La figura e il valore di un vero genio sono stati troppo in fretta dimenticati.
Il personaggio mondiale a cui mi riferisco è Diego Armando Maradona. Tale celebrità è stata accontanata e di solito, viene nominata solo per deridere di Lui. Uso la maiuscola perchè all'epoca tutti lo definivano come un Dio.
Maradona è solo. Forse lo è sempre stato.
Venti anni or sono, molti vivevano di sua luce riflessa. Tutto l'ingente baraccone che il Pibe de Oro riusciva a muovere, in un turbinio di incontrollata confusione portava a creare un'eccitazione propositiva intorno a qualsiasi iniziativa prendesse.
Come tutti i geni viveva però una solitudine interiore. Si circondava di persone interessate per condividere con loro fugaci sensazioni di felicità extra-calcistiche; ma la sua vera gioia proveniva dal campo. Le sue emozioni erano determinate dai goal, dalle diavolerie che si inventava con la sfera. I suoi sorrisi sinceri erano per la gente semplice, che lui per un attimo riusciva a sollevare dal loro essere nessuno, grazie ai suoi numeri, alle sue gesta di campione autentico, puledro selvaggio che corre senza sella.
Lo hanno amato, odiato, glorificato, adoperato, spremuto, affondato, recuperato, ripugnalato, definitivamente abbandonato ma non lo potranno mai e poi mai dimenticare.
Si dovrebbe nutrire un maggiore rispetto per un grande personaggio che ha contraddistinto un'epoca sportiva. Non comprendo, perchè quando si parla di Maradona, si debba far riferimento all'uomo. Lui, prima di tutto era un fuoriclasse e poi un uomo.
Ricordiamo lo sportivo del campo, il genio puro, mettiamo da parte tutto il resto.
Il personaggio mondiale a cui mi riferisco è Diego Armando Maradona. Tale celebrità è stata accontanata e di solito, viene nominata solo per deridere di Lui. Uso la maiuscola perchè all'epoca tutti lo definivano come un Dio.
Maradona è solo. Forse lo è sempre stato.
Venti anni or sono, molti vivevano di sua luce riflessa. Tutto l'ingente baraccone che il Pibe de Oro riusciva a muovere, in un turbinio di incontrollata confusione portava a creare un'eccitazione propositiva intorno a qualsiasi iniziativa prendesse.
Come tutti i geni viveva però una solitudine interiore. Si circondava di persone interessate per condividere con loro fugaci sensazioni di felicità extra-calcistiche; ma la sua vera gioia proveniva dal campo. Le sue emozioni erano determinate dai goal, dalle diavolerie che si inventava con la sfera. I suoi sorrisi sinceri erano per la gente semplice, che lui per un attimo riusciva a sollevare dal loro essere nessuno, grazie ai suoi numeri, alle sue gesta di campione autentico, puledro selvaggio che corre senza sella.
Lo hanno amato, odiato, glorificato, adoperato, spremuto, affondato, recuperato, ripugnalato, definitivamente abbandonato ma non lo potranno mai e poi mai dimenticare.
Si dovrebbe nutrire un maggiore rispetto per un grande personaggio che ha contraddistinto un'epoca sportiva. Non comprendo, perchè quando si parla di Maradona, si debba far riferimento all'uomo. Lui, prima di tutto era un fuoriclasse e poi un uomo.
Ricordiamo lo sportivo del campo, il genio puro, mettiamo da parte tutto il resto.
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