Per mesi mentre era ancora vivo il precedente governo Prodi, Veltroni abbandonando il suo ruolo di Sindaco di Roma, si affannava per congressi, piazze e dibattiti televisivi per presentare la sua nuova creatura: il PD.
Fassino e Rutelli furono i suoi apripista. Furono versate lacrime quando si organizzarono i Congressi di scioglimento dei DS e della Margherita, per consentire la nascita del soggetto unico.
Furono organizzate delle approssimative primarie, dove fu permesso il voto ai sedicenni e dove di sovente si votava anche due volte...
Da queste primarie, fu indicato Veltroni come nuovo leader del nuovo partito.
Poi c'e' stata la caduta del governo Prodi, in un certo senso "benedetta" dallo stesso Veltroni.
Ci si e' dovuti affrettare per procedere alla stesura di un programma elettorale, dove sono stati indicati punti che sono in perfetto contrasto rispetto alle politiche perseguite dagli ex alleati di Prodi.
Il motto sbandierato da Veltroni e' stato quello di puntare sull'indipendenza e sull'autonomia del partito da altri movimenti, per riconoscere la diversita' e lo spirito di rinnovamento del nuovo soggetto politico.
Pian piano che la campagna elettorale va avanti, Veltroni pero' torna su i propri passi. Prima imbarca Di Pietro che palesemente chiede a mo' di supplica di entrare nel PD, per non rischiare di essere messo fuori dai giochi del Parlamento.
La scelta dell'ex p.m. e' chiaramente quella di infondere nel partito uno spirito giustizialista anti-berlusconiano che comunque non guasta mai ed e' sempre di moda quando gli argomenti propositivi da promuovere sono scarsi.
Un altro ingresso sofferto e tribolato e'stato quello dei Radicali. La parte appunto radicale entra con i suoi uomini e le sue idee all'interno del PD.
Cio' determinera' scontro e scarsa sintonia all'interno dello stesso movimento tra la parte cristiana e quella laicae si trasformera' in un boomerang contro Veltroni, creando un allontanamento di quella fetta di elettori indecisi che nel PD magari vedevano un partito abbastanza moderato su alcune tematiche.
Per non parlare della Regione Sicilia, dove alle prossime elezioni amministrative, il PD con in testa la Finocchiaro, correra' insieme alla Sinistra Arcobaleno, in una nostalgica riproposizione del vecchio Ulivo, tanto caro a Prodi.
Veltroni da perfetto giocatore di poker ha cercato di bluffare coprendo fino all'ultimo le sue carte ma poi, sul tavolo, si e' capito l'imbroglio.
Il PD non e' quel soggetto politico nuovo e moderno così tanto sbandierato ma resta a questo punto, una grande ammucchiata.
sabato 23 febbraio 2008
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