L'emergenza rifiuti in Campania e la sua fallimentare gestione stanno acquistando ormai connotazioni tragicamente allarmanti. La soluzione sembra essere ancora lontana.
La spazzatura invade nuovamente le vie del centro del capoluogo. Grossi cumuli maleodoranti si formano dinnanzi a negozi, scuole, chiese ed ospedali. Nelle periferie e nella provincia i paesaggi diventano apocalittici.
Devastazioni, profanazioni, scenari da inferno dantesco assumono caratterizzazioni morfologiche permanenti, divenendo quasi architettonicamente, stabile connotazione urbanistica del territorio.
Il sacchetto di immondizia diventa il simbolo di un disagio sociale di un'intera popolazione. Il sacchetto abbandonato rappresenta tutti i fallimenti di un'epoca.
La spazzatura che sommerge la città può facilmente portare alla mente il mai avvenuto rilancio di Bagnoli, il tanto atteso recupero della zona orientale, le innumerevoli promesse non mantenute per Scampìa, le disattese speranze di tanti disoccupati.
Il fetore per le strade con i tanti ratti che sguazzano nel marciume simboleggia l'inadeguatezza di una classe dirigente di tutti i colori politici che ha vissuto essenzialmente di assistenzialismo, pressapochismo, mancanza di scelte programmatiche degne di questo nome.
La spazzatura rappresenta anche l'arretratezza culturale di un popolo che non ha saputo reagire al malaffare ma ci ha convissuto in un rapporto clientelare che ormai è diventato un cancro indelebile.
Tale disastro ambientale rappresenta la materializzazione crepuscolare di un'epoca, l'impotenza degli uomini di fronte al nuovo che avanza.
La spazzatura invade nuovamente le vie del centro del capoluogo. Grossi cumuli maleodoranti si formano dinnanzi a negozi, scuole, chiese ed ospedali. Nelle periferie e nella provincia i paesaggi diventano apocalittici.
Devastazioni, profanazioni, scenari da inferno dantesco assumono caratterizzazioni morfologiche permanenti, divenendo quasi architettonicamente, stabile connotazione urbanistica del territorio.
Il sacchetto di immondizia diventa il simbolo di un disagio sociale di un'intera popolazione. Il sacchetto abbandonato rappresenta tutti i fallimenti di un'epoca.
La spazzatura che sommerge la città può facilmente portare alla mente il mai avvenuto rilancio di Bagnoli, il tanto atteso recupero della zona orientale, le innumerevoli promesse non mantenute per Scampìa, le disattese speranze di tanti disoccupati.
Il fetore per le strade con i tanti ratti che sguazzano nel marciume simboleggia l'inadeguatezza di una classe dirigente di tutti i colori politici che ha vissuto essenzialmente di assistenzialismo, pressapochismo, mancanza di scelte programmatiche degne di questo nome.
La spazzatura rappresenta anche l'arretratezza culturale di un popolo che non ha saputo reagire al malaffare ma ci ha convissuto in un rapporto clientelare che ormai è diventato un cancro indelebile.
Tale disastro ambientale rappresenta la materializzazione crepuscolare di un'epoca, l'impotenza degli uomini di fronte al nuovo che avanza.
2 commenti:
Ciao Angel, sono ancora viva. HO avuto il computer in crash che mi ha messo in grande difficoltà per uan settimana. Scrivi sempre molto bene. Consiglio per farti conoscere meglio: inserire i tags e categorie. Poi, commenta su altri blog che parlano della compagna con un trackback al tuo blog. Tu meriti essere visto. K
sono un palermitano trapiantato da poco a napoli. Ho assistito allo shifo(mi si scui il termine non riferito ai napoletani onesti cittadini) del roblema spazzatura. Ho visto la stessa troneggiare e puzzare nelle strade, sono stato vittima dei blocchi stradali per ore e spettatore, mio malgrado, delle cariche ingiuste della polizia verso cittadini inermi che reclamavno soltanto il loro diritto di vivere decentemente. Mi sono fatto l'idea che la colpa è tutta dei napoletani, non me vogliate e mi spiego meglio.
Non serve a niente incendiare la spazzatura, peggiorando così il problema dell'inquinamento. Non serve a niente bloccare le strade di Napoli e provincia aumentando i disagi e danneggiando il nostro(consentitemelo giacchè ci vivo, lavoro.
Napoli è al centro dell'Italia; il problema si può risolvere in cinque minuti: Si blocca la Salerno-Reggio Calabria da una parte e l'autostrada del sole dall'altra con ogni mezzo, auto, camion e quant'altro, vediamo poi la polizia a chi fa la carica. Non si liberano le strade fin quando non è stato tolto l'ultimo sacchetto e fin quando lo stato(?) non garantisce la risoluzione del problema immediatamente con rimedi veri e non le solite chiacchiere. Si da allo stesso una scadenza di non oltre 30 giorni e poi, se non succede nulla si riblocca l'Italia. Vi ricordate i giorni dei blocchi dei produttori di latte? Ecco, ancora peggio bisogna fare. Così forse anche tutti quei comuni del nord e del sud (mi vergogno per quelli siciliani) che hanno negato l'aiuto magari cambiano idea.
Chiedo scusa se ho utilizzato questo spazio per la mia ribellione e mi assumo fin d'ora la responsabilità delle mie parole sollevando il titolare del blog che mi ha ospitato da ogni conseguenza per le mie parole. Grazie
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