sabato 1 marzo 2008

GRANDE CENTRO? INUTILE E SUPERFLUO

Nella dinamica dei meccanismi partitici, le democrazie occidentali hanno visto l'affermarsi e lo stabilirsi di due principali correnti politiche, quella moderata-liberale piu' vicina alla destra conservatrice e quella laica-progressista piu' riconducibile all'area del moderno socialismo.
In Italia abbiamo assistito con la nascita della seconda Repubblica alla formazione di due grossi schieramenti, di centro-destra e centro-sinistra che hanno inglobato altresì piccoli partiti legati spesso ad ideologie superate o particolarismi campanilistici, che piu' che contribuire alla dinamica democratica hanno determinato sterili immobilismi.
In questo scenario si inserisce il tentativo dell'isolato Casini di creare nuovamente un grande centro, alternativo.
L'ex alleato di Berlusconi riabbraccia i suoi fuoriusciti di partito Tabacci, Baccini e Co, espressione a loro volta, della neonata formazione di centro della Rosa Bianca.
Si saranno resi conto che da soli forse, non andavano da nessuna parte. Pur di rimanere ancorati alle poltrone, i neo-democristiani si propongono come i depositari indiscussi dei principi moderati di ispirazione cattolica, con la benedizione di Ciriaco De Mita, espressione del "barocco democristiano" della prima Repubblica.
Ex Margherita, da poco ex PD perche' messo fuori da Veltroni in piena campagna elettorale, De Mita dalla sua Nusco, e' pronto a far confluire il suo dinastico elettorato nella nuova creatura di centro.
Il sistema politico italiano non ha bisogno di riprodurre un nuovo centro.
Con l'attuale legge elettorale e con l'ipotesi che i due grossi partiti PD e PDL vadano ad un altro probabile pareggio, il centro diventerebbe soltanto un pesante ago della bilancia, non offrendo un contributo di equilibrio ma determinando situazioni di stallo nella vita politico-istituzionale.
Gia' e' notevole la presenza e l'ingerenza del moderatismo centrista nei due principali schieramenti. Nel PD c'e' l'ala cattolica della Margherita, nel PDL anche Fini ha dichiararto di rifarsi ai principi moderati del PPE.
PD e PDL sono gia' partiti di centro. Casini quindi, nella sua scelta solitaria, non potra' che sottrarre centristi dal centro determinando unicamente, un' omogenizzazione del pensiero politico, rispetto ad un logico e costruttivo dinamismo delle alternanze.

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