Di pari passo con la nostra campagna elettorale piena di astio e polemiche che non fanno altro che allontanare la gente dalla politica, negli Stati Uniti va avanti una sfida elettorale di importanza sicuramente piu' ampia.
A novembre si eleggera' il nuovo Presidente americano, la figura internazionale piu' importante al mondo.
Anche oltre oceano c'e' una grossa voglia di cambiamento. La democrazia americana e' abituata alla logica dell'alternanza. Questa volta pero' lo scenario politico statunitense e' caratterizzato da una ventata di novita' ulteriore.
Nei democratici corrono due personaggi che accentuano questo cambiamento: Barak Obama giovane governatore di colore e Hillary Clinton, moglie dell'indimenticabile Presidente, prima donna a concorrere per la presidenza.
Gli Stati Uniti vogliono voltare pagina dopo una stagione politica repubblicana contraddistinta dal doppio mandato Bush.
La crisi economica-internazionale dopo l'attentato alle torri gemelle e la dura e logorante guerra in Iraq, hanno sicuramente segnato il paese.
Certo, i due concorrenti democratici sono consapevoli che il quadro internazionale e' mutato.
Anche con uno di loro alla Casa Bianca, gli Stati Uniti non potranno all'improvviso cambiare il loro atteggiamento su delicate questioni.
Oltre l'Iraq, l'irrisolta vicenda Palestinese, le nuovi frizioni in Afghanistan, la crisi interna nel Pakistan, i nuovi scenari nei Balcani, la minaccia Iran sono tematiche internazionali che coinvolgeranno inevitabilmente l'America.
Anche a livello economico gli Stati Uniti attraversano un periodo difficile. La debolezza del dollaro, l'eccessivo aumento del costo del petrolio e la crisi dei mercati immobiliari interni, sono tematiche alle quali il Paese a stelle e strisce dovra' dare delle risposte immediate.
L'alternanza negli Stati Uniti ha portato sempre a dei miglioramenti, speriamo che anche stavolta sia così, auspicando una vittoria dei democratici.
Questa volta piu' che mai, il mondo e' alla finestra.
A novembre si eleggera' il nuovo Presidente americano, la figura internazionale piu' importante al mondo.
Anche oltre oceano c'e' una grossa voglia di cambiamento. La democrazia americana e' abituata alla logica dell'alternanza. Questa volta pero' lo scenario politico statunitense e' caratterizzato da una ventata di novita' ulteriore.
Nei democratici corrono due personaggi che accentuano questo cambiamento: Barak Obama giovane governatore di colore e Hillary Clinton, moglie dell'indimenticabile Presidente, prima donna a concorrere per la presidenza.
Gli Stati Uniti vogliono voltare pagina dopo una stagione politica repubblicana contraddistinta dal doppio mandato Bush.
La crisi economica-internazionale dopo l'attentato alle torri gemelle e la dura e logorante guerra in Iraq, hanno sicuramente segnato il paese.
Certo, i due concorrenti democratici sono consapevoli che il quadro internazionale e' mutato.
Anche con uno di loro alla Casa Bianca, gli Stati Uniti non potranno all'improvviso cambiare il loro atteggiamento su delicate questioni.
Oltre l'Iraq, l'irrisolta vicenda Palestinese, le nuovi frizioni in Afghanistan, la crisi interna nel Pakistan, i nuovi scenari nei Balcani, la minaccia Iran sono tematiche internazionali che coinvolgeranno inevitabilmente l'America.
Anche a livello economico gli Stati Uniti attraversano un periodo difficile. La debolezza del dollaro, l'eccessivo aumento del costo del petrolio e la crisi dei mercati immobiliari interni, sono tematiche alle quali il Paese a stelle e strisce dovra' dare delle risposte immediate.
L'alternanza negli Stati Uniti ha portato sempre a dei miglioramenti, speriamo che anche stavolta sia così, auspicando una vittoria dei democratici.
Questa volta piu' che mai, il mondo e' alla finestra.
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