In questo momento triste per Napoli e la Campania, una luce di speranza la potrebbe dare il mondo del calcio e le sorti, auspichiamo benevole, che la squadra della città potrebbe dare ai napoletani.
Nella metà degli anni '80 di certo Napoli e tutto il sud non si trovavano in una situazione paradisiaca.
Disoccupazione elevata, chiusura di grandi stabilimenti, presenza di cattedrali nel deserto, macro e microdelinquenza diffusa, degrado, erano purtroppo, già all'epoca, delle costanti che contraddistinguevano il capoluogo partenopeo.
Però quel periodo conobbe un diverso miracolo, non economico o sociale ma sportivo: l'arrivo di Maradona a Napoli.
Il "pibe de oro" con le sue magie non solo incantò l'intera città e l'intera nazione ma contribuì ad un vero e proprio riscatto morale di un'intera popolazione, da troppo tempo vessata e ridicolizzata dall'intero Paese.
Maradona rappresentò il materializzarsi di una dignità recuperata, il poter essere napoletani a testa alta. Forse i trofei che quel tempo il Napoli avrebbe potuto conquistare sarebbero dovuti essere maggiori ma ugualmente, il fuoriclasse argentino riuscì a risollevare le sorti di una città che comunque in altri settori era afflitta da tante negatività.
Oggi manca un vero genio con la sua relativa lampada.Attualmente, tuttavia, abbiamo nel calcio Napoli altre persone che da un altro punto di vista, forse meno coinvolgenti ma più fredde e programmatiche, potranno in un certo senso contribuire ad un rilancio della squadra di calcio e quindi della città: il Presidente Aurelio de Laurentiiis e il Direttore Pier Paolo Marino.
Allora Maradona illuminò la città di sua luce riflessa.Oggi la dirigenza dovrà accendere i riflettori su una città sprofondata nel buio.
2 commenti:
Dottor D'amore condivido in parte quello che dice;se si vuol fare,come si dice dalle nostre parti,"scemo"il pensiero,ci aggrappiamo all'idea o per meglio dire all'illusione che lo sport possa risolvere neanche i problemi ma li chiamerei i guai che abbiamo nella maggior parte della Campania!!!Il problema non è la spazzatura o,come nel passato se ne parlava di più,la disoccupazione o altri problemi che affligono le nostre città:il problema è da sempre lo stesso:in Campania e specialmenta nel napoletano e nel casertano a gent nun sap campà!!!Cordiali saluti Annalisa D'Aniello
Ciao Angelo, siamo Bernardo e Silvana. Mia mamma, ti vuole dire che anche a lei piace molto Camilleri, ma soprattutto i libri di Montalbano. Noi, ti auguriamo che il tuo blog diventi un successo. Ciao.
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