Questa campagna elettorale coincide con un momento storico della nostra economia veramente drammatico.
Il caro petrolio inarrestabile ha inciso in maniera preoccupante sulle bollette degli italiani e sul costo dei carburanti. Molte fabbriche anche in zone notoriamente sviluppate stanno chiudendo i battenti.
Chi investe preferisce delocalizzare all'estero i propri insediamenti.
L'Italia vive un periodo di stagnazione dei consumi dovuto soprattutto al minore potere d'acquisto delle famiglie. L'aumento della tassazione ha fatto il resto ma certo non ha contribuito a far crescere il livello dei servizi offeri ai cittadini.
In questo clima di completa crisi dei portafogli degli italiani e di sfiducia dei cittadini verso le istituzioni, si inserisce la campagna elettorale, dove sfilano in passarella i pretendenti a Palazzo Chigi sfoggiando i soliti sorrisi di circostanza, le sterili diatribe personali, professando i ben noti programmi di recupero immediato per il Paese.
Come al solito vengono annunciati piani di riduzione delle tasse, di aumento dell'occupazione, di incrementi pensionistici seguiti da quelli dei salari.
Vengono propinati rilanci dell'edilizia popolare, realizzazioni di grandi opere, maggiore efficienza nella sanita' e nella ricerca universitaria.
Si promette di combattere maggiormente la criminalita', perseguendo un inasprimento delle pene di pari passo con un miglioramento delle condizioni economiche degli operatori delle forze dell'ordine.
Intanto i cittadini sono sommersi dal caro vita, dalle rate in scadenza, dalle polizze assicurative in continuo aumento e sono costretti a fare notevoli rinunce. Non si va piu' al cinema, mangiare al ristorante e' diventato un lusso per ricchi, fare shopping si e' ridotto a qualcosa di nostalgico.
Per non parlare di programmare periodi di vacanze, cose da nababbi.
I politici restano invece ancorati ai loro privilegi, auto blu, guardie del corpo, bonus viaggi e trasferte, case a prezzi simbolici, benefit di ogni genere, stipendi dorati.
Questa forbice, oggi ancora piu' evidente, allontana maggiormente la gente dalla politica. Un mondo di lusso e vantaggi per pochi "eletti" che stride con le quotidiane rinunce di noi semplici cittadini, il cui compito e' solo quello di andare a votare come degli obbedienti soldatini allineati.
A noi elettori e' rimasto comunque un privilegio, quello di decidere in massima autonomia se recarci alle urne.
Il nostro disertarle, sarebbe la loro piu' grande rinuncia.
giovedì 20 marzo 2008
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1 commento:
leggere l'intero blog, pretty good
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