Come in laboratorio si cerca di trovare un vaccino alla pandemia,
c'e' chi cavalcando lo spavento irradiato dai media e da questi magari
ingigantito, prova a creare in "laboratorio" nuove forme di relazioni
sociologiche. Un salto quantico, uno shock, una nuova forma evolutiva
nello sviluppo della societa' dove il contatto umano diventa secondario.
Irradiando panico, creando una paralisi psicologica nell'approcciarci all'altro, si determina un cambiamento nei rapporti interpersonali
Immersi da tempo in una societa' consumistica, basata sull'esaltazione
del singolo individuo, a breve la sua dimensione diventera'
necessariamente isolata. Da tempo mostravamo il nostro io narciso,
proiettando i nostri successi al mondo, tramite la proiezione del nostro
vivere, osteggiando malgrado tutto, plastiche e a volte costruite forme
di effimeratezza. Eravamo gia in una situazione di velata e
inconsapevole "solitudine" pur godendo ancora della piena liberta'. Una
societa' composta quindi, da una massa replicante in relazione. Tanti
specchi isolati che comunicavano in transumanza il proprio io, non
percepito. Una societa' ahime', da tempo, isolata nei reali contatti
umani, genuini, autentici.
D'improvviso ci accorgiamo che qualcosa ci manca. Capiamo per la prima
volta quale sia il basilare concetto di relazionarci in liberta'. E
mentre ce ne rendiamo conto, questo processo di separazione forzata
procede, inesorabile. Se tale processo sara' irreversibile, non lo
possiamo stabilire. Di sicuro non attecchira' chi magari si nutriva
autenticamente di semplicita, valori. Sara' devastante per chi nel
rapportarsi all'altro, proiettava su di esso unicamente l'immagine del
suo io vuoto, emesso dal suo specchio di gia' conclamata solitudine. Porre d'obbligo sul volto in modo permanente una mascherina, e' come togliere al narciso il proprio lago dove specchiarsi e la possibilita' di proiettare il suo io (vuoto ) sullo specchio ( vuoto ) del suo simile
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