Il video choc, dell'uccisione del giovane romeno, avvenuta alla fine di maggio, ha fatto il giro del mondo. L'eccidio, accaduto all'interno della metropolitana, nel centralissimo quartiere Montesanto, come era prevedibile, ha alimentato il solito polverone di polemiche e di innumerevoli interpretazioni sociologiche. Tutti come al solito, sono intervenuti al capezzale di una citta' in coma profondo.
L'imprenditoria "impegnata", il baronato universitario, l'associazionismo anticamorra, il mondo dei professionisti e i tanti "intellettuali" ( molti dei quali da tempo fuggiti da Napoli per poi profetizzarne il crepuscolo dai loro salotti romani ) fanno sentire la loro voce.
Nei loro interventi, mettono in salvo lo spirito di abnegazione, altruismo e soliderieta' che cottradistingue il popolo partenopeo, sempre pronto ad adoperarsi per il prossimo. Tale predisposizione caratteriale stride ovviamente con il modo crudo in cui la povera moglie del romeno ancora agonizzante, sia rimasta sola, nella totale indifferenza dei passanti, impegnati a dileguarsi in fretta dal luogo dell'eccidio.
Inmancabile l'intervento del sindaco. La Iervolino afferma che anche nella "nordica" Milano, i passanti sarebbero scappati per salvaguardare la propria incolumita'. Cio' e' vero, ci mancherebbe.
Ma il Sindaco, come tutti gli altri teorizzatori socio-metropolitani, tribuni elitari del "verbo" cittadino, dimenticano che ormai da queste parti, data la crescente frequenza dell'uso delle armi tra la gente, a breve, gli episodici sprint dei singoli cittadini in fuga dai proiettili vaganti, si trasformeranno in nutrite gare podistiche di massa.
In quella che ormai nell'immaginario collettivo e' stata ribattezzata come "terra di gomorra", si spara indifferentemente in luoghi isolati ed affollati, col buio ed alla luce del sole.
A noi napoletani, di rimanere all'ombra del Vesuvio, non ce l'ha ordinato il medico.
Noi cittadini fuggiamo dai proiettili. I politici dalle loro responsabilita'. Chi governa invece, avrebbe il dovere di agire affinche' cio' non accada. Ma forse, si preferisce mantenere il caos.
Nel disordine, la mente degli individui, e' piu' facile da manipolare.
L'imprenditoria "impegnata", il baronato universitario, l'associazionismo anticamorra, il mondo dei professionisti e i tanti "intellettuali" ( molti dei quali da tempo fuggiti da Napoli per poi profetizzarne il crepuscolo dai loro salotti romani ) fanno sentire la loro voce.
Nei loro interventi, mettono in salvo lo spirito di abnegazione, altruismo e soliderieta' che cottradistingue il popolo partenopeo, sempre pronto ad adoperarsi per il prossimo. Tale predisposizione caratteriale stride ovviamente con il modo crudo in cui la povera moglie del romeno ancora agonizzante, sia rimasta sola, nella totale indifferenza dei passanti, impegnati a dileguarsi in fretta dal luogo dell'eccidio.
Inmancabile l'intervento del sindaco. La Iervolino afferma che anche nella "nordica" Milano, i passanti sarebbero scappati per salvaguardare la propria incolumita'. Cio' e' vero, ci mancherebbe.
Ma il Sindaco, come tutti gli altri teorizzatori socio-metropolitani, tribuni elitari del "verbo" cittadino, dimenticano che ormai da queste parti, data la crescente frequenza dell'uso delle armi tra la gente, a breve, gli episodici sprint dei singoli cittadini in fuga dai proiettili vaganti, si trasformeranno in nutrite gare podistiche di massa.
In quella che ormai nell'immaginario collettivo e' stata ribattezzata come "terra di gomorra", si spara indifferentemente in luoghi isolati ed affollati, col buio ed alla luce del sole.
A noi napoletani, di rimanere all'ombra del Vesuvio, non ce l'ha ordinato il medico.
Noi cittadini fuggiamo dai proiettili. I politici dalle loro responsabilita'. Chi governa invece, avrebbe il dovere di agire affinche' cio' non accada. Ma forse, si preferisce mantenere il caos.
Nel disordine, la mente degli individui, e' piu' facile da manipolare.
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