venerdì 11 aprile 2008

ALLA CAMERA LA DESTRA, AL SENATO PDL

Credo che a molti di voi come a me siano arrivate a casa le missive dei principali candidati premier di queste noiose elezioni. In tutte ci sono senza dubbio, lodevoli promesse e strategici impegni di rinnovamento di cui noi italiani dovremmo usufruire.
La cosa che si puo' notare che molte delle cose inserite in questi programmi elettorali sono simili, quasi a leggittimare un senso di grigiore e mesto appiattimento anche nelle idee di coloro che li propongono.
Nel mio piccolo, a questo punto, vorrei esprimere a mia volta il mio orientamento, intuendo in partenza che molti di voi che mi conoscono, gia' prefigurano verso quale area politica dirigga le mie preferenze.
Faro' pero' una scelta sentita anche se da molti sconsigliata. Votero' disgiuntamente.
Alla Camera daro' la mia preferenza alla Destra della Santanche', per premiare la stategia coraggiosa di un partito che ha preferito correre da solo. Una scelta di cuore, dettata dall'istinto, a favore di chi ha avuto l'azzardo di proporre battaglie nette e senza compromessi.
Scelta dovuta anche dal fatto che voto nella provincia di Caserta, quindi Campania 2 e non posso in questa modo premiare la mia preferita, Alessandra Mussolini, l'unica candidata di destra che fino ad oggi e' riuscita a mettere in difficolta' sua "maestà" Bassolino.
Al Senato il discorso e' diverso. Votero' PDL non tanto come motivazione sentita ma come calcolo strategico anti-Veltroniano. Il "democratico partito", il partito di Bassolino, non puo' essere appoggiato.
Sono riusciti a riempire Piazza del Plebiscito con l'escamotage di Antonello Venditti, loro menestrello accorso da Roma, giullare culturalmente impegnato.
Al capezzale di Bassolino da Afragola e' accorso finanche Massimo D'Alema con tanto di casco giallo a visitare per l'ennesima volta Bagnoli, sostenendo in modo ormai grottesco, che l'America's cup "si puo' fare".
Strategicamente il Governatore e' sceso tra la folla come uno dei tanti accorsi sostenitori dei finti rinnovatori, per lasciare il palco "democraticamente" ai contendenti, palco sul quale la sua figura sarebbe stata molto scomoda ed ingombrante. Per pura combinazione anche Rosetta Sindaco si trovava tra la folla, ma a distanza da Antonio, quasi che i due non avessero programmato la sceneggiata.
No, i comunisti del xxi sec. non si possono appoggiare. Essi appartengono a quella specie piu' pericolosa. Sono quelli che una volta militavano attivamente e che ora una volta imborghesiti, teorizzano dai loro salotti, insieme ai cultori universitari, a registi impegnati, a premi nobel che usano le piazze come loro palcoscenici itineranti.
Scimmiottano i new-liberal, i radical-chic, gli euro-socialisti ma alla fine sono rimasti comunisti.
Sono diventati uomini di comando e di riferimento di coop, banche ed enti dominanti il nostro Paese. Sono come tanti piccoli Putin italici, aperti al potere della democrazia ma statalisti e dirigisti nelle loro direttive interiori.
Come scrissi tempo fa dopo le dimissioni di Fidel, gli ultimi comunisti sono rimasti in Italia.
Il voto prossimo, e' un'occasione per liberarcene o quanto meno per ridimensionarli.

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