domenica 13 giugno 2010

BAVAGLIO ALL'INFORMAZIONE: SEGNALE ALLARMANTE

Tanto rumore sta producendo l'introduzione della cosiddetta legge bavaglio, in cui non si da piu' alla stampa la possibilita' di divulgare notizie che in qualche maniera possano ledere un potenziale imputato prima che lo stesso riceva una sentenza definitiva o che possano coinvolgere un soggetto non ufficialmente sottoposto a nessun tipo di informativa cautelare.
C'e da un lato la maggioranza di Governo che per bocca del suo leader Berlusconi, continua ad accusare le interferenze della magistratura, anzi, una parte di essa, come palesi minacce alla liberta' dei singoli cittadini.
Dall'altra, l'opposizione e una grossa fetta di stampa non direttamente assoggettata al pensiero del Presidente del Consiglio o comunque non alle sue dirette dipendenze che vede in tale proposta di legge, un vero e proprio escamotage portato avanti in nome della privacy, ma che in realta' cela un disegno non tanto occulto ma se vogliamo fin troppo evidente, di tenere a tacere tutto cio' che direttamente o indirettamente possa in qualche modo colpire una certa casta di potere.
La legge gia' passata al Senato, in cui si e' sfiorato lo scontro, arrivera' alla Camera non prima di settembre.
E intanto? Il Paese, completamente narcotizzato da questa contrapposizione interna, continua nella sua lenta agonia, nel vivere alla giornata senza dare risposte serie e concrete a migliaia di disoccupati, a tagliare in settori fondamentali come la ricerca e la programmazione ad impoverire di fatto, non solo il potere d'acquisto delle famiglie ma la possibilita' che le stesse possano in piena autonomia, scegliersi il proprio futuro.
Io su questa materia, mi pronunciai in tempi non sopsetti, nel giugno 2008, quando da poco salito in carica, il Governo Berlusconi ne inizio' a discutere. Rispetto allo scenario ipotizzato, la legge in esame e' ancor piu' restrittiva.
Limitare oggi la liberta' d'informazione, in un paese che si considera tra le democrazie piu' evolute al mondo, rappresenta ancor piu' una forma di impoverimento culturale per l'intera collettivita'. In nome del consenso elettorale, divenuto ben presto, espressione di mediatico populismo libertario del leader, si sta compiendo di fatto, una forma di morbida e progressiva metamorfosi costituzionale.
Essere preoccupati che le masse possano informarsi, divenire quindi coscienti e pensanti di cio' che le circonda, e' un segnale davvero allarmante.
Mettere il bavaglio all'informazione e' di fatto, un grosso autogol della maggioranza che dimostra a questo punto, di temere fin troppo che si possano intravedere i troppi scheletri nascosti negli armadi del potere.




1 commento:

adestra ha detto...

Mettere il bavaglio all'informazione ed alla Magistratura è un delitto contro la nostra libetà che non dobbiamo accettare. Non conta assolutamente nulla il colore politico di ognuno di noi.
Noi andiamo avanti con questa protesta e domani usciremo con un post che testimonia quanto l'Europa sia preoccupata di qesta legge che vuole imporre il Berlusca.
Un saluto.