2 Giugno, festa nazionale. Ogni anno gli stessi discorsi, le stesse parate, i soliti impegni, le scontate promesse.
Si deve far festa, nonostante la crisi, i tagli, la dilagante disoccupazione, la mancanza di qualsiasi prospettiva di sviluppo.
Ci dobbiamo sentire per un giorno, nazionalmente uniti dal tricolore, nonostante le spinte separatiste del nord, le imbarazzanti ruberie affariste della nostra classe dirigente romana, il perdurante malaffare perpetuato al sud.
Il Paese e' da tempo scivolato nel buio di una profonda crisi di valori, da cui non si riesce a vedere ancora la luce. Le sue stesse Istituzioni, non sono piu' garanzia del regolare confronto democratico ma spesso diventano deleterie espressioni di contrapposizione politica.
In questo contesto politico-economico-sociale così decadente, cosa si dovrebbe festeggiare?
Un paese che guarda nostalgicamente solo al suo passato ma non si pone nuovi orizzonti di crescita e di ammodernamento, e' un paese destinato ad invecchiare, non solo per l'eta' media dei suoi cittadini.
Ci dobbiamo sentire per un giorno, nazionalmente uniti dal tricolore, nonostante le spinte separatiste del nord, le imbarazzanti ruberie affariste della nostra classe dirigente romana, il perdurante malaffare perpetuato al sud.
Il Paese e' da tempo scivolato nel buio di una profonda crisi di valori, da cui non si riesce a vedere ancora la luce. Le sue stesse Istituzioni, non sono piu' garanzia del regolare confronto democratico ma spesso diventano deleterie espressioni di contrapposizione politica.
In questo contesto politico-economico-sociale così decadente, cosa si dovrebbe festeggiare?
Un paese che guarda nostalgicamente solo al suo passato ma non si pone nuovi orizzonti di crescita e di ammodernamento, e' un paese destinato ad invecchiare, non solo per l'eta' media dei suoi cittadini.
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