Nell'immediato dopo guerra, da molti fu criticata la scelta italiana di seguire il liberismo.
Bisognava seguire un modello, si preferì scegliere il mercato anziche' il dirigismo statalista.
Negli anni 50' da molti non fu tollerata, l'americanizzazione dei nostri modelli di vita, un'importazione di nuovi comportamenti che per molti erano quasi abitudini di mal costume.
Alla fine degli anni 60' si mise in discussione anche lo sbarco sulla luna, pur di sminuire e contrapporsi al nuovo modo di vedere il mondo.
Sempre in quel periodo, ci si batteva contro la guerra in Vietnam, come unica forma di rifiuto alla guerra ed all'abuso, dimenticando cosa stesse succedendo nell'est dell'Europa.
Negli anni 80' ci si opponeva al Reganismo, allo scudo spaziale; si contestava il modello huppies, come evanescente forma di arrivismo economico, mentre il nostro Paese gongolava per mezzo dell' eccessiva svalutazione e del crescente debito pubblico.
Poi ci sono state le ere Bush. Gli Stati Uniti sono diventati un paese guerrafondaio con l'unico scopo di controllare i mercati petroliferi. L'unica volta che la guerra come metodo di esportazione della democrazia non fu contestato, fu all'epoca del nazi-fascismo.
Oggi accusiamo gli Stati Uniti, come la causa principale, diciamo univoca, del crollo finanziario mondiale.
Ci si dimentica dell'11 settembre, della nascita dell'euro, moneta forte di paesi deboli, che ha completamente snaturato il ruolo del dollaro come moneta di riferimento internazionale e che ha contribuito dal 2002, ad una sua preogressiva svalutazione.
Ci si dimentica della scalata selvaggia dei paesi asiatici, economie aggressive e senza regole che hanno divorato i mercati e messo in difficolta' le economie reali di tutti i paesi cosiddetti sviluppati e che hanno influito in modo determinante anche sulla domanda di consumi primari della propria popolazione, 2.000.000.000 di abitanti.
Ci si dimentica dei paesi Arabi, detentori di di una ricchezza al mometo inesauruibile e insostituibile che hanno condizionato in modo spaventoso fino a qualche mese or sono, l'aumeto dei prezzi e delle tariffe di mezzo mondo.
Ci si dimentica dell'assenza di una vera politica economica europea unitaria, espressione invece, di comportamenti schizzofrenici e campanilistici.
Ci si dimentica degli speculatori, veri artefici e controllori delle borse, un mondo che vive di sensazioni, umori impercettibili.
Ci si dimentica del grande appuntamento del 4 novembre.
Come in molti si augurano, ci sara' una svolta epocale alla Casa Bianca, con la vittoria di Obama.
Il mondo sara' diverso ma, forse, in molti non lo vogliono e stanno contribuendo ad accelerare un percorso al massacro.
Gira e rigira, e' sempre colpa dell'America?
Alla fine degli anni 60' si mise in discussione anche lo sbarco sulla luna, pur di sminuire e contrapporsi al nuovo modo di vedere il mondo.
Sempre in quel periodo, ci si batteva contro la guerra in Vietnam, come unica forma di rifiuto alla guerra ed all'abuso, dimenticando cosa stesse succedendo nell'est dell'Europa.
Negli anni 80' ci si opponeva al Reganismo, allo scudo spaziale; si contestava il modello huppies, come evanescente forma di arrivismo economico, mentre il nostro Paese gongolava per mezzo dell' eccessiva svalutazione e del crescente debito pubblico.
Poi ci sono state le ere Bush. Gli Stati Uniti sono diventati un paese guerrafondaio con l'unico scopo di controllare i mercati petroliferi. L'unica volta che la guerra come metodo di esportazione della democrazia non fu contestato, fu all'epoca del nazi-fascismo.
Oggi accusiamo gli Stati Uniti, come la causa principale, diciamo univoca, del crollo finanziario mondiale.
Ci si dimentica dell'11 settembre, della nascita dell'euro, moneta forte di paesi deboli, che ha completamente snaturato il ruolo del dollaro come moneta di riferimento internazionale e che ha contribuito dal 2002, ad una sua preogressiva svalutazione.
Ci si dimentica della scalata selvaggia dei paesi asiatici, economie aggressive e senza regole che hanno divorato i mercati e messo in difficolta' le economie reali di tutti i paesi cosiddetti sviluppati e che hanno influito in modo determinante anche sulla domanda di consumi primari della propria popolazione, 2.000.000.000 di abitanti.
Ci si dimentica dei paesi Arabi, detentori di di una ricchezza al mometo inesauruibile e insostituibile che hanno condizionato in modo spaventoso fino a qualche mese or sono, l'aumeto dei prezzi e delle tariffe di mezzo mondo.
Ci si dimentica dell'assenza di una vera politica economica europea unitaria, espressione invece, di comportamenti schizzofrenici e campanilistici.
Ci si dimentica degli speculatori, veri artefici e controllori delle borse, un mondo che vive di sensazioni, umori impercettibili.
Ci si dimentica del grande appuntamento del 4 novembre.
Come in molti si augurano, ci sara' una svolta epocale alla Casa Bianca, con la vittoria di Obama.
Il mondo sara' diverso ma, forse, in molti non lo vogliono e stanno contribuendo ad accelerare un percorso al massacro.
Gira e rigira, e' sempre colpa dell'America?
1 commento:
Mi sembra che non ci sia nulla da
aggiungere, sei stato fin troppo
esauriente per quel molto che hai saputo elencare. Vorrei concludere con un piccolo particolare che forse
ti è sfuggito:Caput imperare,non pedes.
Lavera
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