giovedì 1 ottobre 2009

IL POTERE DISTORCE LA REALTA'

Oggi parlare contro Berlusconi e' diventata una moda, un passatempo, un sistema comunicativo sterile, asfittico, piu' attento all'audience che non all'analisi approfondita dell'opera del Governo.
Non vorrei quindi, dare l'immagine di parlare contro il Premier per un senso di antipatia a prescindere o perche' sia motivato da un pensiero politico in antitesi al suo. Non vorrei imitare e fare da eco alla sinistra italiana - quella che rimane nel Paese - e non avendo argomenti validi da proporre, limitarmi e soffermarmi su cio' che fa parte della sua sfera privata - anche se ultimamente pare, essa abbia raggiunto un profilo alquanto basso.
Chi mi conosce sa che nel passato l'ho votato e sono sceso in politica nel suo movimento.
Penso pero', si stia esagerando nel dare un'immagina univoca e fuorviante di un paese dove tutto va bene, dove le difficolta' non esistono, dove tutto deve essere tenuto in una sorta di limbo paradisiaco, di rigenerante eldorado, di artefatto reality.
I problemi esistono, anzi, sono aumentati. I posti di lavoro si continuano a perdere, la ripresa promessa, almeno al sud, non sembra essere ancora partita. Ma, nell'ottica di un sano e al tempo stesso mortificante e bigotto ottimismo, non si deveno argomentare questioni negative. Tali tematiche vanno celate, occultate, sapientemente sminuite.
Stessa cosa per la munnezza. Qui nell'hinterland napoletano e soprattutto in quello casertano, ce n'e' ancora a tonnellate, ma le immagini di questi inferni apocalittici dimenticati, di certo non vengono mostrate.
Nell'immaginario collettivo, deve passare l'effetto della cartolina. Penso che tutte le persone di buon senso, armate di spirito critico autonomo, concordino nell'affermare che questo tipo di messaggio irradiato ad arte con una sapiente regia, offenda chi abbia ancora un minimo di dignita'.
Non ne faccio una questione politica di nessun colore. Anche a noi napoletani, ci fu propinata la genesi di un nuovo rinascimento. Era l'epoca del G7, del 94. Napoli beneficio' di un intervento di make-up radicale. Nella realta', furono puntati i riflettori sul salotto buono di una casa vecchia, dove gli specchi opachi furono tirati a lucido repentinamente, la polvere rimase sotto i tappeti pieni di muffa e per non sentire lo scricchiolio del suo imminente tracollo, furono organizzate feste di piazza con musici e saltibanchi di notevole richiamo.
Tutti sostennero il miracolo. La cosiddetta borghesia intellettuale, poi fuggita dalla citta', ne divenne il volano. Essa non era altro che una elite di dotti e ammaestrati servitori del potere, chiamati ad occupare i salotti di sua maesta' Bassolino, irradiandone la sua presunta ed opinabile opera grandiosa, anche grazie alla presenza di un'informazione locale molto plasmata.
Chi detiene il potere, lo usa a suo piacimento, spesso distorcendo la realta' esistente. Per far cio' non serve avere la proprieta' dei mezzi di comunicazione, basta creare una ramificata, omertosa, clientelare lobby di acquiescienze.



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