato nelle mani dei due leader e dei pochi fedelissimi sodali. Una vera oligarchia…

PROSEGUE SUL BLOG http://faber2008.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

credo che discutere sulla politica sia la cosa meno interessante per noi italiani, di destra e di sinistra. Che altro aggiungere. tutto ciò che si dice fuori dai canali dell'informazione è giusto. Il problema e che alla gente tutto questo stato di disagio e di protesta indignata non arriva. Ecco perchè non vi sono stimoli ormai a parlare di politica perchè ormai si è verificata l'OLIGARCHIA e quindi attendiamo di toccare il fondo e quindi la improbabile rivoluzione di un popolo senza dignità. (COSTA)